Quante volte diciamo: butto tutto! E…invece amorevolmente conserviamo.Siamo sommersi dalle cose, oggetti a cui ci attacchiamo, ci affezioniamo e li nutriamo della nostra attenzione. Oggetti nella stragrande maggioranza inutili ma che noi conserviamo con la giustificazione che prima o poi ci torneranno utili.Qualcuno accumula denaro solo per non spenderlo, perchè pensa che nel futuro potrà mancare.

Attaccarsi alle cose è uno dei meccanismi psichici più arcaici, fin da quando, nella prima infanzia, ci affezioniamo ad un pupazzo e non ce ne separiamo mai.In psicologia si chiama “oggetto transazionale”, investito di grandi significati (l’amore per i genitori, una compagnia protettiva), che rappresenta un gradino verso una fase più matura in cui ci si potrà sentire amati dalle persone care anche quando non si trovano nel campo visivo.

Crescendo, l’attaccamento cambia i suoi “oggetti” a seconda dei periodi, per poi gradualmente ridursi quanto più la nostra identità si definisce e si rinforza. Solo una piccola quota di forte “affezione” ad alcuni oggetti significativi rimane: una foto, un dono, un oggetto appartenuto a qualcuno. Ed è fisiologico che sia così.

Ma spesso non solo questa riduzione non avviene anzi aumenta: tutto acquista, proprio nel momento in cui dovremmo disfarcene perché non serve più, un grande senso affettivo, accompagnato da commozione e malinconia per “le cose che furono”.Per alcuni buttare via il vecchio equivale inconsciamente a tradire la propria storia, gli affetti, una parte di sé, assumendo connotazioni di insicurezza e scarsa stima di sé.

Non sono gli oggetti conservati quelli che stagnano la nostra vita, bensì il il significato dell’artteggiamento di conservare.Quando si conserva, si considera la possibilità di mancanza, di carenza, si crede che domani potrà mancare, e che non avremo maniera di coprire quelle necessità.Con quest’idea inviamo al cervello e alla nostra vita due messaggi :

 1)che non ci fidiamo del domani ;

2)che pensiamo che il nuovo e il migliore non sono per noi.

Così fanno pure i nostri pensieri nella nostra mente …idee vecchie, obsolete ci incatenano, i ricordi occupano spazio soffocando l’ingresso a nuovi pensieri.Dentro di noi conserviamo rimproveri, risentimenti, rdtristezze, paure.

Finchè ci carichiamo materialmente ed emozionalmente di sentimenti vecchi e inutili non avremo spazio per nuove opportunità.E’ necessario lasciare uno spazio, un vuoto, affinchè cose nuove arrivino alla nostra vita .La forza di questo vuoto è quella che assorbirà ed attrarrà tutto quello che desideriamo.

Riuscire a trovare un po’ di coraggio, liberarsi delle cose che hanno fatto il loro tempo significa fare ordine e spazio nel cervello per far sì che nuove esperienze entrino nella nostra vita e dentro noi stessi. Per fare questo occorre guardare con occhi nuovi, fare come i bambini: stupirsi, sorprendersi, incuriosirsi, trovare la magia.

Semplice                                                                                                                        23/03/2009

Un Commento a “Il vecchio e il nuovo”

  1. francesco8.BG scrive:

    Mi hai convinto: devo svuotare la cantina

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