Con piacere pubblico questo scritto di Cactus che con generosità, tratta un argomento attuale.
Certamente molti di voi avranno sentito parlare delle adozioni a distanza e sono sicura che ci saranno degli Eldyani che vogliono raccontare la loro esperienza.
 

In questi ultimi tempi, le nostre cassette della posta sono subissate da richieste d’aiuto provenienti dalle Associazioni più disparate, sia laiche che religiose. La televisione non è da meno e gli spots rivolti ad ottenere finanziamenti per i vari progetti si succedono ininterrottamente, mostrando bambini denutriti, calamità naturali, campi profughi …

E noi? Come reagiamo a questa valanga di dolore che entra nelle nostre case?

Purtroppo, passato il primo momento emozionale, tendiamo a rinchiuderci in noi stessi, nelle nostre case, nel calore delle nostre famiglie, quasi cercando di esorcizzare ciò che accade in quei Paesi che abbiamo imparato a conoscere come “Terzo Mondo” o, in modo più elegante, “In via di sviluppo”. C’illudiamo che, cambiando canale o cestinando le tante richieste d’aiuto, le tragedie rimangano fuori della porta e le nostre coscienze salve.

“DIAMO AI BAMBINI UN FUTURO DI PACE” Giovanni Paolo II

 

A questo disinteresse, in crescente aumento anche se le varie raccolte di fondi tramite TV vorrebbero dimostrare il contrario, hanno certamente contribuito i piccoli e grandi scandali che, a volte, vedono coinvolti certi “personaggi” che ruotano nell’ambito delle Associazioni stesse. Come non giustificare allora la riluttanza a donare del cittadino, il quale si pone la domanda “che fine faranno i miei soldi?”

Si potrebbe rispondere che l’importante è donare, con la speranza che quanto si è offerto raggiunga la corretta destinazione…ma non credo che questa sia una risposta accettabile, specialmente da parte di quelle persone per le quali la donazione comporta un sacrificio.

Allora che fare, come aiutare chi sta molto peggio di noi, avendo la certezza che il nostro sacrificio vada a buon fine?

Penso che una soluzione possa essere l’adozione a distanza di un bambino, tramite un’Associazione che incontri la nostra fiducia, regolarmente iscritta nell’Albo apposito e che possa dimostrare d’essere presente nel Paese in cui queste adozioni saranno fatte.

Questo tipo d’aiuto è molto importante, perché teso non a dare un’elemosina, ma ad aiutare il bambino nelle varie fasi del suo sviluppo. Ciò significa che egli sarà seguito in seno alla famiglia, più o meno allargata, senza esserne estirpato. Potrà ricevere cure mediche, assistenza sotto varie forme e, importante, gli sarà data la possibilità di frequentare la scuola.

E’ questo il punto centrale: fornire al futuro uomo o donna la possibilità di rendersi utile al proprio Paese…. e ciò non sarebbe possibile senza lo studio.

Inoltre in molti Paesi, specialmente in quelli situati nella regione sub equatoriale dell’Africa, esiste l’usanza, derivante anche dalla mancanza di mezzi, di fare studiare soltanto i figli maschi. L’adozione a distanza è rivolta in ugual misura ad entrambi i sessi e questo sarà utile per l’emancipazione della donna in questi Paesi e non fa distinzione di razza o religione: tutti sono assistiti allo stesso modo.
 

Come volontario ho operato, in collegamento con varie Associazioni sia laiche che religiose, in vari Paesi (Etiopia, India, Nepal, Romania, Zambia) dove mi sono recato più volte, ma mi vorrei soffermare sugli ultimi due Paesi e parlare dell’Associazione Onlus delle Suore Francescane Missionarie di Assisi. (www.assisisolidaleonlus.com), dove sono attive da decenni.

Qui portano avanti, con grande sacrifici e grazie all’aiuto di tante persone generose, molti progetti che vanno dai Centri Nutrizionali ai piccoli ospedali e alle scuole rurali, situati nel fitto delle foreste in Africa, così come case per bambini di strada o per bambini sieropositivi in Romania.  Ho visitato le loro missioni e ho toccato con mano l’utilità del loro lavoro…o meglio…della loro Missione.

Quanti bambini sono stati salvati dalla morte per malnutrizione o per malattia? E quanti hanno avuto la possibilità di ottenere una formazione che permettesse loro di avere un futuro migliore? Impossibile dirlo. Ogni giorno sono migliaia i bambini che frequentano i loro centri nutrizionali, le loro scuole e gli istituti che ospitano ragazzi portatori di handicap. Ultimamente, con la terribile piaga dell’AIDS, sono aumentati a dismisura gli orfani e, purtroppo, anche i bambini colpiti dalla malattia.

L’adozione a distanza serve anche a questo: dare assistenza a questi orfani, che sarebbero destinati alla strada e alla delinquenza; cercare di offrire una vita degna di essere vissuta a coloro che, perché sieropositivi, sarebbero destinati all’emarginazione e quindi alla morte.

Ad Assisi, presso il centro delle Suore Francescane, centinaia di schede di bambini sono giacenti in attesa di essere inviate a chi vorrà prendersi cura di questi piccoli innocenti. Mi rivolgo specialmente a voi, Mamme e Papà, che ben conoscete le difficoltà di far crescere e educare un figlio, ma che anche avete assaporato la grande gioia di vedere i suoi occhi illuminati dal sorriso,  ascoltato le sue prime parole, averlo visto crescere e assistito nel suo avanzare verso la vita.

Tutto questo è precluso a questi bambini. Soltanto la vostra generosità unita alla bontà, potranno modificare il loro destino. Sapeste quanta tristezza e dolore nel leggere  una lettera proveniente da uno di questi Paesi, dove si avvisa di cancellare dalla lista dei bambini da adottare, un nome.
 

Un nome…. ma quel nome non è soltanto un insieme di consonanti e vocali. E’ una vita che si è spenta! E così ogni giorno nel mondo: bambini che si addormentano per sempre, famiglie che piombano nel dolore per i motivi, a volte, più banali. Malnutrizione, malaria, malattie endemiche, tubercolosi, AIDS, dissenteria, ma anche cause che qui, nel nostro civile mondo occidentale, sarebbero curate facilmente.

Il mondo è terribile nella sua crudeltà… basterebbe poco per risolvere molti dei problemi che attanagliano questi popoli.

Ma i governanti sono troppo impegnati nelle loro battaglie per trovare il tempo per interessarsi di questi nostri fratelli. E’ più importante raggiungere il potere piuttosto che pensare a salvare la vita di migliaia di bambini.

Restiamo noi.

Certo, i miracoli può farli soltanto Nostro Signore, ma possiamo fare molto lo stesso: adottiamo un bambino…non importa dove e tramite chi, ma adottiamolo. Date un fratellino o una sorellina ai vostri figli e anche voi, che ancora non conoscete questa meravigliosa sensazione, diventate genitori di uno di questi bimbi. Ne avrete un’immensa gioia!

Avremo salvato una vita e ridato il sorriso ad un innocente…. e potremo rispondere a Gesù, quando ci domanderà che abbiamo fatto per i suoi piccoli.
 

9 Commenti a “Adozioni a distanza? Sono utili? Scritto da Cactus”

  1. Iulla scrive:

    Purtroppo non tutti hanno la possibilità di girare il mondo per fare del bene di persona, e la donazione è il mezzo più rapido e potenzialmente più efficacie per dare il proprio contributo.
    Il fatto che chi inzia un SAD concentri la sua attenzione sul bisogno di persone che abitano in paesi lontani, non significa necessariamente che chiuda però gli occhi di fronte alla richiesta del vicino.
    Mi sento di dire che la dipendenza dalla donazione del benefattore straniero è più che altro un luogo comune: l’alta natalità è bilanciata da un altrettanto elevata mortalità infantile, e in popolazioni in cui la maggioranza delle famiglie sopravvivono ancora grazie all’allevamento e all’agricoltura, per lo più di sussitenza, le nascite numerose vogliono dire sì più bocche da sfamare, ma anche più braccia per lavorare; non molto diversamente da quanto succedeva anche in Italia qualche decennio fa. Le nascite non contrallate sono più che altro il frutto della scarsa educazione, dell’assenza di contraccezione e della mentalità che fatica a cambiare, di certo alla base non c’è una logica economica.
    Onestamente non riesco a vedere un lato negativo nel sostegno a distanza. Se vogliamo rimanere sulla metafora della pesca, io direi che con il Sad si dà al bambino la possibilità di comprarsi una bella canna da pesca, e di ricevere un’istruzione perché possa poi pescare da solo.

  2. armida.ve scrive:

    Qualche anno fa.con due amici. volontari della mia associazione
    e con un gruppo di scout andai a fare un periodo di volontariato in Romania. Lo scopo era il restauro di una struttura per farne un doposcuola per i bambini di strada. La missione era gestita dalle suore di Bassano… donne ammirevoli,
    infaticabili.. Il lavoro era immane. Se ci ripenso ancora oggi ho la pelle d’oca:bambini abbandonati a sè stessi,( ma che belli che erano,, che occhi che avevano..)poi ragazze uscite dagli orfanotrofi senza un posto dove andare e senza nessuna prospettiva, giovani che conoscevano solo la violenza, perchè “o tu, o io..”. ma come ci si erano affezionati, dopo!
    alla sera. dopo il lavoro,ballavamo e cantavamo insieme
    Chissà se anch’io avrò dato loro un amo,, una piccola lenza..
    Non ci sono più tornata per vari motivi.ma ricordo sempre il motto delle suore:”Ai poveri non manca l’intelligenza.. manca l’opportunità!”
    Con la nostra associazione abbiamo adottato una bimba filippina (è già la seconda..)in questi anni.E’ bello leggere quello che scrive e vedere le foto che ci invia..SE si può fare qualcosa.. perchè no?

  3. marisa8,bs scrive:

    anchio ho avuto il piacere di adottare un bambino,dopo tanto discutere in famiglia se era il caso o no.di intraprendere un inpegno anche se piccolo ,ma che comportava per noi un sacrificio,ora devo dire che è stata la cosa più bella che potessimo fare,vedere crescere quel bambino ,,aspettare le sue lettere ,per noi era una grande gioia,l,unico rinpianto è stato non poterlo conoscere di persona,ma so che studia e è sereno questo mi basta

  4. Volpino scrive:

    L’adozione a distanza signora Alba è un sostegno che permette a un bambino di studiare e imparare un mestiere e/o prendere una laurea migliorando cosi la propria condizione e poi, da grande quella di tutta la comunità, perchè i talenti e le conoscenze di quel bambino verranno messe a disposizione del suo gruppo, con benefici per tutti. E il bambino non viene sradicato dalla sua realtà di origine, ma può continuare a vivere nel suo Paese, vicino alla sua famiglia e ai suoi amici. Questo è molto importante, perchè cosi intere popolazioni possono essere aiutate senza dispersione di fondi(le Associazioni serie dialogano direttamente con i villaggi, gli istituti e/o le parrocchie in loco) e nel pieno rispetto della loro cultura. Signora Alba le porto a conoscenza che molte Associazioni danno la possibilità a chi fa l’adozione a distanza di andare a trovare e conoscere il bambino adottato? E’ una bellissima esperienza, anche se molto forte e impegnativa, perchè l’impatto con quelle culture per noi è sempre piuttosto duro. Ma io l’ho fatto e lo rifarei subito senza pensare due volte. Adottare un bambino alla fine ti sentirai di aver ricevuto molto di più di quello che hai dato.

  5. paolacon scrive:

    Grazie rosmarie

  6. rosmarie scrive:

    Commenti abilitati Il mio “figlioccio” adottato a distanza si chiama Hussen. Vive in Etiopia con la sua famiglia. Il mio contributo gli garantisce l’istruzione e un pasto al giorno. Sta crescendo, e la foto con una sua lettera che ricevo ogni anno, mi dimostra che si sta facendo proprio un bel ragazzino!
    Questo non l’ho fatto per zittire la mia coscienza, ma con la convinzione che un atto d’amore porterà sempre i suoi frutti. Non sono pessimista come Alba (non avertene a male se dico questo!) ma sono certa che Hussen imparerà a pescare….
    Un’abbraccio a tutti voi che sostenete questi bambini!

  7. paolacon scrive:

    Mi spiace Alba, non sono d’accordo con la storia del pesce, con l’adozione a distanza insegni a “pescare”; in realtà tu aiuti un bambino, mandandolo a scuola e cercando di levarlo dall’ignoranza grassa. Non è forse questo un modo per insegnargli a pescare?

  8. alba morsilli scrive:

    non è farina del mio sacco questo commento lo trovato in web ed è molto vicino al mio modo di pensare e meglio di così non potevo risponderefatti io sono molto contraria alle adozioni a distanza anche se, per questo, vengo spesso etichettata come razzista. Vedi dei soldi che tu doni all’associazione, solo il 10% (circa) finisce nelle tasche del bambino, il resto viene trattenuto per “spese di gestione”, pagare le bollette, la pubblicità, e tutte le varie spese che l’associazione deve sostenere. Con questo non voglio di certo dire che queste associazioni si arrichiscono sulla pelle dei bambini però, a fine mese, i conti devono tornare anche per loro. Negli ultimi anni poi, ho visto queste associazioni nascere come funghi e, dubito che tutte, ma proprio tutte, sia spinte da puro spirito benefico, se non ci fosse una qualche forma di guadagno sono sicura che il loro numero sarebbe di gran lunga inferiore. Questo un pò mi dispiace perchè vanifica il lavoro di tante associazioni che invece il loro lavoro lo fanno seriamente e con impegno. Cmq sono convinta che, dare un tot di soldi al mese ad un associazione per adottare un bambino a distanza, sia un modo troppo comodo per lavarsi la coscienza, della serie “prendi, ti dò 10 euro, al resto pensa tutto tu”. Anche vicino a noi ci sono tante persone che hanno bisogno di noi, spesso non dei nostri soldi ma, solo di un pò del nostro tempo, penso a tutti gli anziani letteralmente parcheggiati nelle case di riposo, o delle case famiglia che aiutano ragazzini e madri in difficoltà, basterebbe andare nelle numerose sedi della caritas presenti nelle nostre città per scoprire quanto possiamo fare, senza per forza dover spendere dei soldi, ci sono poi molte persone che, spendono le loro ferie nelle varie missioni in giro per il mondo mettendo a disposizione semplicemente ciò che sanno fare. Però ripeto, aprire il portafoglio e dire “tieni” è molto più facile e, quando andiamo a letto la sera, ci sentiamo più buoni e in pace con noi stessi. Sento spesso dire “eh a sapere se i soldi arrivano, io intanto glieli dò se poi arrivano bene, se non arrivano pazienza, io la mia parte l’ho fatta”. Altro aspetto che io ritengo negativo e che, adottare un bambino a distanza credo gli faccia più male che bene. Certo il bambino viene aiutato, viene educato, cresciuto ecc…. ma poi? quando quel bambino cresce che succede? te lo dico io, quel bambino si sposa e a sua volta comincierà a fare figli su figli perchè tanto poi “arriva l’occidentale a mantenerli” il fondo a lui è successo perchè non dovrebbe accadere anche ai suoi figli? vedi il vecchio saggio insegna che “dai un pesce ad un uomo mangierà un giorno, insegnali a pescare mangierà tutta la vita”. Per me l’adozione a distanza è come dare un pesce ad un uomo, non gli insegna a pescare anzi, rafforza la dipendenza che i paesi poveri hanno nei confronti del mondo occidentale.

  9. Lorenzo.rm scrive:

    La mia esperienza non è proprio quella di un’adozione a distanza ma di un intervento similare. Con degli amici abbiamo fondato a Roma un’associazione, la Ardim Onlus, che finanzia una casa famiglia in una regione del Brasile, tesa al recupero, alla formazione e al collocamento al 18^ anno di bambini di strada. Noi diamo i soldi, che raccogliamo in vario modo, anche con spettacoli teatrali, manifestazioni varie, ecc. Sul luogo un Sacerdoe Brasiliano, Padre Reginaldo, dirige il tutto con la collaborazione di ragazzi votati a questo tipo di apostolato. La nostra esperienza è stupenda.

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