Credo succeda a tutti, da un po’ di tempo, di ritrovarsi la parola “federalismo”, condita con più salse, in tutti i contesti letterali. Sul piano squisitamente politico, non riesco a comprenderne il vero significato, dal momento che lo trovo, trasversalmente, in contrasto con quanto, un po tutti, abbiamo appreso attraverso vie più concrete, che non sono quelle del “politichese”.Lo abbiamo appreso , dalla storia, dal Diritto Costituzionale, dalla letteratura. Perciò, vogliamo cercare di mettere un po’ d’ordine?
Innanzitutto, esaminiamo il contenuto dell’art.5 di quel capolavoro giuridico-politico che è la nostra Costituzione: “”La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”””.
Ora, se la legge-quadro, votata dal Parlamento italiano recentemente, s’ispira a questi principi, va benissimo, perché siamo in linea con la Costituzione e non dovremmo temere sorprese.. Ma io non credo che alcuni deputati in Parlamento, affetti dalla sindrome di Peter Pan o presi dalla febbre dello sceriffo con le colt ai fianchi, abbiano votato la legge con queste intenzioni e con questo spirito. Altrimenti, qualcuno dovrebbe spiegarmi quale significato hanno avuto, nel tempo, da parte della Lega, gli slogan sul “separatismo”, contro i “terroni”, il tricolore bruciato per le strade, l’Inno di Mameli sostituito con l’aria del Nabucco di Verdi e, ultimamente, forse per un volutamente forzato “eccesso di buonismo”, il parlare soltanto di federalismo fiscale “perché i soldi pagati dai padani per le tasse devono restare ai padani”.
Non è mia intenzione seminare zizzania. Però voglio che qualcuno mi faccia capire che sto pensando male, che sto sbagliando.
Abbiamo visto che la nostra Costituzione parla di “decentramento”, da parte dello Stato, di alcuni compiti alle autonomie locali. Fra queste autonomie locali sono comprese le nostre Regioni, che non sono rette da un “Governatore”, come si vorrebbe dare ad intendere, bensì da un Presidente e da un Consiglio Regionale, che per governare hanno bisogno del consenso della maggioranza dei Consiglieri, e sono soggetti allo Stato da cui dipendono. Se fossero “Governatori” di stati federati (vedi USA), e non lo sono, si potrebbe, invece, discutere di un altro federalismo, quello farneticato da uno sparuto gruppo di smidollati ed infantili membri, purtroppo, del nostro Parlamento.
Esaminando ciò che la storia intende per federalismo, leggo: “dottrina politica che, in contrapposizione al modello stato unitario e accentrato, propugna l’organizzazione dello Stato sulla base di vincoli federativi tra una pluralità di Stati membri, ciascuno dei quali dotato di ampia autonomia legislativa e amministrativa (v. autonomie locali), con l’eccezione di alcune materie di esclusiva competenza del governo federale (politica estera, difesa, politica monetaria)””. Quindi, si parla di “Stati membri”.
Mi sono addentrato nello studio della storia del federalismo, ed ho ritenuto interessante soffermarmi sulle origini del federalismo stesso, la cui sintesi sottopongo alla vostra riflessione.
Le leghe tra città-Stato greche rappresentano il primo esempio, ma anche nel Medioevo il termine di “confederazione”, accanto a quelli di “unione” e “lega”, indicava rapporti stabili di alleanza, per esempio, tra comuni (si trattava sempre di città-Stato). Tuttavia, il concetto di federalismo (coinvolgente, al di là del semplice verificarsi di associazioni fra Stati in vista di un fine comune, la definizione dell’essenza stessa dello Stato) trova i primi elementi di formulazione nel pensiero di I.Kant, contestuale all’affermarsi dell’idea di Stato e sovranità nazionale ed al conseguente pericolo rappresentato da un sistema sostanzialmente anarchico di relazioni internazionali tra soggetti sempre più numerosi: per Kant condizione fondamentale per la pace era l’estensione del diritto ai rapporti tra Stati e logico corollario la creazione di una federazione mondiale in grado di evitare il ricorso alla violenza per risolovere i conflitti.
Potremmo, ora, vedere quale sia stato l’insegnamento statunitense. Ma, non avendo molto spazio e tempo a disposizione, sarei dell’avviso di rimanere in Italia ed esaminare il federalismo dal Risorgimento all’età contemporanea (e poi perché si tratterebbe di andare a riflettere e discettare di una struttura costituzionalmente molto diversa da quella italiana).
Anche in italia le idee federaliste furono riprese da correnti importanti, ma non vincenti, del movimento risorgimentale. Molti pensatori vedevano in un’organizzazione federale lo sbocco del processo di unità nazionale. In ambito moderato prevaleva una concezione del federalismo come somma degli Stati esistenti: il Pontefice, secondo V. Gioberti, o il monarca Piemontese, secondo C.Balbo. avrebbero dovuto essere posti a capo di una lega federale fra gli Stati italiani. Al pieno rispetto dell’autonomia e della differenza degli Stati regionali preunitari in senso democratico e repubblicano si indirizzava invece il federalismo di C.Cattaneo e G.Ferrari. Di fatto, però, il nuovo Stato unitario costituito sotto la monarchia sabauda (1861) si caratterizzò per il forte centralismo, provocando le aspre polemiche sulla “piemontizzazione” dell’Italia. Lo stesso indirizzo centralista prevalse nell’Assemblea Costituente della repubblica (1946-47), a garanzia del radicarsi delle nuove istituzioni repubblicane e democratiche (le stesse regioni, pur previste dalla costituzione, furono attivate solo nel 1970). Le istanze federaliste sono riemerse solamente nel corso degli anni ’80 del XX secolo, per opera della Lega Nord, che però dette loro una valenza serparatista, e sono state poi riprese dalle altre forze politiche e dalla riforma costituzionale del 2001 (autonomie locali).
Probabilmente, per una più ampia e completa visione dello Stato moderno e del nostro Stato, dovremmo andare a documentarci sulle origini dello Stato moderno, ma credo che rischieremmo di avvolgerci in una ragnatela da cui uscirne sarebbe cosa ardua.
Quanto sopra premesso, se non vogliamo che si ripeta quello che avvenne nel 1861, il cui beneficio fu soltanto di alcuni potentati economici (come sempre); se non vogliamo che il sangue versato per l’Unità d’Italia risulti vanificato; se non vogliamo tutto questo, cerchiamo di vigilare e rimanere fratelli come siamo, nel bene e nel male, dalle Alpi alla Sicilia. Ho lavorato al Nord per circa vent’anni ed ho tanti amici, del popolo, come me, che stimo ed amo come fratelli, dei quali serbo un ricordo meraviglioso, ai quali il separatismo od il federalismo non interessano più di tanto, così come non interessano alla stragrande maggioranza dei cittadini del Nord. Tanto sangue è stato versato, per il Risorgimento, per l’Unità d’Italia, per la I guerra mondiale, per essere quello che siamo; cerchiamo di rimanere tali e di rinsaldare i vincoli di fratellanza che sono i veri valori della vita di un popolo.
Vorrei chiudere con poche parole di I.Kant, riflettenti l’ideale e le istituzioni federalisti, tratte da “scritti politici e di filosofia della storia e del diritto”:
“”””””I popoli, in quanto Stati, potrebbero essere considerati come singoli individui che, vivendo nello stato di natura (cioè nell’indipendenza delle leggi esterne), si recano ingiustizia già solo per il fatto della loro vicinanza; perciò ognuno di essi per la propria sicurezza può e deve esigere dall’altro di entrare con lui in una costituzione analoga alla civile, nella quale si può garantire a ognuno il suo diritto. Sarebbe questa una federazione di popoli””””.
franco3.br (già fgiordano.br) 24maggio2009
Gia oggi con o senza leggi in proposito ci sono regioni ben amministrate e altre meno.
Il giorno che queste leggi ci saranno ci saranno ancora regioni ben amministrate e altre non.Non sono le leggi che creano l’ordine noi in Italia abbiamo anche troppe leggi il brutto è che non vengono rispettate e non vengono fatte rispettare.
Caro marc52 grazie ma hai detto tt tu altre parole nn servono hai pienamente ragione e condivido il tt ciao.nembo
caro Nenbo sono d’accordissimo con le tue esposizioni, sul “federalismo”concordo con te nel chiamarlo, decentamento. parlando da uomo della della strada, sono daccordissimo che una “struttua” piccola è, più governabile, di una strutta enorme. nelli anni 50/60 si pensava ad accetrare, oggi, dopo esperienze negative, e condizioni economiche ,diverse, si pensa a decentrare usando una metafora , negli anni a dietro si costuivano grandi ospedali pensando che avendo tutto li! si riducevano i costi(forse non lo si tenava neanche in considerazione) e si poteva contollare il tutto, in un modo migliore. Poi “si sono” accorti che, forse, erano piu controllabili dei piccoli ospedali, distribuiti sul ,territorio, che, un mega ospedale. Elementere!!!! quindi credo giusto che ogni regione o comune si controlli da sola, economicamente e amministitivamente, con evidente beneficio per i cittadini. ciò permette di essere piu capillari, nel gestirli, e di essere più tenpestivi nel risolverli. è come vedere una piccola azienda artigianale che contiene gli sprechi al minimo,è che essendoci un solo proprietario, con delle personali capacità ha una maggiore gestionalità. Il problema è, che, (a mio modesto parere)la lega se ne frega, delle altre regioni, ma pensa solo alla Lombardia, perchè, il suo traguardo, finale, è l’autonomia. caro franco trovo il tuo articolo molto interessantee approfondito. ma forse in quei secoli, e anni ,si pensava, di creare uno stato degli stati il problema era, diventare una potenza!! territoriale ,economica e armata, .La Francia, la Spagna etc. lo erano già. Guarda il grande impero che in seguito voleva Mussolini( questa è tutta una’ltra storia). Comunque Franco, grazie per per averci permesso con il tuo articolo di rifettere. grazie Franco, grazie, Nembo.
Caro Franco3br, mi aspettavo una tua risposta in merito al mio commento sopraindicato,ti ringrazio di quello che mi hai scritto come tua prima risposta, ma non vorrei innescare un dialogo tra me e tè,tu mi dici, io rispondo ecc..rispetto tt quello che tu scrivi, e senza preclusione e altezziosità, ma con pragmatismo e fermezza delle mie idee di fondo,ti posso assicurare che ho ragionato con la mia ottica pur sentendo come tu del resto i vari politici di dx, sx,centro, autonomi,con il mio commento volevo solo esprimere quello che penso e come sarebbe il federalismo fiscale (legittimato)dove vanno ora i nostri soldi e dove andranno poi sempre i nostri soldi versati con le tasse.Dimenticavo certo che sì ti dò il beneficio del dubbio.Detto questo,ti posso anche dire così sgombero idee forse mal interpretate che bruciare la bandiera è un atto violento(a parte il reato)perchè simbolicamente equivale bruciare uno Stato e nn viaggia sul mio stesso binario. Federalismo forse fà paura la “parola” diciamo allora:riforma del sistema tributario? ma nn cambia nulla nella sostanza poichè il concetto rimane,e visto che qualcuno in edly,mi ha chiesto di essere più chiaro per far capire ancora meglio il concetto,ribadisco un esempio: Se un sindaco, viene eletto dal popolo della sua città,è giusto che egli ricavi da quest’ultimo le risorse necessarie al funzionamento della macchina amministrativa (comune), e che quest’ultimo ne risponda non adducendo…nn ci sono soldi nn arrivano soldi dallo sato ecc..ma deve dimostrare ai suoi elettori cosa ne ha fatto!Ora e per fortuna nn tutti si nascondono dietro a queste scuse,e questo vale per provincie e regioni..e io..pago!Tutt’ora la maggior parte va allo Stato, il quale si incarica poi di ristribuirlo ma come? Spero che con il federalismo pardon “riforma del sistema tributario”il superamento del principio della cosidetta finanza diretta finisca.Per concludere nn mi resta che rivolgere l’antico e saggio augurio,chi verrà dopo possa far meglio di chi ha operato prima (intendo al governo)Ma il desiderio di mettere il dito sull’altra piaga sociale che anche quando avrebbe le potenzialità e mezzi per evitarlo c’è sempre e ci si casca sempre come se fosse la prima volta, questa piaga si chiama ASSISTENZIALISMO…Forse è la volta buona che con il federalismo dimentichiamo questa parola, o quantomeno diminuirà e qualcuno renderà conto dei nostri soldi. Assistenzialismo è il padre dei vizi devo dire cosi? Un saluto caro Franco3br e nulla di personale anzi è bello confrontarci sulle proprie idee con reciproco rispetto.Nembo
Caro Lorenzo, grazie per le parole di commento e per aver azzeccato, come sempre, il nocciolo politico della questione. Sono argomenti che, trasversalmente, credo che interessino almeno l’80% degli italiani. Ciò che non mi scende giù, invece, sono le posizioni ambigue che in genere adottano quelli della lega per far passare il provvedimento, facendo capire che a loro sta più a cuore di tutti. Ed è qui che casca l’asino: perchè sono più interessati? Perchè sotto sotto vorrebbero poi realizzare certi sogni che ad ogni persona di buon senso appare insensata ed ingenerosa? Questo è l’assillo. Perchè, se questi comportamenti equivoci servissero soltanto come con tributo strategico per far passare la riforma così come la vuole la gran maggioranza del Parlamento, va bene. Se invece si volesse tornare agli slogan “Roma ladrona” (anche se vero, riferito alle leve del potere), “fora i teroni”, “le tasse devono rimanere a chi le paga”, incendio del tricolore, rito dell’acqua sul fiume e via com menate simili, beh allora io mi preoccuperei. Tutto qui.
Comunque, grazie Lorenzo.
Carissimo Nembo, mi consentirei almeno il beneficio della buona fede, avendo cercato di usare argomenti logici e comprensibili, ben sostenuti, almeno spero, sul piano giuridico e letterale. Per questo ho potuto sostenere (e sostengo tuttora) che non era mia intenzione seminare zizzania ma cercare qualcuno che, con altrettante argomentazioni, logiche e comprensibili, con copertura in bfatto ed in diritto, mi facesse capire dove e perchè stavo sbagliando. La tua risposta, Caro Nembo, molto articolata e corretta, è di contestazione per molte cose che ho scritto, limitandoti a riportarmi il Bossi-pensiero. che già conoscevo ma che non vonvince molti. Pertanto, domani mi darò da fare per altre ricerche verso quanto tu sostieni, che io non condivido ma accetto per due motivi:1) per spiccato senso di democrazia; 2) per evidente, specchiata buona fede. Aspetta un altro articolo sulla “devoluzione”.
Mi sembra che al fondo, se non ci si limita alle questioni formali, non ci siano differenze sostanziali fra i ragionamenti di Franco e Nembo. Del resto la via imboccata sul piano legislativo è quella di una maggiore autonomia delle regioni e non quella di distacchi, separatismi dalla Madre Patria. Purtroppo, come spesso avviene in Italia, le cose si annunciano e poi passano anni- decenni prima che si intraveda una qualche realizzazione. Speriamo bene. Non succede così anche per la riforma della costituzione in generale? E, in particolare, per la riforma delle Camere (che fanno lo stesso mestiere), per la riduzione del numero dei parlamentari? L’Italia è un mare di chiacchiere purtroppo.
Salve,vorrei esprimere il mio pensiero sul federalismo,rammentando subito che la legge non è stata votata dalla lega ma bensì dal parlamento tanto per capirci ovvero rappresentanti del popolo Italiano.Leggendo poi”nn è mia intenzione seminare zizzagna bè..”forse io non la penso uguale a tè caro amico franco3br, con questo non dico che stai sbagliando e che nn rispetto le tue opinioni, ma visualizzo che ci sono delle incongruenze sulla tua opinione specialmente ora in campagna elettorale, ogni giorno il vento nn è sempre uguale e nn si dirige sempre da quella parte!Detto questo vorrei dire che il federalismo in Italia è generalizzato pe rivendicare una maggiore autonomia alle regioni.Si tratta perciò di un fenomeno inverso al federalismo in senso stretto,poichè quello si basa su organizzazioni già autonome che vogliono federazioni,e non,come il caso Italiano di enti che appartengono ad uno stato unitario, dal quale si vorrebbe acquisire competenze (es regioni che toglierebbero allo stato varie competenze,istruzione,sanità,polizie locali o regionali ecc)Il processso di riduzione delle competenze allo stato e la loro contemporanea attribuzione alle regioni e enti locali si chiama “devoluzione”Ricordo che il nostro paese fino a ora è sato basato sul regionalismo ripeto regionalismo(senza dire altro)mentre allo stato competeva tutto quanto non era esplicemente delegato alle regioni. Federalismo si intende un’organizzazione di stati e altri enti territoriali (regioni) che si associano per conferire ad una organizzazione sovranazionale(stato federale)vedi in America, Svizzera,e anche in Europa con l’Unione Europea. Federalismo fiscale si intende la posibilità per le regioni o enti (provincie-comuni)di imporre tasse per finanziare le proprie opere, e quanto già avviene vedi l’incasso dell’irpef e irap (una parte)allo stesso modo le provincie incassa ipt (imposta dei trasporti)cosi come i comuni tassa ici (2 case),tosap (rifiuti)e addizionale irpef. I contenuti della legge costituzionale 3/2001 e del disegno di legge cost.AS2544, attualmente all’esame del parlamento anche se approvato,intendo che deve essere ancora forse sbavato e limato,perchè anche se è legge passeranno 5-7 anni forse dico forse!prima che entrerà in vigore,inoltre ricordo che per ora la SERVICE TAX per i comuni e nn solo (quelli terremotati)è stata cancellata e più di tutti rammento ne hanno beneficiato ROMA capitale d’Italia e tt le regioni del sud, in primis la Sicilia.Questa riforma del nostro paese la si può definire devoluzione come già detto, e nn come federalismo, nn capisco perchè a certa gente fà paura, forse perchè è giunta l’ora che la “cuccagna” è finita? Devoluzione=proceso di riduzione delle competenze di uno stato e attribuzione alle regioni e comuni.Penso che faccia paura il federalismo (a certe persone) perchè aprirà una serie di strade una serie di interessi di forte valenza di carattere sociale e economica con evidente prospettiva di carattere sociale e sarà l’era del nn più falso buonismo, poichè si prospetta che 80% resterà nella propria regione.Forse quà nel blog,come esposto, come menzionato sul nostro secolo, sul medioevo,si fà un pò di confusione sembra che siamo nel XII-XIII secolo, tranq. nn diventeremo mai scaevi,come il leggendario Muzio davanti all’etrusco Porsenna,e nn ci sarà nemmeno l’odioso Jus-correturae,non siamo a fine 800 0 anni 50 del 1950,dopo quella, verso il nord ricco come si legge,ma produttivo,grazie alla forte immigrazione e integrazione anni 60 vero e un plauso a tt quei meridionali che hanno avuto coraggio.(nn centrano i terroni)ma gente italiana come quelli del nord. Non ci sarà la vittoria di Pirro, giova ricordare che vale il principio il quale tutti i cittadini, dovunque risiedono,hanno uguale diritti e dignità e nn penso che l’art.119 comma 4 venga stralciato.Altresì penso che il federalismo farebbe in modo che nonostante tt dia una responsabilizzazione amministrativa più che altro chiara difronte ai cittadini…forse finalmente riuscirà fermare le ingiustizie politiche locali,e fare trasparenza del denaro pubblico e nn sempre a pioggia..tanto sono i soliti che elargiscono..pensando a questo mi viene sconforto..a pensare che per anni..e quà mi fermo ops!.Guardare il futuro con nuova linfa e speranza e consolidare nn dividere e predicare male.Documentarsi e fare una critica costruttiva per una realtà sociale, ricordo anche i veri valori( e quà mi associo con franco3br,per inno nazionale e bandiera) ma sopratutto l’amore che c’è in ognuno di noi, di voi,affinchè gli Italaini possano essere amorevolmente sempre uniti,senza giudizi, e senza pregiudizi,solo così potremo sentirci un popolo appartenente a una sola Patria L’Italia. Siamo bobotomizzati da ciò che viviamo, e sentiamo,e leggiamo,dimenticavo vorrei una riflessione sul fatto che nessuno si sceglie dove nascere,quindi tantomeno scegliersi la regione.