Quello del barbiere è un mestiere che tutti conoscono. Ma una volta il barbiere non era semplicemente colui che taglia barbe e capelli! In passato il barbiere era una sorta di medico ed effettuava anche piccoli interventi chirurgici. La sua bottega rappresentava un po’ il pronto soccorso del rione e lui stesso era considerato come una persona dotta e autorevole. Nell’antica Roma la figura del barbiere (il tonsor) inizia a diffondersi nel III secolo a.C., dopo che Marco Ticinio Mena portò dalla sicilia i primi barbieri. Nel 1440 fu fondata a Roma la Confraternita dei Barbieri, dedicata ai Santi Cosma e Damiano (non a caso due santi medici!) e sappiamo che verso il 1780 a Roma erano presenti circa 280 botteghe di barbieri. Coloro che esercitavano la professione però, erano ben di più, operando semplicemente in strada. Erano i cosiddetti “Barbieri de la meluccia”: essi erano soliti mettere una mela in bocca ai loro clienti, in modo tale da tendere le guance per una migliore rasatura. L’ultimo cliente della giornata acquisiva il diritto di mangiare la mela! Che orrore! Molti di questi barbieri a buon mercato praticavano la loro attività in piazza Montanara, dove si riunivano i “burini” arrivati in città a cercare lavoro, ma altri posti piuttosto frequentati erano Campo de’ Fiori, Campo Vaccino, il Portico d’Ottavia e anche via della Consolazione.
Le insegne delle botteghe dei barbieri potevano presentare l’immagine di una gamba o di un braccio dai quali usciva del sangue che veniva raccolto in un catino e recare la scritta “qui si cava sangue”, oppure potevano raffigurare un bastone attraversato da due spirali di colore rosso e blu, che stavano a simboleggiare la circolazione arteriosa e venosa del sangue. Questo secondo tipo di insegna si trova abbastanza frequentemente ancora oggi, ma ormai il significato che le viene attribuito è che in quel salone si parlano l’inglese e il francese (ma non credo proprio che sia sempre vero…!).
Oggi purtroppo la figura del barbiere si fa sempre più rara, mentre botteghe e insegne caratteristiche scompaiono, cancellate dal tempo e dalle moderne abitudini, che permettono a ognuno di radersiin casa propria e in tutta
sicurezza, anche con 4 o 5 lame contemporaneamente. Sicuramente più pratico e comodo, ma quante chiacchiere perse e quanta poesia in meno…!
ti barbieri a buon mercato praticavano la loro attività in piazza Montanara, dove si riunivano i “burini” arrivati in città a cercare lavoro, ma altri posti piuttosto frequentati erano Campo de’ Fiori, Campo Vaccino, il Portico d’Ottavia e anche via della Consolazione.
Le insegne delle botteghe dei barbieri potevano presentare l’immagine di una gamba o di un braccio dai quali usciva del sangue che veniva raccolto in un catino e recare la scritta “qui si cava sangue”, oppure potevano raffigurare un bastone attraversato da due spirali di colore rosso e blu, che stavano a simboleggiare la circolazione arteriosa e venosa del sangue. Questo secondo tipo di insegna si trova abbastanza frequentemente ancora oggi, ma ormai il significato che le viene attribuito è che in quel salone si parlano l’inglese e il francese (ma non credo proprio che sia sempre vero…!).
Oggi purtroppo la figura del barbiere si fa sempre più rara, mentre botteghe e insegne caratteristiche scompaiono, cancellate dal tempo e dalle moderne abitudini, che permettono a ognuno di radersiin casa propria e in tutta sicurezza, anche con 4 o 5 lame contemporaneamente. Sicuramente più pratico e comodo, ma quante chiacchiere
perse e quanta poesia in meno…!
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ROMA NUDA
gianna3.lc: Cara Paola, molto bello e simpatico questo lavoro, Er barbiere de la Meluccia. Questo lavoro io lo conosco bene tutti i miei fratelli e papa’ compreso alla Domenica andavano dal Barbiere fare barba e capelli. Io ero piccina ma ricordo quando tornavano non sembravano piu’ gli stessi, sbarbati ben pettinati ripreso il tagli dei capelli, ben profumati tutti. allora il barbiere cercavi di tenere buoni i suoi clientii. Papa’ ci raccontava che faccevo pure la doccia chi non aveve le comodita’ in casa e dicevo esco luccidi come le scarpe, per fortuna noi avevo tutto in casa,ricordo la spruzata di profumo i miei fratelli si stimavano perche’ dovevano uscire con la morosa. ma ora tutto è cambiato, non conoscevo che un barbiere potesse fare pure il chirurgo questa è una grande novita, ai tempi forse erano meglio dei chirurghi d’oggi, comunque simpaticissimo questo Post, Paola un carissimo saluto per te. ciaoo grazie.
anticamente il barbiere non era soltanto barbiere
ma guaritore, norcino, cavadenti, salassatore con le sanguisugue quando era necessario abbassare la pressione al paziente.
In pratica faceva il lavoro sporco che ” non si addiceva ” al medico.
spesso era anche veterinario.
Il suo nome allora era CERUSICO col passar del tempo contratto poi in CHIRURGO
Bentornata Paola, è sempre un piacere leggerti!Auguro a tutti una Buona Estate
,Un bel pezzo inressante ,nelle nostre campagne inve ce raccontavano gli anziani ,girava un ambulante con un baracchino e sapeva fare tutto ,dal taglio dei capelli ,togliere denti,applicava le sanguisughe a chi aveva troppo sangue,ecc,preparava decotti un pronto soccorso ambulante insomma,finiva che potevi anche guarire ,un caro saluto
Tempi andati, erano aperti anche la domenica mattina si andava per farsi dare un’aggiustatina in vista delle imprese pomeridiane, andare a ballare, portare la ragazza al cinema,anche per fare bella figura al bar con gli amici aspettando l’ora delle partite. Chiusi il lunedì, come oggi, ma non apre più la domenica mattina…il barbiere vecchio stampo(ne sono rimasti pochi)
Però se proprio hai bisogno di un taglio o fare la barba di domenica trovi aperto nei centri commerciali il salone è unisex e il più delle volte è una giovane donna che ti “tosa”.
Barbieri normali, come quelli di un tempo bisogna forse cercarli in periferia, o nei piccoli paesi ma sono in via di estinzione.
Grazie per la tua ricomparsa Paola e per questo spaccato sulle consuetudini di vita di una volta. La figura del barbiere ‘paramedico’ si trovava non solo a Roma ma era diffusa in tutte le parti d’Italia, anche nei piccoli paesi dove si esercitava la professione non a tempo pieno ma l’esperto in materia che durate la settimana svolgeva altri lavori, il sabato apriva bottega per tagliare capelli e radere barbe. Non solo ma curava piccole ferire, faceva salassi e, all’occorrenza, cavava pure i denti. Ciao Paola, grazie per il bel post, a presto un altro.
Ora si va dal coiffeur pour dame e pour homme ,tutto unisex ! Dove ti tagliano , tingono ,
arricciano, ti mettono le extension , i parucchini , ti fanno le meches ecc.
Prima di tutto: Ben tornata, Paola! E poi: Vivissime congratulazioni per il post sui barbieri! Tutto bello, da conservare nei ricordi e nelle bacheche. Io non ci vado più dal “barber”, faccio tutto da me e va bene così. Grazie.