80 anni fa le leggi razziali
Racconto di un episodio accaduto all’esame di maturità del 1939 nel liceo classico “Marco Polo” a Venezia e che ha coinvolto una maturanda di nome Giuliana Coen, destinata a diventare ben nota con il nome che avrebbe in seguito scelto per firmare le sue creazioni di moda: Roberta di Camerino.
È la stessa stilista a spiegare come andò in un libro di memorie, R come Roberta, pubblicato nel 1981:
«Quella mattina entriamo in classe e assisto alla prima sorpresa. Tutti i banchi sono in fila, come sempre. Ma ce ne sono due in un canto, un po’ scostati. Io faccio per sedermi a caso, quando mi arriva alle spalle un professore e mi dice: “No, laggiù per favore”, e indica uno dei banchi messi da parte. Quasi nessuno si accorge di quel che sta accadendo perché c’è il solito trambusto, gli amici cercano di stare insieme, c’è chi cambia idea all’ultimo momento, chi baratta il suo con un altro posto. Alla fine siamo tutti seduti. C’è un attimo di silenzio, finalmente.
Ed è in quel momento che, da un banco centrale, si alza un ragazzo. Non è bianco, è un mulatto. Alza la mano, per poter parlare. È il figlio di una principessa eritrea e d’un generale italiano. “Volevo sapere perché quei candidati son tenuti da parte”.
Ha una voce sonora, un accento romanesco, ma elegante. Il professore ha un momento d’imbarazzo, ma si riprende. “Sono privatisti”. Il mulatto sorride. “Certo: privatisti. Ma perché sono ebrei, non è vero?”.
Questa volta l’imbarazzo del professore è più evidente. Il giovane eritreo non gli dà nemmeno il tempo di dire una parola. “Se è per una questione di razza, nemmeno io sono ariano, come certo non vi sarà sfuggito, non è vero? Perciò, con il suo permesso…”.
Ma non aspetta il permesso di nessuno. Prende l’ultimo banco della fila, che era vuoto, e lo spinge verso i nostri, di lato.
Allora accade l’imprevedibile, davvero. Tutta la classe si alza, alcuni mi fanno alzare, prendono anche il mio banco. In un niente la classe è tornata normale: tutti i banchi tornano in tre file, noi siamo con gli altri.
Il giovane mulatto, prima di sedersi a sua volta, fa un rigoroso inchino al professore. C’è un attimo di silenzio. L’insegnante è turbato. Si leva gli occhiali, passa una mano sugli occhi. Poi, quasi parlando a se stesso, ma lo sentiamo benissimo dal posto, si lascia scappare un: “Vorrei abbracciarvi tutti quanti”».
Ho trovato il ricordo di questa storia vera sul web e devo ringraziare Giovanni Rossi che lo aveva postato; mi ha particolarmente colpito e penso che sia bene condividerlo, per riflettere a tutto l’orrore che hanno portato le insensate e folli leggi razziali. Meditiamo ancora una volta che non esistono “razze” ma una sola RAZZA UMANA.
omissis:
cavalli sforza, a chi gli chiedeva:
Cos’è dunque il razzismo? O meglio, perché non può esistere per ragioni scientifiche?
Il termine ” RAZZA” può anche non essere scientifico ma la gente comune non usa termini ” scientifici” nel parlare comune.
Questo termine è sempre stato usato per indicare la provenienza, il luogo di origine, di un popolo, i suoi usi, le tradizioni , le abitudini, i costumi tipici, i tratti somatici che li differenziano.
Dire che una pesona appartiene ad una razza non deve necessariamente essere discriminante.
La discriminante la si trova, quando diventa utile, quando è necessario trovare un pericolo , un nemico da cui difendersi.
La discriminante è usata quando è possibile identificare la diversità da un qualcosa di appariscente, da un qualcosa che salti subito all’occhio, che lo si possa notare immediatamente.
Luca Cavalli Sforza a chi gli chiedeva:
rispondeva:
“«Il razzismo è l’intolleranza per le persone che sono un po’ diverse da noi. Certo, ci sono differenze visibili, poche e non importanti, come per esempio il colore della pelle, che aiutano a stabilire la diversità. Sopattutto però vi sono differenze di costumi, largamente superficiali, che sono il risultato dell’apprendimento, dipendono dalla società in cui viviamo. Il nostro aspetto del resto coinvolge una frazione relativamente piccola del codice genetico della razza umana. Ecco perché individui che discordano su pochi geni, relativi al colore della pelle per esempio, possono invece avere in comune caratteristiche genetiche molto più complesse, anche se non visibili».”
Pertanto, a mio avviso, è pretestuoso affermare categoricamente che parlare di Razze non è scientifico perchè chi volesse discriminare troverebbe altri modi per farlo come accadde per i pellirosse, per i neri, per i cinesi vestiti tutti uguali ( ai tempi di MAO TSE TUNG), per il kilt degli scozzesi, la bombetta degli inglesi e l’erre moscia dei francesi.
Sdrammatizzando……. anche se oggi accade molto meno di tempo fa……. abbiamo il nostro campanilismo che ci porta a definire TERRONI o POLENTONI alcuni componenti della nostra bella “razza umana “.
Mi dispiace contraddirti Alfred-Sandro Guardando una persona non puoi mai con certezza dire:
“appartiene a questa determinata razza” gli uomini non sono come i cani o i gatti o i cavalli ecc che vengono selezionati in allevamenti specializzati.
Appena ne avrò l’opportunità approfondirò l’argomento, ti ringrazio molto di darmi questa opportunità.
Per ora ti riporto un paio di scritti a proposito della inesistenza di “razze diverse” ma dell’esistenza di una sola “razza umana”
Non ci sono VARIETà GENETICHE DISTINTE Lo hanno dimostrato biologi e genetisti insigni.
No, il termine razza non è scientifico: gli uomini non sono stati isolati geograficamente abbastanza a lungo da creare varietà genetiche distinte. L’uomo è da sempre in continuo movimento e le varietà continuano a diluirsi una nell’altra. Come ha dimostrato il genetista Luca Cavalli-Sforza, che ha demolito i fondamenti biologici del concetto di razza, le civiltà non sono strutture chiuse e isolate.
GENI COMUNI. La somiglianza genetica del genere umano è frutto della comunanza di antenati recenti e delle migrazioni, che hanno determinato unioni e scambi di geni fra individui provenienti da aree geografiche diverse. Le caratteristiche fisiche predominanti di certe popolazioni dipendono invece da un numero molto ridotto di geni e sono state selezionate dalle condizioni ambientali.
Al solito, con un po di ipocrisia si salva tutto.
non è vero che non esistono le razze: distinguiamo benissimo dai divrsi tratti somatici un europeo da un asiatico , un pellerossa da un africano, un cinese da un indiano. siamo capaci di distinguere un calabrese da un valdostano.queste sono le RAZZE nella lora accezzione comune.
Non è certo la parola Razza che fa da discriminante ma l’uso sprezzante che se ne fa accomunandola alle razze animali .
Per i nazisti solo per il fatto di essere scuri di pelle era suficiente per discriminare , il colore dei capelli.
In momenti di difficolta ogni differenza diventa pretesto per essere considerato nemico , pericolo, sogetto da tenere sotto controllo o da eliminare.
Allora il tratto somatico diventa pretesto per la maggiore individuabilità di un potenziale nemico: il nero, il castano. gli occhi scuri, o quello alto con gli occhi celesti ( IL NORMANNO), gli occhi a mandorla, l’asiatico…….
L’olivastro, il meridionale, ecc, ecc,
Se il nemico non c’è , lo si crea!!!
Attribuire le colpe ad altri ci fa sentire giudici ed allora si incolpa il più appariscente del momento.
Trovo assurdo pretendere il non voler riconoscere o distinguere un cinese da un italiano o un pellerossa da un irlandese.
Ma non per questo addossare colpe soltanto per questo .
Commenti abilitati Paola, certo oggi è un giorno da non dimenticare. Pnso che dividere le razza umana, dopo moltissimi anni molti uomini sono stati “Mescolati”penso che non ha nessun senso distinguere le provenienze forse gia’ accertate! Paola dividersi per razze potrebbe essere una pura follia. Un caro saluto amici/e. CERCHIAMO TUTTI DI NON DIMENTICARE. BASTA GUERRE. MA PACE TRA I POPOLI.
Una testimone al processo di Norimberga disse che all’approssimarsi delle truppe sovietiche ad Auschwitz , i nazisti dovevano eliminare ancora parecchi prigionieri soprattutto bambini e ormai non c’erano più gas (per le camere) , decisero allora per il colpo di pistola . Molti bambini furono messi nei forni ancora vivi.
Questi ORRORI è meglio ripeterceli come un mantra , senza l’inutile odio per gente che ormai è tutta morta , ma per NON DIMENTICARE. E serbare l’ODIO per quelli che negano e che vorrebbero ripristinare questi ABOMINI.
Non è possibile dimenticare,orrori similinon si dimenticano ,in modo speciale quando amici dei miei genitori sono spariti nel nulla in una notte ,un saluto PAOLA
Caro Paul , non vorrei come solito essere graffiante, ma ricordati che i nazisti mentre uccidevano milioni di ebrei nei campi di sterminio ,sui loro cinturoni era scritto “Gott mit uns”(Dio è con noi) e si riferivano al Dio dei cattolici o al limite dei protestanti, cioè il tuo Dio. Come mai in quasta immane Gomorra la sua ira non è scoppiata ?
Franco, la veda come vuole e no religione di mezzo. Senza di ME non potete far nulla. Ora un salto nella sola realta’ anche per chi non ama valori soprannaturali. Mi sai dire se fino ad oggi l’Uomo ha trovato Legge migliore(incluso il contemporaneo ed utopista,erroneo Carlo Marks) che superi la Divina Sapienza dei Dieci Comandamenti? Non aggiungo altro e nulla a che vedere con religione,solo etica di convivenza. Quando comprenderemmo questa necessaria Legge, di eterno manuale sociale, per la razza umana ci sara’ Pace e Giustizia sulla Terra. Per ora proviamo, da millenni, solo il contrario con politiche umane che continuano a formare Societa’ fra guerre e poverta’. Paul
Le leggi razziali di Mussolini hanno alimentato la #Shoah
Ma c’è ancora chi esalta il fascismo, anche nei partiti in Parlamento
Quale futuro può avere un Paese che non sa fare i conti con il proprio passato?
Infatti si dovrebbe parlare solo di RAZZA UMANA,perchè dopo milioni di anni,gli uomini si sono talmente “mescolati” che non ha più nessun senso distinguere ancora la provenienza accertata!
L’eroico giovane eritreo e il buon pavido professore dovrebbero essere monito ed esempio per i nagazionisti nati dopo la guerra , quelli di Forza Nuova, di Casa Pound , di Fratelli d’Italia, di certi cattolici integralisti e di supposti filosofi della razza ecc. a loro CONSIGLIEREI un weekend in quella località della Polonia dove sul cancello d’entrata è scritto “il lavoro rende liberi”. L’impulso sarebbe di fare in modo che questo weekend fosse il più lungo possibile , ma sono certo che in un paio di giorni , mangiando e dormendo come un tempo passava quel “convento”, forse ritornerebbero diversi.
Già: esiste una sola razza umana, Paola.E dividersi per razze è pura follìa. Grazie , cara Amica.