L’esistenzialismo è una corrente filosofica e letteraria sorto in Francia subito dopo la seconda guerra mondiale. Prese il suo nome dall’indirizzo filosofico che si era presentato in Germania e in Francia negli anni ’30 del ventesimo secolo. I suoi primi sostenitori furono Sartre e Simone de Beauvoir, seguiti da Camus e altri celebri scrittori.
L’esistenzialismo francese, tuttavia, dopo la guerra, si identificò soprattutto come la “filosofia della crisi”, in quanto si proponeva di contrastare la crisi di valori, dovuta alle distruzioni della guerra.
Dapprima, questo spinse diversi intellettuali a schierarsi politicamente con il Partito Comunista e, successivamente, il movimento si espresse attraverso manifestazioni artistiche, in particolar modo nel campo letterario, teatrale, cinematografico. E, sopra ogni altra cosa, l’esistenzialismo influenzò un’intera generazione attraverso le canzoni, la scoperta di compositori-cantautori, nonché l’aiuto di poeti che ne hanno scritto i testi per i cantanti, divenuti poi celebri.
Che dire della bellissima “Les feuilles mortes”, creata da Jacques Prévert? Da noi, solo Fabrizio De André ha saputo cogliere e interpretare quel sentimento particolare.
I più famosi interpreti furono Brassens, Ferré, Juliette Gréco, Bécaud e Montand.
In questo senso, il movimento anticipò il fenomeno del coinvolgimento giovanile di massa, tramite la musica, a partire dalla cultura del rock’n roll negli Stati Uniti degli Anni Cinquanta
Le manifestazioni esteriori dell’esistenzialismo, dai maglioni ai giubbotti neri, che dettero nome ai giovani che li indossavano “blousons noirs”, ai capelli tagliati alla maschietta delle ragazze, all’abuso dell’alcool, alla passione per il jazz coltivata nelle cantine “caves” parigine, divennero una vera e propria moda che fu spazzata via sia dall’affermazione artistico-professionale dei suoi maggiori esponenti, sia soprattutto dall’uscita della Francia dal Tunnel delle ristrettezze del dopoguerra.
Secondo voi, esistono ancora degli echi di questo movimento al giorno d’oggi?
E, se sì, con quali caratteristiche?
“les feuilles mortes”
parole: Jacques Prévert
musica: Joseph Kosma
creazione:1950
Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
i giorni felici in cui eravamo amici
Com’era bella la vita
e come era più bruciante il sole
le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi : non ho dimenticato
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto
nella più fredda notte che dimentica
Vedi : non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi.
“ritornello”
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
Piano, piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi
yves montand
Giovanna3rm 06/05/2009
Grazie a Lorenzo e a Paola. Penso anch’io che l’esistenzialismo esista ancora, sotto mentite spoglie.
Lorenzo, quel qualcuno sarà più ricco di altre cose…
Giovanna, è stato bello ritrovare le canzoni e la gente della mia infanzia, mi ha riportato al tempo in cui i miei cugini più grandi suscitavano tante invidie in me. E mi dicevano “non puoi capire…”
Adesso capisco… e mi sembra che l’esistenzialismo abbia cambiato nome , ma ci sia sempre.
Brava Giovanna, è un pezzo della nostra vita, che apprezzammo e che, dopo anni, vedemmo con altri occhi. Anche con disillusione direi. Ma noi c’eravamo e l’abbiamo vissuta. Qualcuno è più povero di noi.