http://www.youtube.com/watch?v=QShSmpI0r9k
In questo mezzo secolo di vita ho annotato dentro la testa i tanti modi di
salutarsi: dall’inchino ossequioso al “tanto di cappello”, dalla stretta di
mano al braccio teso e al pugno chiuso, dalla V di pace (non quella del
“nano nano” di Mork) al battitacchi e dita alla visiera militare.
Nel dire “buongiorno” e “buonasera” accompagnavamo le parole piegando
lievemente la testa in avanti e ancora oggi lo si fa quando s’incrocia un
conoscente, e se non lo si vuole disturbare, magari si fa solo il gesto con
il capo.
Poi ci sono i saluti più confidenziali, i “ciao” che dalla fine degli anni
sessanta ad oggi hanno subito varie vicissitudini e allargamenti di vocali e
consonanti. Ce lo si scambia anche se ci si conosce appena. Una volta era
riservato agli amici, ai coetanei scolastici e compagni di giochi o
oratorio.
Il ciao si diffuse rapidamente tanto che Cochi & Renato tirarono fuori un
“CCiaao bella gioia” che imperversò per l’Italia intera (sicuramente da
cabarettisti osservavano il mutamento con occhio più attento)-
Negli anni 80/90 diventò un “Csciaaoo” tutto scivoloso (quasi bavoso) che
imperversò sino all’avvento di mani pulite. Un saluto per piacere,
mercantile direi, per invogliare il salutato a chiedere (un favore),
accompagnato sovente da un “come va?”. Al tempo stesso imperversava una
pubblicità di un dopo barba “per l’uomo che non deve chiedere mai”(ossimori
comportamentali).
Negli ultimi anni, sepolto lo yuppismo, si è passati a un “Ccciaooo” che
diventa quasi sempre ” Ccciaooo tutto beneee?”, al che uno se anche ha
qualcosa che non va, di riflesso risponde “tuttobene” e si morde la lingua.
Io al “ccciaooo tutto bene?”, che mi infastidisce sempre, rispondo “no. ma
tu sei disponibile a fare qualcosa per me?”. A quel punto l’interlocutore
curva un po le spalle, allarga il braccio destro per avvolgermi e chiede ”
dai cos’è che non va?” . A volte ho risposto anche contrito “perchè mi
chiedi come va, sai forse qualcosa che io non so?”. Inutile dire che sempre
meno gente mi dice “ciao come va?”.
Insomma un ciao è una cosa seria che si da alle persone emotivamente vicine.
Io tendo a dare il “Lei” a tutti, il ciao va conquistato non banalizzato.
Scusate tutto sto preanbolo ma era che non sapevo come dirvi “Ciao” visto
che ho ripristinato il mio pc su cui l’account è “Popof”.
Francescotto (come lo chiamo io) resta a mio figlio (che non so se e quante
volte entrerà nella Comunità di Eldy). Ecco tutto questo solo per dirvi che
quando vedrete Popof avete tutto il diritto di dire “ah, è quello la”.
Ciao
Popof
In questo mezzo secolo di vita ho annotato dentro la testa i tanti modi di
salutarsi: dall’inchino ossequioso al “tanto di cappello”, dalla stretta di
mano al braccio teso e al pugno chiuso, dalla V di pace (non quella del
“nano nano” di Mork) al battitacchi e dita alla visiera militare.
Nel dire “buongiorno” e “buonasera” accompagnavamo le parole piegando
lievemente la testa in avanti e ancora oggi lo si fa quando s’incrocia un
conoscente, e se non lo si vuole disturbare, magari si fa solo il gesto con
il capo.
Poi ci sono i saluti più confidenziali, i “ciao” che dalla fine degli anni
sessanta ad oggi hanno subito varie vicissitudini e allargamenti di vocali e
consonanti. Ce lo si scambia anche se ci si conosce appena. Una volta era
riservato agli amici, ai coetanei scolastici e compagni di giochi o
oratorio.
Il ciao si diffuse rapidamente tanto che Cochi & Renato tirarono fuori un
“CCiaao bella gioia” che imperversò per l’Italia intera (sicuramente da
cabarettisti osservavano il mutamento con occhio più attento)-
Negli anni 80/90 diventò un “Csciaaoo” tutto scivoloso (quasi bavoso) che
imperversò sino all’avvento di mani pulite. Un saluto per piacere,
mercantile direi, per invogliare il salutato a chiedere (un favore),
accompagnato sovente da un “come va?”. Al tempo stesso imperversava una
pubblicità di un dopo barba “per l’uomo che non deve chiedere mai”(ossimori
comportamentali).
Negli ultimi anni, sepolto lo yuppismo, si è passati a un “Ccciaooo” che
diventa quasi sempre ” Ccciaooo tutto beneee?”, al che uno se anche ha
qualcosa che non va, di riflesso risponde “tuttobene” e si morde la lingua.
Io al “ccciaooo tutto bene?”, che mi infastidisce sempre, rispondo “no. ma
tu sei disponibile a fare qualcosa per me?”. A quel punto l’interlocutore
curva un po le spalle, allarga il braccio destro per avvolgermi e chiede ”
dai cos’è che non va?” . A volte ho risposto anche contrito “perchè mi
chiedi come va, sai forse qualcosa che io non so?”. Inutile dire che sempre
meno gente mi dice “ciao come va?”.
Insomma un ciao è una cosa seria che si da alle persone emotivamente vicine.
Io tendo a dare il “Lei” a tutti, il ciao va conquistato non banalizzato.
Scusate tutto sto preanbolo ma era che non sapevo come dirvi “Ciao” visto
che ho ripristinato il mio pc su cui l’account è “Popof”.
Francescotto (come lo chiamo io) resta a mio figlio (che non so se e quante
volte entrerà nella Comunità di Eldy). Ecco tutto questo solo per dirvi che
quando vedrete Popof avete tutto il diritto di dire “ah, è quello la”.
Ciao
Popof
Oltre ad un ciao che sale dal profondo del mio cuore, a tutti quelli che vengono qui a leggere, Vi auguro anche una felice giornata, piena di felicità.
Ragazzi mi siete mancati, davvero ma ora non Vi lascerò più statene certi.
Un abbraccio fraterno dal Vostro (a chi mi crede tale) AMICO
Mimmo. Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Ciao Popof….posso permettermi di “conquistare” questo diritto senza apparire banale? Scusa sai, ma io sto dalla parte di quelli del CIAO.Sono veneta di origine e ancora oggi sento qualche mio parente salutare con s’ciao (schiavo in veneziano) e ti assicuro che e’ molto piu’ amichevole che banalizzante.
Con tanto affetto. franci
il ciao è una cosa seria Popof, hai ragione,in fondo non dovremmo mai dimenticare che significa: “sono il tuo schiavo” e non dovremmo mai banalizzarlo; invece, purtroppo, in tutto il mondo, anche all’estero ormai, si usa con indifferenza.
Spero proprio di poter chattare con Francescotto al più presto.
Modo divertente per comunicare il tuo nuovo nik. Piacevole la lettura di questa evoluzione che riguarda il saluto. Ritengo, che l’importante sia salutare, che sia esso con un ”buongiorno”, usando il ”lei”, sia usando il moderno ”ciao”. Personalmente a fatica uso il lei. Sul ”ciao, tutto bene?” sono d’accordo con te…purtroppo agli altri, di come va, interessa poco!!!
Complimenti per la scelta del video.
Bene, bello
Piacevole excursus delle varie forme di saluto elaborate dall’uomo, nel corso dei millenni, per socializzare con i suoi similiHai saputo, con ironia e sottile umorismo, trasformare un argomento che poteva essere assolutamente banale, in uno scritto gradevole ed interessante.L’ho letto con il sorriso e non c’è miglior complimento per uno scrittore . Ti ricorderò,come concludi tu:” Ah, è quel simpaticone ” dei saluti”!!!!!