A seguito del terremoto che ha devastato parte dell’Abruzzo, sono pervenute da parte della protezione civile richieste per la disponibilità alla partenza per le zone colpite. Questa è sicuramente un sintomo di una grande generosità e disponibilità di tutte le varie associazioni dei volontari. Protezione civile indica tutte le attività e le strutture predisposte dallo stato al fine di tutelare l’integrità della vita, beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Questi drammi colpiscono tutti, in primis ovviamente le vittime i feriti e tutte le persone che hanno subito devastazione ma anche le persone che sono dotate di sensibilità, tra queste chi ha vissuto gli interminabili istanti di situazioni simili o portato il suo contributo nei luoghi colpiti, non può non sentirsi dentro in quel dolore. Su Comando della Protezione Civile Nazionale coordinato dal Gen. di Brigata Par. Maurizio Fioravanti, delegato dal Ministro della difesa Ignazio La Russa, L’ANPd’I (associazione d’Italia paracadutisti) subito ha inviato i primi soccorsi nella zona del terremoto individuando come campo base il paese di NAVELLI (piana di Navelli famosa per la coltivazione di zafferano) si trova a circa 30 Km dall’Aquila con una popolazione di circa 700 abitanti con una altitudine di una altezza di 800 mt. Subitamente partiva la prima colonna di protezione civile di Cinisello Balsamo formata esclusivamente di paracadutisti e ex paracadutisti in congedo, tutti i volontari hanno una specifica mansione nell’ambito del nucleo, elettricisti, idraulici, carpentieri, tecnici informatici, radiomatori autisti, cuochi, motociclisti per scorta ecc..Giunti sul posto il giorno 07 Aprile, dopo poche ore dell’evento i volontari installavano il campo base per gli sfollati ( circa 50 tende) per ospitare circa 270 persone, e approntando il campo base dell’associazione dell’ANPd’I , poiché tutti i paracadutisti d’Italia a turni si avvicendano per avere un lavoro di turnazione per la popolazione di quel paese e altri. In questa turnazione ha aderito anche il sottoscritto parac. F. L. “nembo” socio della sezione di Desio, partito con la colonna della protezione civile di Cinisello B. per una decina di giorni. Giunto sul luogo mi veniva in mente l’altro terremoto che avevo prestato aiuto nel maggio 1976 in Friuli (Tarcento). Anche questa volta ho visto la voglia di persone di ricominciare, rifondare, ricostruire, e entrare nella vita quotidiana rimanendo in tanti casi vicino alla propria casa, alla loro terra,alle loro tradizioni, chiunque avrebbe imparato a vivere in quei momenti, me compreso. Questa mia esperienza, fonte anche di riflessione, di conforto dando alla gente un segnale forte di speranza e gioia di tutti noi per permettere ancora di andare avanti, ma pronto ancora a restare per continuare a fare il poco che ho fatto. Spero che sia questo lo spirito che anima tutti noi di profondo mutamento interno,come di dolore,di sconforto, è stato e ancora di più sarà nel tempo,quando gli affetti incominceranno ad essere tangibili. Quando sei stato in Abruzzo a prestare soccorso e vedi quello gente piangere con gli occhi persi nel vuoto, in un futuro che è veramente e concretamente in bilico ti chiedi che senso abbiano i distacchi, gli allontanamenti fra le persone, la chiusura di rapporti come se fossero problemi insormontabili,ostacoli che minano il volgersi serenità della vita. Il terremoto il nemico invisibile, la crosta della terra il fondo degli oceani, sono come il guscio incrinato delle uova, solo che i frammenti si spostano lentamente, sprigionandosi tra di loro oppure separandosi. Per secoli magari non succede nulla, finchè di colpo qualcosa si rompe ma nessuno può dire quando accadrà. Dove e quando non te lo aspetti e senza poterti difendere ti coglie impreparato. Solo con la mente non si salva nessuno, servono anche le mani, forse saremo più utili come volontari piuttosto di fare considerazioni di ma.. se…ecc..vi è anche d’aggiungere il disgusto procuratomi dal fatto che questa tragedia è diventata l’ennesimo evento mediatico di sfruttare per fare audience e produrre consenso, ne tantomeno quei commentatori che dopo qualche giorno dell’evento con i morti ancora sotto le macerie, si sono buttati a discettare argomenti che fanno rabbrividire, imputando colpe a dx e sx, dimenticando polemiche politiche”forse” anche questo fa parte della società, dello spettacolo, questo può essere vero, non so….ma forse siamo al punto da ignorare il contributo di noi volontari, forze dell’ordine, di persone ed aziende che cercano di dare una mano. Non esistono ne esisteranno mai parole in grado di mitigare l’immane dolore di coloro che hanno perso i propri cari e le cose. Ho visto questo terremoto prima in internet, tv, e poi in prima persona in quel mare di disperazione sconforto e dolore, poiché una volta gestita l’emergenza abitativa e purtroppo psicologica, la gente ha bisogno di un supporto che ha la stessa valenza dei generi di prima necessità per andare avanti. A tutto questo prima al suo precedente splendore poiché rappresentano la nostra storia la nostra cultura, la nostra patria. ho scritto che parlo per esperienza personale poichè ho vissuto in prima persona il terremoto del Friuli, ancora più distruttivo di quello abruzzese. (circa 900 morti con 45.000 senza tetto) So cosa vuol dire, il primo e il dopo. Ecco perché, passata l’ondata emotiva ed esauritosi quel rigurgito di solidarietà sociale che le emergenze riescono ancora a innescare in Italia, è bene non dimenticare in fretta la lezione. Guardi, ascolti,osservi e rifletti: ma allora il mio paese è ineficente? E allora il tuo occhio umido di tristezza e amarezza si asciuga perché il vento di un ritrovato orgoglio di appartenenza lo sferza; l’orgoglio di sentirsi forte di un popolo che c’è anche se ancora una volta, purtroppo, ha bisogno, di sferzate tremende per ritrovare in sé i sentimenti migliori, quelli che da soli elavano la nazione.

P.S. episodio particolare anche simpatico e curioso dopo 10 giorni dell’evento notavamo un cane di razza “pastore tedesco”(cucciolo) che si aggirava nelle vicinanze del nostro campo, mal nutrito, sporco, e molto dubbioso verso le persone, dopo varie strategie siamo riusciti a farselo amici, lo abbiamo adottato con il nome di “NAVELLO” visto che il nostro campo base si chiama Navelli, ( nome del paese che ci ospita) lo stesso verrà portato a Cinisello B. presso la P.C., per essere addestrato presso una scuola cinofila per trovare e salvare eventuali persone in caso di calamità.

NEMBO

05/05/2009

6 Commenti a “RIFLESSIONE DI UN VOLONTARIO SUL TERREMOTO D’ABRUZZO(scritto da NEMBO)”

  1. Vins60s scrive:

    Grande Nembo! e complimenti a Pepperossi!!! io sono stato e tornerò a stare in Abruzzo, a L’Aquila nella frazione di Monticchio al campo Lombardia 2 dove dal giorno 13 (pasquetta) al giorno 20 aprile e dal giorno 2 maggio al giorno 10, sono rimasto a dare una mano per realizzare diverse opere per permettere una dignitosa permanenza alle persone che sono fuori dalle loro case, crollate o lesionate e anche a quelli che le case le hanno ancora ma hanno paura a tornarci!!! ho conosciuto molte persone e tutte mi hanno dato un forza, un’energia che mai avrei immaginato! la loro dignità, la loro compostezza, la loro caparbietà, la loro sensibilità, sono caratteristiche identiche a quelle del popolo bergamasco di cui io sono fiero di appartenere! ma li mi sono sentito Aquilano …mi sono sentito a casa! l’unica differenza tra noi è solo il dialetto! per il resto siamo identici!… e allora come non prendere a cuore le vicissitudini di questi fratelli… di queste persone che hanno perso degli affetti ma nonostante ciò non desistono e a testa alta continuano a dare il meglio di se! aiutando noi della Protezione Civile!… io ormai ho preso il mal d’Abruzzo! e quindi tornerò per l’ennesima volta giù dal 22 al 31 di maggio per fare quello che posso per aiutare gli amici e tutte le persone che sono residenti al Campo sportivo di Monticchio Lombardia 2! per fare in modo che L’Aquila ferita torni a volare alta sulle vette del Gran Sasso!…. a presto amci!

  2. pepperossi scrive:

    OFENA ( MAGGIO 2009

  3. pepperossi scrive:

    riflessioni di un gruppo di terremotati di OFENA(AQ)
    La terra trema
    Ci sono avvenumenti
    tragici nella vita
    che ci inducono a pensare
    che la fine sia vicina.
    La terra trema,
    ingoia l’umanita’
    per vomitare le sue rabbie
    verso l’ingiustizia dell’uomo.
    Eppure nella sua crudelta’
    ecco apparire angeli
    pronti a soccorrere lenostre paure
    ad accogliere le nostre disperazioni
    ad ascoltare i nostri silenzi
    di dolore
    A darci la speranza,
    ora cieca ai nostri occhi,
    ma viva,
    nel nostro futuro.

    Con stima agli angeli della protezione civile e guardie giurate volontarie

  4. pepperossi scrive:

    vedi in poesia. OFENA è un paese terremotato vicino a Navelli a 45 km da Aquila, paese di montagna,quasi tutti pastori, gente semplice di poche parole.Una anziana donna,mentre l’accompagnavo in auto in ospedale mi disse:Il terremoto ci ha portato via tutto .,la nostra casa, i nostri affetti…la nostra testa.

  5. pepperossi scrive:

    io scrivo le emozioni dei terremotati non dei soccorritori

  6. carlotta.AN scrive:

    Grazie Nembo per averci reso partecipi della tua esperienza sul campo…noi che ti conosciamo,non avevamo dubbi sul fatto che avresti dato il massimo…
    Grazie di cuore a tutti coloro che hanno dato il loro contributo con umiltà e senso del dovere.

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