[/youtube]http://www.youtube.com/watch?v=vSzYZKfbuYk 

 

lorenzo.RM scrive:

21 maggio 2009 alle 15:26

Cari Popof e Paola, certo le vostre storie vissute sono raccapriccianti, tali da indurre più di un dubbio sull’italiana brava gente. Eppure, non riesco a credere che i nostri connazionali siano davvero razzisti. Vogliamo porre anche questo quesito agli amici di Eldy: a parte gli episodi ricordati dai nostri amici siamo davvero razzisti?

Questo sopra riprodotto è il quesito posto dall’amico Lorenzo a commento ad un mio intervento del 14 maggio (“Raccontiamoci per capire”).

Naturalmente la mia domanda non era questa, era cercare di capire quali sono o sono stati i rapporti interpersonali tra noi italiani e gli stranieri, che hanno determinato una presa di posizione da parte dei ministeri, che ha suscitato tante contrarietà .

La domanda, chiarito il concetto a questo punto appare fuorviante. Merita una risposta?

Certamente si, anche perché, credo, che se il dubbio lo manifesta uno, può essersi insinuato in tanti.

Le risposte che posso dare cerco di darle a me, e in tutta onestà lo faccio a voce alta.

Un preambolo prima: il 20 maggio, durante la trasmissione “Popline”, Radio Popolare ha chiesto ai propri ascoltatori di raccontare eventi di vita a testimonianza di come sono i nostri rapporti con i nuovi vicini. Purtroppo non ho ascoltato la trasmissione, me ne ha parlato mia moglie, e a quanto mi ha detto c’è stata una testimonianza da un paese di una delle valli Bergamasche, che ha raccontato come il posto si sia rivitalizzato grazie all’eterogenea presenza di stranieri, che tra l’altro hanno ripristinato attività commerciali e artigianali scomparse da anni.

Però mi dico, così come ho avuto io l’intuizione di cercare di far parlare chi effettivamente ha qualcosa da raccontare, con lo scopo di far prendere coscienza dei preconcetti che ci avvolgono, anche un network ha avuto la stessa idea: quindi non sono solo, almeno nell’approccio del caso.

Ripeto non so come è andata la trasmissione. So come sono state le risposte alla mia richiesta di storie: un solo racconto che potete trovare nell’archivio di maggio.

Poiché io i dati li ricavo dall’opposto dei fatti, traggo queste conclusioni:

1)La gente si vergogna o non vuole raccontare;

2)La gente non sa raccontare e si fa raccontare la vita dagli altri;

3)La gente non ha nulla da raccontare perché gli elementi in proprio possesso sono fatti insignificanti, o quanto meno non intaccano la propria esistenza più di tanto.

E allora perché tanto accanimento terapeutico nel voler estirpare un problema di pacifica convivenza?

Ecco la risposta Lorenzo, è insita nella domanda, è un problema di convivenza. Sembra ad esempio, (dato statistico), che le liti condominiali affollino più di altre le aule dei tribunali.

E allora visto che gli italiani, mediamente, non sanno rapportarsi gli uni agli altri, visto che non sanno gestire i loro rapporti interpersonali quando c’è in ballo un qualche interesse di confine, di vicinato, di condominio, perché si alimenta il fuoco con campagne che indirizzano in senso univoco la pubblica opinione?

Un problema, è risaputo, non è quello che è ma è quello che uno percepisce.

Certo, atti criminali legati all’immigrazione ce ne sono, ma se guardiamo sempre alle statistiche vediamo ad esempio che:

1) all’incremento della popolazione mondiale non è corrisposto un pari incremento della criminalità (a me non interessa solo l’orto di casa e il cielo sopra l’Italia appartiene al pianeta);

2)chi commette un reato non lo fa in funzione del colore della pelle, lo commette in base alle condizioni in cui vive e si rapporta agli altri;

3)visto l’assunto 2) è molto più probabile, non certo, che a commettere un reato sia colui che sta ai gradini più bassi della scala sociale, la base è più grande del vertice e da più possibilità di confliggere;

4)se chi governa ha due o più problemi meglio che faccia focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su un problema esterno, così ottiene due risultati: crea l’antagonista e al tempo stesso ha dei fedeli sudditi.

 

Ottenuto questo risultato occorre che i sudditi per restare suoi alleati, siano o si sentano dei privilegiati, pertanto il governante deve agire in modo da farli sentire tali. Come? Facendogli pagare meno tasse;

Dandogli la possibilità di soddisfare bisogni secondari;

Fargli sentire il pericolo della perdita dei privilegi;

Farli sentire dei baciati dalla fortuna.

Capisco che uso termini brutali, ma voglio che chiunque legga sia in grado di capire.

Insomma alla luce di tutto questo cosa siamo?

Siamo figli e nipoti di Albertone, siamo mercantili, nel senso che ci mettiamo in vendita, tendiamo a farci accettare utilizzando mezzi e mezzucci (basta guardare i flussi dei voti dal 1948 al 2008).

O siamo un popolo di fifoni con la pistola, pronti a sparare, o meglio ancora a far sparare, per non sporcare mani e coscienza?

O, ancora, siamo sadomasochisti? Ci pieghiamo a un potere più forte masochisticamente per poterlo esercitare sadicamente sugli altri?

Insomma siamo questo o solo questo?

Forse si vorrebbe che fossimo così, ma il condizionamento in molti casi non ha effetto.

E’ diventato uso comune annichilire chi non si focalizza sul nemico esterno, con metodi inquisitori, sviando le domande, facendole diventare da questions accuse di razzismo.

Siamo  razzisti? No, è la mia risposta, non è razzismo, è mercantilismo: è lo stare sempre dalla parte del vincente, è quell’andare in processione a farsi benedire.

http://www.youtube.com/watch?v=s1XweGG5M94

 

 

Popof                              28maggio2009

 

 

5 Commenti a “SIAMO RAZZISTI ? (scritto da Popof e inserito nel blog da Semplice)”

  1. antonio2.LI scrive:

    Napoli, bravissima ma clandestina
    Per Daria niente esame di maturità
    L’articolo si puo leggere su questo sito:
    http://www.repubblica.it/2009/.....raina.html
    Noi Italiani forse non saremo razzisti Ma questa legge discriminatoria lo è.
    Quando ci fa comodo i titoli esteri li riconosciamo come nel caso delle infermiere specializzate che in italia sono poche .Nel reparto dove mi hanno curato l’infarto ce ne sono tre e sono bravissime.Due sono russe e una indiana.

  2. pier501 scrive:

    Vi racconto un episodio con un mio collega di lavoro lombardo.
    Si discuteva sul razzismo e lui affermava esplicitamente di non essere assolutamente razzista. Ma poi alla mia domanda : Se tua figlia si fidanzasse con un nero cosa diresti?. Come risposta ho avuto solo una smorfia e un gesto di stizza.
    buon lavoro

  3. nembo scrive:

    Salve,ho letto quanto scritto sopra sul razzismo,e devo dire che anche tu LorenzoRM, sei bravo, hai esposto in modo chiaro e sintetico chi siamo noi cittadini Italiani e concordo con tè.E vorrei aggiungere:Il razzista è priginiero delle sue contradizioni, e nn ne vuole venire fuori, quando nn riesce a uscire fuori delle sue contradizioni,va verso la libertà lui pensa! Ma il razzista nn vuole la libertà, ne ha paura come ha paura della differenza, la sua unica libertà è quella che gli consente di fare ciò che vuole di giudicare gli altri e di permettersi di disprezzare per il solo fatto di essere diverso.Detto questo,la storia ci insegna che l’uomo nn può amare assolutamente tt quanti, ed è tavolta obbligato a vivere e condividere con gente che nn ha scelto NON per questo deve essere xenofo,razzista,o avere repulsioni verso gli altri. Noi Italiani,popolo di migratori siamo sempre stati contro il razzismo e lo siamo ancora.Le parole però a volte sono pericolose più che le armi,bisogna stare alle idee preconcette,a certi modi di dire o proverbi che vanno verso nel senso della generalizzazione e di conseguenza generare repulsioni verso altri. Integrazione sì ben venga, ma con la fruizione dei doveri (prima) e ci saranno anche i diritti come prevede la nostra Costituzione, e con l’osservanza delle nostre leggi. A scritto giusto l’amico LorenzoRM e nn aggiungo altre parole,ma quando si calpestano i nostri valori,la nostra Patria,la nostra cultura,la religione, permettete anche di dire che se nn ci facciamo rispettare tapperanno anche la bocca a chi detesta le loro idee, la sharia, il corano,è forse giusto? allora dobbiamo autoccommiserarsi? e definirci razzisti solo perchè facciamo valere i nostri diritti di Italiani nn direi proprio…..Inviterei a valutare bene la parola razzista!

  4. lorenzo.RM scrive:

    Mi congratulo vivamente e affettuosamente con Popof per l’analisi accurata, precisa, pulitaf, che risponde al mio quesito con fatti e non accuse generiche. Non siamo razzisti ma mercantilisti conclude. E c’è del vero, mercantilisti e opportunisti. Lo siamo sempre stati, siamo saliti spesso sul carro del vincitore. Ma di fondo non siamo cattivi e possiamo migliorare. Certo, se qualcuno, rilevando i nostri difetti ed i nostri errori, invece di tenderci la mano e farci riflettere e migliorare, ci dice che siamo irrecuperabili, viziosi intenerati, amici del giaguaro e altro, non ottiene evidentemente lo scopo. Io non so se le classi dominanti, per usare una qualificazione forse cara a Popof, abbiano ben chiaro in mente il disegno che Popof attribuisce loro, anche perchè ritengo che, con tutte le mutazioni avvenute nel tempo e le contaminazioni riscontrabili con evidenza nei vari gruppi sociali, non si possano attribuire disegni ideologici certi a questo e quello. So che oggi ci sono borghesi più arrabbiati degli operai e aristocratici meno salottieri di alcuni intellettuali. Una volta le classi avevano contorni nitidi. Io ad esempio ero figio di operai e appartenente di sicuro al proletariato. Oggi non è più così. Oggi i pensionati comprano i fondi di investimento esteri e perdono quei pochi soldi che avevano. Tutti giocano come matti alla lotteria della fortuna. A tutti piacciono spettacoli leggeri e disimpegnati. Eccetera. In questo quadro generale di miserie varie, e non solamente economiche,il rancore verso lo straniero, verso chi viene a mangiare nel nostro piatto, a violentare le nostre donne, a rubare, è un diversivo per farci dimenticare le cose importanti, fondamentali? Non lo so. Può essere. Ed ccco perchè dovrenno lavorare tutti per un mondo migliore, per farci sentire tutti fratelli e far crescere soprattutto i poveri della terra. Comunque, Popof, quando passi dall’invettiva all’analisi, sei bravo, gradevole, e amico. Grazie.

  5. paolacon scrive:

    grazie popof sei stato molto chiaro, ma con me sfondi una porta aperta; ti riporto una frase del compianto Ennio Flaiano

    «Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso del vincitore»
    e mi pare che basti

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE