http://www.youtube.com/watch?v=Izoh_YcuZQQ
Non mi piacciono le fiction. Non mi piace neppure la televisione.
Due sono le trasmissioni di intrattenimento che letteralmente odio.
La prima è incentrata su dei pacchi che devono essere aperti da un concorrente che può vincere migliaia di euro: soldi nostri. E viene data sul primo programma nazionale, servizio pubblico.
L’altra viene data dalla concorrenza e vede in scena la conduttrice, seduta su un gradino, con espressione furbetta, due o tre bulletti seduti in trono, ed una corte di ragazze sbavanti che vuole assicurarsi il loro favore con una serie di mossette, domande, uscite esterne con sbaciucchiamenti, ecc. Ci sarebbe da domandarsi come mai le associazioni femministe non prendano alcuna iniziativa in proposito visto il lampante insulto alle donne, rappresentate come oche o peggio.
Ma torniamo alle fiction e affini. Penso che il motivo fondamentale del successo di questi raccontini di vita non vissuta sia la loro semplicità. Tutto sembra tagliato, scolpito col coltello. I buoni sono certamente buoni, i cattivi sicuramente cattivi. Le situazioni, scontate. Non c’è mai una sorpresa. L’amore predomina con un sentimentalismo di maniera. Poi c’è anche l’odio. E ci sono tutti gli altri “valori” : il successo, la rispettabilità, la famiglia, tutto ben catalogato, senza sfaccettature, senza un’ombra.
La storia, poi, non si chiude mai. Si continua all’infinito: con centinaia, migliaia di puntate, sicché, ad un certo punto, viene da pensare che l’importante per gli autori non sia tanto di dare un senso compiuto ad una storia ma di intrattenere la gente fornendo un sottofondo “soft”, leggero, non impegnativo e, tuttavia, coinvolgente in una società che ti dà poco tempo per riflettere. Se questa fosse l’intenzione si deve riconoscere che l’operazione è meno “idiota” di quanto potrebbe ritenersi.
E, con questi mezzi, ci si può impadronire del cervello della gente senza farsene accorgere, senza farlo pensare. Assorbiamo tutto. E automaticamente agiamo secondo schemi semplici: gli avversari sono cattivi, gli amici sono buoni, non c’è bisogno di speculazioni. D’altra parte, amici e avversari mutano continuamente: oggi a te, domani a un altro. E in questa società, peraltro, c’è un bisogno profondo di litigare, colpire, offendere.
Mi ricordo qualche anno fa il successo riscosso dalla canzone di un cantante che ammiro anche se è romanista: Antonello Venditti. Il suo ritornello, sapientemente ripetuto, ci assicurava che viviamo in un mondo di ladri. E tutti la cantavano tranquillamente senza problemi perché se lo diceva la canzone era certamente vero.
E poi ci sono le cosiddette “reality”, con i loro grandi fratelli, fattorie, talpe, isole di gente più o meno famosa, e chi più ne ha più ne metta, sì che il quesito che sorge spontaneo, almeno in me, è questo. Se la TV è tanto avvolgente e coinvolgente e se i messaggi che essa impone sono meno idioti di quanto si pensa, ma corrispondono a precisi modelli di vita da fare adottare alla gente senza che quasi essa se ne accorga, che cosa dobbiamo fare per diffondere un eventuale messaggio positivo, di crescita della società?
Tanto più che non è tanto il tempo che misura l’influenza delle trasmissioni sul pubblico ma l’efficacia del messaggio?
Ne vogliamo parlare?
Lorenzo.rm 13 maggio 2009
Amici miei, vi ringrazio dell’attenzione e dei complimenti, che certamente non merito. Giustamente avete parlato di manomissioni, di strumentalizzazioni dello spettatore, quasi sempre ignaro di quanto si trama alle sue spalle. Ma la cosa più impressionante è che spesso egli condivide e preferisce i momenti del cosiddetto svago, che ha siffatte caratteristiche, ai momenti di riflessione, di informazione, di spettacolo vero. I tifosi più convinti dell’inganno diventano proprio le vittime. Sperèm.
Ottimo articolo sulla televisione, Lorenzo!
Ma non c’è un disegno ben preciso dietro tutto questo? Una volontà di sviare gli spettatori dai problemi veri e un cercare di abbassarne il livello culturale? La televisione di stato poi dovrebbe divertire, educare e informare!! non riferirci per la maggior parte i commenti dei politici in risposta ad altri commenti, di altri politici, fino a che del fatto iniziale si perde ogni conoscenza.
Il “panem et circenses” del poeta latino Giovenale mi sembra attuale ancora oggi; all’epoca in cui viveva Giovenale, i governanti si assicuravano il consenso popolare con la concessione di divertimenti e donazioni. Mi sembra che lo spettacolo nel circo, sia stato sostituito adeguatamente dai quiz televisivi, di cui ci hai abbondantemente parlato e/o dalle telenovelas.
Con una televisione siffatta io vedo anche un tentativo di distogliere l’attenzione dei cittadini dalla vita politica in modo da lasciarla solo alle élite (sic).
bravissimo lorenzo,una bella riflessione, su quello che è oggi in grossa parte, la nostra televisione. Trasmissioni “spazzatura” che raccolgono consensi nelle persone, a mio avviso più deboli culturalmente.che fanno vedere,e illudere le persone, che servono da scaccia pensieri,(per non vedere i problemi reali)di basissimo livello, istruttivo.Io posso anche capire le tv private devono raccogliere, spettatori. vivono di pubblicita. Ma la televisione pubblica, pagata da noi cittadini che si addegua, e fa concorrenza alla privata, con questo tipo di trasmissioni: E INCONCEPIBILE. Mi sono formato da ragazzo, con la televisione pubblica guardando ,trasmissioni IN “PRIMA SERATA,” DI STORIA, DI VARITA, DI CINEMA, DI POLITICA, DI SCENZA. alla faccia che la concorreza miglora il servizio. questo e appiattimento. Lorenzo compimenti per l’articolo. ciao
Caro Lorenzo ,complimenti per il tuo bellissimo articolo su la fiction ,mi è piaciuto tantissimo ,sia per contenuto e forma .Mi piace tanta il tuo modo di scrivere , cosi’ scorrevole e allo stesso modo piacevole ,Grazie per aver ricordato la vecchia , ma non tanto ,canzone di Antonello Venditti ,ricordo come se fosse ieri ,quando la canticchiavo,in modo particolare il ritornello ,la maggior parte delle volte ,senza quasi mai soffermandomi ,su ciò , che,effettivamente volevano dire quelle parole ,quanta verità c’erano in esse .Credo che la maggior parte della gente,purtroppo, abbia fatto come me. Siamo dei burattini nelle mani dei mezzi di informazione ,sia canzone che televisione .ecc..da essere continuamente plasmati e violentati,tanto da fare diventare alcuni messaggi ,come dei modelli di vita .Tanto più è la loro violenza ,meglio e, prima arrivano allo scopo .Ecco il perché di trasmissioni ,centrati su misura ,senza sbavature ,senza possibilità’ di scelta ,La cosa più brutta ,che ,malgrado, ci rendiamo conto di questo ,meno siamo capaci di ribellarci ,inseriti come siamo in questo ingranaggio dal quale non possiamo ,uscire .Non basta non vedere la televisione , o non leggere i giornali ,questo coinvolgimento è come l’aria che respiriamo, esso è il tutto e noi non siamo altro che una piccola pedina di questo “tutto”. Cosa fare? Cosa dire?, niente !purtroppo, ci sarebbe ,perché’ anche noi nel nostro piccolo plasmiamo e violentiamo non avendo attenuanti .ciao scusami se forse sono uscito fuori tema,del tutto, o in parte comunque un abbraccio forte sei in gamba ciaooooooooooo
Lorenzo, sono pienamente d’accordo sul discorso fiction (finzioni, lo dice la stessa parola), ma non per questo del tutto veritiere. Non rispecchiano la realtà che a volte è molto + dura! Finiscono(quando finiscono!!!) sempre “a tarallucci e vino” come si dice qui a Napoli! Per non parlare poi dei reality!!!!!. Che dire? E per di più, la Rai ci fa pagare anche un canone per queste “belle” cose!
Lorenzo, mi è piaciuto molto il tuo articolo sulle fiction, hai centrato perfettamente il problema. Ancora più insopportabili sono, le Fattorie, le Isole e varie.
Grazie per averci spinto a riflettere su questi insidiosi e fuorvianti messaggi, peraltro completamente falsificati, a mio avviso.