Per comodità espositiva, mi limito a riportare i titoli delle pagine del Corriere della Sera di lunedì 8 giugno sulle elezioni europee.
“Avanzano i conservatori, disfatta della sinistra. Da Parigi a Berlino, a Budapest socialisti umiliati. Europarlamento dominato dal PPE. Un crollo storico per la SPD tedesca. Merkel vede la fine della grande coalizione. (In Francia) i verdi di Cohn-Bendit agguantano il PS. L’Ump di Sarkozy si conferma in testa. Zapatero paga il conto della crisi. Dopo 5 anni PSOE scavalcato dal Pp. (Gran Bretagna) Gordon Brown, la sconfitta più dura. Labour al minimo storico. Gli xenofobi del Bnp entrano a Strasburgo. Voto in Europa: La protesta. Ultra destra e populisti scuotono il Continente”.
Sono titoli ad effetto. Ma indicano una realtà? Non ne sarei tanto sicuro. Il vero dato significativo è quello dell’astensionismo che, nei 27 paesi membri, ha raggiunto il 56,7 per cento dei circa 380 milioni di aventi diritto al voto. Tale disinteresse, unito al voto espresso di euroscettici, rappresenta davvero un dato allarmante sul grado di popolarità dell’Europa. Per il resto mai come stavolta i fatti interni dei vari Paesi hanno pesato sui fatti europei.
La crisi si è fatta sentire ovunque e, con l’occhio alla crisi, i cittadini europei si sono prevalentemente vendicati sui loro governi. Non in tutti i casi però: il crollo dei partiti di sinistra in Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna è stato inatteso se non altro nelle proporzioni. Ma la sinistra arretra da qualche anno e ci sarebbe da chiedersi perché. Mancanza di rinnovamento? Perdita dei contatti con la base sociale? Inconsistenza dei loro leader? Sorprende che in Italia, malgrado la martellante polemica contro Berlusconi, egli si sia salvato da un crollo annunciato. Alla fine l’opposizione se l’è presa con il mancato raggiungimento, da parte di Berlusconi, dei suoi ambiziosi obiettivi. Poiché lo sfondamento non c’era stato in realtà aveva perso o quasi perso.
Se torniamo all’Europa c’è poco da stare tranquilli. Essa sembra sempre più un’allegra brigata di giocatori senza allenatore e senza società, senza schemi e senza regole. Un’accozzaglia di 27 numeri uno. Ognuno per sé e nessuno per tutti. Un Parlamento senza poteri, una Commissione senza seguito, una Costituzione senza adepti, una politica senza politica, un’economia … ?
Certo che, in una situazione di crisi generalizzata, farebbe ridere la permanenza del criterio della stabilità dei conti e del debito pubblico che, ricordo, fu la croce del governo di centro-sinistra in Italia, con il suo mèntore Tomaso Padoa Schioppa, e una delle ragioni, se non la ragione, della sua sconfitta, a discapito di un centro-destra che si dimostrava molto più attento agli interessi dei cittadini italiani. Il classico caso di un cambio dei panni fra sinistra e destra che creò disorientamento e proteste.
Occorrerà battere altre strade. Così per l’immigrazione, per la politica estera comune, per la difesa comune, per i piani di sviluppo dell’economia, soprattutto nei paesi di nuova adesione, per la sicurezza. Vedremo che cosa saranno capaci di fare. Io penso che non ci sia da stare allegri. L’Europa si dovrà misurare con problemi molto gravi, compresi quelli epocali dell’inquinamento al livello mondiale, e della permanenza nel mondo di popoli alla fame (altro che i nostri cittadini che non arrivano alla fine del mese), che produrrà fenomeni di sradicamento della popolazione senza precedenti.
Su tali problemi si misurerà la capacità dell’Europa di fronteggiarli e contribuire alla loro soluzione, altro che una astratta diatriba fra destra e sinistra, sui venti dell’est e dell’ovest. E su quella base si comprenderà se i cittadini europei hanno davvero assimilato l’idea dell’Europa sentendosi finalmente parte di una così grande nazione e non ospiti riottosi e/o quasi estranei.
Sono spunti per un dibattito fra noi, nessuna “verità” dunque, solo l’inizio di un discorso.
lorenzo.rm 10 giugno 2009
Franco3Br sono daccordo l’argomento deve essere approfondito.
Francamente non capisco alcuni commenti,su un argomento serio e importante scritto da Lorenzo 3 RM deviato su argomenti interessanti,che secondo me entrano poco in merito, parlare di crimini capitalistici senza tener conto di quelli commessi da faziosi dittattori comunisti 100 milioni, questa semplice costatazione deve quantomeno indurre a riflettere.
Parlare poi di Gheddafi come paladino mi sembra troppo,credo che nessuno possa offendere le nostre istituzioni, come ha fatto Gheddafi, approfittando della sua visita in Italia, con un suo show, certo l’Italia ha interesse come paese avere con la Libia buoni rapporti, questo non significa che possano nei nostri confronti qualsiasi libertà.
Caro Lorenzo, avevo preferito tacere, fino ad oggi, perchè sull’argomento c’è molto da scrivere. Il tuo intervento, di grosso spessore politico e sociologico, ha toccato nervi scoperti del modo d’essere oggi italiani in Europa, dimostrando, ove ce ne fosse bisogno, che la fascia più cerebralmente sensibile degli Europei Occidentali è capace di ragionare e ragionare bene. Ora, prescindendo dal fattore “Italia”, dove è impossibile ormai capire tanta ostinazione su posizioni di guerra totale a Berlusconi,solo sul piano intimo, con argomenti gossipari che non portano da nessuna parte se non, nel migliore dei casi, all’astensionismo degli elettori, credo non ci si possa meravigliare più di tanto se la sinistra non riesca a trovare argomenti adeguati per sostituire i propri idoli dell’ideologia ormai abbattuti. Di conseguenza, l’italiano meedio, non “intruppato” ed abituato a discernere col proprio intelletto, che non è assolutamente diverso o da meno dell’elettore europeo, si sente sensibile al vento di destra.
Riguardo a questa destra, poi, dovremmo un po’ tutti soffermarci per fare il punto sul significato oggi assunto in Europa, rifletterci su e ragionarci profondamente. Oggi non siamo più di fronte alla destra romantica e liberal-chic in augi fino ad alcuni decenni or sono. Oggi abbiamo una destra che ha inglobato nel proprio pensiero la partecipazione del lavoratore agli utili dell’azienda, lo spostamento di attività produttive essenziali a carico dello Stato, tagliando molta erba sotto i piedi di quella sinistra che, fino a ieri, si dichiarava unica depositaria di tali concetti e che oggi, depauperata ideologicamente e programmaticamente, cerca disperatamente un’identità che stenta a trovare.
L’amico Luciano 3 RM e Lorenzo RM col secondo commento, hanno centrato il problema. L’argomento, però, non è stato esaurito. Varrebbe veramente la pena parlarne fino in fondo.
Bravo Lorenzo. L’argomento è sentito. Nei prossimi giorni ci farà discutere ancora. Credo valga la pena approfondirlo da parte di tutti. Sopratutto approfondirlo da parte di chi si sente a sinistra, in virtù di quella “democrazia dell’alternanza” che, a parole, tutti esaltiamo ma, nei fatti, scioccamente ignoriamo. Dico scioccamente per il semplice motivo che, come in tutte le cose, una diagnosi sincera ed appropriata può portare all’applicazione di una cura efficace e, conseguentemente, ad una “restitutio ad integrum” ideologico-programmatica, tale da consentire di diventare ancora maggioranza.
Caro antonio2LI,ho visualizzato con piacere il tuo suggerimento per visualizzare il video “scioccante”ma…ti volevo dire hai letto i commenti poi? Altresì voglio ricordarti che mai dico mai un nostro ministro di nessun partito si è mai permesso di andare in visita ufficiale in altro stato….con appeso al petto foto…di qualsiasi genere (nn voglio entrare in particolari!!!!)Ho detto tutto un saluto NEMBO
caro Nembo penso che sia sempre poco se pensiamo a quanto li abbiamo sfruttati e alle nefandezze compiute dagli italiani “Brava gente ” ti consiglio questo video che fa parte degli archivi italiani aperti dopo anni di chiusura al pubblico e agli storici.
http://www.youtube.com/watch?v=77F6zbZLl3g
OK Antonio, è un’opinione, per giunta apprezzabile e apprezzata dai più.
Io al contrario di Lorenzo sono un realista e trovo che le rivoluzioni abbiano sempre portato progresso e civiltà.La rivoluzione francese ci ha dato l’illuminismo e la caduta di una nobiltà che era la vergogna d’europa.
Larivoluzione americana ha segnato la fine del colonialismo inglese nel nord america e la nascita di due nazioni importanri come gli Stati Uniti e il Canadà.
La rivoluzione russa ha segnato la fine dell’assolutismo degli Zar e ha permesso la nascita di una nazione industriale che ha preso il posto del feudalesimo terriero dei grandi latifondisti.
Lo stesso dicasi per la rivoluzione cinese.
Noi stessi siamo passati da una dittatura a una democrazia, se non attraverso una rivoluzione, sicuramente approfittando di una guerra.
Sull’europa trovo da dire che è una formazione giovane che deve farsi le ossa.
Sia la Francia che gli Usa che la Russia 50 anni dopo la rivoluzione erano ancora in alto mare .
I risultati li vedranno i nostri nipoti.
Ci vuole pazienza e non bisogna avere fretta .
Felpan, d’accordo con l’analisi. Non con l’esito però. Aspettare una palingenesi rivoluzionaria per cambiare le cose non sarebbe neppure auspicabile. Le rivoluzioni, alla lunga, non hanno mai prodotto qualcosa di buono. Milioni di morti, in prima analisi e, finita l’euforia, nuovi assetti insoddisfacenti. E mi riferisco a tutte le rivoluzioni. Certo, esse, ancora una volta, potrebbero essere inevitabili, soprattutto partendo dalle parti più deboli del mondo, se non si scopre un nuovo modello di sviluppo ed un nuovo ruolo dello stato e delle organizzazioni che comprendono gli stati. Io, come sai, sono gradualista e non amo le rivoluzioni. Tuttavia dobbiamo agire e subito se vogliamo evitare ulteriori tormenti al mondo.Sono davvero contento che si sia rotto il ghiaccio e si possa parlare sul concreto. Grazie amico mio.
lorenzo condivido la tua analisi il comunismo ha fallito ed è scomparso, ma il capitalismo ha fatto e farà piu’ vittime del comunismo , la regola di tale sistenma è pochi ricchi e miliardi di poveri , e poi si ricorre alle opzioni di chiudere le frontiere si attuano sistemi protezionistici ,e leggi exnofobe sempre rivolte verso i popoli ,che hanno sempre sofferto guerre, usurpazioni coloniali e dittature varie, imposte in nome di una democrazia a destra e manca del pianeta.
non sono un veggente, non so’ come andrà a finire questo mondo , ma certamente non bene in virtù d’un benessere x pochi, abbiamo prodotto danni irreversibili all’ecosistema ,e le nazioni ricche hanno sempre rifiutato di sottoscrivere il trattato di kioto x ridurre l’emissioni di gas serra, l’imperativo era arricchimento senza esclusione di colpi.
Il popolo subirà passivamente, fino a quando??
solo allora il, vento cambiera!!!!!!
Amico Felpan, di primo acchito la tua definizione di “vento del qualunquismo” mi aveva convinto. Poi, però, riflettendo, desidero aggiungere un corollario. Vero, qualunquismo, ma non potrebbe essere anche sfiducia? Non dimentichiamo, con riferimento al panorama mondiale delle ideologie, che è scomparso il comunismo e che il capitalismo sembrava trionfante come unico sistema in grado di governare il mondo. Ora si sta cominciando a capire che non è così. Infatti la globalizzazione non ha portato benefici soprattutto ai paesi più poveri e i grandi movimenti di popolazione assomigliano più all’affannosa ricerca di un asilo che alla ricerca di occasioni di lavoro abbondanti e sicure. In queste condizioni non è possibile un certo disorientamento del popolo, anzi dei popoli? Che non avvertono più differenze ideali fra le forze in campo e dicono, nel migliore dei casi, sono tutti gli stessi e nel peggiore sono tutti ladri? Per non contare poi l’inconsistenza, almeno nell’immaginario collettivo, di un’Europa molto ma molto lontana dalla gente. Occorrerà lavorare molto per rifarsi le idee, come si potrebbe dire. Perchè siamo in un’epoca delle rovine ideali. Il modello capitalistico, che riguarda l’impresa in senso stretto, non può essere applicato agli Stati nella loro interezza e meno che mai alle organizzazioni internazionali. E se ci pensiamo bene non vale neppure per l’impresa, che ha sempre più bisogno di sostegno degli Stati. Io non ho risposte su tutto quello che bolle in pentola. Ma non me la prenderei esclusivamento con il popolo, disorientato da mille problemi e senza più le certezze o le speranze del passato. Speriamo bene. Comunque, grazie tante Felpan di averci fatto riflettere.
…mi associo in toto ai commenti di Nembo e Pier…
…a Pier mi associo due volte!…hai ragione… Nembo è un “esempio” per tutti noi…quello che fa…in ogni situazione lo fa “a prescindere”…e questo gli rende onore. Grazie Nembo!!
Per Antonio2L- amico mio senza polemica, ma i soldi per il petrolio sono a parte!e nn scordare di quello che già abbiamo dato e lasciato ciao Nembo
Grazie dell’interesse che dimostrate, amici miei. L’argomento è tale da suscitare un libero dibattito.
Lorenzo la tua analisi colpisce nel segno,la sinistra è allo sbando, il voto dell’astensione è un segno di protesta, dopo una mia lunga riflessione, penso che l’attuale governo rispecchi la maggioranza degli Italiani. Le opposizioni non hanno proposte propositive da fare, si limitano a sparlare dell’avversario, senza parlare di un programma serio, insomma il PD era convinto di ribaltare Berlusconi usando l’arma Noemi,con risultato molto negativo. L’errore più grande lo fa la sinistra oggi detta radicale raddoppia i voti ma grazie alla solita scelta suicida non hanno neppure un parlamentare, per noi Italiani è un vero dramma che non ci sia un’opposizione credibile che possa essere un domani alternanza di governo, sarà mia impressione che sia in Europa sia in Italia per moltissimo tempo i popolari e le destre governeranno.
lorenzo bello l’artico ma piu’ che vento di destra io lo chiamerei “vento del qualunquismo”” del menefreghismo riflettete attentamente sulle defezioni in tutta Europa e fai le equazioni aritmetiche e vedrai che chi governerà non rappresentano che il 15% della popolazione europea questo non porterà lontano nessuno nè destra nè sinitra nè centro . poi gli Italiani gente abituata a montare sui carri dei vincitori o presunti tali anche le elezioni nostrane non sono da meno.
Mica gliele facciamo gratis le strade e i soldi glieli diamo in cambio di petrolio.Riporto un articolo in proposito:
Monday 17 November 2008
Il 90% delle esportazioni di petrolio in Europa proviene dalla Libia. Le sue risorse, infatti, sono le none più grandi al mondo, e molte altre sono ancora inesplorate.
La cooperazione con il paese è, dunque, necessaria. L’Unione Europea punta, dunque, ad un accordo che abbia l’obiettivo di un’apertura del mercato e di un incremento della cooperazione economica e politica tra la Libia e l’Europa. Il commissario europeo per le relazioni esterne e per la politica europea di vicinato, Benita Ferrero-Waldner, ha detto a proposito: ” L’accordo è molto importante perchè la Libia è l’unico paese del Mediterraneo a non avere relazioni contrattuali con l’Ue, nonostante i comuni interessi politici ed economici”.
Per inciso il paese in questione è molto piu ricco dell’Italia hanno una crescita del PIL intorno all’8% noi ce lo sogniamo
Nembo sei un grande !!!! Non dico altro e so il contributo che tu dai all’Italia e agli italiani…
Salve condivido sia quanto scritto da Lorenzo.rm, che il commento di pier-mi, vorrei aggiungere:la democrazia disse una volta Wiston-Churchill è il peggior sistema di governo, con l’eccezzione di tutti gli altri. Che la pensasse così un personaggio noto per le sue tendenze decisioniste, secondo il quale l’unico comitato che funzioni è quello composto da tre persone di cui uno è sempre malato e l’altro sempre assente, perciò…uno solo comanda…!!!ormai non stupisce nessuno, ma che incominciano a essere di questo parere tanti cittadini in tanti paesi occindentali è un fatto certamente preoccupante, anche se per adesso non si manifesta attraverso il voto dato a formazioni politiche totalitarie. Ormai sono anni, che il numero dei elettori si rifiutano di andare alle urne, sia che si tratti di eleggere Parlamentari Nazionali, o amministratori locali, provinciali, è in aumento d’appertutto, con punte patologiche che nn stò ad elencare solo tre dati(50 milioni di cittadini avrebbero dovuto votare per il parlamento Europeo,29 milioni per le provincie, 17 milioni per le comunali)il risultato lo sappiamo tutti,ed anche la percentuale che ha disertato le urne.E mi domando ma ai nostri parlamentari,politici,tutto questo se lo domanderanno? o ritorniamo ancora alla solita parola “cadreghin” in Italiano sedia-poltrona?invece di semplificare le cose,le complicano vedi le ultime votazioni dividendo i vari collegi…per non duellare…e sì si farebbe fatica e c’è il rischio di non arrivare ne l’uno ne l’altro al “cadreghin”.E’ giusto quello scritto nel blog,c’è la perdita dei contatti sociali, con la base che siamo noi cittadini,non c’è più politica, non c’è più confronto vero,ognuno pensa a se stesso, in un certo senso ma…ecco che ormai la politica la si fà curiosando nella propria vita privata,ecc..fà più notizia ma che scherziamo? con tutti i problemi che ci sono stati e che ci saranno nel nostro paese,scordavo….(senza fare nome)ci inchiniamo, mettiamo il tappeto rosso…mettiamogli la tenta in centro a Roma, facciamogli gli onori, a lui e alla sua carovana al seguito 300 persone ecc..diamogli i soldi, facciamogli le strade quando quà da noi ci sono strade obsolete, non più confacenti alla circolazione stradale,e a chi ci pensa alle migliaia di piccole fabbriche chiuse? ai disoccupati? ai precari? alle forze dell’ordine che smontano i pezzi di auto per sistemare in qualche modo le altre? Ecco i cittadini ormai come protesta non andranno più a votare e saranno sempre di più penso che tra poco faranno il partito “del non voto” Per ora non è il caso di trarre conclusioni apocalitiche da ciò che sta avvenendo è probabile che l’era della democrazia durerà ancora a lungo (speriamo)ma di fatto che oggi come oggi essa nn funziona tanto bene,e abbia urgente bisogno di correttivi che non devono essere ignorate. W L’italia w gli Italiani
Caro Lorenzo trovo la tua esposizione molto esaustiva ma voglio fare queste considerazioni. Mi limito alla situazione di casa nostra. Il vento di destra continua perchè la sinistra non esiste. Non si costruisce nulla solamente con gli attacchi a Berlusconi !!! Ci vogliono proposte serie e non demagogiche.
La gente vuole i fatti e non vedendo alternative valide continua a dare il consenso al centro-destra. Non capisco più perchè la sinistra è chiamata ” riformatrice”. Ma dove e quando !! Quando hanno governato non hanno fatto nulla per le classi più deboli. E poi per finire il Pd non ha,da molto tempo,un leader all’altezza del compito…Grazie cmq. per il tuo bell’articolo