Se Vincent Van Gogh avesse saputo… che cento anni dopo la sua morte, un milione di visitatori l’anno si sarebbero recati in un museo, tutto dedicato alla sua opera…
Molti artisti, purtroppo, hanno avuto una vita spesso miserabile o non hanno raccolto in vita le soddisfazioni che speravano di ottenere. E sono morti nell’oblio o addirittura pazzi. Questo è il caso di Vincent van Gogh che, disperato per il mancato successo, si sparò al petto, il 27 luglio del 1890.
Ormai e’ davvero impossibile immaginare che Vincent van Gogh abbia potuto sconfortarsi, per la mancanza di interesse nella sua pittura, sino al punto di suicidarsi.
OLANDA 1880-1885
Van Gogh nacque in Olanda, vicino ad Anversa il 30/03/1853, figlio di un pastore protestante. Incominciò come mercante d’arte, ma fu un insuccesso e all’età di 27 anni cominciò ad educarsi alla pittura con lo studio della figura, soprattutto contadini, e dei paesaggi. Datano dell’inverno 1885 un gran numero di studi ed in particolare uno dei suoi dipinti più famosi: ”I mangiatori di patate” che ritrae una famiglia di contadini, seduta a tavola, la sera, mentre consuma una cena frugale a base di patate. È un quadro davvero speciale dove la famiglia è ritratta sotto un alampada e il gioco di luci ed ombre crea una suggestione tutta particolare.
MANGIATORI PATATE (1885)
PARIGI 1886-1888
Nel 1885 Vincent si trasferì a Parigi, raggiungendo il fratello Theo e lì ebbe occasione di venire a contatto con le opere di grandi artisti come Millet, Delacroix, Monet e Manet. Incontrò anche Paul Gauguin con il quale vivrà poi ad Arles, un periodo breve, ma intenso e pieno di attriti, nell’autunno del 1888.
ARLES 1888-1889
Vivevano nella “ casa gialla” che dipinse nel 1888 e van Gogh, per rallegrare la stanza di Gauguin dipinse i famosi “ girasoli”.
Risale a quel periodo un litigio famoso, tra Paul Gauguin e Vincent van Gogh, durante il quale van Gogh minacciò Gauguin con un coltello, per poi pentirsene poco dopo e per autopunirsi si tagliò un pezzo del lobo dell’orecchio.
(questa è una teoria, recenti studi propongono un’altra versione: fu Gauguin che gli tagliò l’orecchio)
SAINT-RéMY 1889-1890
La sua malattia si aggrava e si fece ricoverare in un ospedale psichiatrico dove gli permisero di continuate a dipingere.
campo di grano con corvi 1890
AUVERS-SUR-OISE 1890
In questo piccolo paese vicino Parigi van Gogh passò gli ultimi mesi della sua vita: infatti decise di porre termine ai suoi giorni, sparandosi, il 27 luglio 1890 e morì due giorni dopo,alla presenza dell’amato fratello Theo.
La sua produzione di opere fu molto proficua: si pensi che la sua vita da artista durò solo dieci anni: dal 1880 all’anno della sua morte 1890. In questo periodo il suo genio artistico produsse circa 900 dipinti, 1100 disegni.
I suoi dipinti cominciarono a ottenere i primi riconoscimenti proprio nell’estate del 1890, ma van Gogh aveva perso ormai tutta la sua carica iniziale. Scriveva al fratello Theo: “ Mi sento fallito…per quel che mi riguarda, credo che questo sia il mio destino. Lo accetto, non cambierà più”
Tutte le informazioni che abbiamo sulla vita di Vincent van Gogh le dobbiamo principalmente alla fittissima corrispondenza con suo fratello Theo. Centinaia e centinaia di bellissime lettere ci portano la testimonianza della sua tragica vicenda umana: gli amori infelici,il mancato riconoscimento del suo lavoro, la malattia, il suicidio. Anche dal punto di vista letterario questa corrispondenza è molto importane.
Ci ha lasciato una quantità enorme di opere che producono delle emozioni visive molto forti: colori vividi intensi, tecniche differenti. Quei fiori che escono dalla tela e di cui ci sembra di sentire il profumo.
Se soltanto avesse potuto immaginare…che avessero costruito un museo tutto per lui e la sua opera
(www.vangoghmuseum.com) dove sono conservati più di 200 suoi dipinti
Se avesse potuto intuire minimamente…che i suoi girasoli sono riprodotti, quasi come un’ossessione, un po’ da per tutto, addirittura sulle scatole di cioccolatini, fino all’estremo di essere sulle lenzuola di una nota casa di biancheria… Quanto dolore sarebbe stato risparmiato.
paolacon 28 maggio 2009
van Gogh mi ha sempre interessato, in maniera particolare: la sua tecnica, molto vicina quella di Seurat, il”pointillisme”, il dosaggio dei colori e della luce, sono affascinanti.
Non mi stancherei mai di ammirare i suoi dipinti.
Hai fatto bene a ricordarci la sua difficile e drammatica esistenza, Paola, grazie.
Effettivamente sul suicidio di Van Gogh c’è più di un dubbio.
Sai Paola io che amo l’arte e l’Impressionismo, oltre che la pittura medievale e rinascimentale,ho visitato diverse mostre di Van Gogh. C’e’ un mio amico, un giornalista-scrittore che come me ama gli impressionisti che sta facendo una ricerca su di lui; ha cosi’ scoperto che non era affatto pazzo e non si e’ assolutamente suicidato. E’ stato a Parigi e ha portato, come facciamo tutti quando andiamo li’, il fiore giallo sulla sua tomba ad Auvers; ha pero’ fatto anche tante scoperte interessanti che non vedo l’ora di conoscere appena pubblichera’ il suo libro su questo pittore che, tra l’altro, sosteneva di lavorare con gioia e desiderava dipingere un giorno, quadri con freschezza e gioventu’.
Puo’ sembrare pazzo uno cosi’?
grazie paola che porti la cultura in questo blog senza tanti rigiri di parole penso che non ci fa male Ho seguito nel 2004genova città della cultura europea le mostre di VanDic evi erano dei dipinti di Van Gog io da ignorante ero attrata dai girasoli edagli iris mi sembravano che mi parlavano,enon capivo il perchè,grazie ate tutto si è reso molto semplice il mio capire,saro una tua scolara continua in questa linea