Europa –Vento di destra?

Seconda puntata

Abbiamo indicato nell’astensione dal voto il dato più significativo delle scorse elezioni europee.

Essa, nei 27 paesi membri, ha raggiunto il 56,7 per cento dei circa 380 milioni di aventi diritto. E abbiamo individuato in questo disinteresse dei cittadini europei, unito all’aumento dei voti dei movimenti euroscettici, il dato più allarmante in merito al grado di popolarità dell’Europa. E poi, abbiamo rilevato che mai come ora, sui risultati elettorali hanno giocato i fattori interni dei vari paesi, ed in particolare il peso della crisi.

Ma il vento di destra, nel complesso, si è fatto sentire? Direi, tutto sommato, di sì. Il crollo dei partiti di sinistra in Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna c’è stato, sì da potersi tranquillamente confermare la crisi che tali partiti hanno fatto riscontrare da qualche anno. Dal crollo del comunismo precisamente. Che ha fatto toccare con mano, ad un certo punto, l’ineluttabilità del trionfo del capitalismo in tutto il mondo

Perché non ha resistito la sinistra, perché non ha attaccato a sua volta il capitalismo con un’altra ipotesi che non fosse il comunismo? In fondo la socialdemocrazia aveva combattuto con successo la sua battaglia, soprattutto nell’Europa del Nord, e aveva fatto raggiungere ai lavoratori insperati successi in diversi campi: dalla previdenza, alla sanità, alle condizioni di lavoro, ecc.

La caduta del comunismo ed il trionfo del capitalismo avevano inciso drammaticamente anche sulla socialdemocrazia ridimensionandola e riducendola. Ma oggi il quadro comincia a cambiare drammaticamente. Dalla vittoria del capitalismo intesa come ricetta vincente basata sul liberismo e sulla centralità dell’impresa, a favore della quale occorreva togliere lacci e lacciuoli, con la recente crisi sì è passati ad una centralità dell’impresa, sì, ma accompagnata alla riscoperta di un ruolo dello Stato inteso a proteggere il capitalismo dalla stessa crisi. La miscela diventa così esplosiva: un misto di capitalismo e di statalismo. Questa è la vera novità. Non la virata a destra delle economie e delle politiche europee, che peraltro non sono adottate allo stesso modo da tutti gli stati aderenti.

Si rilevava nell’articolo precedente che l’Europa sembra ” un’allegra brigata di giocatori senza allenatore e senza società, senza schemi e senza regole. Un’accozzaglia di 27 numeri uno. Ognuno per sé e nessuno per tutti. Un Parlamento senza poteri, una Commissione senza seguito, una Costituzione senza adepti, una politica senza politica, un’economia … ?”

I nuovi organi dell’Europa non sono ancora nati. Si rilevava, peraltro, che “in una situazione di crisi generalizzata, farebbe ridere la permanenza del criterio della stabilità dei conti e del debito pubblico”. Ma se il criterio principale, nelle economie dei vari stati europei fosse quello della difesa “sic et simpliciter” dell’occupazione? O la difesa dalle immigrazioni indiscriminate? Certo occorrerà battere strade più impegnative di quelle del passato. Si è detto dell’immigrazione. Ma aggiungiamo, come abbiamo rilevato, la politica estera comune, la difesa comune, i piani di sviluppo dell’economia, soprattutto nei paesi di nuova adesione, la sicurezza.

E qui nasce drammaticamente il problema di una sinistra assente il cui ruolo sarebbe necessario anche come termine di confronto e di competizione per la destra. Di fronte ai problemi epocali dell’inquinamento al livello mondiale, e della permanenza nel mondo di popoli alla fame, l’assenza di una posizione di autentica sinistra, capace di slanci generosi verso i popoli in difficoltà e verso il lavoratori di tutto il mondo rappresenta una vera iattura. Poiché anche in politica ed economia “gli spazi si riempiono” in mancanza di chi sarebbe destinato ad occuparli, sta a vedere che toccherà alla destra fare anche una politica di sinistra.

E qui si tocca con mano l’errore di chi in Italia ha voluto ad ogni costo la formazione di un partito di centro, non di centro sinistra, formato da post comunisti e post democristiani, che ha distrutto una sinistra desiderosa peraltro di cambiare per assumere nuovi compiti e nuovi impegni.

Che dite, vogliamo continuare il dibattito?

lorenzo.rm                      17giugno2009

 

16 Commenti a “VENTO DI DESTRA? Seconda puntata (scritto da Lorenzo.rm e inserito nel blog da Semplice)”

  1. lorenzo.RM scrive:

    Grazie Luciano del tuo contributo. Un caro abbraccio.

  2. luciano3.RM scrive:

    Lorenzo il tuo servizio ottimo, spinge a esprimere pareri politici.
    Il mio sconforto è che la politica è diventata un mostro.
    Per chiudere con l’avversario politico non si usa la politica ma inchieste giornalistiche, temo che stiamo avvitando su un travagliato qualunquismo, si seguita a discreditare il voto leggittimo degli Italiani, con argomenti che fino a prova di colpevolezza sono privi di fondamento, si usano gossip e colossali stupidaggini, che rasentano il ridicolo, il popolo ha bisogno di politica costruttiva per uscire da questa crisi.
    Io un idea l’avrei(rettificare in favore dei servizi sociali, pensionati e sopratutto i poveri gli stipendi e le agevolazioni che percepiscono i politici e simili) Con simpatia

  3. lorenzo.RM scrive:

    Antonio, perdonami ma tutti i ragionamenti matematici lasciano il tempo che trovano. I marchingegni che hanno inventato per consentire la cosiddetta governabilità tengono conto del fatto che la gente non va a votare sia in Italia che in tutto il mondo. E con i referendum di domani si vorrebbe ancora premiare chi ha già una maggioranza fittizia.

  4. lorenzo.RM scrive:

    Giovanni, e se fossero tutte invenzioni?

  5. antonio2.LI scrive:

    Correzione : il 45 % è formato da PDL + LEGA
    chiedo scusa per l’imprecisione

  6. antonio2.LI scrive:

    Sono un patito della matematica e volevo fare una considerazione:
    L’Italia ha 60 milioni di abitanti e 50 milioni di elettori.
    Alle elezioni 2009 l’affluenza alle urne è stata del 67% pari a 35,5 milioni.
    Se di questi 35,5 milioni il 45% ha votato il PDL vuol dire che erano 15,075 milioni.
    Questi 15,075 milioni di Italiani sono il 30% degli italiani aventi diritto al voto.
    Allora perchè si dice che la maggioranza degli italiani ha scelto questo governo ?
    E gli altri ? Gli altri 35 milioni sono cittadini di seconda classe ?

  7. giovanni9.BS scrive:

    Devo proprio dire che la destra italiana ha stufato, non fa una politica del fare ma degli spot. Gli italiani del ceto medio basso fanno la fame e il ns/ Primo Ministro se la spassa con donnacce di infima moralità. Berluscas non deve incolpare nessuno, quello che ha fatto non è invenzione di nessuno, se fosse moralmente responsabile dovrebbe trarre un’unica conclusione “DIMETTERSI” si dimostra sempre più un impiccio ed un affarista che pensa alle sue aziende anzichè al Popolo.
    Scusate lo sfogo.

  8. lorenzo.RM scrive:

    Luciano, ti leggo sempre con grande simpatia e amicizia riconoscendoti il dono dell’equilibrio e della misura. Ho riproposto un secondo articolo per parlare di politica dialogante invece di quella sbandierante. Il primo tipo di politica presuppone un confronto, una possibilità di approfondimento comune. Il secondo esclude in partenza il dialogo accontentandosi di mettere da una parte gli uni e dall’altra gli altri. Noi siamo qui voi li con nessuna possibilità di commistione, di per sé sgradita e inutile. Io non ho mai perso la fiducia nella possibilità che il genere umano sia capace di esprimersi in modo amichevole cercando possibilità di collaborazione nell’interesse generale. D’altra parte, continuo a ritenere, come antichi maestri, che il sonno della ragione produce mostri.

  9. luciano3.RM scrive:

    Ancora una volta noto in alcuni commenti, la volontà di criticare e parlare di catastrofismo, colpa delle destre? Io credo che se non si rispettino le idee altrui è impossibile individuare il perchè della sconfitta, per creare alternanze bisogna rinunciare alle strategie vecchie e logore.
    Il contributo alla vittoria delle destre in Europa e in Italia, sicuramente è opera della cattiva politica delle sinistre, non ci si rende conto che parlare di sinistra oggi è impossibile, quello che poteva essere una politica alternativa, la socialdemocrazia è stata affossata, da un formicaio impazzito della sinistra,investita su rotondini,gossip, e colossali stupidaggini, passano il tempo a processare i politici loro avversari, senza investire in politica. La mia risposta è che il modello di vita non può essere dettato da questa sinistra prive d’idee, che non sanno da che parte stare in Europa. Per far si che ci sia alternanza politica in Italia e in Europa secondo me è necessario perciò che la sinistra operi per cambiare l’agenda del processo d’integrazione europea, dal tema dell’immigrazione, per arrivare a quelli della lotta per il lavoro. Una nuova sinistra deve avere una visione e un programma globale oltre che un forte impegno morale e ideale. La sinistra deve proporre un progetto che dia risposte sia alle masse impoverite della periferia che a quelle in via d’impoverimento delle metropoli, se non ci riesce il suo destino è essere cannibalizzato da partiti che nulla anno a che fare con la sinistra. Agli elettori non resta altro che scegliersi chi è in grado di governare. Non Parlo di referendum che già prima di farli sapevano che erano inutili. Questa è la mia opinione su il vento di destra, con simpatia.

  10. lorenzo.RM scrive:

    Pat, d’accordo anche con te. Il problema della responsabilità, individuale e collettiva, è il problema cruciale della società.

  11. lorenzo.RM scrive:

    Francesco, mi trovo quasi sempre d’accordo con te e anche stavolta. Se tutto quello che dici è vero, come è vero, occorre onestà intellettuale, prima di tutto, e voglia di trovarsi un ruolo, ma un ruolo vero, non finto, basato su equilibri di comodo. La diatriba destra-sinistra nasconde spesso queste posizioni di comodo. E a me dispiace anche che, ferme rimanendo le distinzioni “reali”, non ci sia la voglia di collaborare per risolvere i problemi e non per dividersi per il gusto di dividersi.Che dirti? Io al confronto non tanto fra una destra ed una sinistra ma fra una posizione più “privata” e una più “pubblica” continuerei a credere, ma tenendo conto degli interessi generali, e non tanto quelli interni ma soprattutto quelli rivolti ai problemi di collaborazione con gli altri paesi, a cominciare dall’Europa, e ai grandi problemi del mondo, in generale, e nei confronti di coloro che stanno incomparabilmente peggio di noi. Grazie, Francesco e ti abbraccio.

  12. franco3.BR scrive:

    Caro Lorenzo, ho letto e riletto la tua pubblicazione e mi sembra un onesto ed obiettivo lavoro di critica costruttiva ad una situazione “politica” europea, tale quale è venuta fuori dopo le elezioni recenti per il Parlamento Europeo. Da bravo osservatore, hai messo in risalto gli effetti, non trascurando di indicare le possibili o probabili cause. Negare che vi sia stato un vero e proprio “vento di destra” credo che sarebbe intellettualmente disonesto, da parte di chicchessia. La tua analisi delle “cause” ti ha portato a scrivere: “””ruolo dello Stato inteso a proteggere il Capitalismo dalla crisi.”””” Ecco, io creedo che proprio questo sia stato (ed è) il segreto della destra per la propria affermazione. In egual senso, ampliando, mi sono espresso con un commento ad un tuo precedemte intervento sul punto. Ma veniamo a noi: intanto, quando parliamo di “protezione da part4e dello Stato dalla crisi….” intendiamo parlare di interrvento permanente, non limitato al momento di crisi attuale. Questo significa, mi pare, abbandonare il terreno del liberismo puro, inteso come difesa del capitalismo fine a se stesso, così come abbandono del vecchio romantico movimento liberal-chic. Oggi il proletariato, su cui si basava la rivoluzione socialista, non esiste più per effetto di mutamenti e trasformazioni economiche e sociali che nessuno può fermare. Si è fatta strada la media borghesia, che occupa la stragrande maggioranza degli spazi di lavoratori ed operatori, senza ormai più distinzioni tra “braccio e mente”. I capitalisti puri sono ormai ridotti al lumicino. La stragrande maggioranza dei capitali sono in mano ad azionisti.Molti azionisti sono ex proletari. I lavoratori comunciano a partrecipare agli utili dell’azienda.
    Ora, se tutto questo è vero, come è vero, qualsiasi tentativo di smentita la si può fare solo dissacrando la verità ed arrampicandosi sugli specchi.
    Meglio sarebbe, credo, per chi non si rispecchia in questo “vento”, fare una propria analisi, onesta, della situazione. Individuare le cause. Ammettere la sconfitta, rispettando le idee altrui. Costruire nuovi programmi, nuove strategie per riportare in auge le proprie ragioni, magari rinunciando a qualcosa di ormai ideologicamente ed economicamente superato.
    Un saluto Lorenzo.

  13. PATcagliari scrive:

    Lorenzo nn penso sia un problema di dx o di sx, penso sia un problema di diritti e di doveri, abbiamo perso lo spirito della responsabilità che ciascuno di noi ha verso l’altro… ciaooooooooo buona giornata

  14. lorenzo.RM scrive:

    Popof, sinceramente soffro per la tua amarezza. Ci sono tanti motivi di scoramento e la tua prosa è attraente e spinge ad accontentarci della definizione, della diatriba nominale. Ma purtroppo non basta. Bisogna cercare di avanzare con l’analisi e contribuire a darsi una risposta non solo mentale ma di impegno civile e sociale. Il che fare è d’obbligo. E non solo il che vedere. Se il capitalismo ha vinto o perso, in passato, deve essere oggetto di approfondimento. Io penso che non abbia vinto anche se qualcuno, sull’onda della scomparsa del comunismo, quella sì reale perchè sono caduti i muri, lo ha pensato. Ma ha pensato che tutto fosse raggiungibile levando i famosi lacci e lacciuoli all’impresa. Non era così e lo abbiamo visto tutti. Il fatto è che occorreva imboccare una strada nuova e non l’ha fatto nessuno. Si sono accontentati delle formule. Se è scomparso un termine di paragone l’altro vince. Io sono un vecchio socialista e sono stato sempre convinto che la verità sta in mezzo. Né comunismo, dunque, né capitalismo. La risposta, controllabile e verificabile con fatti concreti, era il socialismo democratico, o liberale. Cioé quel socialismo che coniugava, ricordi?, giustizia e libertà. Si sarebbe potuto rinnovare la ricetta, aggiungendoci opportunamente l’impegno alla salvaguardia dell’ambiente e un più preciso e puntuale impegno a favore dei poveri del mondo, paesi e persone. Non si è voluto o potuto fare. E si può anche convenire sul fatto che all’inizio, scomparso il comunismo, c’è stata l’euforia della vittoria da parte dei ceti borghesi, li vogliamo chiamare così invece che capitalisti? Ma finita l’euforia si è visto che il sistema cne ne veniva fuori non poteva funzionare. Il fatto è che non si è trovato alcun altro sistema. Si è continuato a camminare con la testa a ritroso. Ora io non so chi comanda. Un po’ tutti e un po’ nessuno. Ma il sistema, i sistemi, devono essere ricondotti ad uno schema unitario. Perché funzionino. E ci vogliono i protagonisti che li facciano funzionare. Una volta si chiamavano le forze sociali. Ci sono? E quali sono? Io penso che chiunque oggi sia capace di realizzare una sintesi credibile e basata sul consenso della maggioranza ha diritto di provarci. Sarà la destra? Sarà la sinistra? E che cos’è la destra e la sinistra? Che cosa vogliamo in definitiva? Andare avanti o aspettare che tutto ci crolli attorno? Io penso che la mancanza di una sinistra non aiuti. Tutto qui. Ma sopravviveremo comunque. Una postilla sul referendum. L’avevo detto qualche tempo fa. Lo scandalo è anche il suo costo perchè non è stato abbinato alle elezioni serie. Ma lo scandalo è che si facciano referendum diretti ad aumentare artificialmente il peso dei partiti più importanti a scapito di quelli più piccoli. Io non vado a votare. E comunque ti abbraccio con grande simpatia.

  15. semplice scrive:

    Popof…grazie d’esistere!!

  16. popof scrive:

    Quando una fabbrica d’auto produce auto ecologiche è capitalista?
    Quando la borsa crolla è vittoria del capitalismo?
    Quando un uomo senza lavoro a 50 anni si suicida è per affermare la vittoria del capitalismo?
    Al centro del capitalismo sta l’uomo o il capitale?
    Nel momento in cui il capitalismo si accorge che senza l’uomo, che senza l’ambiente uomo, non può esistere, e deve fare marcia indietro, è questa la vittoria del capilalismo o la sua fine?
    O forse quello che vince oggi non è il capitalismo ma l’edonismo coniugato all’egoismo?
    E’ questo il vento di destra che scopiglia i capelli e i cervelli?
    Il capitale è democratico?
    Certo se questi sono gli effetti io comincio a stare alla finestra. Godetevi la vista dei ricchi, forse con qualche banconata del colore giusto si spalancherà anche il regno dei cieli, non solo del purgatorio: le buone azioni portano premium.
    Dai Lorenzo, che il capitalismo fosse vincitore non me ne ero accorto: se fosse vero i miei fondi sarebbero aumentati invece che affossati. O forse il capitalismo si basa su questo, spennare gli sprovveduti che gli affidano i risparmi?
    Ma no, non ha vinto il capitalismo, ha vinto la destra.
    E cos’è la destra? Magari scopriamo una nuova forma di rispetto per l’universo umano che non conoscevamo.
    Coraggio domenica si vota ancora, bruceremo 500 mld perchè le forze di destra, vincenti, non han voluto l’accorpamento del referendum.
    Che bello la festa continua: Nerone mentre Roma bruciava suonava l’arpa o la lira?

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