Anche se siamo fuori stagione riapriamo con l’ultima allegra fatica di Erasmus.


Mi accingo a trascorrere il carnevale più triste della vita, solo e in paese straniero, quando un amico italiano mi raggiunge e mi dice testuale: “Andiamo a P. dove organizzano un carnevale di mistero, tutto sulla strada e dove, se ti va bene, puoi incontrare la donna della tua vita”. “Certo, continua, tu da mago e filosofo, non dovresti avere problemi a evocare la più bella, ma ti vedo in ribasso, amico mio”.
Non rispondo, tanto sarebbe inutile, e mi accingo a raggiungere il luogo indicato.
Arrivo nel tardo pomeriggio ma c’è tempo. Tutto comincia non prima delle 10 di sera e finisce ai primi chiarori dell’alba.domino
Prima operazione da compiere, l’acquisto di un capo che chiamano “domino”, ma che è praticamente un barracano nero di panno lucido con due buchi per gli occhi. Con questo capo, tutti, in pratica, acquistano un’identità indifferenziata, maschi e femmine. Ognuno può essere chiunque e mi dicono che questo è l’aspetto più importante del gioco. Tutti uguali, dunque, e tutti intercambiabili.
Poi ci sono due regole, che possono essere o meno rispettate: il silenzio e la distanza. Cioé non si dovrebbe parlare e non ci si dovrebbe toccare, per non indovinare il sesso. Le definirei regole a piacere perché se si decide insieme di parlare e toccarsi si può fare.
Sarebbe fondamentale, per conoscersi, “uscire dal sacco” ma questo è rigorosamente proibito fino alla fine della festa. A quel punto si può aggiungere, al lucido degli occhi e dei costumi, il bianco dell’incarnato, aprendo una finestrella sul viso, finora magicamente occultata.
Teatro della festa è un lunghissimo viale, rigorosamente vietato a qualsiasi traffico, che attraversa due o tre piazze. C’è una sola musica a volume altissimo, e tutti si dimenano, tenendosi, chi vuole, per mano, o seguendosi, o fermandosi e venendo regolarmente circondati. Oh, tutta quest’aria di mistero, queste fiumane nere!
Che volete che vi dica? Mi trovo subito a mio agio in un ambiente che solletica la mia curiosità. Ballo, corro, mi dimeno, scherzo di qua e di là, senza dire una parola. Man mano, però, reso più sicuro, faccio segno ai “domino” vicini se vogliono togliersi la maschera, ottenendone puntualmente un chiaro rifiuto.
Le danze continuano al suono della musica incessante ed è graduale, oltre che il numero di chilometri danzati, la confidenza che si acquisisce con i vicini (o vicine).
A notte inoltrata capisco che ce la farò a scoprire il viso di una figura minutina che da qualche ora mi accompagna. Le chiedo se posso permettermi e mi fa cenno di sì con la testa. Mi avvicino scoprendo l’arcano. E’ proprio la donna che avrei voluto incontrare. Mi scopro anch’io e noto anche il suo cenno d’interesse. Da quel momento, sempre avviluppati nella danza e sussurrandoci ogni tanto qualcosa, usciamo dal serpentone nero e facciamo coppia.maschera-carnevale
Sono felice. Ma mi viene un dubbio. A noi è andata bene, ma, in tutta quella confusione e con un costume praticamente identico per tutti, non potrebbero incontrarsi sgradevoli sorprese? Insomma, scoprirsi due uomini, o due donne? Un paio di baffoni in luogo di due labbra da fragola? O una fanciulla in fiore con un signore già ben oltre la maturità? O un ragazzino imberbe con la classica matrona?
Mi dicono che si trova sempre un accomodamento ma non mi chiedo quale. E’ inutile scandagliare i misteri della vita, soprattutto per uno come me, che non ne ha certo bisogno.
Ma mi rivolgo a voi, amici, che forse ne avete voglia. Che ne dite?

Erasmus 25/ 08/ 2009

2 Commenti a “CARNEVALE, CARNEVALE (scritto da erasmus, inserito da Paolacon)”

  1. giovanna3.RM scrive:

    Erasmus, è la seconda volta che ti leggo e trovo assai singolari i tuoi scritti, ma interessanti. Vorrei sapere anch’io dove si trova questo fantomatico paese, ma non ce lo dirai mai, vero?
    Ti saluto con cordialità.

  2. lorenzo.RM scrive:

    Che fortuna sfacciata, amico. T’è andata davvero bene. Il gioco, comunque, mi sembra bello in sé. Dov’è questo paese di Bengodi?

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