Ho letto un piccolo articolo sul Corriere della Sera del 22 settembre 2009, alla pagina 44 (quella della cultura).
L’articolo, di Armando Torno, si riferiva alla nostalgia di Umberto Eco per la bella scrittura. Ve lo propongo in gran parte, praticamente tutto.
Scrive Torno:
“Ieri sul “Guardian” Umberto Eco ha ricordato che i bambini non sanno più scrivere a mano. Un buon cinquanta per cento dei ragazzi italiani ha problemi con la grafia, per non parlare degli errori di ortografia, anche se questi ultimi caratterizzano ormai le comunicazioni scritte di chi è in là con gli anni. Il computer e gli sms del cellulare non sono i grandi colpevoli: la tragedia è cominciata prima, con l’avvento della penna a sfera. Tuttavia –confessiamolo senza infingimenti- essa è stata favorita dalle riforme scolastiche:spariti dalla pagella i voti alla bella scrittura, ridimensionati quegli insegnanti che facevano compilare due o tre pagine di una lettera dell’alfabeto agli scolari che presentavano degli sgorbi nel dettato.
Certo, parlare di siffatto argomento nell’epoca delle tastiere potrà sembrare stravagante; ma la calligrafia, da non confondersi con l’intelligenza, insegnava un esercizio al polso e un controllo alle dita che sarebbero diventati utili nel tempo.
Nessuno desidera tentare l’apologia reazionaria del pennino e del calamaio, ma tutti sono stati privati di una microginnastica che favoriva una pagina più meditata. Nabokov, pescando da Nikolaj Zukovskij, ricordò che <quel che si scrive con fatica, si legge con facilità>: è un pensiero che si può estendere anche alla calligrafia”.
A me l’articolo è piaciuto molto, soprattutto in relazione al garbo con cui è stato espresso.
Quanto al contenuto, ritengo che il tempo attuale non ci permetta di combattere battaglie su questo tipo di argomenti. Rimane il fatto che un testo profondo sarebbe più gradevole se fosse molto pensato, limato, scritto e riscritto con bella calligrafia e non appuntato alla meno peggio, senza particolare impegno, sulla carta o sui tasti.
Sono in realtà battaglie di retroguardia quelle che si riferiscono alla necessità di un bello scrivere?
Lorenzo.rm 27/ 09/ 2009
Grazie Lore, questo e’ il bello di eldy, scambiarsi opinioni, anche se a volte diverse. Solo che e’ ‘na faticata x cercare di essere chiari e senza fraintendimenti usando solo lo scritto,hahahaha.
Giulia e Rosaria, ho assistito con vero godimento culturale al vostro “scambio”. Che bella la chat quando è così!
Giulia, no problem, non era diretto a te il mio commento, ho preso solo come spunto quello detto da te e da Giovanna per chiarire alcune cose che, purtroppo, come ben sai, solo gli addetti ai lavori conoscono bene. Del resto è così in ogni campo lavorativo. Comunque, solo a titolo informativo,ti dico che rispondevo principalmente a Giovanna che ha detto……. “Un’altra cosa vorrei aggiungere:la singolare abitudine che hanno i ragazzi, soprattutto delle elementari, ma non solo: scrivere sempre in stampatello. Non conoscono il corsivo e sembra che le insegnanti non intervengano in nessun modo. Che peccato!”)
Ciao uno smackkkkkkkkkkkkkkkkkk, sia a te che a Giovanna. Non volevo comunque suscitare alcuna polemica, ma ho solo voluto esprimere il mio pensiero, anche io come testimone sul campo, pur se in un ordine di scuola diverso.
Rosaria solo un chiarimento …io nn ho detto che le maestre nn insegnano il corsivo e sono d’accordo con te che i ragazzi cambiano …si rifletteva sulla capacità di usare alcuni strumenti che se anche comporta un po’ di difficoltà e magari anche una leggera noia forse insegna “sfumature” che la tecnologia da sola nn può fare (ma questo sia chiaro è solo il mio pensiero)
Quale “addetta ai lavori” così come Giulia e Giovanna, ma “addetta” alla scuola primaria (ex elementare), mi permetto di non essere pienamente d’accordo sul fatto che i docenti della scuola primaria non insegnano il corsivo…..ma ciò non è affatto vero. Si inizia in 1^ elementare, con libertà di scelta del metodo, prima con lo stampato e poi col corsivo, oppure presentando entrambi i grafemi. Il carattere stampato maiuscolo facilita la difficoltà iniziale che tutti i bambini hanno al loro ingresso a scuola (anche se ormai tutti frequentano la scuola dell’infanzia, ex scuola materna, dove imparano già a scrivere paroline in stampato maiuscolo) e quindi,nella scuola primaria, , nel pieno rispetto della continuita’ fra un ordine di studio e l’altro, si prosegue su questa scia per non scoraggiare il loro approccio iniziale (in quanto il corsivo è più difficile). Ben inteso , ripeto, solo per un breve periodo iniziale. Inoltre la conoscenza dello stampato, sia maiuscolo che minuscolo, serve poi per imparare a leggere. Per quanto riguarda poi l’uso dello stampato maiuscolo che i ragazzi fanno alle scuole medie e superiori, secondo me è frutto di abitudini interiorizzate attraverso l’uso del telefonino e del pc. E poi, ancora, per quanto riguarda la motricità fine e l’orientamento nello spazio e nel tempo, nella scuola primaria esiste l’educazione motoria che, specie in prima, occupa un ampio e fondamentale spazio per l’acquisizione dei prerequisiti del leggere e dello scrivere e per sviluppare queste capacità ancora in embrione in bambini che, si sa, a quella età, non hanno ancora raggiunto il completo sviluppo psicomotorio. Infine devo ribadire che le lunghe, estenuanti e mortificanti “paginette” di A – E – I ecc, ormai sono in disuso. I bambini cambiano e i Programmi e i docenti si adeguano alle loro reali esigenze. Comunque, fermo restando, e non credo di essere l’unica, ho sempre tenuto all’ordine e alla chiarezza nella scrittura, ma è chiaro che i ragazzi, crescendo e diventano più padroni dell’uso della scrittura, diventano più veloci e meno chiari. Anche noi, nel tempo, abbiamo modificato la nostra scrittura in peggio.
Chiedo scusa per questo mio intervento chiarificatore e, forse, troppo specifico, ma ho sentito l’obbligo di intervenire e sfatare certi luoghi comuni. Grazie per avermelo concesso.
Per LorenzoRM
Non voglio entrare nella didattica come persone altamente preparate come Giulia4.Mi,ma voglio tornare indietro col pensiero e rivedere quelle pagine di-Bella Scrittura.Sapete, mi è capitato fra le mani un vecchio rogito del 1900,naturalmente scritto col pennino, dove i tratti delle lettere maiuscole venivano evidenziate con girigogoli meravigliosi.Ebbene, l’ho messo in una cornice, e mentre scrivo l’osservo.A me piace la bella calligrafia.Grazie Lorenzo , stuzzichi sempre il cervello.
Se te lo dice un -Maledetto toscano, credici.
Grazie Giulia, il tuo commento professionale è stato molto importante: La “motricità” è stata per me una vera chicca.
Cerco di dare un piccolo contributo da testimone sul campo…Molti dei nostri ragazzi come diceva Giovanna nn sanno più scrivere in corsivo, pretendono di scrivere tutto anche i temi in stampatello, alle medie ci arrivano così dopo cinque anni di elementari e cercare un recupero diventa molto difficile. Penso che la bella calligrafia facilita anche a chi legge la comprensione di ciò che è scritto, a volte nel tentativo di decifrarlo si perde il senso del pensiero,(nn invidio l’insegnante di italiano che deve valutare i temi).I nostri ragazzi sono velocissimi a dgt e “smanettare” con i tasti ma la motricità fine che si acquisisce con uso di strumenti come penna, matita, forbici, compasso, squadrette, permetterebbe loro di affinare anche la mente. L’ordine la precisione, la capacità di orientarsi in uno spazio dato (foglio) sono tutte abilità che nn possono che migliorare il potenziale di ognuno. Abituati ad un mondo di immagini preconfezionate …perdono anche la capacità di astrazione che è fondamentale per capire molte cose.
Giovanna e Luciano, devo confessare che scrivo anch’io in stampatello e quando scrivo normale faccio degli scarabocchi illegibili.Mi dolgo e mi pento, tanto più che quando ero ragazzo avevo una bella calligrafia. Ma che fare ormai? Non posso che dolermi e auspicare che la scuola faccia qualcosa per il recupero di una cosa, la calligrafia, bella e intelligente.
Lorenzo, solo computer, addio penne non più belle scritture. Molti ormai sanno scrivere più speditamente con una tastiera che con una penna, La calligrafia, come insegnamento è ormai un ricordo del passato ma è il caso di fare un passo indietro, ai bambini e adolescenti va trasmesso l’importanza di una scrittura chiara e bella. Un saluto.
Lorenzo, trovo molto interessante l’articolo di Umberto che hai proposto nonché la tua chiusa. Le immagini che Paola ha inserito, poi, sono stupende!
Ho anch’io grandi difficoltà con i bambini che seguo, per quanto riguarda la loro calligrafia. Un’altra cosa vorrei aggiungere:la singolare abitudine che hanno i ragazzi, soprattutto delle elementari, ma non solo: scrivere sempre in stampatello. Non conoscono il corsivo e sembra che le insegnanti non intervengano in nessun modo. Che peccato!
Una pagina ben scritta, con bella calligrafia, secondo il mio modo di vedere, e senza confondere la “e” congiunzione con la “è” verbo e altre amenità grammaticali, renderebbe la lettura più piacevole, non solo formalmente, e indicherebbe una cura particolare nell’esporre il proprio pensiero. La stilografica è ormai un ricordo lontano, così pure gli “amici di penna”! Condivido la nostalgia di Umberto Eco.