Racconto di Giulio Salvatori, che dedicò, molto tempo fa, ad un amico infelice
Il Titolo è – Spazio avaro-
Faceva caldo. Era tanto che non pioveva. L’erba dei campi, se così si poteva ancora chiamare, era secca e d’un colore ocra. I rami delle piante ciondolavano appassiti. Poi, qualche nube apparve, lassù nel mezzo al cielo e lasciò cadere qualche goccia d’acqua. Sembravano i capricci di marzo
invece era agosto inoltrato. Ognuno guardava il proprio orticello scrollando il capo. Eppure il prete aveva celebrato le erogazioni benedicendo i campi, le vigne, le selve di castagni. < si vede che le
preghiere della povera gente non arrivano lassù> brontolavano i vecchi.
Dopo quella spruzzatina, il sole era ancora più caldo e sembrava che da un momento all’altro incendiasse il bosco. La leggera innaffiatina aveva inciso sulle frasche delle striature più verdi. Le foglie apparivano rigate come la faccia di un bimbo che piange dopo aver giocato con la terra. Poi,
d’improvviso, qualcuno aprì le cataratte ai nuvoloni che erano apparsi dalla Foce del Lupo e si dirigevano veloci verso il paese. I goccioloni battevano sulla terra arsa come se qualcuno dal tetto si
divertisse a rovesciare barili d’acqua. Rivoli contorti si rincorrevano verso la cunetta della strada portando verso la fogna stecchi, foglie, cartacce.
Carlo dalla finestra guardava galleggiare la carta e si rivedeva bimbetto, quando, insieme ai compagni, giocava allegro. La piazza del paese, dopo la pioggia diventava un piccolo lago, ma per loro era l’oceano. Ma durava poco, perché qualcuno liberava sempre lo scarico dai detriti e il gioco finiva.
I nuvoloni ormai sgonfi, se ne andarono e il sole riprese il suo posto al centro dell’universo.
Gli alberi si scuotevano di dosso gli ultimi residui di sporco, dal vicino boschetto saliva un leggero odore di muschio. Carlo pensò che la terra avesse ricominciato a respirare; una leggera nube saliva verso l’alto: era l’alito del bosco represso dall’arsura. Non riusciva a staccarsi dalla finestra, il vetro s’appannava ma subito lo ripuliva col dorso della mano. Lo sguardo correva ai tetti delle case, alle viuzze del paese, i monti, le piante. E osservava quei ventagli centenari dei castagni muoversi dolcemente, aprirsi, inchinarsi alla carezza della brezza, ripensò ai giorni più belli della sua vita: alla sua donna, ai suoi lunghi capelli. Gli piaceva affondare le mani nei riccioli ribelli e li faceva cadere sulle spalle nettandoli piano piano. A volte li univa tutti sopra la testa come uno sparuto cespuglio. Ma a lei piaceva: iniziava la metafora dell’amore.
La sete della campagna e del bosco sembrava placata. Lì proprio sul portico, alcuni passerotti facevano il bagno in un pozzetto d’acqua. Quella finestra, per Carlo, era il posto preferito. Seduto sulla sedia a rotelle, allungava lo sguardo sfruttando lo spazio avaro degli stipiti. Al tramonto, seguiva il sole fin dietro la Pania della Croce finché non spariva e le ombre calavano sul paese.
Quel giorno per lui, fu un giorno diverso.
Giulio Salvatori 22 settembre 2009
caro giulio è semlicemente meravigloiso e carico di emozione.hai la capacità narrativa che si ritrova nei grandi romanzieri .soltanto che tu rapisci le emozioni sin dalle prime righe,cosa non facile.continua a scrivere.
Mi devo considerare una ”maledetta toscanaccia”? Anch’io non giro intorno alle colonnine…..scherzi a parte… molto bello il tuo racconto Giulio anche se si sente molta tristezza.
Complimenti! Ciao
Per Antonio.li
E vai Antonio, ti ringrazio. Sai, noi toscanacci siamo immediati non siamo avvezzi a girare intorno alla colonnina.Si va dritti. A volte però c’è da stare attenti perché si rischia di non essere capiti,ossia:fraintesi. Comunque ti devo dire che: usi la penna come un bisturi.Sei un buon chirurgo. Grazie
caro Giulio da “Maledetto Toscano” a “Maledetto toscano” devo dire che sei bravo, e che sai dire cose semplici ma le dici con grande maestria.Sai suscitare sentimenti,nostalgie,tristezze ma lo fai con garbo. E poi che t’ho da di deh mi sei piaciuto.
Per Ester.VI
Grazie anche a Te dolce Ester,non credo di meritarmi tanti complimenti, e che l’emozione che hai provato ti faccia stare bene.
Per Flavio.46
Di fronte ad una critica letteraria del tuo livello, si rimane bloccati e, finirei subito col dirti :grazie.Hai spigolato la materia come uno scalpellino di fronte alla sua opera.Io non pensavo di scomodare così tanti amici.Vedi Flavio, per me è un piacere trasmettere le “fotografie” della natura.Quando accompagno amici della città, dico sempre loro che: Vi sono bellezze che non costano niente, ma che pochi sanno guardare.
Ecco, io non faccio altro che osservare e dedicarVi quello che COLUI ha creato per noi.Grazie Flavio .
Cosa dire di questo quadro che racconta parimenti di tenerezza e di bellezza. Sono immagini capaci di ispirare sensazioni estetiche piacevoli, gradevoli, raccontate con leggiadra armonia ed equilibrio. Qualcuno, di quelli che ne sanno molto più di noi, in passato ha detto che “la natura non produce il bello”; questo racconto invece mi ha ulteriormente convinto, per la maestria della trattazione e il carattere sapientemente illustrativo della narrazione, che la bellezza risiede nella natura ma che bisogna saperla cogliere e trasmettere.
Leggendo il racconto la mente mi ha posto davanti agli occhi immagini di un ambiente ricco di vitalità in grado di dare commozioni e sentimenti di dolce abbandono in quella pace avvertita persino dallo sfortunato protagonista alla finestra, il quale per goderne fino in fondo, si ostina continuamente a pulire i vetri appannati che potrebbero impedirgli la vista, mentre ripensa teneramente ai dolci tempi dell’amore.
Devo anche aggiungere che al racconto va attribuito soprattutto il merito della capacità di trasmettere mediante lo scritto quadri d’insieme di scorci di paesaggi luminosi e gradevoli che non hanno solamente carattere squisitamente illustrativo ma sono anche in grado di offrire emozioni e penetrare nelle atmosfere interiori dell’animo fino al punto di comunicare messaggi, la cui carica di suggestione è immediata ed evidente.
ciao giulio, ,hai descritto una pagina di vita così bene !! Mi hai emozionato, spero di rileggerti ancora…bravo
PER NADIA 4.RM
Grazie Nadia. Non si può volare sempre in alto. A volte anche le aquile cadono.Così è la vita.
Per Giovanna3.RM
Per Rosaria 3.NA
Vi ringrazio dei VS commenti e delle belle parole, per me sono “benzina” per poter continuare un percorso, insieme,su questi colli.Un sincero saluto da un -Maledetto toscano- dalla Versilia.
Bravissimo Giulio, come sempre: è un piacere leggere le tue impressioni, così ben descritte.
Ciao, maledetto toscano (come tu stesso ami autodefinirti), molto bello il tuo raccnto, dà proprio l’idea di quella frescura che tanto si desidera, a volte, in agosto, quando tutto è arso dal sole. Sembra che tutto venga ripulito, anche se, poi, dopo, il caldo ricomincia + forte di prima. E com’è piacevole,almeno x me, sentire quell’odore di humus bagnato che stuzzica le narici e sembra provenire dalle viscere della terra. Quanti di noi, poi, in giornate simili, si sono appostati ai vetri e, nel veder cadere la pioggia, hanno affondato i loro pensieri nei ricordi!!!!Bravo Giulio, davvero bravo!
giulio salvatori, molto bello il tuo racconto ,sono riaffiorate sensazioni dimenticate ,mi spiace solo per il finale amaro
Grazie Scoiattolina, purtroppo il bosco da noi è stato quasi distrutto dagli incendi, e non è stata certamente autocombustione.L’importante che anche i cuori siano pieni di calore.
giulio spero che il bosco nn si incendiii cmq carino davvero questo racconto mi viene in mente quelle belle giornate aride di caldo che si pasano sotto i porticati sorseggiando una limonata giulio bravissimo !!!
Per Domenico:rc
Grazie Domenico.E’ la conferma che le sberle della vita ci accomunano e ci fanno sentire più buoni. Se ogni tanto ognuno di noi, si guardasse indietro, si rifletterebbe con coscien
za.Purtroppo non è così.Grazie ancora
Per Tittati
Grazie , troppo buona , sari sciocco se dicessi che i VS commenti non li apprezzassi,li conserverò gelosamente.Però state buoni altrimenti mi monto la testa.
Tittati, non so se hai visto il commento sul lavoro di Tuo Padre. Grazie ancora.
Giulio, il tuo racconto è semplicemente bellissimo, le immagini descritte con tanta poesia, mi hanno riportato alla mente i miei giochi di bambina x le stradine del borgo dove sono nata e cresciuta, mi hanno fatto rivivere momenti di pura felicità; tanta commozione, invece, per i ricordi del tuo amico, raccontati in poche righe, ma in maniera così toccante. Grazie “maledetto toscano”!
Per Luciano.3RM – Grazie-
Non avrei mai immaginato che questo mio breve elaborato, fra l’altro triste verità, facesse breccia nell’animo di tutti Voi. Vi ringrazio.
Giulio Salvatori, il tuo racconto mi ha commosso, trova un legame espressivo tra i luoghi cui ti riferisci e, la rappresentazione, di un luogo ben definito, lo hai descritto con sensibilità poetica. Ti saluto.
Grazie Giulio,ci hai regalato una bellissima pagina di ricordi ,ho letto il tuo racconto con grande interesse, non mi vergogno a dirlo ,anche con una punta di leggera commozione , mi ha preso cosi’ tanto che l’ho riletto più’ volte .A parer mio, sembra più’ ad una poesia che scorre ,in modo cosi’piacevole da essere avvolti da questa atmosfera quasi familiare. Tutto ciò’ che hai così, abilmente, descritto ,pare che ci appartenga,sembra di averlo già vissuto ,Caro Giulio hai toccato il “centro” GRAZIE
Per Robertadegliangeli
Già il nome dice tutto, sicuraramente hai un cuore tenero, ti ringrazio tanto.
Per LorenzoRM e Marc52. Non avete nessun diritto di farmi commuovere, anche i -Maledetti toscani – hanno un cuore, e se Vi dico la verità,fra le pieghe di Eldy, incomincio a scoprire delle persone meravigliosose: Vi ringrazio
giulio, molto bello il tuo racconto! pieno di ricordi,accompagnato da una leggera malinconia, una lirica prosata,piena di sentimento, una descrizione che dipinge molto bene l’ambiente e che ti fa sentire l’odore della terra bagnata. E questo tuo amico, che vive questa rappresentazione del natura, con il ricordo dei giorni felici e della sua amata, in uno spazio: la finestra che diventa il suo osservatorio costrittivo per osservare la natura,il mondo, la sua vita, i suoi ricordi. Veramente, molto poetico giulio
Giulio attraverso le tue parole, ci hai regalato l’emozine di vivere quel momento,proprio bello,grazie
Bellissimo il tuo racconto, Giulio. Colmo di immagini,sentimenti. L’ho letto d’un fiato e ci sono ritornato varie volte. Sono davvero contento di averti conosciuto, amico.