cimitero campagna

Ecco che  Giulio, con il suo senso dell’umorismo accattivante e tipicamente toscano, ci accompagna in una visita al cimitero del suo paese, smitizzando un po’ il sacro giorno del 2 novembre ed offrendoci un autentico spaccato di vita.

cimitero camaiore

Il giorno della Commemorazione dei Defunti, al mio paese, sembrerà strano, è festa grande. Coloro che hanno lasciato il borgo per altri lidi, si ritrovano tutti gli anni il due di novembre, presso la Residenza Eterna. Pertanto il luogo sacro, diventa il punto di incontro, dei saluti, degli abbracci, dei commenti. Però, come dice una famosa canzone di Mia Martini, la gente è matta; sembra di assistere ad una gara: una competizione a chi porta più fiori sulle tombe.
Prima della cerimonia funebre, ho fatto una visita al Camposantoe, siccome in questo borgo siamo un p’ tutti parenti, ognuno di noi fa il giro e depone il proprio fiore sulla lapide. Ecco che, piano piano, il Cimitero diventa un grande tappeto multicolore.
Poi i lumini, piccoli, grandi, luci a pila, candele fosforescenti per la notte, insomma un gran bazar. Mentre osservavo, è arrivato un signore con una carriola di crisantemi, si è guardato intorno, poi visto che non sapeva dove metterli gli ha posati ai piedi di un cipresso, ormando un grosso mazzo bianco.
Una donna chiede a che ora c’è la benedizion: -Alle tre e mezzo – gli rispondono in coro. E mentre sistema a forza in un vaso le ultime rose, sbotta- Vado via perché la mi figliola mi vuol pettinare, guarda che testa che ho. Te Teresa -rivolgendosi alla donna vicina -hai sempre i capelli in ordine, ma chi te l’ha fatti ?
-Ormai sono anni che vado dalla stessa parrucchiera,-risponde la Teresa- mi ci trovo bene, mi azzecca sempre il colore. Lo faccio per rispetto di mio povero marito, sono sicura, che se mi vede, è contento. Credimi! Proprio contento.
-Io non ci credo a queste cose, prova a chiudere gli occhi, vedi nulla? Così è l’aldilà-. Bu-i-o-!
Poco più lontano il dialogo era culinario.-Oggi ho preparato i maccheroni, vengono le mi figliole, e sai che diceva mio marito? Quando non ci sarò più mangiate e bevete e tirate a campà. E dopo maccheroni ho fatto un pollo al forno con le patatine, e per dolce una bella crostatina con la marmellata di fichi. Il vino di solito lo porta il mi genero, é sempre buono, se ne intende. Dopo si verrà alla benedizione del cimitero.
Mi sposto nella parte “nuova” del camposanto dove sento del baccano. C’è una donna che urla come se fosse al mercato… Aumenta li volume : – Angiò, come sei ingrassata, stai proprio bene, quant’è che non ti rivedo!- L’Angiò l’ammonisce:- Non gridare, siamo nel cimitero.- Urla ancora più forte per trovare consensi-. – Tanto i nostri morti non sentono, magari sentissero! Ecco! Il mio dovere l’ho fatto, avevo una bracciata di fiori li ho messi su tutte le tombe, ho fatto bene? Questi lumini li poso sulla soglia della cappellina- Poi, rivolgendosi sempre all’Angiò ma a bassa voce gli dice: -L’hai vista la signora-indicando un punto del cimitero-ha una collana d’oro al collo che sarà mezzo chilo, e hai visto che borsa di coccodrillo che ha al braccio con le scarpe accompagnate? Ti dico che dopo due mesi che era morto il marito, ci aveva già l’amico. Hai capito? L’ha portata anche in crociera. Beata lei, col su marito era fischi. Era schiava, non sortiva mai di casa. Era geloso, geloso. Oddio come era geloso. E’ proprio vero che la peggio è per chi se ne va. Sai che ti dico Angiò, sei sempre una bella donna, datti da fare, tanto questi qui –facendo un largo cerchio col braccio- stanno tutti bene!-
Non vorrei essere frainteso, in questo giorno denso di ricordi, di preghiera, di dolore, ho voluto cogliere l’aspetto tragico-comico. Dice un vecchio saggio: – La vita continua –
Il camposanto è il capolinea, la fermata permanente per tutti. Voglio concludere con un frammento di una poesia di Peguy:-La morte non è niente, sono solo andato nella stanza accanto,…ciò che ero per voi lo sarò sempre,…il filo non si è spezzato…non sono lontano, sono dall’altro lato del cammino.- Sarà cosi ?
Giulio.lu

cimitero_ebraico_di_pitigliano

5 Commenti a “Un giorno ci ritroveremo? Cronaca di qualche ora (scritto da giulio.lu pubblicato da paolacon)”

  1. Antonio.li scrive:

    Oh giulio anche i miscredenti come me hanno un gran rispetto per quelli che non ci son più fossero amici o parenti.E il male di invecchiare è che la lista di quelli che perdi diventa sempre piu lunga.Io non cancello mai questi nomi dal mio pc spero sempre che un giorno mi chiamino come facevano una volta anche se la parte razionale di me sa benissimo che ciò non accadrà.Bello lo spaccato che hai fatto di questo giorno al tuo paese.Mi pareva d’esserci.un caro saluto.

  2. lorenzo.rm scrive:

    Commenti abilitati
    Giulio, non devi certo ringraziare quando ti si legge. E’ un grande piacere. Tu rendi vivi luoghi, ricordi, sensazioni e li proponi con maestria. I cimiteri, stavolta. Luoghi d’incontro fra chi è ancora qui e gli altri che sono lì. Dove non si sa. La Grande Speranza, come sappiamo, è di ritrovarli, di ritrovarci tutti. Non siamo lontani, quando andiamo al cimitero e respiriamo la singolarità del luogo. Ma siamo lontanissimi quando ci occupiamo di faccende senza alcuna importanza o soffriamo ingigantendo problemi di seconda categoria. Ce ne ricordassimo più spesso dei nostri morti, nostri e anche degli altri. Di tutti. La morte è niente, ma può esssere tutto quando si cancella chi è stato con un semplice atto di noncuranza. E non dovrebbe succedere mai. Ciao Giulio, amico.

  3. Giulio Salvatori scrive:

    Rosaria3.na e Luciano3.rm: condivido quello che dici, è un luogo di pensiero e di preghiera, ci mancherebbe…ho solo re
    gistrato l’aspetto del paese di campagna, come dice Rosaria.
    Vi ringrazio per avermi letto

  4. luciano3.RM scrive:

    Giulio come l’hai scritta è Simpatica e divertente mi permetto di commentare. In questi emozionanti luoghi, si dovrebbe meditare in silenzio il sonno dei morti è spesso molestato dagli schiamazzi che fanno i vivi, a volte sembra che si vada a una gita, i nostri cari morti, forse non aspettano altro, che il clangore delle serrature di chiusura cimitero per essere protetti dall’intrusione dei vivi.

  5. rosaria3.na scrive:

    Giulio, molto simpatico questo “spaccato” di vita, ma penso che ciò avvenga solo nei cimiteri di piccole cittadine, dove la maggior parte delle persone si conosce. A Napoli con la bellezza di tre cimiteri, di cui due uno di fronte all’altro ed enormi, ciò non accade o almeno a me non è mai capitato. E’ talmente la folla che circola in questi cimiteri nei giorni 31 ott, 1 e 2 nov, che, quasi quasi, non c’è nemmeno lo spazio x soffermarsi a chiacchierare. Si cerca solo un momento x deporre i fiori e sostare un attimo presso la tomba dei propri cari. Comunque trovo sempre simpatico il tuo modo di esporre, qualsiasi argomento tu tratti.

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