Questo quieto racconto natalizio mi è stato affidato da Giulio.lu, che ormai tutti conoscete bene.
È uno scritto a cui lui, giustamente, è molto affezionato: perché è una storia vera, realmente accaduta.
Leggendolo mi sono sentita pervasa da un senso di serenità e di pace, in perfetta atmosfera con quello che dovrebbe essere lo spirito del Natale.
Mi auguro piaccia anche a voi.
Per non dimenticarmelo avevo scritto il suo numero di telefono nel palmo della mano, erano giorni che volevo telefonarle, ma non avevo trovato il momento giusto. L’orologio segnava le nove e quaranta, decisi di aspettare le dieci. Mi sedetti sul divano e mentalmente studiavo come potevo iniziare la conversazione. Ero sicuro di trovarla in casa, anche perché era il venticinque di dicembre, Natale, dove poteva andare? Se non aveva nessuno?
Ecco come incomincerò: -Buon Natale Stefania-
Non è che mi fossi spremuto il cervello alla ricerca di un po’ di fantasia. La sua faccia mi appariva nitida e dolce. Gli occhi profondi e neri nascondevano un velo di tristezza. I capelli lunghi racchiudevano un musetto segnato da simpatiche fossette. Le labbra, raramente s’aprivano al sorriso.
Il campanile suonava le dieci. Sollevai la cornetta del telefono e lentamente feci il suo numero. Attesi a lungo, finalmente una voce fioca disse -Pronto, pronto?-
-Buon giorno- dissi- Indovina chi sono?- Davo per scontato che avesse riconosciuto la mia voce, ma con voce risentita :
-A quest’ora non può essere che un rompiscatole – Poi sentii il clic di un accendino, sicuramente si era accesa una sigaretta.
-Stefania, ma sono il tuo amico, non mi riconosci? Ti ho telefonato per farti gli auguri di Buon Natale.- Ma, imbecille che non sono altro, anche questa volta non le avevo detto il mio nome. Sentii un tramestio, qualcosa era caduto a terra, forse un bicchiere. Finalmente, con affanno rispose:
-Abbi pazienza, scusami, ho preso una sedia, così starò meglio. Mi gira la testa, non ho dormito questa notte. Per me, sei sempre un rompiballe.-
Mi sentivo in colpa, non l’avevo risentita da tanto tempo. Sapevo che era uscita dal -giro di quella roba- e avevo paura che ci fosse ricaduta. Azzardai un timido : -Come stai? -Tutto bene?-Nessuna risposta poi?
-E a te cosa importa? Mi butti giù dal letto proprio stamani che volevo dormire fino a mezzogiorno. Ora mi dici chi sei, e cosa vuoi da me, proprio la mattina di Natale? Ti avverto che odio gli uomini, da questi ho avuto solo dei guai grossi-
-Ora che ci penso- continuò -la tua voce non mi è nuova. Sei corretto, gentile, mi ricorda qualcuno… ma non riesco a capire chi. Scusami se ti ho offeso. Sai che ti dico? Hai fatto bene a telefonare, ti ringrazio. Faccio una doccia, mi cambio e vado alla Messa. Ma te, sei convinto che tutti quelli che vanno in chiesa siano credenti? Nooo! Ci vanno per sfoggiare e far vedere vestiti, pellicce, anelli… sono pochi coloro che vanno per pregare. Pregano le persone anziane: vogliono conquistarsi l’aldilà-
Prese fiato, mi limitavo a dire si e no. Le parole le uscivano di bocca come le castagne da un sacco scucito.
Poi: -Son sicura che appena entrata in chiesa, mi sentirei addosso gli occhi di quelle brave signore: di quelle puttane che non hanno mai teso una mano verso di me. Quante volte, non riuscivo a salire le scale di casa, e mi addormentavo sull’erba del giardino. Neanche una coperta mi buttavano addosso. C’era una vecchia che mi aiutava ad entrare, mi metteva a letto e mi preparava la borsa dell’acqua calda. Mi rimboccava le coperte e quando mi ero addormentata, se ne andava. Quando mi svegliavo non c’era più. Non l’ho mai rivista , forse era la mamma dei drogati, o l’anima di mia madre. Ma non m’importa cosa pensano di me, ognuno fa le sue scelte. Io ho sbagliato e qualcuno più in alto un giorno mi giudicherà.-
Si fermò tossicchiando, sicuramente si era accesa l’ennesima sigaretta. La immaginai che aspirava lunghe tirate di fumo. Continuò con dolcezza.
-Sai, anch’io prego, a modo mio però. Non le so le preghiere che borbottano gli altri, mi rivolgo al crocefisso attaccato in camera e gli racconto i miei casini, le mie preoccupazioni, le mie paure. Ne ho tante di tante di paure sai? Ma a Lui dico sempre la verità. Ma a te che importa? Santo cielo! Quanto ho parlato, avevo proprio bisogno di sfogarmi, di sentire una persona amica, che ti ascolta. Sai, ultimamente avevo ricomprato quella robaccia, ma poi l’ho buttata nel vasone e ho tirato lo sciacquone: ho vinto. Capito? Ho vinto. A te posso dirlo perché mi capisci, mi conosci, sei affettuoso, sei un amico Giulio. Giulio? Ecco chi sei! Come sono contenta, mi cadono le lacrime. E chi poteva telefonarmi la mattina di Natale se non te? Come sono felice, mi hai tolto dall’apatia, non puoi immaginare che regalo mi hai fatto. Grazie, grazie. Dio come sono contenta! Piango di gioia: Buon Natale anche a te e alla tua famiglia. Ora mi cambio ed esco, voglio portare almeno dei fiori sulla tomba dei miei genitori. Grazie, grazie, ti abbraccio forte. Ciao.
Rimasi con il telefono in mano. Mi asciugai gli occhi, qualche lacrima mi offuscava la vista, ma sorridevo felice. Mia moglie mi guardava, non capiva. Le spiegai tutto e anche lei si mise a piangere.
Fuori, il campanile suonava a festa.
Giulio.lu Natale 2009
Liola, scusa di cosa?Apprezzo quello che hai scritto, ognuno si esprime da quello che sente nel cuore.Non deve fare un piacere a colui che ha scritto , ma alle sensazioni che ha provato nel leggere l’elaborato. Grazie Liola.Titina , dolce nei mie confronti come sempre, ti ringrazio.
Grazie Pino del tuo profondo pensiero.
sai giulio quante persone a volte han voglia di dire 2 parole anche solo per scaccia timori paure ansie sciocche e stupide che troppo spesso il mondo attorno ce butta addosso per il gusto de vittimizza. così secondo loro raddrizzano, fan repulisti dan esempi de amministrà lodevolmente mentre invece stan solo a tartassa’ deboli scusa m’è venuto così il mio commento ciao
Giulio, dal tuo racconto traspare una grandezza d’animo non comune che testimonia, ancora una volta, la brava persona che sei. Leggendo mi sono commossa e ti ho anche un po’ invidiato, perchè con quel gesto di altruismo, tu sì che hai fatto un “Natale coi fiocchi”!!!Bravissimo, Giulio!
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Giulio, la “Provvidenza” si serve di tutti noi per incidere in positivo nelle umane vicende in quella occasione si è servita di te per scuotere una persona in difficoltà che comunque ha mostrato voglia di cambiamento, Giulio grazie per avercela raccontata. Auguri.
Dovrei fare un sincero ringraziamento a ciascuno di Voi, per le belle parole che avete scritto, tutti. La sostanza comunque è concreta e condivisa .Non mi resta che abbracciarVi ed augurarVi a tutti Voi e alle Vostre Famiglie, i Migliori Auguri di Buon Natale . Grazie per avermi, ancora una volta, letto.E siccome è quasi Natale , lascio stare la frase finale…e mi firmo- Giulio Salvatori
Giulio.Una storia bella da libro cuore bravo, approfitto perché, Voglio augurare un buon Natale di solidarietà e amore verso il prossimo.
A tutte le persone che sono sole e che non sentono più nel cuore la fiammella dello spirito natalizio, A chi attende con ansia, a quegli anziani soli, che si sentono di peso per la società a tutti i bambini agli eldyani di cuore Buone feste.
Che dirti, Giulio!!!!!Ancora una volta hai fatto centro toccando le corde del nostro cuore. Riesci sempre con un semplice “racconto” (solo apparentemente) a comunicare emozioni. Bravo Giulio, davvero BRAVO!!!!!!!
straordinaria la tua sensibilità!
Lei si sentiva veramente sola,arrabiata col mondo intero,
tu sei riuscito a tirarle fuori il suo animo.
Le sue preghiere dette a modo suo stai pur certo che il Buon Dio le ha ascoltate
Racconto di alto contenuto etico
Una vera lezione di vita
Da una parte indulgenza e tolleranza che, sia pure con lieve dubbio velocemente scomparso, diventa solidarietà, necessità di portare conforto, di dare alla persona in difficoltà quel senso di solidarietà indispensabile a riacquistare la fiducia verso una esistenza diversa. Questo ritengo che non sia poco, e aggiungo anche, con estrema convinzione, che sono comportamenti che danno alla vita tiepido calore e un fiducioso colore di rosa.
Dall’altra parte una persona sfortunata, sfiduciata e in un primo momento diffidente, ma quando comprende il significato di quella telefonata, si smorza ogni resistenza e l’atteggiamento diventa morbido, composto, perfino grato e riconoscente. Si convince allora che può farcela a rientrare a testa alta nella società perché sa che ci sono persone come il “benedetto toscano” che sempre dimostreranno disponibilità e solidarietà a coloro che, loro malgrado, non hanno avuto molta fortuna nella vita.
E non mi posso esimere dall’augurarmi, in particolare in questo periodo di festività, che nella vita ci sia sempre meno gente sfortunata e molte di più come il nostro “amico” (e mi vorrà perdonare per la mia invadenza se lo chiamo amico) Giulio il “benedetto toscano”.
Spero di non averti tediato Giulio
Ciao alla tua prossima bella commovente narrazione.
Flavio.
come vorrei che tante persone fossero come te giulio…..compresa me …..Auguri giulio un sereno natale a te e alla tua famiglia
giulio che dire… mi hai fatto commuovere purtroppo certe persone son difficili da avvicinare…ma se riesci è un gesto impagabile ciao giulio complimenti!!!!!!!!! come vedi oggi son riuscita pure a lasciar commento ciao ♣
Buon Natale, Giulio. Il racconto è ben messo, scritto benissimo. I personaggi un po’ così ma ce ne sono tanti di questa fatta. Egocentrici seppur nel dolore. Ma tu giustamente hai raccontato una storia, non hai fatto una morale. Sei il solito grande.
Bella storia, Giulio, veramente bella. Ho le lacrime agli occhi anch’io! Grande sensibilità la tua, complimenti!
Auguri di cuore per le prossime Feste.