La Spezia è al limite tra Liguria e Toscana e Giuliano, che è tosco-ligure, ci propone un suo ricordo di gioventù, proprio di quella terra.

Spezia

SAPORI & RICORDI di un tempo passato.
Il pomeriggio della domenica, dopo aver visto un film di seconda o terza visione al “pidocchietto”, ci s’incamminava verso i colli, dove in una trattoria, con i tavoli e panche in cemento all’aperto, era servita una buona mesciua, (Tipico piatto della cucina spezzina, fa parte della “cucina povera” e si tratta di una zuppa di legumi e cereali, prima lasciati a macerare in acqua e poi fatti bollire. Una volta terminata la cottura sono uniti in un’unica pietanza, condita con olio extravergine e pepe in grani. Nel dialetto il termine “mescciüa”significa “mescolata” o “ mescolanza”e deriva dal fatto che questa zuppa era preparata nella zona del porto dai pescatori con ingredienti scelti in maniera del tutto casuale e mischiati tra di loro).
Il buon Claudio, detto “Ciolinga” per la sua continua masticazione di chewing-gum, s’incaricava poi di andare, dal trattore, a prendere degli affettati.
Tornava con un vassoio di portata pieno di salumi, formaggio pecorino, acciughe di Monterosso condite con olio, aglio, origano e capperi, il vino rosso toscano.
Si terminava con un grappino e l’immancabile sigaretta “Nazionale” senza filtro (acquistabili anche sciolte.)
Ritornati in centro città, si entrava in un fabbricato, dove nel salone centrale una signora, con mano una pompetta carica di DDT, esortava i presenti ad andare in camera……….omissis.
Prima di rientrare a casa ultima sosta in un bar per bere un vermout e una tirata di sigaretta, poi via
a dormire (il giorno dopo ci aspettava il lavoro: dieci ore al giorno sabato mezza giornata 25 lire l’ora) felici, spensierati e fantasticando su cosa ci riservasse il futuro, in tasca avevamo la “cartolina di precetto” per la leva militare.
Le giornate erano lunghe le ore erano vissute intensamente; non si stava davanti alla TV, non la possedevamo, né tantomeno davanti ad un PC: lo dovevano ancora inventare.
Quelle domeniche le rimpiango.
Le rimpiango come non mai.

mesciua-spezzina

Una breve nota su la Mesc-ciùa spezzina:
è il piatto simbolo di La Spezia.
Incontro fra la cucina ligure e quella toscana è un miscuglio di cereali e legumi (farro, orzo, cicerchie, lenticchie, ceci, fagioli cannellini, grano saraceno) cotti semplicemente con olio, sale e pepe nero.
Questa zuppa è un piatto popolare, nato dalla fantasia e dalle necessità delle mogli dei portuali che, si racconta, andassero con i figli a raccogliere, con le mani e con le scope, sulle banchine del porto della Spezia (“il porto delle spezie”) tutto ciò che era caduto dalle fenditure dei sacchi trasportati e scaricati dai vascelli, carichi di granaglie.
I chicchi, anche di cinque o sei tipi diversi tra cereali e legumi, erano lavati e cucinati. Il mesc-ciùa spezzino non ha quindi una ricetta fissa e immutabile, ma varia dalla quantità e dalla varietà degli ingredienti, frutto della raccolta.

Giuliano4.rm   2  marzo  2010

7 Commenti a “SAPORI & RICORDI scritto da Giuliano4.rm”

  1. giuliano4.rm scrive:

    Commenti abilitati
    Per GIULIO SALVATORI
    solo oggi ho letto il tuo commento del novembre 2009,riguardo eldy,i nik e altro e mi trovo d’accordo con te su tutto.
    Ti ringrazio anche per il commento a “Sapori & Ricordi”
    Dato che spesso l’estate vado a Marina di Carrara chissà che non ci incontriamo camminando lungo la spiaggia io verso sud e te verso nord!
    Un saluto e spero di incontrarti in Riflettiamo.

  2. Franco Muzzioli scrive:

    Caro Giuliano ,ho un piccolo appartamento alla Serra di Lerici e dalle finestre vedo la strada per Montemarcello e gli oliveti che degradano fino a Tellaro ,che alla notte appare come un immobile presepe.Il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli di Fiascherino sono a volte un tenue sottofondo .Come non si può amare questa meravigliosa terra,che ad ogni angolo fa stupire lo sguardo. Rendo omaggio anche alla mescùa ,che cerco di mangiare tutte le volte che posso. Un caro saluto a Te e al golfo dei Poeti.

  3. Giulio Salvatori scrive:

    E bravo Giuliano . Io e Te, siamo a un tiro di schioppo, come dice un vecchio saggio. Ci “divide” la Lunigiana . Comunque dal pontile di Forte dei Marmi, si vede il Golfo di La Spezia…Evviva la grandezza della semplicità .Grazie

  4. pino1.sa scrive:

    Giuliano, ho letto il tuo racconto alle 12,15, già avevo un leggero languorino adesso mi è venuta una fame, ma non c’è tempo per preparare la “mesciua” preparerò invece una bella pasta al sugo e poi lo si sa noi a Napoli siamo degli spaghettari. Comunque complimenti un bel racconto semplice ed essenziale.

  5. giovanna3.rm scrive:

    Giuliano, veramente interessante e spontaneo il tuo racconto dei tempi andati, espresso con semplicità ma accattivante.
    Complimenti.

  6. titina.is scrive:

    Bello, Giuliano, proprio bello il tuo scritto!Uno spaccato di vita vissuta, la descrizione di una realtà completamente diversa dalla mia prevalentemente contadina, nella quale le donne invece che nel porto, andavano a raccogliere le spighe lasciate nei campi di grano dopo la mietitura ( la spigolatrice di Sapri docet ahahaha!)e anche da noi si usava preparare un’ottima zuppa di farro e legumi, infatti, come si dice, “ogni mondo è paese”! Complimenti Giuliano ti ho letto con vero piacere!!!

  7. Lorenzo.rm scrive:

    Posso dirti, Giuliano, che ho provato, leggendoti, un vero godimento culturale? Tutto bello nel tuo scritto, con veri “sapori e ricordi” e senza alcun’altra tentazione. Vogliamo dire anche che i liguri sono persone straordinarie?

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