AGORÀ (attualità, politica, società)

Apro i giornali, oggi 30 aprile e leggo i soliti titoli di sempre:
“13 milioni di italiani in vacanza per il 1° maggio”  “Ponte da record”  “Record di presenze a Roma”…

È pur vero che il primo maggio è anche una festa della primavera, infatti in Francia è quasi obbligatorio donare un ramo di mughetto, simbolo di felicità che ritorna e portafortuna. Fu nel maggio del 1561 che Carlo IX introdusse l’uso d’offrire il mughetto come amuleto.


Per celebrare il ritorno della bella stagione, nell’antichità i navigatori si rimettevano in mare al 1° di maggio e nel medioevo era la data in cui ci si fidanzava.
In Scandinavia si celebra da sempre con balli e feste questa data.

Ma non dimentichiamoci che il 1° maggio è la festa dei lavoratori. Di tutti i lavoratori!
I lavoratori di qualunque categoria, di qualunque ceto e di qualunque razza essi siano.
E allora più di un pensiero vada ai lavoratori in nero e alle morti bianche e credo che il vero modo di “festeggiare” questa ricorrenza, sia di volgere la mente a tutti coloro che lavorano soffrendo o soffrono per non poter lavorare, perché il lavoro non ce l’hanno più. Gli ideali, i sogni sono stati solo sogni? dove sono finiti? (paolacon)

Riflessioni di Franco Muzzioli
In una Nazione, dove nella sua Costituzione il 1° articolo fondante recita: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, la ricorrenza del 1° maggio dovrebbe essere la festa nazionale.
Nella storia questa data nasce come momento di lotta di tutti i lavoratori per affermare i propri diritti, per la settimana corta per le otto ore e per liberarsi dagli sfruttamenti.
Ma oltre ad un’ovvia retorica, guardiamo in faccia alla realtà; quotidianamente in Italia vi sono 2.500 incidenti nei luoghi di lavoro, 3 persone muoiono e 27 rimangono permanentemente invalide per mancanza di prevenzione, se facciamo il conteggio annuo risulteranno cifre degne di una guerra.
Ci si avvia verso i 4.500.000 disoccupati, senza tener conto dei lavoratori senza tutele (lavoratori in nero), senza tener conto dei lavoratori extracomunitari (lavoratori in nero, maggiormente sfruttati) e la situazione, visti gli andamenti economici europei, non può che peggiorare.
Con queste premesse la festa del 1° maggio 2010 assume un valore simbolico importantissimo.
Noi ex lavoratori (pensionati), lavoratori, disoccupati, cassintegrati, sfruttati, dobbiamo fare fronte comune e chiedere a chi ci governa di non disperdere le scarse risorse in programmi spesso irrealizzabili e volti all’interesse di pochi , ma tornare a guardare al lavoro e ai lavoratori, come unico mezzo per risalire la china di una grave crisi economica. (Franco Muzzioli)


Ricordi di Alba Morsilli
Vi racconto il mio 1° maggio di tanti anni fa.
Per tutti era festa, ma noi ospedalieri siamo un mare di persone che lavorano nel sociale, perciò non c’è festa che tenga.
Ero entrata nell’istituto senza raccomandazioni.
Al comando vi erano le suore dell’ordine Brignoline.
Per castigo che d’estate ero entrata a lavorare con le maniche corte mi ha mandato in cucina generale.
Mi tremavano le gambe, mi trovavo davanti a quel pezzo di donna con il velo in testa, dalla voce rauca e con spiccato dialetto bergamasco.
Succube delle angherie per causa della mia voce stonata.
Da ricordare che tutte le mattine alle 6:30 messa, alle 7 si iniziava a lavorare, durante la messa si cantava  e la suora mi ha dato una gomitata, perché cantassi. Quanto ho aperto la bocca una gomitata per tacere.
Non meritavo il caffè che offriva cos’ io lo vedevo solo bere e ci perdevo le bave.
Questo il clima lavorativo.
Non lo dimenticherò mai era il 1° Maggio del 1982 quando davanti ai fornelli
con 3 padelle dovevo fare le omelette per tutti i bambini dell’ospedale.
Lei si è innervosita per la mia lentezza e senza pensarci due volte mi buttò l’olio bollente sui piedi.
Per paura di perdere il posto di lavoro strinsi i denti dal dolore e andai avanti.
Questo il mio 1°Maggio del 1982. (Alba Morsilli)

Qui di seguito la poesia di Lorenzo Tabarella (il poeta cavatore prematuramente e tragicamente scomparso)     “1° maggio”

12 Commenti a “1° maggio 2010”

  1. franco muzzioli scrive:

    I commenti di questo articolo, vanno ben oltre all’articolo stesso e sono un documnto che dovrebbe essere conservato e maggiormente evidenziato. Sono spaccati di vita lavorativa spesso commoventi e che rappresentano nel modo più genuino la storia del lavoro italiano. Grazie ,grazie a tutti cari amici ,bellissima pagina della quale tutti potete andare fieri.

  2. lorenzo3.an scrive:

    Che bella festa!!!! Ma i nostri politici capiscono l’importanza che ha per i lavoratori un giorno che ci ricorda di essere uniti, per il proseguo della nostra vita quotidiana, se non c’è lavoro, se non si da una possibilità a chi lo vuole. Vi racconto un pò della mia vita sorridendo, pensando che ho fatto di tutto per avere una ragione per vivere, cameriere, lavapiatti, agente di custodia e infine il libero professionista, sapete le soddisfazioni più grando le ho preso quando ero alle prime armi dove tutto era semplice e lineare con il lavoro che si faceva, guadagnavi quel tanto per vivere, per non trovarti alla fine del mese a tirar la cinghia, cosa che oggi invece si deve fare per forza e per poter continuare a vivere sereni, ma la pensione, lo stependio di oggi sono paragonabile a ciò che si prendeva una volta, che festa è se per fare un 1°maggio all’insegna del divertimento, devo togliere alla famiglia il sostentamento fino alla fine del mese. Molti hanno parlato dei loro lavori, sicuramente si ricorderanno che una volta la festa dei lavoratori era una comunità che seguiva ciò era di più logico, divertirsi e mangiare magari con gli amici. Al contrario oggi succede che dobbiamo guardare quei pochi personaggi che dicono che il mondo del lavoro è uguale a 30 anni fa, ma ci stanno con la testa o dobbiamo fargli capire che il mondo è cambiato in favore di chi ha solo soldi, e non per i lavoratori. Mi meraviglio ancora che si parla di ugualità tra le persone, ma dove stanno quei 1500 artigiani che abitavano nella mia zona e davano lavoro a migliaia di persone, che cosa sono le grandi industrie, se un diversivo per disperdere le nostre origini sul lavoro?, Per voi vi sembra giusto che spariscono i sogni dei nostri padri, accumulare la più grande quantità di lavoratori dando a loro ogni tipo di specialità e sicurezza familiare? Sono spariti i garzoni, gli allievi e i veri maestri delle vere specialità su un vero lavoro. Sono arrivato al punto che ognuno di noi pensa per se, non da forza a chi non ha lavoro, fare in modo di dare lavoro, no!!! oggi si pensa solo ai viaggi, ai divertimenti, si pensa poco alla salute, e pochissimo a chi non ha lavoro, MA CHE RAZZA SIAMO DIVENTATI?. Scusate lo sfogo, ma per me il 1° maggio è diventato solo una presa per i fondelli.

  3. Gugli scrive:

    Commenti abilitati
    Voglio cominciare il mio piccolo commento, nel ricordare i tanti lavoratori che sono caduti sul lavoro, e anche i tanti che sono caduti per difendere il posto di lavoro. Non basterebbero giorni e giorni per raccontarvi la mia vita lavorativa, non sono un intelletuale sono un metalmeccanico(Pensionato)e vengo da famiglia di operai, mio Padre era un operaio chimico e mia Madre una infermiera, Quello che posso dirvi la fabbrica per me è stata una esperienza di vita li ho appreso il bello e il brutto del genere umano e mi ha fatto diventare uomo. Adesso è cambiato il mondo e anche il posto dove lavori subisce delle trasformazioni dovute a tutto anche nella produttività. Di lotte ne ho fatte tante enzi tantissime, lotte giustissime per tutto sia per il posto di lavoro , che alle scadenze dei contratti,nello sciopero non è tutto negativo,si lotta per migliorare la vita dentro e fuori della fabbica mai fermarsi, la vita è una lotta amici mai, nessuno regala niente non vi pare…e una ultima cosa non vi è democrazia senza sindacato, ecco come la penso grazie dell’attenzione G.

  4. cicco53 scrive:

    ciao a tutti
    i commenti sono tutti molto belli con vissuti sofferti per ricordare la festa del primo maggio,con momenti e avvenimenti sorici.
    I miei vissuti lavoartivi sono stati tutti o quasi positivi,ho avuto la fortuna di fare un lavoro dove il padrone eravamo noi stessi,cioè in un contesto di gruppo con condivisione ad afrontare le varie problematiche di qualsiasi natura,con un obiettivo di soddisfare le nostre aspettative e quelli del cliente.Ancora adesso che sono in pensione ci teniamo in contatto tramite posta elettronica e alcune volte incontri serali a cena ,e ogni volta ha un significato diverso per noi, siamo diversi con aspettative nuove ecc.Io penso che i Primo Maggio va ricordato come un evento che ha trasformato il nostro modo di essere con finalità di democrazia e rivendicazini storiche che hanno dato vita ad un rinnovamento di confronto e di condivisione.La musica per la ricorenza è la dimostrazione evidente che unisce tutti i popoli a confronatrsi e con i suoi contenuti a testimoniare le varie fasi di libertà per una conquista del posto di lavoro,noi adulti dovremmo essere li con i giovani a condividre ,con momenti di allegria e di gioia ballando e saltando per un primo maggio senza descriminazione

  5. alfred-lollis scrive:

    come disse un grande partigiano:
    NO NON DIRE CHE NON NE VUOI PIU’ SAPERE.
    RICORDATE CHE QUELLO CHE E’ SUCCESSO E’ SUCCESSO PERCHE’ NON NE VOLEVAMO PIU’ SAPERE.

  6. alba morsilli scrive:

    quanti discorsi oggi faranno i nostri sindacalisti enoi lavoratori siamo sotto il palco ad ascoltare con bandiere ebattiamo le mani.
    Ma è mai possibile che dormano tutto l’anno e si risvegliano solo per il 1maggio?
    Quando veramente erano una forza gli abbiamo sentiti al nostro fianco hanno lotato con noi per i nostri riditti mentre diciamocelo chiaro sono andati in lettargo enoi stracciato la tessera. non ci difende nessuno, sono anche loro degli umili servi senza spina dorsale.
    Avete mai provato ad aver bisogno di loro ?IO mi auguro di no perchè perdereste del tempo e nien’altro

  7. nadia 8 rm scrive:

    E’vero,il primo pensiero va a chi ha perso la vita sul posto di lavoro,che Dio li abbia in gloria…tutti.Ho lavorato 45 anni in nero,cioe’ senza assicurazione,senza sanita’e senza pensione.Solo i primi anni sono stata regolare,e ricordo le lotte per affermare i nostri diritti,quasi sempre si otteneva quel poco che si chiedeva.In quel periodo esistevano veri sindacati che difendevano il lavoratore,ora? …i sindacalisti parlano parlano parlano,e nn fanno altro.Ma ci rendiamo conto che per i nostri giovani non c’è futuro?,iniziando dal lavoro a tempo(cio’ significa che se si è fortunati si lavora per un anno,ai contratti co co co ….che si sono inventati i signori politici (onestamente non so se di destra o di sinistra),ma nessuno ha fatto nulla per porre rimedio. Ora io mi domando il motivo per cui bisogna festeggiare.Ricordare ,si,ma festeggiare non mi sembra il caso,allo stato attuale delle cose.

  8. lieta scrive:

    alba ciao quella non era una suora mi spiace nell’82 ancora quelle vergogne

  9. alfred scrive:

    Commenti abilitati

    Dal latino festum e dall’aggettivo sostantivo dies festus (giorno di festa), il termine indica “gioia pubblica, giubilo, baldoria”.

    Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa di produttivo, traendone un vantaggio generalmente economico. Infatti con il termine occupato si definisce lo status del lavoratore, e con il suo opposto, disoccupato, si definisce lo status di chi non ha un lavoro come soggetto in cerca di una prima occupazione.

    Di conseguenza festegiarre il lavoro significherebbe festeggiare un qualcosa che si ha .
    Festeggiare un qualcosa che si ha vuol dire essere felici di averlo, gioire di possedere quella determinata cosa, tanto da dedicare una giornata particolare a quella determinata cosa. Gioire tanto da decidere di festeggiarla tutti insieme per essere tutti partecipi di quella gioia.

    Gioire tutti insieme, gioire nel sapere che anche gli altri sono felici. gioire perchè di questa felicità ne gioisce la famiglia, la collettività, ne guadagna una società , un paese, il mondo intero.

    Purtroppo non è cosi: troppe persone non hanno il pretesto per festeggiare . Glielo hanno tolto. Non festeggeranno loro, le loro mogli, i loro figli.
    I licenziati, i cassaintegrti, i disoccupati, gli extracomunitari che qui hanno sperato. Non avrano motivo di festeggiare.

    Oggi è il Primo Maggio festa dei Lavoratori . Siamo tutti Lavoratori ma non tutti con la voglia di festeggiare.

  10. Giulio Salvatori scrive:

    Scusatemi, mi è rimasto nella penna ancora un pò di inchiostro Uno come me,che ha visto mani callose, mani gonfie dalla fatica,faccie bruciate dal sole e dal freddo,la morte negli occhi… mi viene da pensare se:- oggi è una festa , o un giorno da riflettere , pensare, meditare…-Le cifre di Franco Muzzioli, ci sbattono in faccia l’amara realtà, altro che ponti e lustrini.Quando ero giovane, c’era un motivo bellissimo che mi faceva venire i brividi , per l’armonia e la dolcezza,questo era il titolo- Fumo negli occhi- Ricordate? Anche oggi è attuale.Perdonate il mio pensiero. Il solito maledetto toscano

  11. Lorenzo.rm scrive:

    Buon Primo Maggio a tutti. Festa dei lavoratori e festa del lavoro. Ma anche festa della fratellanza (e sorellanza). Festa, comunque, per tutti. Il garofano è il simbolo di oggi. In Italia come in tutto il mondo.

  12. Giulio Salvatori scrive:

    Riporto alcune frasi di Lorenzo Tarabella un -Poeta Cavatore- del 1947. e noterete che ben poco è cambiato per la gente che lavora. (…) Inizia la sfilata, laggiù la musica attacca, il tuo inno prorompe, s’innalza.Ora siamo immobili nella piazza, ascolti il compagno oratore, nemmeno un rintocco di campana per i nostri morti.Sotto le bandiere , rivedi i soprusi, l’ingiustizia, la miseria, la verità.(…) Nella toppa di sangue raggrumato, un profondo palpito del cuore.E le lacrime scendono, scendono (…) e speri in un Domani che verrà.

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