Il razzismo: uno dei mali più gravi della nostra società
Il razzismo non è certo un fatto recente nella storia dell’umanità, anche se proprio nel nostro secolo i crimini più spaventosi, come le campagne di annientamento e l’organizzazione di genocidi, sono stati compiuti in nome dei miti razzisti.
Il concetto di “umanità” in tutta la profondità e la vastità del termine, è una scoperta abbastanza recente che coincide con la possibilità di rapidi spostamenti e quindi con quella di penetrare la cultura e i problemi di popoli lontani e di vederne la radice comune. Per millenni la concezione di umanità si è ristretta a quella di tribù, senza estendersi oltre i limiti del villaggio. Più tardi i Greci e i Romani considerarono “barbari” coloro che stavano al di fuori della loro cultura, introducendo nel termine una notevole componente discriminatoria, che si traduceva, sul piano pratico, in una serie di esclusioni, di limitazioni, di divieti.
La formulazione teorica del mito della razza è però un fatto piuttosto recente: si può farlo risalire alle opere del Gobineau, anche se lo studioso francese riteneva che le principali razze umane, la bianca, la gialla, la nera differissero per attitudine e tendenze e non che una delle tre fosse superiore alle altre. Furono però le formulazioni del Gobineau, fraintese ed erroneamente interpretate, le basi di quelle teorie pseudo-scientifiche che furono sfruttate poi a fini politici ed espansionistici.
L’opera di Hitler: “Mein Kampf” (la mia battaglia) rappresenta l’esempio più significativo di questo processo. Cosi per l’ariano dominare gli altri popoli diventa un diritto, poiché egli è definito “il Prometeo dell’umanità”, destinato a propagare la propria luce sulle altre creature.
Dichiarazioni come queste furono, accolte con entusiasmo appena qualche decennio fa, e le loro conseguenze pratiche furono una guerra sanguinosa, i campi di sterminio e tutte le atrocità che conosciamo .
La conoscenza di tutti questi errori non è però sufficiente a porre fine alla piaga del razzismo: l’odio represso, la rabbia contenuta esplodono quotidianamente in episodi di inaudita violenza di cui sono vittime, nelle comunità segregazioniste del Sud Africa e negli Stati Uniti d’America, gli uomini di colore, oppure i cattolici nell’Irlanda del Nord, o gli ebrei in Russia, tutti coloro, insomma, che, appartenenti a gruppi minoritari, sono sottoposti a tutti i doveri connessi con l’appartenenza a una data comunità, ma sono costantemente esclusi dalle leve del potere.
E’ interessante notare come in questi ultimi tempi il problema razziale si sia sempre più identificato con quello sociale, con quello degli oppressi nei confronti degli oppressori, con la lotta di classe.
Ecco come si espresse nel lontano 1965 MalcomX, uno dei più notevoli rappresentante di un famoso movimento americano volto a perseguire l’eliminazione delle diseguaglianze. Pronunciò poco prima di morire assassinato: “Viviamo in un’epoca rivoluzionaria e la rivolta dei neri americani fa parte della generale ribellione contro il colonialismo e l’oppressione che caratterizzano il nostro tempo. Quella a cui assistano oggi è una ribellione generale degli oppressi contro gli oppressori, degli sfruttati contro gli sfruttatori”.
Un altro carattere interessante che emerge dalle nuove istanze antirazziste, sta nella qualità delle rivendicazioni: gli elementi più avanzati e progressisti non si limitano più a chiedere l’integrazione, cioè le equiparazioni radicali dei diritti con i bianchi o secondo le situazioni, con i gruppi che tengano il potere; ma esigono delle trasformazioni radicali, per cui qualsiasi genere di esclusione risulta inefficace e inattuabile.
Il problema del razzismo e delle disuguaglianze è dunque visto come la conseguenza di un certo sistema e quindi eliminabile con il cambiamento di quest’ultimo. È difficile prevedere quali saranno gli sviluppi di questa lotta, ma è già un’ottima cosa che, ai giorni nostri, nessun conflitto possa svolgersi senza venire discusso, approvato o criticato in tutte le parti del mondo .
cicco 14 maggio 2010
Il razzismo esiste ovunque vivano gli uomini. Il razzismo è nell’uomo. Si è sempre lo straniero di qualcuno. Imparare a vivere insieme, è questo il modo di lottare contro il razzismo.
Bisogna combattere il razzismo perché il razzista è nello stesso tempo un pericolo per gli altri e una vittima di se stesso. E’ in errore e non lo sa o non vuole saperlo. Ci vuole coraggio per riconoscere i propri errori. Non è facile ammettere di aver sbagliato e criticare se stessi.
Il razzista è prigioniero delle sue contraddizioni e non ne vuole venire fuori. Quando uno riesce a uscire dalle sue contraddizioni, va verso la libertà. Ma il razzista non vuole la libertà. Ne ha paura. Come ha paura della differenza. L’unica sua libertà che ama è quella che gli consente di fare qualsiasi cosa, di giudicare gli altri e di permettersi di disprezzarli per il solo fatto di essere diversi.
Tahar Ben Jalloun – tratto da Il razzismo spiegato a mia figlia
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Forse il razzismo di per se stesso non esisterebbe neppure.
Se non ci fossero le differenze di colore della pelle come distingueremmo il “diverso”? forse dal colore degli occhi?. è sucesso!. Dalla diversa foggia dei capelli ? È successo anche questo. Dalla statura? Anche . Da quanto uno mangia? Qualcuno vorrebbe mangiare tanto uguale. In uno stesso stato le differenze si fanno tra nord e sud.
Nella stessa citta tra centro e periferia, nello steso paese tra don Camillo e l’onorevole Peppone , tra le due squadre di calcio.
Tutto questo rimane nel folclore fintantocchè le cose vanno bene per tutti. Non appena cominciano le difficoltà ecco che allora le “differenze” vengono prese a pretesto per indicare il pericolo, il”nemico”Ecco che c’è qualcuno che ci presenta il capro espiatorio. La causa di tutti i nostri mali. Allora diventa necessario sterminare tutti gli indiani, tutti gli ebrrei, tutti i malati, tutti gli zingari e tutti gli omosessuali.
Una volta fatto tutto questo avremo esorcizzate le nostre paure.
Come ci hanno detto di fare.
Anch’io voglio segnalare un libro: “Armi, acciaio e malattie” di Jared Diamond, nel prologo dice “Le teorie basate sulle differenze razziali non solo odiose, sono soprattutto sbagliate”.
E’ un libro di antropologia, magari un po pesante per qualcuno, ma è incantevole come analizza scientificamente i 13.000 anni di storia del mondo: magari facendo un salto in biblioteca e sfogliandolo un pò ci si arricchisce ulteriormente.
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La scienza ha dimostrato che le razze non esistono sul piano biologico.Le differenze somatiche sono invece il risultato di un adattamento finalizzato alla conservazione delle specie.Dunque,il razzismo èun fatto culturale e l’antidoto non può che essere..la cultura.
Le nuove generazioni, fortemente acculturate, fanno esperienza quotidiana di interculturalismo già sui banchi di scuola e saranno loro a creare le condizioni per una società multietnica pacifica.
Il razzismo è un germe che si nutre di ignoranza, pregiudizio, paura per il diverso.In una fase di forte recessione economica, la paura viene costantemente fomentata e cavalcata a livello istituzionale: si trasferisce nel sociale.
Una integrazione autentica di popoli portatori di cultura diversa, che potenzialmente altro non è che arricchimento culturale (così come è sempre accaduto nella storia), deve essere pianificata attraverso strumenti giuridici(leggi) che considerino i nuovi venuti , non una anonima massa di usurpatori con i quali contendersi il lavoro, ma persone.
Da questo assunto bisognerà ripartire per garantirci una pace sociale nel prossimo futuro.
Occorre attrezzare una rete di servizi che costruiscano dei percorsi individuali (in parte già esistente)che si prendano carico ,per esempio, delle donne, che da sempre hanno il compito di veicolare messaggi all’interno del proprio nucleo familiare, e dei loro figli. Bisognerebbe anche riuscire ad abbattere le loro resistenze culturali ad una piena integrazione.
Non mi pare che in questo momento storico, nel nostro paese, vi siano le condizioni oggettive perchè una integrazione così articolata si possa realizzare appieno.
Penso però a M .L.KING :”I have a dream”: Quel sogno si è in parte realizzato. OBAMA è, sullo scenario del mondo , l’uomo nuovo che può accelerare un cambiamento culturale .
Io, quantomeno, ci spero.
Cicco, hai posto un grande problema che attiva anche in me una bella riflessione….ciao!!!
Credo che sia solamente questione di tempo, i giovani sono molto avanti su questo tema .Sono più a contatto con giovani di colore nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro. E’ vero che esiste anche, purtroppo , lo sfruttamento di queste persone:è solo questione di tempo. La Francia, per esempio, è molto più aperta di noi per ragioni che tutti sappiamo, legate al colonialismo…Ribadisco, secondo il mio modesto punto di vista, che è solo questione di tempo .
Commenti abilitati scusa lorenzo il tuo commento non rientra con il mio pensiero scritto nell’articolo,io non condanno nessuno ,ho voluto evidenziare il fenomemo del razzismo con una semplice lettura di riflessione,e non confondo l’emigrazione con il significato del razzismo ciao grazie del tuo contributo
Commenti abilitati bela alba la tua citazione ,detta del famoso scienziato,che condivido che è attuale un,il mi articolo vuole sole fare riflettere sul fenomeno di un cambiamento radicale di una società sempre multiraziale,la conferma è avvenuta penso molto bella e significante dalle elezioni del presidente dell’America con un volto di colore nero.Come ha sempre rivendicato Marti Louther king ,che le sue parole suonono con una sensazione formidabile “il mio sogno è quello che un giorno i gradini più lati ci sia una uguaglianza che vede neri e bianchi uniti “,io ci credo fortemente ciaooooo e grazie del tuo contributo
Grazie Paola
Paola ti ringrazio per il libro segnalato, sono andato a leggerlo e mi ha fatto doppio piacere trovarlo in un sito per
ragazzi della scuola media
Sperando che anche loro capiscono che cosa il razismo
grazie alba
Ti rispondo con l’intesa riflessione del celebre fisico
Albert Enstein (1879-1955)
Dove sembra quasi incredibile leggere frasi composte cinquant’anni fà ancora valide
un essere umano è parte di tuttoche noi definiamo “universo ”
una parte limitata nel tempo e nello spazio. L’uomosperimenta se stesso , isuoi pensieri ed emozioni come qualcosa di separato da tutto il resto, in effettisi tratta proprio di una specie di illisione ottica della coscenza.
Questa illusione è simile ad una prigione che ci costringe a pensare unicamenteai nostri desideri personali e limita il nostro affettosoloa poche persone che ci sono vicine. Il nostro compito dovrebbe essere quello di liberarci da questa prigione, ampliando il raggio della nostra compassione in modo da inelardere tutte le creature viventie l’intero mondo della natura in tutto la loro bellezza
Basterebbe ragionare a mente fredda per dichiararsi senza alcun dubbio antirazzisti. Poi ci sono tutti gli altri problemi aggiunti e giustapposti al colore delle pelli. Ed è lì che il discorso si complica e qualcuno, più che razzista, diventa stupido e chiacchiera invano. Non confondiamo il razzismo con i diversi giudizi sull’immigrazione.