AGORÀ (attualità, politica, società)

Una  vita si è spenta in modo tragico, drammatico  e plateale, i media ne hanno parlato moltissimo e su internet c’è stata una partecipazione incredibile. Pietro Taricone, è caduto falciato da un destino avverso. Ma da questo lutto io passo ad una riflessione che mi piacerebbe condividere con voi:
è giusto praticare degli sport così pericolosi? Provare piacere e divertimento affrontando un pericolo che ogni volta può essere mortale? Nessuno che pratica uno sport così violento sarà mai assicurato sulla vita da nessuna società.
Che ne pensate voi?
Il rammarico ed il dispiacere per una giovane vita persa è grande, ma non vi sembra che sia sprecato il modo come è avvenuto?


paolacon  30 giugno 2010

12 Commenti a “è giusto praticare sport con altissimo livello di rischio? scritto da paolacon”

  1. antonio2.li scrive:

    A proposito di pericolo ed imprudenze :

    Tanzania, gli elefanti caricano nella savana
    travolta e uccisa una turista italiana

    vale quello che è stato detto per il paracadutismo

  2. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Il paracadutismo nato come esigenza militare, poi diventato disciplina sportiva. Ogni anno oltre 500.000 persone nel mondo fanno un primo lancio.In base alle statistiche si ha un malfunzionamento ogni 1000 lanci, tuttavia ci sono persone che hanno avuto un’emergenza dopo 100 lanci e persone che per tutta la vita, o migliaia di lanci non l’hanno mai avuta. Statistiche USA hanno accertato che il rischio di morte nel paracadutismo è
    inferiore a quello che corriamo ogni giorno a causa degli incidenti stradali. È solo diversa la percezione.
    Pensiamo alla formula uno, al moto gp, alle corride! etc. Sport estremi dove l’uomo compete cercando di superare gli altri. Nascondendo, forse,anche..un desiderio inconscio irrefrenabile di misurarsi con se stesso. Ma anche uno stimolo ad essere considerati degli superman con tanto di gloria e guadagno. Già In epoche lontane i gladiatori combattevano per la loro libertà personale, ma vi erano anche dei gladiatori professionisti che combattevano per essere considerati degli eroi. Comunque rimangono delle scelte personali. Ma che dire degli animali… che vengono coinvolti in giochi/sport mortali e strazianti dall’uomo, contro il loro volere! Certo, però… questa è un’altra storia.

  3. antonio2.li scrive:

    La libertà individuale permette ad ognuno di noi di fare nell’ambito del lecito quel che si vuole.Quindi anche la scelta di un tipo di sport è del tutto libera.Mi vien solo fatto di criticare quegli sport che essendo pericolosi coinvolgono le vite di altri. Come per esempio le scalat che coinvolgono in certi casi le vite delle guide che spesso per salvare degli imprudenti ci lasciano la pelle.O le uscite in mare fatte da gente che del mare non sa nulla e che mette a repentaglio la propria vita e quella di altri.Ma nel caso del paracadutismo visto che la si pratica da soli e visto che è possibile che il paracadute non si apra io rispetto la scelta individuale vada come vada .

  4. luiginaelena scrive:

    Si è giusto praticare questi sport estremi(chi vuole naturalmente)l’uomo è fatto per sperimentare ,per vivere emozioni,per attraversare nuovi confini…purtroppo accadono delle disgrazie,ma l’uommo continuera a mettersi alla prova …..un saluto caro a questo ragazzo………………

  5. Lorenzo.rm scrive:

    Personalmente provo rammarico e dispiacere. Punto. Quanto allo spreco, lascerei perdere perché o è una risposta scontata o dovrei prendermela col morto.

  6. rosaria3.na scrive:

    Si puo’ anche uscire di casa ed essere investiti da un’auto. Percio’, si, è vero che molti sport, sono estremi e quindi rischiosi, ma il rischio fa parte della vita!!!!! Quando è arrivata l’ora non c’è precauzione che tenga. Io in queste cose sono un po’ fatalista e credo in un disegno divino. La vita di ognuno di noi è predestinata.

  7. Giulio Salvatori scrive:

    Con tutta la mia partecipazione al lutto della famiglia , ma ripeterei, nella sostanza, le parole di Manuelamarchetto

  8. manuelamarchetto scrive:

    Di fronte alla morte di una persona siamo sempre dispiaciuti, ma (mi scuso se qualcuno si offende) non glielo ha mica ordinato il dottore di fare quello sport! E l’automobilismo? E il motociclismo? E tutti gli altri sports pericolosi? Scusate e quel povero operaio che muore in cantiere perchè cade dall’impalcatura, o folgorato dalla corrente e tanti altri, quelli stavano lavorando, mica divertendosi, stavano guadagnandosi il pane per la famiglia!

  9. popof scrive:

    Sino a ieri credevo che taricone fosse un appelattivo in un qualche dialetto, poi ho scoperto che era il Cognome di un giovane morto praticando uno sport.
    Chissà i suoi cari che dolore.
    Ma si muore anche attraversando una strada, fissando una tegola al tetto di casa o lentamente respirando le città.
    Vale sempre la pena di vivere l’anima a fior di pelle senza tante domande, piuttosto che invecchiare lasciandosi raccontare la vita, almeno per le cose che si riesce a fare.

  10. pino1.sa scrive:

    Intanto, Icaro docet…, il desiderio dell’uomo di volare è antico quando il mondo e pure il desiderio di onnipotenza, comunque penso che la tecnologia potrebbe venire incontro a questa voglia di estremo e far sì che meccanismi automatici possano intervenire al di la della volontà dell’Uomo di aspettare l’ultimo momento.

  11. lieta scrive:

    quando uno è padre anche per da’ esempio non deve mettere a repentaglio sè stesso con tale faciloneria, io la vedo così trovo assurdo che per far scorrere po’ d’adrenalina nelle vene si arrivi a sti punti cmq c’è libertà e ognun fa quel che vuole di se’ ciao

  12. ANGELOM scrive:

    A confronto di una vita che si spezza non è proporzionato il piacere per farlo, purtrtoppo queste riflessioni non si fanno quando la voglia è di dimostrare a se stessi e agli altri di essere grandi. La morte di Pietro è la terza avvenuta in questa città (Terni), sempre per tragici lanci dal paragadute, ma sono stati episodi diversi ma che riguardano sempre il fattore umano. La gente comune si chiede: chi gli lo ha fatto fare, queste sono cose che non s’impongono. La domanda che tu poni è soggettiva, ognuno ha il suo modo di pensare e di agire. Sicuramente quando succedono questi episodi straziano il cuore a chi ha un pò di sensibilità, ma non cambiano assolutamente nulla.

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