Seneca nel I° sec. d.C. scriveva queste riflessioni in merito alla felicità.
Non vi sembra molto attuale? Che cosa ne pensate?
(…) Non c’è nulla di peggio che seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che ci precedono, perché essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti. Questa è la prima cosa da evitare. Niente c’invischia di più in mali peggiori che l’adeguarci al costume del volgo, ritenendo ottimo ciò che approva la maggioranza, e il copiare l’esempio dei molti, vivendo non secondo ragione ma secondo la corrente. (…)
Ma si può definire ancora dicendo felice quell’uomo per il quale il bene e il male non sono se non un animo buono o un animo cattivo, che pratica l’onestà, che si compiace della virtù, che non si lascia esaltare né abbattere dagli eventi fortuiti, che non conosce altro bene più grande di quello che lui stesso è in grado di procurarsi, per cui il piacere più vero sarà il disprezzo dei piaceri.
Seneca, De vita beata
scritto da Lucy-TR
e brava marisa concordo pienamente con te ciao
la felicità è la somma delle virtu’ che ti compongono che sgorgano da te come acqua de pura fonte senza manco che te ne accorgi mentre credo che fa il mal sia molto + volontario anche per cattiva educazione esempi malvagi, mentre la felicità deriva dal segui’ esempi buoni costruttivi gioiosi perche’ fa il ben alla fine paga il ns animo buono e ci rende leggeri semplici belli senza orpelli sciocchi e pesanti la bellezza è purezza senza troppe pesantezze più si è naturalmente buoni + si è leggeri d’animo comprensivo pronti per vola’ verso la felicita’ infinita me fermo mo sto a disquisi cose difficili forse un po’ a compiersi ciao
la felicità per me è aprire la finestra al mattino e sentire che sono pronta ad affrontare la giornata nel migliore modo possibile
La felicità è un giorno di pioggia in cui assapori il ricordo di un giorno di sole.
Giusto, Lucy, l’ultima frase del tuo commento: “la felicità non è nelle cose, è in noi”, è il compendio di tutte le dissertazioni possibili sulla definizione di “felicità”.Ognuno di noi, nel proprio intimo, può raggiungere picchi altissimi di felicità che, pur se a volte sono di breve durata, lasciano il cuore appagato e lo rafforzano. Sono strafelice quando guardo la mia famiglia e vedo che in essa regna il sereno e la salute; sono iper felice quando la mia nipotina mi abbraccia e mi chiama “nonna morbidona”; sono felice felice quando so di avere superato un ostacolo difficile; sono extra felice quando qualcuno supera una malattia importante; sono felicissima quando vedo il “sorriso” sul viso del mio prossimo. Per me la felicità è tutto questo ed altro ancora, le poche ma forti bastonate che ho ricevuto dalla vita mi fanno apprezzare ogni giorno le cose semplici che mi rendono super-extra-iper felice!!!!
“La felicità non è nelle cose ,ma in noi” ripeto la frase di Lucy e mi raccomando ripetetela ogni giorno quando vi alzate la mattina.
la felicità ci abita ma troppo spesso la teniamo chiusa nel cuore per situazioni presenzialiste nun dobbiamo esse quel che ce sentiamo in core perchè saremmo semplici agli occhi stultorum è uno stadio di infantile vita completata dalle esperienze della vita che te fan esse e di be io continuo a esse così come me sento bene nonostante tutto ciao
Pino, mai detto che -ti fai scudo con la fede- sai la stima che ho nei tuoi confronti, ci mancherebbe .Qui ognuno di noi commemta come vuole .Resto del parere che bisogna dire quello che uno ha dentro di se, con la semplicità e chiarezza . Grazie Lucy
Grazie agli amici eldyani per aver commentato in modo egregio questo articolo. Ho voluto proporre questo tema,già altre volte trattato, facendone una lettura diversa.Volevo evidenziare come il pensiero di Seneca fosse di una modernità impressionante e che nulla è cambiato….
Calzante la frase di Snoopy “VERGOGNOSAMENTE FELICE”,tratta dal pensiero di Chalres M.Schulz,ormai entrato a far parte della letteratura moderna.Che dire del personaggio del film di Muccino;sempre di corsa, per vincere un destino avverso,per disperazione,alla ricerca spasmodica della felicità……
Aggiungerei “La felicità non è nelle cose,è in noi”
Lucy.tr non potevi debuttare con un argomento più tosto di questo comunque complimenti! se esprimo il mio concetto di felicità Giulio sarà pronto a dire che mi faccio scudo con la fede allora esprimerò a modo mio il concetto di felicità, magari sarà ancora più astratto ed Alba si agiterà ancora di più… pazienza! La felicità è quando nello stesso prato ci sarà il leone e la pecora senza che l’uno sbranerà l’altro e magari passando potremo accarezzare l’uno e l’altro.
aveve scritto tante belle parole ma molto astratte almeno per me. Io ho provato la felicità per un mio famigliare caro un ragazzo padre di un bimbo di 2anni che era condannato aun brutto male, che è tornato a sorridere ad amare la sua famiglia il suo bambino.
Sentivo dentro di me di aver raggiunto la felicità, la gioia la voglia di vivere, di apprezzare le piccole cose ero felice non per me ma felice per lui perciò doppia felicità
essere felici per gli altri vuol dire: amare senza invidia e ne gelosie il prossimo
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Ritengo la felicità uno stato d’animo intimo, personale e soggettivo, un dilemma ancestrale che si perde nella notte dei tempi, affrontato in varie forme da tutto il genere umano. Ecco un piccolo escursus sulla felicità.
La felicita La gioia non la si trova negli oggetti che ci circondano,
ma nel più profondo dell’anima.
(Madre Teresa)
La felicità sta nel gusto e non nelle cose;
si è felici perché si ha ciò che ci piace,
e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole.
(F. de La Rochefoucauld)
La felicità non è avere quello che si desidera,
ma desiderare quello che si ha.
(O. Wilde)
Per uno dei massimi poeti italiani contemporanei, Mario Luzi, la felicità non esiste. “Alla felicità io non credo”. È una chimera, un miraggio che ha effettivamente polarizzato singoli e collettività, masse umane addirittura, conducendole anche all’ecatombe. La felicità sarebbe uno stato durevole e io non la vedo possibile nella Terra, nella vita umana, negli accidenti che la compongono. Mentre, ecco, la gioia, per esempio è possibile. La vedo come un dono gratuito della vita che può scatenarsi quando uno non se l’aspetta neanche”.
Per la psicologa dott.ssa E Maino. Le emozioni sono componenti fondamentali della nostra vita, da esse, sovente, traiamo gli stimoli che muovono le nostre giornate. Seppure ogni singola emozione sia importante e permetta a chi la sperimenta di sentirsi vivo, l’uomo è soprattutto alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che lo facciano star bene e lo appaghino, in una parola è alla ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamato felicità . Quest’ultima è data da un senso di appagamento generale e la sua intensità varia a seconda del numero e della forza delle emozioni positive che un individuo sperimenta.
Questo stato di benessere, soprattutto nella sua forma più intensa – la gioia – non solo viene esperito dall’individuo, ma si accompagna da un punto di vista fisiologico, ad una attivazione generalizzata dell’organismo.
Molte ricerche mettono in luce come essere felici abbia notevoli ripercussioni positive sul comportamento, sui processi cognitivi, nonché sul benessere generale della persona. Ma chi sono le persone felici? Gli studi che hanno cercato di rispondere a questa domanda evidenziano come la felicità non dipenda tanto da variabili anagrafiche come l’età o il sesso, né in misura rilevante dalla bellezza, ricchezza, salute o cultura. Al contrario sembra che le caratteristiche maggiormente associate alla felicità siano quelle relative alla personalità quali ad esempio estroversione, fiducia in se stessi, sensazione di controllo sulla propria persona e il proprio futuro.
Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e’ dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case (Eugenio Montale)
“Non c’è nulla di pegio che seguire il gregge il gegge come fanno le pecore…”Poi, continuo io, ci si ritrova al merizzo senza via d’uscita, appunto come fanno le pecore.Altrettanto fanno i polli nel recinto:-si ammucchiano tutti in un angolo fino a soffocare.Se Lucy ha citato questo passo, credo che abbia voluto dirci di alzare la testa e, trovare ognuno di noi, un piccolo tassello di felicità. L’importante è di non andare dove vanno tutti, ma saper coltivare il proprio orticello della gratificazione.Credo che si debba scacciare con tutti i mezzi in nostro possesso, l’apatia, la noia, il lasciarsi andare.A scivolare verso il baratro è un attimo, a risalire , molto più difficile.Che poi, la felicità, è nelle piccole cose, nelle sfumature più sottili, nella carezza più ovattata, in un sorriso, in una sterra di mano, sentirci dire:-ti voglio bene- Poi, la vita è dura per tutti, appunto per questo che , scriveva un -Maledetto Toscano- che conosco bene.- ” Vi sono bellezze che non costano niente , che pochi sanno guardare ” Ecco! Se ognuno di noi si fermasse un attimo a guardare tutto quanto ci circonda, assaporare i profumi e le belle che Qualcuno creò per noi, impossibile non trovare un pizico di felicià.Non voglio essere maestro di vita, siamo tutti grandicelli, questa è un analisi che faccio sovente su di me.Usciamo da gregge , dal merizzo, dall’angolo della miopia, e son sicuro che, staremo meglio. Il solito Maledetto Toscano .
Felicita’è un bicchiere di vino con un panino la felicita’,è una mano sul cuore pieno d’amore la felicita’,come dice Albano.In parole molto povere mi basta poco per essere felice,saro’ una sempliciotta?.
La felicità, secondo me, è solo uno stato di grazia e di benessere temporaneo, talmente veloce che ce ne accogiamo sempre dopo. E’ alla prima difficoltà che la riconosciamo e l’apprezziamo facendo confronti tra i due stati emotivi (quello precedente e quello successivo). L’uomo è soprattutto alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che lo facciano star bene e lo appaghino, in una parola è alla ricerca di quello stato emotivo di benessere che comunemente chiamiamo felicità. Essa è data da un senso di appagamento generale e ritengo sia molto soggettiva.
Lucy, si tratta di una materia molto opinabile in relazione agli schemi che si applicano. Io sono felice se faccio quello che mi prefiggo nell’ambito delle possibilità che mi si offrono. Per cui è difficile che non sia felice. Ma se esco dal mio intimo e vedo quel che accade sono conscio che c’è ben poco da essere felici.
Lucy, che cosa è la felicità ? E’ la domanda delle domande. Per seguire il tuo articolo ,Seneca faceva coincidere felicità e virtù mediate dalla ragione. La vera saggezza stà nella pura contemplazione e la felicità vera non ha bisogno della “felicità”. Quasi Buddista come assunto e che condivido. Credo nelle regole e nei principi ,quindi la mia felicità deve muoversi entro questi binari. La mia felicità non deve soffocare od annulllare la tua. Felicità come libertà! La mia libertà non deve uccidere la tua libertà. Ma per toglierci dai massimi sitemi, penso che la felicità sia “accontentarsi” con gioia di quello che di buono ti dona la vita, la natura, la salute ,gli altri. La felicità, come ho già avuto occasione di dire, è una piccola cosa ,una situazione mentale e fisica ,mediata dalla ragione nell’ambito dei sentimenti e dei principi, una situazione che per un uomo fortunato ed ottimista può essere permanente. Io sono un uomo felice !
“La felicità è un cucciolo caldo”, dice Linus abbracciando Snoopy, nei “Peanuts”, gli indimenticabili fumetti di Charles M. Schultz
Ma cosa sia esattamente, la sensazione di essere felici, e come la si ottenga, è una questione su cui l’umanità si interroga dai tempi dell’antica Grecia, ma non mi pare sia stata trovata ancora una risposta.
La felicità potrebbe dipendere non da quanto abbiamo, ma da quello che siamo?