Son passati 36 anni.
Una marea di indagini, udienze, sentenze e, alla fine, visto che non c’è più l’assoluzione per insufficienza di prove, tutti dichiarati innocenti.
Intanto una cosa è certa, ci sono stati otto colpevoli, gli otto ammazzati a Piazza della Loggia, gli otto che si trovavano lì quel giorno, colpevoli di rivendicare il diritto democratico di manifestare, di riunirsi, di ascoltare, di capire.
E con loro una marea di complici. Complici nel voler essere in piazza a tutti i costi.
Qualcuno per questo è stato punito e ferito dalle schegge impazzite della bomba.
Ma se loro, gli otto e tutti i loro complici, avessero saputo e accettato l’idea che lo Stato non ha la capacità di andare al fondo delle cose, che la rivendicazione di una vita democratica è di per sé una condanna a morte senza appello, quel giorno non si sarebbero trovati a Brescia e in quella piazza.
Invece no, testardi a voler manifestare, e a rimetterci la pelle: colpevoli di eccesso di democrazia.
Un filosofo, Emanuele Severino, definì quello di quegli anni terrorimo dosato, in quanto somministrato a piccole dosi: piazza Fontana, Italicus…piazza della Loggia…Stazione di Bologna…
Perché se uno, o un gruppo, può mettere una bomba e uccidere 10 o 100 persone, non ne mette 100 o 1000 di bombe con tutto ciò che ne consegue?
In questo momento viene chiamato terrorismo anche quello in Iraq: lì sì, è terrorismo puro. Tutti i giorni, ogni momento la vita va a brandelli.
Quello che vivemmo noi tutti allora, e che nel corso di questo mezzo secolo ci portiamo appresso con indelebile paura, è altra cosa. E’ stato somministrato a dosi ponderate secondo le necessità, quel tanto che basta per mettere paura e come si sa, e come non mi stancherò mai di ripetere, la paura divide.
Ieri uno dei colpevoli che a Piazza della Loggia restò ferito, in silenzio si è recato alla lapide commemorativa, ha posto un cartello e deposto dei fiori, a suggellare il senso d’ingiustizia.
Naturalmente è stato fermato ed identificato dalle forze dell’ordine. Tutti giovani guardie che non erano ancora nati quando la bomba scoppiò.
Sempre ieri, mentre l’uomo, che oggi ha 63 anni, tentava la sua silenziosa protesta, un corteo di giovani studenti in sciopero passava lì vicino. Pare non si siano accorti di nulla, pare neanche sapessero che in quella piazza una bomba uccise otto persone sette lustri fa e che, l’altro ieri un processo si sia concluso assolvendo tutti tranne i morti.
Popof
Commenti abilitati Anche io sono molto arrabiato per questa sentenza che non ha trovato nessun colpevole, questa cosa mi mi fa perdere ancora di più fiducia nelle istituzioni, fa bene Giulio Salvatori che ci esorta a testimoniare e gridare più forte.
ricordo da anno 67 ho lavorato circa 6 anni milano. ricordo scioperi manifestazioni roventi e intimidatorie spaventose di tutte le correnti. piazza fontana lavoravo nei pressi e capufficio 1 notizia caldaia scoppiata era ben altra la caldaia dell’odio ma chi sono costoro permettersi uccidere per dominà col terrore stato assassino cosa sono cos’è stato cos’è ancor ora ke entri in una chat e trovi i giustizieri leggi profilo de uno per me bullone e pia per …. e la direzione che parla de savoir faire glie lo lassa là………. ricordo bologna 2 agosto pausa pranzo ero tornata casa brividi per la schiena persone innocenti oneste uccise perchè? ki da’ gli input x sti massacri i potenti credentisi intelligenti………..o x disturbà persone a ricerca dialoghi buoni …………ciao
Cara Nadia, da Portella delle Ginestre ad oggi sono più di quattrocento le Laura Rendina ,che hanno pagato con la vita le aberrazioni di uno Stato corrotto, colluso e antidemocratico. Io , vecchio, che ho vissuto tutte queste brutture , non posso che mantenere viva la mia rabbia e unirmi a te in un cordoglio che vorrebbe chiarezza, verità e forse vendetta.
Tutti assolti nessun colpevole! Dopo 36 anni non abbiamo saputo trovare i colpevoli della Strage di Piazza della Loggia, provo un sentimento d’impotenza perché gli italiani volevano due cose: verità e giustizia, purtroppo non si è riusciti a raggiungerle. E’ un insulto ai caduti in piazza, ai familiari e a noi tutti.
Caro Popof sono passati trentasei anni e non sempre il tempo è galantuomo ad un certo punto tutto si sfuma partendo da piazza Fontana per arrivare ad Ustica e nessuno, dico nessuno ,di tutti questi attentati è stato chiarito, sì hanno condannato qualche manovale di estrema destra o di estrema sinistra ,forse più per dare un senso a processi dove la sabbia scorreva a torrenti. Fino al 1989 siamo stati prigionieri di Jalta e la strategia del terrore di stato era evidente. Ora dopo tanti anni si potrebbe sollevare qualche putrido tombino per scoprire una verità , ma è impossibile , le ramificazioni delle responsabilità vanno dai brigatsti rossi e neri ,alla mafia, al potere politico ed economico…..agli Stati. Troppe cose si possono scoprire, troppe teste da far saltare …e rimane solo il mesto pianto di quello che tu chiami “il colpevole” .Forse ora che i muri sono crollati ,c’è un messaggio che noi ,che abbiamo vissuto, possiamo dare ai giovani …è che partecipino convinti e incazzati alla vita sociale e politica del paese e che guardino bene negli occhi di chi domani voteranno e se vedranno un pur minimo riflesso di scandalo, malcostume ,interesse privato lo combattano senza pietà.
Io ho da raccontare, anche se la cosa mi procura ancora molto dolore, dopo ben 30 anni o quasi. La mia famiglia fu vittima del terrorismo. Lo scrivo, lo racconto, non voglio che si dimentichi. Tanto dolore, sangue innocente ripagato con una manciata di denari. Ci sono state grandi stragi, in quella che racconto è stata uccisa una sola persona (LAURA RENDINA,mia cognata)e ad ucciderla non è stato un terrorista, no,fu la DIGOS ai tempi del terrorismo.
Non sto qui a raccontare tutta la storia, basta andare su internet. Ogni qualvolta che c’è un processo per stragi del terrorismo e immancabilmente vengono tutti assolti , per me è sempre una pugnalata alle spalle Caso n.206, 07-01-81, Roma: Laura Rendina, 28 anni di Roma…
La ragazza si era fermata in auto con altri parenti vicino all’abitazione della famiglia Moro e di altri politici, quando sente battere ai finestrini e si trova puntata una pistola. Presa dal panico riparte, ma viene raggiunta da colpi sparati all’impazzata. Forze dell’ordine: Digos. Fonte: Paese Sera.
Non era Laura a guidare, lei era sul sedile posteriore con le mie sorelle.
Faccio presente che si erano fermati per cercare un nastro di canzoni, purtroppo c’era il terrorismo.
Non c’è stata condanna,non ci sono stati colpevoli,solo una giovane uccisa e la vita di un uomo distrutta.
Scapparono perché la DIGOS non si qualificò (erano in borghese)
Popof, la Tua è una penna attenta. Coloro che leggono queste cose, sanno che scrivi col pennino intriso di sangue degli innocenti.Sai, un mio amico , proveniente dalla Germania, rimase ferito sul treno Italicus. Per mesi abbiamo continuato a togliere piccoli frammenti di vetro piantati nella schiena. Puoi immaginare se non ti ho letto con attenzione.Ma i vetri erano ben poca cosa:-era ferito gravemente dentro, una larva d’uomo.Non capisco come è possibile che la legge arrivi a questo. Qui, in questa Italia, si condanna chi ruba un melone e, si aprono le porte a degli assassini.Non credo neanche nella giustizia divina .Grazie popof, per quanto ci ricordi.Qualcuno leggerà e racconterà ai propri figli.Ma, come si legge, alcuni cercano perfino di annullare -LA MEMORIA- dei campi di concentramento.Forza ! Chi ha da raccontare e testimoniare :-Gridi forte.
L’Italia dei misteri si manifesta in uno degli aspetti più impressionanti, meno accettabili. L’avrei messo su questo articolo il titolo del brano che hai fatto prima: “Che schifo!”. Ti abbraccio.