Ecco una bella testimonianza di Popof

Ancora una volta ha tremato, come a scollarsi di dosso qualcosa. A ben vedere non ha mai smesso. Noi costruiamo le nostre certezze, chiamate case e affetti che poi un whuuumm travolge.
Il mio bisnonno, alla ricerca di un posto sicuro arrivò con la famiglia sino in Tunisia, per poi tornare a quella contrada ballerina che da giovane lo aveva visto sopravvivere ai tanti sepolti o schiacciati da macerie che  sino al giorno prima erano state amiche.
Ho convissuto con i terremoti sino a riderci su. Ricordo la nonna che con voce acuta strillava: “Paulino suggiti, c’è u terremoto suggiti e scappa” (Paolino c’è il terremoto, alzati e scappa) e il nonno, dal letto in cui schiacciava una penichella pomeridina rispondeva: “stà tranquilla passau, eppoi sugnu già sdraiatu, sàvi a esseri u me ionnu, mi trova prontu, poi mannu sulu vestiri” (stai tranquilla è passato, poi sono già sdraito, se deve essere la mia ora, mi trova pronto, poi mi devono solo vestire).
Io invece me la prendevo comoda, la sedia era appoggiata al muro con solo due gambe che toccavano a terra; le ginocchia stavano appoggiate al tavolo sorreggendo il sussidiario. La casupola aveva vibrato, mi ero alzato di botto a scacciare i gatti che sembrava  ruzzolassero sul tetto, mentre la voce della nonna mi richiamava alla realtà. La gente era in strada e c’eran donne che piangevano istericamente dalla paura. Infastidito ho compreso il nonno e sono tornato ad appoggiare la sedia alla parete per proseguire la lettura.
Qualche anno prima, dopo una scossa le suore dell’asilo ci avevan portato in chiesa e la mamma arrivata di corsa, ci aveva portati via, me e mia sorella, non biasimando nemmeno quelle tonache nere che avevan pensato alle nostre anime prima che ai nostri corpi.
E nel ’69, che fascino quel palazzo che si spostava ondulando mentre gli americani passeggiavano sulla luna, l’uomo conquistava lo spazio malgrado la precarietà terrena. A tutte le longi-latitudini siamo nomadi alla ricerca di angoli sicuri.
Tante altre scosse, e tante altre che verranno, han scrollato la Terra, è la vita, è il pianeta che, come tutti i corpi celesti, ha un cuore pulsante di magma che a volte erutta, altre scava. Possiamo costruire case sicure alle vibrate, me se si avventa anche l’acqua…il morbido spezza il duro, come recita un indovinello.
A volte penso ai bisnonni che a diciotto o vent’anni si son visti portar via cose ed affetti in quel dicembre del 1908 che, più che fine anno sembrava fosse la fine del modo. Poi attraversare il tempo con il ricordo indelebile della vita che strappa via la vita, rimboccarsi le maniche anche se non ci sono, e ricominciare da capo, lasciando i ricordi a se stessi.
Non tutti c’è l’han fatta, ho conosciuto chi non è più riuscito a dimenticare la tragica notte di Gemona, e sentire il whuuum sempre nella testa, sino a confonderlo con il rumore dei calci dati dai nazitedeschi che sfondavano le porte e le pareti di legno, trent’anni prima, alla ricerca di partigiani. Menti sconvolte prima dalla guerra e poi dal terremoto.
Eppure ogni volta il dramma è diverso, oggi in Giappone come nella guerra, il dramma è nucleare.

7 Commenti a ““Ancora una volta ha tremato”… scritto da Popof”

  1. fernando scrive:

    Commenti abilitati Grazie Popof, la tua cronologia aiuta a ricordare tragedie passate,ora al teremoto si è aggiunto il nucleare,certamente le cose si stanno complicando ma la storia e la vita sissuta è commovente .
    Bravo, grazie .

  2. ANGELOM scrive:

    Il tuo racconto Paolo è molto vero e coinvolgente, penso che tutti noi abbiamo provato quale siano le sensazioni al passaggio di un terremoto, in quel momento rimani attonito, allibito, la testa si vuota e non sai dove andare e cosa fare, passato tutto, si risveglia in te una gran paura, con la speranza che quell’episodio non si ripeta. Alla fine devi ringraziare Iddio che non sia succeso nulla. La tragedia giapponese è risultata una delle più disastrose nel mondo, il comportamento dignitoso di queste popolazioni deve servirci da monito,cerchiamo di aiutarli come possiamo.

  3. lieta scrive:

    certo popof è storia vera biografica senza fronzoli inutili e perciò verace sentita penetrante negli animi dei lettori assorbiti e partecipi delle vicende di gente semplice simile noi così mi apparve, ciao

  4. lucia1.tr scrive:

    Grazie a Franco e Giulio che hanno saputo apprezzare il racconto di popof veramente degno di attenzione.

  5. Giulio Salvatori scrive:

    Grande Popof .Non manca niente, altre foto sarebbero di troppo.Ci hai donato un quadro completo senza fronzoli, tra passato e presente.Ogni altro commento sarebbe superfluo.Ripeterei quanto scritto da Franco e Lucia .Bravo.

  6. franco muzzioli scrive:

    Paulino ti rendi conto che hai scritto una pagina degna di una enciclopedia della letteratura italiana?
    Un neorealismo degno di penne famose, tolta l’ultima frase messa per legare il tutto alla realtà è veramente un bellissimo racconto.

  7. lucia1.tr scrive:

    Ho letto e riletto questo racconto, ogni volta ho provato un’emozione diversa, potrebbe essere la traccia per un nuovo film di Tornatore, ci sono tutti gli ingredienti. Passato, presente, ricordi che s’intrecciano, bellissima la casa dei nonni, in una Sicilia anni 60, spicca la figura del nonno con la sua calma abituato e in parte rassegnato, ad affrontare qualsiasi avversità e tu bambino che li guardavi con distacco non ancora del tutto consapevole. Vorrei rilevare la figura delle suore, anch’io ho questi ricordi, un’Ave Maria e si accomoda tutto…Passo, passo, hai percorso 100 anni di storia, con tutti gli affanni della tua famiglia della tua Sicilia fino a Gemona, dal terremoto alla guerra, e ai disastri per l’incuria dell’uomo. In questo mondo globale, in cui le tragedie sono universali non hai dimenticato il Giappone che con la sua compostezza, TAMEMAE, sta vivendo un momento tragico.

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