*************************************************************************************************
*************************************************************************************************
http://www.youtube.com/watch?v=5sBp5FDkFIU
Ancora una volta il coro “va pensiero” dall’opera di Giuseppe Verdi, “Nabucco” ha unito gli animi con un senso di appartenenza, di Patria.
150 anni fa lo spirito risorgimentale, di cui l’opera è pervasa, cambiò una serata alla Scala in protesta, contro l’oppressione austriaca.
L’altra sera, al teatro dell’Opera di Roma, il maestro Muti ha diretto anche tutto il pubblico, che si è unito ai coristi, nello struggente coro “va pensiero”.
Il potere aggregante di questo canto è sempre straordinario e fa sentire tutti uniti e commossi. Eseguendo i versi: “Arpa d’or dei fatidici vati,
perché muta dal salice pendi?” quasi tutti avevano gli occhi più che umidi.
È stato un modo quello, per protestare non più contro l’Austria imperiale, ma contro i tagli alle sovvenzioni alla cultura, decisi dal governo.
Lo stesso Muti, rivolto al pubblico ha detto: “Il 9 marzo del 1842 Nabucco debuttava come opera patriottica tesa all’unità ed all’identità dell’Italia. Oggi, 12 marzo 2011 non vorrei che Nabucco fosse il canto funebre della cultura e della musica”.
E come allora, dalla balconata è scesa una pioggia di volantini che dicevano: “Lirica, identità unitaria dell’Italia nel mondo” e ancora: “Italia risorgi nella difesa del patrimonio della cultura”
E come allora, estemporaneamente, tutto il pubblico s’è alzato in piedi e, unito dalle note significative di “va pensiero”, insieme ai 100 coristi ha cantato per la nostra patria, che corre il pericolo di essere veramente “sì bella e perduta” come dice Verdi.
Non era mai accaduto prima un fatto simile, ma anche questo atto di resistenza contro la politica culturale attuale, celebra l’anniversario dell’unità d’Italia. Un’emozione unica.
Viva L’Italia.
**********************************************************************************
**********************************************************************************
ho letto solo oggi i commenti per la festa degli italiani e come al solito tutti vogliono essere i più bravi ,i più intelligenti i più preparati basterebbe solo dire VIVA L,ITALIA
io non so fare grandi discorsi intelletuali, sono una persona che guarda la sostanza,oggi tutti festeggiano la patria,come fosse un aureola,dimenticando quanto sangue vi è stato versato,per fare solo l’unione,poi ancora sangue con le due guerre mondiale, sono 65anni che non abbiamo guerre e sapete il perchè? sono le bombe all’idrogeno che fermano la mano dell’uomo,non per volanta delle persone che ci hanno governato.Domani 17 tante ricorenze con tanti problemi per il popolo ancora irrisolti,Io sono italiana e mi sento delusa da come si pensa al festeggiare con una popolazione che deve stringere la ginghia. Allora mi domando ma l’italia è stata veramente fatta ?
Brava Paola.Anche se condivido quanto dice Franzo Muzzioli:-L’Inno di Mameli – rimane sacro.Quello che amareggia è che vi sono comportamenti di persone elette dal popolo che fanno rabbrividire. Se non erro, proprio ieri 15/o3/11, durante il consiglio regionale della Lombardia, alle note dell’inno d’Italia, alcuni amministratori della Lega , hanno abbandonato l’aula consiliare.Non so trovare altre parole …
bellissimo questo va pensiero diretto dal grandissimo napoletano maestro muti ciao
Cara Paola, iniziando la lettura del tuo articolo e ascoltando il canto “va pensiero”, ho provato una forte emozione, mi sono venute in mente le scene del film “Viva l’Italia” di Roberto Rossellini. Questo anniversario ci fa sentire orgogliosi di essere figli di questa terra,cerchiamo di unirci per festeggiare questo importante momento.
AMATE LA PATRIA
Giuseppe Mazzini
Amate la Patria!
Senza Patria non avete nome né diritti.
La Patria è la nostra casa; la casa che Dio ci ha dato, ponendovi dentro una numerosa famiglia, che ci ama e che noi amiamo.
Lavorando per la Patria, noi lavoriamo per l’umanità. La Patria è una cosa indivisibile.
Come i membri di una famiglia non hanno gioia dalla mensa comune se uno di essi è lontano, cosi voi non abbiate gioia e riposo finché vi sia una frazione del territorio, sul quale si parla la vostra lingua, che non faccia parte dello Stato italiano.
Benissimo il “va pensiero” …giustissimo l’intervento…ma per domani 17 marzo Paola metti l’inno nazionale, quello di Mameli….solo la musica senza le parole…come colonna musicale di un giorno che i giovani(e i non più giovani) devono conservare nella memoria come inizio di una maggiore consapevolezza di sentirsi italiani.
Buon compleanno Italia!
Mi auguro che la nostra società sia meno divisa e capace di costruire un futuro comune.
Va’, pensiero, sull’ali dorate.
Va’, ti posa sui clivi, sui coll,
ove olezzano tepide e molli
l’aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
di Sionne le torri atterrate.
O mia Patria, sì bella e perduta!
O membranza sì cara e fatal!
Arpa d’or dei fatidici vati,
perché muta dal salice pendi?
Le memorie del petto riaccendi,
ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati,
traggi un suono di crudo lamento;
o t’ispiri il Signore un concento
che ne infonda al patire virtù
che ne infonda al patire virtù
al patire virtù!
O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
Ma la la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme
Nuda la fronte e nudo il petto mostri,
Oimè quante ferite,
Che lívidor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna!
Io chiedo al cielo e al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia,
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia, ….
Giacomo Leopardi
Donna,pilastro della famiglia,dello Stato,senza non c’è futuro
Qualcuno riesce a trovare gli scritti di Antonio Gramsci(queli non sbianchettati)in cui dice,compagni il potere non più con la rivoluzione ma ………. .Basta guardarsi attorno!
No, di questa Italia che stiamo vivendo non sono assolutamente fiera”calunnie,intercettaazioni date alla stampa,liti in diretta tv,omicidi”,non e’ questa la Patria Unita da festeggiare.Forse io sono “da libro Cuore “, ma mi piacerebbe parlare dell’Italia della solidarieta’,delle persone altruiste che sacrifificano la loro vita per gli altri…e sono milioni…..tutto il resto e’ il nulla!
+ italy di così i bolidi della mia vita fiat 600 126 panda ciao
Questa di De Gregori è una delle più belle canzoni dedicate all’Italia. Resistiamo, dunque, per andare avanti e migliorare.
Nell’anno in cui si celebra il 150° dell’Unità d’Italia l’ 8 Marzo diventa un giorno per ricordare che l’Italia non è un paese per donne. E’ ora che lo diventi.
ahh,se lo vedesse ora il bel corpo di un tempo,cosa direbbe il Petrarca?e se gli dessimo un forcone?mhhhhh.
Ma sì, ma sì, penso e condivido che ci siamo divertiti abbastanza. Meno male che il 17 è vicino e che in quel giorno possiamo tutti festeggiare l’anniversario della nostra Italia.
Mi rendo conto che, per chi non è toscano o non ha letto il romanzo di Vasco Pratolini, la mia strizzatina d’occhio a Giulio, con il riferimento ad “Allegoria e Derisione”, risulti ostica.
Una spiegazione meno tardiva avrebbe evitato molti “J’accuse” ma è anche bene vedere quel che esce a briglia sciolta da dentro di noi.
Il romanzo, dal titolo così emblematico nell’astrazione dei due vocaboli, l’ultimo di una trilogia che si chiama “una storia italiana”, è una forma di diario.
Utilizzando corsi e ricorsi fa riferimento al passato sottolineado la situazione di allora (anni 35-65). Tale situazione ha molti riferimenti a quella italiana attuale, riflettendoci bene.
è tutto. Di più non mi dilungo, ma per chi ne avesse voglia e non la conoscesse già, consiglio vivamente la lettura di questa bellissima trilogia fiorentina ed italianissima: “Metello”, “Lo Scialo”, “Allegoria e Derisione”.
In questa orchestra d’armonia, finalmente abbiamo trovato il nuovo Direttore, Meno male che Lorenzo c’è. Con simpatia.
Nessun problema, Angelo. Leggi i commenti a seguire di Giulio Salvatori, paolacon, mio, di franco Muzzioli, Alfred lollis e mio finale e capiraì. Ti saluto con simpatia.
Dove sono i diversi?
Chi è che giudica?
Chi si deve scuasare?
Aspetto una risposta,non ho ben capito…
Nico sei grande!!!!! Approvo…
Fosse quà l’Alighieri direbbe,visto?,lo dicevo lo dicevo io!
Franco, volevo ben dire. Ognuno può “sonarsela e cantarsela come je pare”. In orchestra o in banda, con maestri veri o mediocri. Sono fatti suoi. Un’eco sui diversi arriva anche da Alfred. Ma chi giudica chi giudica? Io certamente no. Mi aspetterei delle scuse a nome di tutti i “diversi” ma non arriveranno. Coraggio, Italia.
Commenti abilitati
Esistono molti modi di amare:
il sadismo e il masochismo sono due dei tanti modi di amare..
L’amore per la propria Patria:
perchè è la tua Patria, la Patria dei tuoi avi, la Patria dove vivi, la Patria dove vuoi che vivano serenamente i tuoi figli, dove vorresti che studiassero , trovassero un lavoro, avessero figli da continuare a fare vivere nella loro Patria.
Altri amano la patria. Quella patria che gli permette di fare ciò che vogliono.
Tutti amano la Patria: bisogna vedere in quale modo !.
Non per dar sempre ragione a Giulio, ma le note sono sette e la musica è quella che è, l’orecchio musicale pure.Se uno invece di suonare in un orchestra, vuol suonare in una banda è affar suo….ma le note rimangono sempre sette….qualsiasi musica vuoi suonare. Ed è ovvio VIVA l’ITALIA !
E chi dirà, sempre a Paola, che allegoria fa rima con goliardia, disdicevole se non nella prima gioventù?
Giulio, ma chi ti dice che si deve far parte per forza della tua orchestra? E chi dirà a Paola che la derisione non è una grande cosa? Oltre tutto per asseriti democratici?
Grande Giulio!
“Allegoria e derisione” libro bellissimo di un grande fiorentino.
Sempre più mi convinco che – Il silenzio è d’oro- Anche se preferisco l’alto proverbio :- Chi più ne ha e più ne adoperi- Io sono un modesto musicista e, spesso,in orchestra, mi trovo vicino qualcuno che, in termini musicali si dice:- ha “poco orecchio” e, hai voglia di ripetergli -intònati- tanto non ci arriva.Sarà sempre un suonatore stonato .
Amo l’Italia e sono fiero di essere italiano, non mi riconosco più nell’Italia di oggi.Riporto le parole del Presidente Napilitano:”la nostra è una volontà di celebrare il 150° guardandandoci dall’idoleggiare lo Stato italiano”. Ma aggiungerei di guardare in faccia la realtà.
Dante e Virgilio sono nell’Antipurgatorio, fra le animene di coloro che trascorsero la vita nel peccato e, morti di morte violenta, solo negli ultimi istanti di vita si pentirono delle proprie colpe, essi restarono nell’Antipurgatorio per un tempo pari alla durata della propria vita. Dante viene circondato da una folla di anime che si affannano a raccomandargli di rinnovare il loro ricordo sulla terra presso i parenti in modo che questi intercedano per loro con preghiere. Queste anime in vita furono uomini politici che perirono durante le lotte civili causate dall’odio delle opposte fazioni che dividevano le città del tempo. Dante, pur promettendo quanto esse gli chiedono, le tratta con un certo sdegnoso distacco, in quanto sono simbolo di quell’odio di parte che egli ha tante ben conosciuto e che è giunto a condannare fermamente. Districatosi a stento da quella folla insistente, si accinge a riprendere la via che conduce al pendio del monte del Purgatorio, quando Virgilio gli indica un’anima che se ne sta in disparte e guarda fissamente verso di loro. Si dirigono quindi verso quell’anima cui Virgilio ha intenzione di chiedere quale sia la via più rapida ed agevole.
Il tuo commento si commenta da sé, Popof.
“Ahi cara Italia1 di colore bello,
Neve senza finocchiere in cartapesta,
donna di pomice con cappello!
(nuova versione scritta in trance mediatica per far contenti gli innamorati)
p.s.
spiegazione dei termini:
neve -> nome slang della cocaina.
finocchiere -> piantagioni di finocchi.
pomice-> pomiciare.
cappello -> copri capo, ovvero nascondi capo.
Rivista internazionale o agenda scolastica. Non so da dove sia stata presa la frase. So soltanto che è stata usata in modo non acconcio. Preciso ad Angelo che non faccio polemiche e perlopiù inutili. Se ha la pazienza di guardare i commenti di giulian.rm e lucia1.tr non potrà che convenire che quei versi di Dante sono stati usati a fini di polemica politica. E converrà pure che non si celebra così il centocinquantenario del nostro paese.
Ogni occasione è buona per scatenare inutili polemiche. Vorrei precisare che la fonte della citazione sopra postata è stata presa da un’ agenda scolastica “CONOSCENDA”, rivolta agli insegnati della scuola dell’obbligo e del superiore, per celebrare :“ l’Italia unificata compie 150 anni”.
Continuo ad amarti, Italia.
Stiamo celebrando una festa, Lucia. Dante scriveva amaramente quei versi vagheggiando l’unità. Noi li riprendiamo da una rivista straniera per appoggiare i denigratori dell’Italia. Non è un’operazione culturale ma politica “a perdere”.
Lorenzo mi sembrano molto attuali e calzanti i versi di Dante riferiti all’attuale momento politico ed economico che sta vivendo ora l’Italia.Corsi e ricorsi della storia…oserei aggiungere, nulla di irriverente, solo una amara constatazione e presa di coscienza!
Allora continuate ad umiliarvi. Ognuno si diverta come sa e può. Continuo a dire. Ti amo Italia.
La citazione dal VI canto del Purgatorio dantesco faceva da epigrafe a un reportage dal titolo esplicito, “The Bordello State”, pubblicato dal Foreign Policy, stimato e quotato magazine di politica internazionale edito a Washington.
Umiliante, questa l’unica definizione utilizzabile per l’immagine dell’Italia tratteggiata dal giornalista James Walston. “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” mah… ————————-
La vostra passione vi ha preso la mano. Ti amo, Italia.