Tempo di cresime e comunioni, questo è il periodo.
Roberta degli angeli ci manda un piccolo racconto che trovo molto reale.
spesso il misticismo e la devozione lasciano il posto a cose molto più terrene.
Che ricordi avete voi?
Ricordi
Alla visione di un vecchio film, quanti ricordi riaffiorano nella mente di Mariangela, lei da bambina non mentiva, modificava a suo piacere la verità, dire che fosse bugiarda sarebbe un errore, affrontava la vita colorandola di sogni, certamente diversi dalla quotidianità. Sapeva raccontare cosi bene le sue fantasticherie, che molti le credevano davvero.
Per lei era giunto il periodo magico della Prima Comunione e Cresima, da celebrare tutte e due nella stessa giornata; a quel tempo si usava cosi.
Lei pronta a fantasticare, l’abito bianco, come mini sposina. La mamma non poteva certo comprarglielo, questo si sapeva già in famiglia, Mariangela avrebbe indosato il vestito della cugina.
Ma fuori della famiglia nessuno lo sapeva .
Lei ricca di fantasia come sempre cominciò a raccontare, alle sue compagne di classe, quante prove aveva fatto da “Mammina”, negozio storico per abiti di quel genere; le amiche quanto la invidiavano, lei sapeva colorare tutto con dovizia di particolari dato che passava, minimo due volte al giorno, davanti a quella sfavillante vetrina, dove lei aveva lasciato l’impronta del suo naso e anche molti dei suoi viaggi fantastici. Conosceva ad uno ad uno quei bellissimi vestiti, passava di lì per andare e ritornare da scuola.
Ecco, arrivato il giorno fatidico erano tutti in chiesa, lei con “quel” vestito, sì bello, ma non suo; i cerchi che servivano a tenerlo largo le pungevano le gambe, a ricordarle ancora una volta che non era “suo”, non si concentrava nella liturgia, non ci riusciva, il vestito era il suo pensiero fisso. Finita la cerimonia andarono a casa per il piccolo pranzo preparato dalla mamma con gli zii, ma presto presto, perché alla 18 di quello stesso giorno Mariangela doveva fare la Cresima.
Le emozioni per lei non erano finite, quante lacrime quel giorno, si vedono anche dalle foto che adesso è andata a cercare; si ricorda che la sua madrina non arrivava alla cattedrale, la mamma cercava di rassicurarla: “Tranquilla arriverà” ma anche lei continuava a guardare , “eccola…” poi in chiesa tutto bene, molti i bambini e le bambine, un cioccolato alla fine della cerimonia, tutti insieme. Eccoci a casa, finalmente si tolse il vestito!
Questo film ha riportato alla sua mente tutto; pensa “bello ricordare”, anche se allora quelle calde lacrime l’avevano ferita davvero; sorride un po’ ora al ricordo. Le vien voglia di rivedere le foto di quel giorno.
Ma ascoltando meglio sente sordo ancora quel dolore, lo affida a questo foglio che non è più bianco, come quel vestito indossato, ma mai accettato.
Robbi
Fra i ricordi della mia infanzia, quello della prima comunione rimane indelebile nella mia mente per le tante emozioni provate. Allora non c’erano tanti preparativi che ci sono ora, tutto ero molto contenuto e i bambini vivevano con maggiore consapevolezza e partecipazione un momento tanto importante nella vita di ogni credente. L’unico elemento esteriore che ricopriva una certa importanza era il vestito, quello delle bimbe soprattutto, che era “da sposina” come si usava all’epoca e più ricco e pomposo era più piaceva. Io mi ritenevo una privilegiata perchè il mio papà sarto, con perizia e pazienza, mi aveva confezionato un abito bellissimo; persino l’acconciatura per i capelli riuscì a farmi: una cuffietta di pizzo dalla quale fuorusciva la cascata dei miei capelli biondi e boccolosi…cosa volevo di più? Eppure quel giorno non fu un giorno di gioia completa! nel gruppo dei comunicandi c’era una bimba dal visino dolce ma tristissimo, l’atteggiamento dimesso le dava un’aria povera che faceva tanta tenerezza, il suo vestitino misero misero le andava pure piccolo. Incrociai il suo sguardo e provai tanta tristezza….no, decisamente quel giorno non fu per me un gran bel giorno!!! Grazie Roby, mi hai dato lo spunto per scrivere, l’ho fatto con molto piacere per te!!!
Commenti abilitati Quanti bei ricordi amici grazie di averli condivisi con me e con tutti gli amici che ci sono quì Roberta
Sono antico ed il ricordo della mia prima comunione sfuma con gli eventi che precedettero la fine della guerra,
Eravamo ad aprile del 1945 ,pochi giorni dopo l’Italia sarebbe stata liberata.
Abitavo nella villa dei nonni a dieci chilometri da Modena ,una casa grande di quelle con la torretta e tante costruzioni attorno,stalle,fienili,magazzini,scuderie. Ero con la mamma,i nonni ,la bisnonna un paio di zie e lo zio appena tornato dal Cile con la sua famiglia, l’unico assente era mio padre prigioniero in Germania.
Quella mattina ci svegliammo con rumori di tuono e vedemmo lontano i bagliori delle cannonate, era il 21 aprile gli americani stavano liberando la città.
Nelle scuderie della villa c’era un piccolo contingente di soldati tedeschi che accudiva una ventina di cavalli. Quella mattina arrivarono in villa con mitragliatrici e fucili, ci fecero entrare nella grande cucina e nelle dispense . Vedemmo arrivare anche le due famiglie di contadini ,una trentina di persone in tutto.
Ci accalcarono in quelle stanze, quaranta persone stipate in circa ottanta metriquadri.
I tedeschi si asserragliarono nei piani alti e piazzarono una mitragliatrice sulla torretta.
Cominciarono i primi spari e gli uomini misero a protezione delle finestre piani di tavoli e taglieri facendo sdraiare per terra donne e bambini.
Un contadino uscì furtivo ritornando poco dopo per dire che i partigiani erano venuti a liberarci.
Anche nella notte continuò lo scontro ,quasi ininterrottamente. Sempre lo stesso contadino, si chiamava Giorgio, uscì da una porta della cucina attigua al giardino e si perse nella notte.
Continuarono a sparare anche il giorno dopo e la notte appresso, alla mattina del terzo giorno un soldato tedesco con un mitra, aprì la porta della cucina ed in qualche modo fece capire che tutti gli uomini dovevani uscire all’esterno.
La ghiaia scricchiolava sotto i loro piedi ed il nonno davanti a quei dieci dodici uomini ,attendeva guardando quel soldato con il mitra spianato.
Scesero tutti i tedesci con le loro armi e si piazzarono accanto al soldato che aveva radunato gli uomini. Quello che probabilmente comandava, un ufficiale, andò verso il nonno e depose l’arma ai suoi piedi , così fecero tutti gli altri ,alzando poi le mani e mettendole sulla testa.
Si erano arresi al nonno!
Dopo pochi minuti dal giardino, dal cancello principale ,dalle stalle si videro arrivare venti, trenta partigiani che presero in consegna i tedesci arresi.
Giorgio il contadino ,era rimasto in un fosso con una pallottola in fronte ed in mano ancora la sua arma ,caduto con altri quattro giovani partigiani per liberarci.
Una settimana prima era stato il giorno della mia prima comunione.
Carissima Roberta, della prima comunione per me, è un bel ricordo,frequentavo l’oratorio della parrocchia, e li facevo i compiti di scuola insiame ad altri ragazzi, eravamo pieni di energie, andavamo nel cortile, e li grida e pallonate. Eravamo usciti dalla guerra da poco, respiravamo l’aria di ricominciare una vita nuova, vedevamo ricostruire piano, piano, la città e la gente era presa da tanta voglia di vivere. La mia famiglia era di gente che lavorava, si faceva una vita dignitosa pronta sempre ad aiutare le persone povere.Ci si aiutava l’uno con l’altro specie nel mio rione, molto popolare, quindi se c’erano della famiglie in difficoltà partiva un tam, tam, di aiuto, sia nel vestire che nel mangiare. Adesso cara Roberta tutto è cambiato sia nel vivere…ora tutto si fa di fretta, e non si vede il povero che ci sta accanto….Le comunioni di adesso sono dei (matrimoni) non si da il volore alla salidarietà e alla semplicità, che dirti….era meglio prima o adesso? ma questa e un’altra storia….un saluto con simpatia G.
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Li avevo visti i bambini della prima comunione:
Li avevo visti passando, li avevo visti in chiesa: belli, eleganti nei vestitini blu o grigi i maschietti e vestite da sposa le bambine col il velo o lo strascico.
Ricordo i guanti di cotone, bianchissimi, e le bimbe con i guanti lucidissimi di raso bianco.
E la fascia al braccio: a che serviva? mah! ma era bellissima.
E le scarpe nuone, bianche, con la suola lucida non ancora segnata e i calzettoni lunghi rigorosamente bianchi.
Poi il tocco finale: il fazzolettino al taschino.
Mamma quando la prenderò io la comunione?
Sei ancora piccolo tu, eppoi c’è tuo fratello prima di te e devo ancora ammucchiare i soldi per i suo vestito. Forse la zia ci regala quello di tuo cugino: gli sarà un po’ grandino ma pazienza. Poi, dopo la comunione, lo metterò via con cura cosi quando verrà il tuo momento l’avrai gia belle e pronto anche tu.
Non era la prima volta che dovevo indossare abiti smessi da altri ma quello della comunione avrei voluto che fosse il mio! Solo mio!
Era bello mio fratello col vestito della comunione , grigio, calzoni lunghi, camicia bianca senza le stecche col le punte del colletto che si voltavano all’insù.
Speravo che mamma dimenticasse di avere quel vestito e che per me ne comperasse uno nuovo.
Maria, la vicina dell’otto, era una brava sarta: aggiustò quel vestinino rivoltandolo ed accorciando i pantaloni: sembrava nuovo ora il mio vestito della comunione di mio fratello che gli regalò mio cugino.
Roberta ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di ricordare il giorno della mia prima comunione ,ma ti dirò di più ho fatto un confronto tra la mia e quella che ha ricevuto la mia nipotina l’anno scorso .Ti spiego …quando ho fatto io la I^ comunione ho dovuto obbedire a dei canoni impostimi dalla chiesa,ad esempio l’abito doveva essere esclusivamente bianco con velo che copriva il viso ,mi incutevano un forte timor di DIO tanto è vero che avevo paura di tutto perchè temevo nel castigo di DIO e poi quelle formalità inutili che non ti lasciano nulla di positivo ma solo nozioni che vanno dimenticate.Mia nipote ha fatto la sua I^ comun. e ti assicuro che è stata una cerimonia molto privata e particolare .Praticamente i comunicandi si sono ritrovati il giovedì sera in chiesa solo genitori e figli e in grande raccoglimento senza fotografi e altre distrazioni hanno ricevuto la loro prima Comunione .La domenica poi hanno festeggiato in oratorio con tutti i familiari.E’ stata una cerimonia molto singolare ma mirata ,infatti i ragazzi ricorderanno sempre il momento importante e il vero significato della comunione ,non solo come festa e divertimento
nella mia vita ho messo una pietra sui ricordi, anche la mia infanzia è meglio non ricordarla.
tutto ciò che è passato l’ò cancellato perchè non sono mai stata bambina, vedevo le mie compagne giocare ed io in casa a curare mia madre, la sua era una malatttia mentale perciò io ero destinata a fare da madre ai miei fratelli e da infermiera alei.
non so cosa sia una carezza della mamma, ma i piatti che volavano si questi si quando alei prendevano le crisi.
Per il giorno della communione come voi ricordate io non avevo niente ne abito prestato eneppure una mamma era scappata di casa, in preda ad una sua crisi
Che bei ricordi Roberta,mi hai fatta tornare indietro nel tempo.Anche io col vestito bianco di mia cugina.A me i cerchi non pungevano ,pero’ricordo che nel bel mezzo della funzione……sono svenuta,avevo fame,allora si usava far la comunione a stomaco vuoto dalla sera prima.Mi sentivo in colpa perche’ anche per me tutta la mia attenzione era concentrata sul vestito bianco e dico la verita’di avere Gesu’ nel mio cuore (come dicevano le monache)non è che me ne importasse poi molto,(pero’ credo che per tutte le bimbe sia cosi’).Faccio presente che andavo al catechismo tutte le domeniche,addirittura facevo parte dell’azione cattolica,prima da piccolissima ,poi da beniamina infine da aspirante,poi basta,pero’ ricordo con piacere quella bellissima giornata.
Non è sempre bello ricordare. Roberta ci ha provato e ha fatto bene liberandosi di piccoli segreti scomodi. Chi di noi non ha mai mentito? Pentendosene e no?