GENERAZIONE Né – Né
Cosi titolava alcuni giorni fa un articolo di un noto  settimanale riferendosi ai giovani.
L’occhiello  diceva:
<2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 29 anni non studiano né lavorano.
“La crisi li taglia fuori” dice il sociologo.
“E la famiglia li protegge troppo” spiega la psicologa.>


L’articolo corredato di tabelle e grafici descrive la  situazione dei giovani nel nostro Paese alla disperata ricerca di un lavoro o di una  occupazione.
Essi sono il 21,2% della popolazione e vivono nella  quasi totalità sulle spalle dei genitori.
L’articolista  si  chiede:< Quali possono essere le ragioni di questo fenomeno e quali le  soluzioni?>
“Essenzialmente è cambiato il mercato  del lavoro” è la risposta del  sociologo.
Si certo. Il lavoro è  cambiato e molto: molti lavori manuali non esistono più. Lavori come il meccanico, il muratore, il tornitore, il falegname. L’impiegato  stesso è cambiato con la  computerizzazione.
Lavori che richiedevano anni di apprendistato possono essere facilmente sostituiti da software in grado di fare andare macchine  sofisticatissime, semplicemente premendo un  pulsante anche senza  avere, per l’operatore, conoscenze specifiche.
“La globalizzazione e il progresso tecnologico fanno sì che si produca sempre più, con sempre meno mano  d’opera”.
Inoltre c’è la tendenza a fare lavorare coloro  che  sono occupati (i genitori) di più, per più ore e molto più avanti nel tempo.
L’idea illusoria del “privato è bello”, del “bisogna  dimenticarsi del posto  fisso”, del “è necessario  reinventarsi il lavoro” del “è necessario accumulare esperienze lavorative  diverse”… ha permesso ai datori  di lavoro, a partire dagli anni ’90, di agire indisturbati nell’assumere e licenziare, rendendo il precariato consuetudine e costringendo i giovani a vivere alle spalle di genitori o addirittura nonni.
Da parte loro i giovani hanno come modelli di vita gli specchietti per allodole di tv e politicanti che insegnano che è più importante l’apparire che l’essere.
Nel corso dell’articolo si legge  anche il parere di una psicologa: “……hanno spesso alle spalle (i giovani) genitori che li hanno protetti e messi al riparo da sforzi e delusioni…”.
Anche il Ministro della gioventù, Giorgia Meloni, dice la  sua: “.. è vero  che c’è la crisi, ma molte famiglie sono famiglie chiocce”.
Quale può essere la soluzione?
Difficile dirlo.
I problemi esistono, sono reali, concreti. Ma è vero anche che la metà degli elettori ha scelto  così.

E noi Eldyani meno giovani, che non siamo stati “né né”, che abbiamo  “lavorato”, che abbiamo studiato, che abbiamo nipoti e figli giovani, come la vediamo questa situazione? Cosa ne pensiamo? Parliamone.



23 Commenti a “GENERAZIONE Né – Né scritto da Alfred”

  1. cicco53 scrive:

    Commenti abilitati L’uomo,definito dagli antichi “animale socievole” non si sottrae alla spinta verso i suoi simili;i fattori essenziali che determinano la cosidetta “socializzazione”dell’uomo sono:
    -motivi tipicamente psicologici(senso di solitudine,desiderio di affetti ,ecc.)
    -influenza della tradizione ,intesa nel senso più vasto e profondo del termine (lingua,religione,cultura ecc.)
    -tendenze dell’uomoa privarsi della sua autonomia per legarsi con un “contratto sociale” ad altri uomini,in vista di vari interessi e soddisfacimento di bisogni ecc.Questo rispecchia molto negli adulti ,nel senso comportamentale con conseguenze di natura basata sul nostro modo di agire.E’ inutile voler giustificarsi che i giovani sono diversi di noi adulti.Secondo me il mondo giovanile da come l’avete esposto nei vari commenti si denota che non lo conoscete molto da vicino ,perchè loro hanno un sentimento ed un’anima che a noi manca .Buona giornata .

  2. alfred-lollis scrive:

    Commenti abilitati

    un grazie a tutti per i commenti pacati e un caro saluto .
    un grazie particolare a Paola

  3. paolacon scrive:

    Giulio, non è una protesta, è semplicemente un problema tecnico che si è verificato nel blog ed io ho cercato di avvertire gli utenti e li prego di portare pazienza se non vedono comparire immediatamente il loro commento.
    é un fenomeno che si presenta casualmente e la direzine non ne ha capita l’origine.

  4. Giulio Salvatori scrive:

    Non ho capito la protesta di Paola (Paolacon) o facio finta di non capire perchè, se non passassero i commenti , sarebbe grave .Detto questo, ancora una volta, mi trovo daccordo con Franco Muzzioli,Certo che i giovani devono protestare acc ! Hanno tutte le ragioni, mi unirei a loro,se si unissero sotto la bandiera giusta della protesta .L’ Articolo n° 1 della Costituzione, va gridato , gridato.Proprio oggi leggevo che:- un consigliere provinciale ( Ente che andrebbe soppresso ) , prende 11.000 Euro al mese.Non cito i nostri parlamentari cominciando dallo stipendio del Presidente della Repubblica .

  5. Lorenzo.rm scrive:

    Anch’io, Giuliano. Anche se non ci capiamo lo facciamo con simpatia.

  6. giulian.rm scrive:

    Lorenzo, lasciamo stare o sono io che non mi spiego bene o sei te che fai finta di non capire.
    Ma mi fa piacere che condividi per intero quello che ha scritto Franco! Per intero!
    In quanto all’ironia non ci rinuncio è parte di me.

    Ti può sembrare banale, ma non lo è, quando ci si serve di una vena umoristica, è per stimolare nel fruitore un pensiero, una riflessione che altrimenti non avrebbe fatto.
    Ti saluto cordialmente.

  7. nikodireggio scrive:

    Commenti abilitati buongiorno prima di tutto mi preme dire che la meloni dovrebbe avewre la decenza di stare zitta——————
    siamo stati noi a lasciare questo disastro che si ritrovano sarebbe bene togliersi di dosso che siamo stati migliori si ritrovano precari scippati del futuro del presente senza futuro precari a vita……………non facciamo sempre l’errore di vecchi e giovani così non si va avanti
    i giovani non avranno una pensione i giovani non hanno le spalle coperte almeno che non siano figli di qualcuno
    i piu sfigati sono sempre chi viene da estrazione sociale più umile una volta si diceva anche i figli degli operai vogliono i figli dottori e sarebbe giusto ma almeno che ci sia lavoro
    invece perche il trota ha trovato e per dire sciocchezze su sciocchezze prende 12 mila euro al mese?
    DIRIGENTI CHE CI ROVINANNO PèRENDONO STIPENDI…OPERAI DI CATENA DI MONTAGGIO FANNO LA FAME I FIGLI FARANNO LA FAME NON è GIUSTO . I GIOVANI SCENDONO IN PIAZZA INDIGNATI FANNO VOLONTARIATO SIAMO NOI ADULTI CHE GLI PROSPETTIAMO QUESTA VITA COSI SCONCERTANTE LORO CHIEDONO DIGNITA ED ORA PUR LAVORANDO SI E POVERI . NON E COME UNA VOLTA CHE RIUSCIVI A FARTI UNA CASA PURE ESSENDO OPERAIO ORA DOVE EMIGRI SE NON CE LAVORO DIGNITA AUI GIOVANI NON FACCIAMO TROPPI BLA BLA LE COSE VISSUTE SULLA PELLWE SONO UN’ALTRA COSA

  8. lorenzo.rm scrive:

    Poiché mi hai dato da svolgere un compitino, Giuliano, non posso esimermi dal darti una risposta. Mi pare che metti insieme elementi non confrotabili: uno di espressione politica (il cui costo, che rappresenta l’altra faccia della medaglia del reddito dei politici, è chiaramente una variabile indipendente sulla quale si può e si deve agire per contenerla al massimo possibile ed opportuno) e l’altro come espressione di un mercato particolare, legato al mondo degli studi (sebbene alti studi). Non mi dilungo in quanto condivido per intero ciò che ha scritto Franco. Ma, volendo aggiungere qualcosa, ritengo che un esame concreto del mercato del lavoro nei vari settori possa consentire di verificare se esistono margini di miglioramento per i lavoratori, giovani o meno giovani che siano. Non è facile svolgere azioni, specie in periodi di vacche magre, ma quando facevo anche il sindacalista verificavamo i margini e trovavamo le soluzioni. Dei giovani d’oggi che dire? Tutto il bene possibile. L’importante è che affrontino i loro problemi in modo concreto accostandosi magari a strutture, sindacati, associazioni, consulenze, che li facciano camminare senza perdersi in falsi problemi di tipo filosofico o pseudotale. Detto questo, avrai visto che il compitino non te l’ho svolto. Ma dal mio ragionamento potrai forse trarre quache utilità. Io consiglierei solo di evitare quanto possibile l’ironia. Con i problemi del lavoro c’è poco da scherzare in un paese capitalistico maturo a debito pubblico enorme come l’Italia. Con affetto, credimi.

  9. giulian.rm scrive:

    Caro Franco,io penso che ai nostri giovani manca il coraggio di fare quello che dici,forse si accontentano del “meno peggio”.
    Chi si adegua ad una logica di “meno peggio” ha perso le proprie liberta’.E forse la colpa è anche nostra.

  10. franco muzzioli scrive:

    Caro Giuliano ,se un ricercatore di cellule staminali (uno degli individui più importanti per la collettività!!)guadagna 850 euro al mese …è certamente un precario ….ma pensa a tutti quei bravi giovani che si laureano se mai con il massimo dei voti e che devono andare a fare i camerieri, le commesse ,le baby-sitter…per non gravare completamente sui genitori …e abbiamo manager di aziende statali (pagati da noi) ,che vanno in pensione con liquidazioni di 3/4 milioni di euro ,dopo aver se mai mandato alla malora l’Ente che dirigevano. Capisci che con quelle cifre avresti potuto pagare una annualità ad almeno duecento di questi giovani !
    E allora ! ….E’ giusto se questi ragazzi si indignano e scendono in piazza ….se necessario anche con i forconi!!!!!!!!!

  11. paolacon scrive:

    Bella domanda Giuliano! C’è un problema nel sistema ed è già moltissimo tempo che ho segnalato questo inconveniente alla direzione… Non ne vengono a capo, non capisco il perché. L’unica soluzione sta nel fatto che io devo controllare costantemente se ci sono spam e di che natura, ma non poso farlo 24 su 24. Quindi ogni tanto si aspetta per veder comparire i commenti, ma poi compaiono.

  12. giulian.rm scrive:

    Perchè i miei commenti finisconi nello SPAM?

  13. giulian.rm scrive:

    No Lorenzo nessuna cattiveria, non è il mio modo di agire.
    E’ solo una risposta, non sei il solo a usare questi termini, piangiamo di meno e impegniamoci tutti a trovare strade positive per il futuro.
    Posso darti un compitino?
    Si bene:
    Stipendio ricercatore staminali: 850 euro.
    Stipendio Renzo Bossi: 12mila euro.
    Se io fossi il padre del ricercatore, Lorenzo caro, mi verrebbe da piangere nel leggere queste cose.
    E non saprei come impegnarmi per ribaltare questa situazione.
    Io ho girato la domanda, se hai letto il mio commento.
    “Perché i giovani dovrebbero studiare e lavorare?”.
    Per avere questi risultati.
    Quindi credimi nessuna cattiveria, solo un po’ d’ironia e questa me la devi lasciar passare:
    ho la licenza!
    Come credo che non ci sia rancore da parte tua.

  14. marisa8.bs scrive:

    sono d,accordo con l,articolo ma mi pongo anche una considerazione ,è vero che i giovani fanno fatica a trovare un lavoro ma è pur vero che anche i 45/50 sono nelle stesse situazioni e la cosa è ancora più tragica ,se i giovani anno gli aiuti dei genitori,i quarantenni si trovano senza lavoro e una famiglia da mantenere ,

  15. Lorenzo.rm scrive:

    Giuliano, io non sono certo in grado di insegnare nulla a te e, peraltro, non intendo farmi portavoce o capofila di movimenti palingenetici a carattere politico. Solo cerco di fare delle analisi che non prescindano dai contesti in cui i fenomeni si situano, come, in questo caso, la questione giovanile. Nel caso contrario diamo la stura a chi si lamenta meglio e di più. Senza rancore, anche se forse, sotto sotto, hai cercato di dirmi una cattiveria.

  16. bonollo giosuè scrive:

    x me i giovani hanno poco futuro ,errori politici errori di programmazione , litalia è in serie b uguale alla gracia,

  17. lucia1.tr scrive:

    Spesso sento dire o leggo che i giovani d’oggi siano privi di ideali, segnando un netto distacco tra i giovani e gli adulti, mentre quando noi eravamo giovani, adulti e ragazzi ascoltavano la stessa musica e leggevano gli stessi libri e avevano stili di vita simili. Questo ritratto dei giovani e degli adolescenti non mi piace, perché se è vero che c’è una massa di adolescenti che manda 300 sms al giorno è anche vero che ci sono molti più adolescenti che hanno idee, si impegnano negli studi, fanno volontariato, comprendono e discutono di temi sociali. Il distacco generazionale è sempre esistito, perché la musica che ascoltavano i cinquantenni della nostra epoca era inconciliabile con la nostra, ora c’era una generazione più politicizzata e indignata, non possiamo guardare il mondo dei giovani e degli adolescenti con il metro di valutazione e le interpretazioni di trenta anni fa, sarebbe bene togliersi di dosso l’idea di essere stati giovani migliori.

  18. alfred-lollis scrive:

    Commenti abilitati

    Si forse l’Italia è davvero trai paesi più ricchi ma avrebbe bisogno di una bella rimescolata perchè le ricchezze sono rimaste tutte da un parte sola.
    E’ possibile chiedere alla gente di piangere meno, il difficile è riuscirci.
    E’possibile chiedere di non piangere a questi ragazzi? Ai loro genitori che hanno perso il posto di lavoro?
    E possibile chiedere loro di non piangere quando sono costretti ad abbandonare ogni speranza di un futuro, la speranza di crearsi una famiglia, un loro lavoro, il loro avvenire?
    Lorenzo?
    Te la senti tu di chiedere ad un ragazzo guardandolo diritto negli occhi:
    Sapresti sostenere il suo sguardo?

  19. giulian.rm scrive:

    Lorenzo,mi commuovo quando scrivi certe cose…veramente!
    Saresti tanto gentile e bravo da insegnare anche a noi come sciogliere i nodi Europei e la via per trovare le strade positive per il futuro?
    Io sono pronto a segurti.

  20. Lorenzo.rm scrive:

    Sì, esiste una questione giovanile. Come esiste una “questione femminile”, una “questione degli anziani, dei malati, dei poveri”, ecc. Ma la questione di fondo è quella del destino riservato ai vari paesi del mondo. Ricordo che l’Italia è uno dei più ricchi. E che il suo ruolo è collegato ad un complicato intreccio di relazioni internazionali, a cominciare dai nodi europei. Mi verrebbe da dire: in questo quadro, piangiamo di meno e impegniamoci tutti a trovare strade positive per il futuro.

  21. Porzia scrive:

    Sento una gran rabbia dentro quando si parla di giovani Nè Nè .Io credo che i nostri giovani non sono diversi da come eravamo noi. Da ragazzi noi abbiamo studiato per conseguire un titolo di studio e occupare un posto di privilegio nella nostra società del tempo,altri magari hanno scelto magari di realizzarsi nel campo lavorativo imparando un mestiere e diciamo la verità,si stava bene,si aveva una certa sicurezza economica e non ci mancava nulla.Anche se facevamo qualche sacrificio ,ad esempio per comprarci un’auto nuova o andare in vacanza il tutto veniva compensato da quella sicurezza ecfonomica che ci arrivava puntualmente a fine mese.Guardiamo invece oggi cosa succede…..Molti ragazzi studiano per coseguire un diploma ,poi con tinuano all’università ,visto che non c’è sbocco lavorativo,coneguono una laurea e ancora all’ovestg niente di nuovo .Continuano a studiare ,si impegnano nelle ricerche,nelle scoperte scientifiche e poi…..tanti anni di studio per poi andarvia dal loro paese per cercare di realizzarsi e come persona e nel lavoro..Giovani che hanno dedicato i migliori anni della loro esistenza studiando,sgobbando pur di raggiungere un loro ideale.E cosa dire dell’altra parte di giovani più debole,di quelli che si lasciano trascinari da sogni vani ,che imitano i modelli più sconci della nostra società solo per il desiderio di non rinunciare al divertimento,allo sballo alle cose che producono piaceri effimeri .E allora mi chiedo :”in questa nostra società dove i modelli di vita sono basati sulla illegalità,sulla menzogna ,sull’imbroglio,sul guadagno facile ,in una società dove non esistono più valori ,i nostri ragazzi quale punto di riferimento potranno avere?

  22. franco muzzioli scrive:

    Se i nostri giovani avessero uno straccio di futuro davanti non sarebbero dei nè, nè. Ma sanno che non avranno mai una pensione, che finiti i soldi dei genitori e dei nonni rischieranno di fare la fame ,che se non son figli di “qualcuno che conta” non avranno mai un lavoro. Allora vivacchiano giorno per giorno ,consumano quello che riescono a consumare, bevono birra fino alle ore piccole e bruciano la loro preziosa vita nell’ignavia più completa.
    Ma cari amici …ci sono anche i giovani che studiano, che si adattano a fare tutti i lavori, che scendono in piazza indignati e propositivi e che vogliono riconquistarsi il futuro ….e sono la maggioranza! Dato che sono un inguaribile ottimista credo che questi giovani riusciranno a portare tutti i nè , nè verso una società migliore , migliore di quella che noi vecchi bacucchi abbiamo contribuito a creare.

  23. giulian.rm scrive:

    La “questione giovanile” è un fenomeno che dilaga per i continenti: la rivolta di Tunisi è rivolta di giovani e giovanissimi senza lavoro. in Spagna è già stata battezzata “generación ni ni”, quelli che né studiano né lavorano.
    I dati italiani sono, in Europa, i più preoccupanti: l’Italia ha il primato per numero di ragazzi che abbandonano gli studi e non lavorano tra i 15 e i 30 anni.
    Bella domanda, Alfred, “perché i giovani non studiano e non lavorano più?”.
    E se la domanda la girassi in: “Perché i giovani dovrebbero studiare e lavorare?”.
    La scuola di noi Eldyani meno giovani, era abbastanza qualificante, e se si conseguiva anche solo un diploma senza parlare di chi proseguiva all’università, si poteva sperare, senza aiuti famigliari e amicizie, di trovare “il posto fisso”.
    Il mondo del lavoro ha subito una radicale trasformazione dovuta alla liberalizzazione del mercato del lavoro: la flessibilità, il precariato etc. è sottopagato e senza possibilità di fare carriera, e di mettere su famiglia.
    Su una cosa non sono tanto d’accordo: che i lavori manuali non esistono più, esistono ma non c’è più chi li insegna.
    Un solo esempio: oggi il tornio è computerizzato bisogna solo premere i vari bottoni vero ma quante persone hanno lavorato per creare il software?
    Il tornitoredi noi Eldyani meno giovani, creava tutta da solo con solo quattro cose:
    Un banco con la funzione di sostenere tute le altre parti e guidare gli spostamenti del carrello e della contropunta.
    Una testa motrice.
    Una controtesta, mobile sia longitudinalmente sia trasversalmente sia porta la contropunta.
    Un carrello comprendente i meccanismi per gli spostamenti dell’utensile.
    Sai una cosa Alfred? Noi Eldyani meno giovani avevamo più coraggio, quando avevi terminato gli studi e non trovavi lavoro nella tua città partivi con la valigia di cartone verso il paese, in Italia o all’estero, che il lavoro, qualsiasi, lo offriva.
    Dispiace perché questi giovani di oggi, sono l’Italia di domani. Anzi: sono già l’Italia di oggi.

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE