AGORÀ

Alcuni giorni fa Maurizia, in Incontriamoci, ci ha fatto riflettere su come eravamo da bambini e  come siamo “sopravvissuti”  (bene).
Con questa sua rievocazione Franco Muzzioli ci ricorda  come “eravamo fortunati”. Che ne pensate? siete d’accordo?

Ultimamente parlando con mia moglie dei giovani, della precarietà del lavoro, degli affitti, della difficoltà di molti di arrivare a fine mese, si diceva che siamo stati fortunati, molto fortunati!
Per curiosità ho voluto rispolverare vecchie buste paga degli anni sessanta (che conservo con maniacale pignoleria).
Facendo alcuni conti mi sono accorto che la differenza tra lo stipendio lordo e quello netto non superava il 10%, pagavamo 20.000 lire al mese di affitto che equivaleva a circa un 10/12% dello stipendio .
Ora prendiamo un giovane “fortunato” che lavora e percepisce 1.200 euro a mese, la sua tassazione supera globalmente il 25% e …se è ancora “fortunato” …paga un affitto o un mutuo di 600 euro a mese (cioè il 50% del suo stipendio netto).
Ora chiediamoci come mai lo Stato allora si accontentava di aliquote così basse?
Come mai i proprietari di appartamenti erano così onesti da applicare sempre “l’equo canone”?
L’attuale governo .. . perchè non parla mai di diminuire la tassazione sul lavoro dipendente?
Perchè i Comuni non riescono a programmare un equo canone (affitti agevolati) con eventuali do un des  con i proprietari (calo dell’ICI o altre cose del genere) ?
Se il giovane “fortunato” , che percepisce 1.200 euro a mese , invece che avere a disposizione 600 euro .. venisse tassato come negli anni sessanta e se pagasse affitti “equi” ,come allora….si troverebbe in tasca circa 1.400 euro!!!!!!!
Potrebbe “consumare” di più, facendo aumentare la produzione industriale e quindi dando la possibilità di creare nuovi posti di lavoro.
Quello che lo Stato ed i Comuni non percepirebbero facendo queste operazioni…dovrebbe essere prevelato  da chi detiene la ricchezza e da chi evade (solita solfa!)
Forse così potremo regalare un po’ di “fortuna” ….e futuro… alle nuove generazioni.

17 Commenti a “Come eravamo fortunati! scritto da Franco Muzzioli”

  1. paolacon scrive:

    giusto giulio, quei santi calli nelle mani, ma c’è tanta gente che se li fa ancora, non tutta la nuova generazione è da buttar via

  2. Giulio Salvatori scrive:

    Come si fa a non condividere ? Nella povertà…eravamo ricchi. Ricchi di volontà, ricchi di buoni propositi, ricchi di sani insegnamenti, ricchi…della consapevolezza di tirare il carro della vita.E come più volte ho scritto in queste pagine (… i calli nelle mani..) fanno crescere forti. Sta a noi trasmettere questa forza ai giovani.

  3. ughetta va scrive:

    Ricordo molto bene il periodo degli anni sessanta,ero una ragazzina,volevo studiare ma ahimè dovetti andare a lavorare per poter aiutare la famiglia,allora erano le aziende a cercare i dipendenti,quindi non ho avuto scelta,c’era un dovere da compiere,”da parte mia non ritengo un periodo fortunato”,i dipendenti erano sfruttati,il salario era basso,nelle famiglie povere si pensava solo a far crescere il pil e tutti dovevano contribuire al buon funzionamento della piccola comunità.Chi come me voleva cambiare ha dovuto studiare alla sera, con tanta fatica,non ci si poteva divertire, non c’era tempo, rammento che alla domenica si era liberi solo al pomeriggio.Ho un grande rammarico di non aver potuto vivere la mia giovinezza come ora fanno i nostri giovani.Tanta era la voglia di modificare la realtà che alla fatica non si dava peso.I nostri ragazzi non hanno grandi scopi da raggiungere,tanti aspettono l’aiuto degli altri,ma chi più di noi può aiutarci?Ci vuole una gran dose di adattabilità,voler camminare con le prorpie gambe fra mille ostacoli,non abbattersi,questa è la vita,la tecnologia ci aiuta molto a risolvere tanti problemi,perchè non mettersi assieme ad altri per trovare la soluzione di quanto cerchiamo?Sono convinta che l’unione fa la forza (naturalmente con un pò di umiltà)L’esperienza degli ultimi disastri delle alluvioni in Liguria e Toscana ne sono la prova…Noi genitori abbiamo un compito importante,insegnamo ai nostri figli a lottare, lottare e mai lascirsi deprimere.Auguro ogni bene a queste generazioni.

  4. lucia1.tr scrive:

    Mi ritengo fortunata e fiera di appartenere a una generazione che con il lavoro e il sacrificio ha prodotto trasformazioni storiche, di essere cresciuta nella cultura di valori come l’onestà e il rispetto verso il prossimo che oggi sembrano perduti per sempre.

  5. porzia scrive:

    Ciao Franco molto interessante la tua esposizione e sono daccordo pienamente su quanto hai scritto .Mi sono sposata nel 1967 ,mio marito percepiva uno stipendio di 187.000 lire e fermo restando che le aliquote erano inferiori a quelle di oggi ,posso dire che vivevamo abbastanza bene.Anche quando sono arrivati i figli abbiamo cercato di evitare gli sprechi in modo da non farci mancare l’indispensabile e qualche sfizio.Ad ogni modo da un lato lo Stato allora era più clemente con i cittadini ,dall’altro noi cittadini cercavamo di collaborare con le istituzioni e questo ci permetteva di condurre una vita dignitosa.Secondo me questa è la chiave della nostra fortuna di allora.Oggi purtroppo si è capovolto tutto,manca il lavoro,il pil è fermo,lo stato pensa ad altro ,le aliquote sono arrivate alle stelle,il consumismo è sempre più affermato ed ecco che alla fine del mese non ci si ritrova più. Percepisco una discreta pensione e ti giuro faccio fatica a quadrare il bilancio ,e allora mi viene da pensare ai monoreddito che percepiscono uno stipendio di € 1200,con figli a carico come fanno a campà?

  6. ANGELOM scrive:

    Caro Franco, quello che dici è tutto vero, le nostre buste paga anche se non erano favolose, era più gestibili, spaccando la lira ci facevi uscire un pò di tutto.Oggi purtroppo i giovani con il loro stipendio non riescono più,anche perchè sono cambiate le esigenze e non vogliono fare più i sacrifici.Noi abbiamo nel nostro piccolo,realizzato qualcosa,mentre ora le nuove famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese.

  7. edis.maria scrive:

    Franco facevo riferimento alla legge sul’equo canone di allora, non di una potenziale odierna. Infatti quella di allora è stata abolita proprio perchè creava i problemi che ho elencato. Neanche io ho pianto per i proprietari di appartamenti, ma solo per un parente stretto che non trovava alloggio , perchè nessuno affittava più! Questo è ciò che accadeva in Torino!

  8. franco muzzioli scrive:

    L’articoletto, come mio solito, era provocatorio…è chiaro che “stiamo meglio ora”. Abbiamo i TV a led, gli ipod, i telefonini multifunzionali, i computer …allora c’era si e no un’automobile per famiglia ,ora ne abbiamo una per persona…ma abbiamo anche i giovani cronicamente precari.
    I dati esposti ,non credo però siano confutabili.
    Cara Edis non mi sento di versar lacrime per i proprietari di appartamenti …che “erano costretti” ad affittare ad equo canone. Ora mi auspico un “dare ed avere” ….tu proprietario affitti a canone agevolato (come si chiama ora) e io non ti faccio pagare l’ICI…ti do la possibilità di scaricare tutte le spese di manutenzione……ma se non affitti…paghi due o tre volte l’ICI a secondo degli appartamenti che possiedi…..ce ne sono tante delle strade per arrivare allo scopo.
    Il sunto della faccenda è che dobbiamo trovare il modo di dare ai giovani (di oggi) la possibilità di lavorare ,di farsi una famiglia e di arrivare alla fine del mese.

  9. nikodireggio scrive:

    Commenti abilitati AVEVO SCRITTO COMMENTO MA NON E USCITO

  10. edis.maria scrive:

    Non parlerei di fortuna , se non in misura molto ridotta! Certo i nostri giovani oggi hanno la “ disgrazia “ che i posti di lavoro sono diminuiti, i salari o gli stipendi non sono adeguati al costo della vita e , spesso, certi lavori non si accettano, perchè , dopo tanti sacrifici di studio , si attendono offerte migliori. Non penso di essere stata fortunata , perchè ho speso fatica e grinta nella preparazione , anche e spesso gratuita, per introdurmi e farmi apprezzare. Certo a quei tempi le possibilità erano maggiori , ma, anche allora gli stipendi erano quel che erano, ma avevamo meno spese, ci si accontentava. Hai ragione Franco nel dire che le tasse erano inferiori, ma gli affitti, nella zona in cui abitavo ,raggiungeva un terzo dello stipendio. Non vorrei parlare dell’equo canone! Una sciagura per proprietari e per coloro che, volendosi sposare, non trovavano nessuno che affittasse se non ammobiliato o transitorio! Il canone equo era così basso che , quando un proprietario doveva sopperire a spese straordinarie per l’immobile, ci rimetteva! Allora : case sfitte e giovani in casa dei genitori!! Esperienza personale!!!Ragionevole sarebbe la diminuzione delle tasse sul lavoro dipendente, in modo da dare un po’ di respiro ai lavoratori. E soprattutto eliminare il precariato che è la maggiore preoccupazione per l’avvenire dei nostri ragazzi! Chiaramente, perchè i datori di lavoro preferiscono assumere precari???La risposta è ovvia!!!!!

  11. giulian.rm scrive:

    Fortunati?
    Si perché era più facile trovare lavoro, il nostro Paese, come per la maggior parte degli altri paesi dell’Europa occidentale, gli Anni ’60 ed i primi Anni ’70, furono attraversati da una fase di intenso sviluppo, che prese il nome di “Boom Economico”.
    Non dimentichiamoci però che c’erano meno spese…vedi automobile,televisore,cellulare,Internet etc.
    Provate a ricordare quanti vestiti avevate nell’armadio e quante paia di scarpe,chiedete alle vostre signore se oggi vi rammendano i calzini con l’ovetto di legno,ora diventato oggetto di antiquariato.
    Fortunati?
    Dipende: Se parliamo di salute, di diagnosi, di terapie, la risposta è sicuramente che siamo più fortunati oggi, negli anni sessanta per sapere con certezza cosa avevi dovevano farti una laparatomia, oggi basta un’ecografia o una TAC; esistono i vaccini, si guarisce bene anche dal cancro, etc.

  12. pachino scrive:

    Commenti abilitati Sto leggendo in questi giorni un libro di G.P.Pansa, caro Muzzioli,e questo libro tratta delle condizioni,in qui venivano tenuti i meno abbienti,i contadinie chi nn era possidente,e tutto questo si svolge nel basso Piemonte,zone di vercelli monferrato e vicinanze,dalla meta’ dell’ottocento in avanti,se questi vedessero,dove siamo arrivati con il progresso,nn credo direbbero ,come eravamo fortunati noi,ora bisogna dire dire che si, il potere d’aquisto della lira e’ calato molto ,negli anni 60, 70, aiutandoci l’un l’altro ,si riusciva a costruirsi la propria casetta ,anche con 200,000 mila lire al mese,oggi purtroppo con duemila euro al mese si arriva a malapena a fine mese ,e nn avanza piu’ niente,pero’ caro Muzzioli,nn continuiamo a dire il governo,i comuni, o le regioni,tutto questo siamo noi ,noi abbiamo messo in questi ultimi 15 anni il peggio del peggio e adesso ne pagheremo le conseguenze.

  13. GuglielmoCa scrive:

    Muzzioli i progressi che abbiamo compiuto sono enormi,il sistema in cui viviamo è pieno di problemi:inquinqmento,carenza di materie prime,decadenza dei valori. La globalizzazione ci porta a cambiare i nostri stili di vita, dobbiamo correre di più nel lavoro,la ricerca va lenta,sarà sempre più dura la vita non voglio dire che siamo al collasso,ma preoccupazione c’è. nel 2050 saremo undici miliardi sulla terra che futuro avrà….?.La mia generazine aveva una vita meno frenetica,eravano più poveri…come dicevo,adesso siamo più frenetici,non si può fare a meno di internet,cellulari e altro sono diventati bisogni primari, …la mia generazione non aveva tutta questa tecnologia vivevamo più contenti ci bastava il poco per divertirci,c’èra meno insoddisfazione. Muzzioli mi ricordo un detto:si stava meglio quando si stava peggio…il tempo ci darà una risposta.

  14. bonollo giosuè scrive:

    mmenti abilitati bravo franco era quello che voleva berlusconi ma non ci è riuscito,voleva che diventassimo schiavi consumismo usa e getta poi loro intascavano tutto con tasse sui lavoratori.

  15. alfred-sandro.ge scrive:

    Commenti abilitati
    Franco Muzzioli hai espresso magnificamente quello che molti Italiani pensano ma inconsciamente hanno rimosso.
    È necessario sempre trovare un colpevole quando ci sono colpe da attribuire ed in questo caso le colpe vengono attribuite guarda caso a chi? : ai lavoratori!
    Hanno consumato troppo, hanno sperperato, sono vissuti al di sopra delle loro possibilità, non lavorano, fanno troppe poche ore di lavoro, vanno in pensione troppo presto, si curano troppo, spendono troppo in medicinali, etc, etc, etc……..
    Ora facciamo un po’ due più due in modo semplicissimo sapendo già che ci saranno i RAGIONIERI che sapranno dimostrare il contrario. Dimostrare ho detto. Non convincere.
    Dunque: da che cosa è composta la ricchezza di uno stato?
    Ci hanno insegnato che la ricchezza di uno stato è data dalla quantità d’oro passeduta dalla sua banca centrale convertita in moneta e suddivisa tra in suoi abitanti. Ecco il punto: suddivisa tra i suoi abitanti. Come? Da chi?
    Ora io non sono in grado di dire se dagli anni dei quali parla Franco ed arrivare ai giorni nostri la riserva aurea italiana sia aumentata o meno: da quello che si potrebbe dedurre sembrerebbe di si visto l’enorme aumento di ricchezze che ci attornia, ma mi sorge spontaneo un dubbio:
    a scuola ci hanno anche insegnato che in natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma per cui facendo il percorso a ritroso:
    se la moneta circolante e in possesso di ognuno di noi è una quantità equivalente di oro posseduto dalla banca centrale, non sarà per caso che nella distribuzione della “ricchezza del paese” c’è qualche lacuna? Qualche distorsione? Qualche anomalia?
    Con le cifre che ci ha ricordate Franco Muzzioli, l’Italia di quegli anni era capace di essere tra le prime dieci potenze mondiali: che è successo?

    alfred- sandro.ge

  16. marisa8.bs scrive:

    non so se eravamo fortunati, sicuramente c,era tanta aspettativa e tanta voglia di fare per cambiare il nostro avvenire.quello che manca ai nostri giovani ,

  17. Lorenzo.rm scrive:

    Completamente d’accordo con te, Franco. Siamo stati fortunati.

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