La cultura nel nostro paese è stata messa in secondo piano, in altri paesi, non si paga neanche una corona per i libri, quaderni, matite penne per un bambino che inizia le scuole, essa fornisce tutto, mentre nel nostro paese le famiglie devono fare i salti mortali per comperare i  libri ai propri figli. Nella Repubblica Ceca oltre agli immancabili mega-book-store, nelle zone meno centrali sopravvivono anche piccole biblioteche  di quartiere, dove gratuitamente si può leggere. La cultura si respira per ogni dove, si vede leggere, sui tram, nella metropolitana, ecc. Questi sono  alcuni esempi. Non voglio assolutamente affermare che l’Italia sia un paese ignorante perché così non è. Ma rimane il fatto, come lo scrittore Beppe Severgnini nel suo libro “La pancia degli italiani” scrive, che nel nostro paese esiste  una ristretta minoranza, stimata in 5 milioni di persone , che con regolarità legge giornali, compra i libri, s’informa, segue con interesse l’attualità e contribuisce a creare consapevolezza e conoscenza. Ma per un paese grande come il nostro, è troppo poco. Rimane ancora una massa enorme di persone che, influenzata da una tv, pubblica o privata è la stessa cosa, la cui qualità è in caduta libera, giorno dopo giorno s’imbruttisce, passando questo  termine. L’elogio che Roberto Benigni fece davanti al Parlamento Europeo non poteva avere una tempistica migliore. (per chi lo volesse riascoltare: http://www.youtube.com/watch?v=7Z1TvjD9gJQ&feature=endscreen&NR=1)

Dopo anni molti di noi, compreso me ci siamo vergognati di essere italiani, improvvisamente Roberto, con la sua travolgente passione che gli sgorga da cuore, ci ha ricordato quando grande sia l’Italia e mi sono riscoperto di essere italiano e di amare questo paese. Benigni ha sottolineato una cosa importantissima che la culla della cultura per prima è stata proprio la nostra terra, poi divenne nazione.

Ciò significa che se muore la cultura, muore l’Italia. Se come dicono tutti i testi di economia, ogni paese deve mettere a frutto le proprie risorse cercando di sfruttarle al meglio, allora noi italiani abbiamo l’obbligo morale di promuovere, sostenere in tutti i modi la cultura. Per anni abbiamo pensato che in Italia di cultura ce ne fosse così tanta da non doversene preoccupare. In questi ultimi anni si è dimostrato l’esattamente  contrario. E’ giunto il momento di rendersene pienamente conto e di agire perché la cultura è alla fine di ogni sviluppo di qualsiasi società umana.
Concludendo cerco di dire: informiamoci continuamente, di stare al passo con i tempi, leggendo libri, magari frequentando qualche biblioteca, forse la nostra mente si aprirà di più.

26 Commenti a “SENZA CULTURA NON C’E’ Né SVILUPPO Né CRESCITA. Scritto da ANGELOM”

  1. francesca (franci) scrive:

    Ho sentito una notizia in tv, qualche tempo fa, che mi ha inorridita: il 10% delle famiglie italiane non ha in casa neanche un libro…!!!! E c’è gente che, nella propria vita, non ha letto neppure un libro..!! ma sicuramente non si saranno persi neanche una puntata di “piccoli fratelli” o “isole delle sconosciute”. Credo che ogni commento al panorama “cultura” sia superfluo.

  2. franco muzzioli scrive:

    Forse una mediazione tra Ivanhoe ed Alfred ci può stare, basterebbe innanzi tutto che i giovani leggessero di più e si incuriosissero di ciò che li circonda e non solo del loro specchio.
    Poi è cultura anche saper aggiustare un rubinetto (questo nasce dalla consapevolezza e dalla conoscenza di che cos’è quell’aggeggio dal quale esce l’acqua). La cultura non è solo “latinorum” …o “Macchiavelli” …è cercar di sapere tutto ciò che l’uomo ha detto, scritto,inventato e tutto ciò che la natura ci propone. Poi ci sarà la cultura “classica, che darà la possibilità di parlare e scrivere in modo corretto e la cultura tecnica che ci faciliterà ad apprendere le meccaniche del mondo. Rimango comunque dell’idea che “tutto” è cultura …l’essenziale è essere curiosi come i bimbi …non perdere l’abitudine d’esser pieni di “perchè” …poi, come dice Ivanhoe, questa spinta alla voglia di “sapere” ,anche in maniera autodidatta , ci porterà a “conoscere” ed in qualche modo “essere colti” .
    Vorrei poi precisare a chi giustamente difente i “propri giovani” e guarda “l’orto attorno a casa”,che ci possono benissimo essere situazioni dove ragazzi leggono e fanno cultura , purtroppo ripeto, le statistiche dicono che il 60% degli italiani non legge e non fa cultura ….e questo è un dato incontrovertibile!

  3. alba morsilli scrive:

    io che sono una persona semplice senza una una cultura di base, molto spesso nel mio lavoro ho dovuto insegnare a giovani medici come si facevano i prelievi,loro sapevano tutto sulla carta ma in pratica niente perciò io ho sempre detto che ci vogliono le due cose abbinate. Con la buona volontà si ci può istruire certamente vi saranno delle lacune nella nostra preparazione, ma importante accettare l’altroe dire grazie se è disposto a insegnarti qualcosa.
    io appartengo ad una generazioe dove si dava la precedenza ai maschi per lo studio, ed questo è il rammarico più grande della mia vita, per questo anche da madre sola con tre figli o insistito e mi sono sacrificata per dare loro una cultura, c he poi non vuol dire avere cultura per essere uomini, se leggiamo i giornali i signori con i colletti bianchi sono i più disonesti

  4. lieta scrive:

    al lieta.mi ti è riconoscente per il culturale buon senso pratico ke hai definito così bene. i miglior acculturati per me so quelli ke san trarre frutti dal creato. frutti veri, ne san apprezza’ la valenza e quando ne parlan lo fan per esperienza verace e diretta come le cozze ahahhah e scusate ma la meglio cultura è l’esempio del tutto dalle scienze al tutto lo scibile possibile ma esserci in quel ke si fa, si dice non apparire x quel ke non si è capaci di essere e sti giovani sono meglio di noi certamente…………

  5. alfred-sandro.ge scrive:

    La cultura è indubbiamente importante ma……?
    Potremmo imparare la Divina Commedia a memoria, l’Amleto di Shakespeare, l’Iliade e l’Odissea di Omero,
    I Promessi Sposi, conoscere la Fisica Quantistica,
    o la Matematica Applicata.
    Potremmo imparare le leggi della Termodinamica, o la storia delle Religioni, laurearci in Scienze Politiche,
    o studiare l’Evoluzionismo di Darwin………
    ma….?????
    ma se domani dovessimo appendere un quadro? aggiustare un travolo traballante? riparare la bicicletta del nipotino, cambiare una tegola sul tetto, cambiare la guarnizione alla caffettiera?
    che facciamo?
    Per forza di cose dovremo chiamare un operaio. Un operaio che molto probabilmente non avrà
    dieci lauree. Un operaio che certamente avrà famiglia, figli, avrà una casa decorosa, una vita decorosa, una istruzione decorosa e magari una cultura decorosa senza necessariamente essere stato costretto a laurearsi per ben dieci volte.
    La cultura è certamente importante ed è vero che non si finisce mai di imparare ma la cultura esasperata la ritengo inutile se non dannosa.
    Un avvocato dovrà sempre recarsi dal medico e viceversa, per cui ritengo che per i giovani sia si necessaria l’istruzione, fondamentale direi, ma non in modo esasperato: ai giovani serve imparare a vivere da uomini.
    Domani potrebbero averne bisogno.

  6. Ivanhoe del fiume scrive:

    Commenti abilitati
    Oggi la Cultura è labile, è pseudo cultura! Essa non ha le basi, quelle vere! Non si è letto/studiato, non si conoscono i classici della letteratura, non si è studiato il Latino, o il Greco, non si conoscono veramente, alcune lingue. Oggi ci si riempie la bocca di citazioni latine senza conoscere il latino, Perché fa IN.(vedi Berlusconi & Company).I media citano degli scrittori classici, come: Machiavelli, Stendhal,Chamfort, Burckhardt,Spinoza, Pascal, etc. E’…non! Senza averne letto i libri,o il libro. Anche la pubblicità ci si mette, prendendo in prestito dalla letteratura, Storia, Poesia, aforismi, per i sui spot. La vera cultura è come un palazzo, deve avere delle solide fondamenta di conoscenza, perché il palazzo possa essere Culturalmente è validamente solido. Ce di buono, che chi vuole…. da… buon autodidatta, ampliare le proprie conoscenze culturali ha un mezzo che si chiama computer, Internet, rete, informatica.

  7. lucia1.tr scrive:

    A questo punto potremmo dire, la cultura oggi assicura ai nostri giovani un avvenire sicuro?
    Vediamo generazioni di trentenni laureati senza futuro e privi di qualsiasi forma di progettualità, cinquantenni super referenziati in cerca di identità perché licenziati dopo cinque lustri di lavoro, tutti vittime di un sistema che evidentemente premia soltanto chi ha già la strada pronta, perché figlio di professionista affermato.

  8. ANGELOM scrive:

    Rispondendo a NICODIREGGIO, devo far notere che nessuno colpevolizza i giovani, anzi essi vanno incentivati, è solo che ci sono nella nostra sociatà gievani e giovani, quelli che hanno un gran voglia di costruvirsi un futuro e quelli che corrono dietro ada altri interessi deleteri. Noi tutti, adulti, nessuno escluso,dobbiamo aiutali a seguire la diritta via.

  9. Ivanhoe del fiume scrive:

    Commenti abilitati
    NON VORREI CHE SI SCAMBIASSE L’ISTRUZIONE CON LA CULTURA
    Consciamo un po tutti, dei lauretarti, che sono degli emeriti asini culturamente!!! ESEMPIO: VediamO tanti nostRI politici. LA CULTURA SI IMPARA SI!!! MA…. LA SI COLTIVA ANCHE!!!!

    Cultura (dal verbo latino colere, “coltivare”) appartiene alla storia occidentale. L’utilizzo di tale termine è stato poi esteso a quei comportamenti che imponevano una “cura verso gli dei”, da cui il termine “culto”. (Wikipedia)

    LA CULTURA – Carmelo Bene
    http://youtu.be/wr8v3l3_uyM

    DIVIETO DI CULTURA Caricato da teatrouovo in data 23/mar/2011
    http://youtu.be/sHo0t31bKgg

    Luca ZINGARETTI: con la cultura si mangia – “Vieni via con me” – Terza Puntata 22/11/2010
    http://youtu.be/-ycJdiGmask

    Elenco del perché con la cultura si mangia, di Andrea Camilleri

    Eva quando prese la mela dall’albero e la offrì ad Adamo, fece cultura
    La prima madre che svezzò il suo bambino con delle bacche che aveva scoperto commestibili, fece cultura
    Il primo uomo che appuntì un sasso per cacciare e quindi mangiare, fece cultura
    Il primo uomo che incise sulla roccia un bufalo per comunicare che lì c’era da cacciare e quindi da mangiare, fece cultura
    Il primo uomo che si rese conto che la carne di animale era gustosa, fece cultura
    Il primo uomo che fece 2 buchi su un uovo di dinosauro, lo bevve e consigliò al suo clan di fare lo stesso, fece cultura.
    Il primo uomo che sfregando due legnetti provocò una scintilla con la quale accese un fuoco su cui cucinò la carne dei bufali, fece cultura.
    Il primo uomo che, arrabbiato per il bufalo che gli era appena scappato, maciullò con le mani alcune olive e si accorse che potevano essere un buon condimento per la carne di bufalo, fece cultura.
    Il primo uomo che dopo un’indigestione di carne di bufalo, provvide ad avvertire gli altri che non bisognava mangiarne troppa, fece cultura.
    Il primo africano e il primo indoeuropeo, che si scambiarono i loro diversi cibi, fecero cultura
    Dal che si deduce, contrariamente a chi afferma l’opposto, che con la cultura si mangia eccome, talvolta meglio talvolta peggio ma si mangia.

    NON INSEGNATE AI BAMBINI

    http://youtu.be/IVnPotcVkFQ – Giorgio Gaber

    LA CULTURA: DELLA POESIA, DELLA MUSICA, DELLA….. VITA.

    http://youtu.be/Cwxi_tqphxE Canzone per Alda Merini – Roberto Vecchioni

    VIVA L’ITALIA (SIC) 1980/2010 SONO PASSATI 30ANNI COSA E’ CAMBIATO??????
    http://youtu.be/lUHmdpuuvGQ DALLA e DE GREGORI 2010

  10. Giulio Salvatori scrive:

    Bravo Angelo.Posso dire che , prendendo spunto dalla mia esperienza , che è questione di volontà. Scriveva un illustre e grande scrittore versiliese:Lorenzo Tarabella – I figli degli operai non possono studiare- Eravamo negli anni ’50 e sicuramente tempi difficili. Oggi, secondo voi sono migliori? Siete sicuri che i figli degli operai possano studiare, frequentare le università? O siamo ritornati a rivedere cose vecchie e cioè:- Che il figlio del dottore , sarà dottore, il figlio dell’avvocato , sarà avvocato etc.All’inizio parlavo di volontà, si può lavorare e studiare come è successo in casa mia, raggiungendo perfino la laurea.Ma oggi, anche se c’è la volontà di lavorare , non lo puoi fare perchè manca il lavoro. Ritornando alla parola -Cultura- è ovvio che uno se la può fare, leggendo e studiando. I centri di cultura non mancano, però, strappare quel benedetto foglio di -Laura- sarà sempre e maledettamente più difficile per i figli degli operai.

  11. nikodireggio scrive:

    Commenti abilitati la cultura ha bisogno di investimenti i libri costano tanto e si cerca di andare in biblioteca
    per me i giovani leggono…………perche incolpare sempre ai giovani……..le famiglie fanno fatica quello con reddito basso a comprare…….anche gli zaino stanno rendendo tutto difficile con tutti i bei monumenti che abbiamo potremmo recuperare tanri soldi e invece fanno andare tutto in malore
    un governo di banchieri che se ne frega degli esseri umani

  12. ANGELOM scrive:

    Tutte le situazioni che Edis.Maria ha citato e che ringrazio, nel suo commento, danno la giusta dimensione di quello che si vede nel nostro Paese. I giovani devono essere incentivati particolarmente, loro sono il nostro futuro, essi sono interessati ad aprirsi alle conoscenze. Le istituzioni dovrebbero esercitare piani particolareggiati , sconti per ingressi a mostre d’arte , le attività culturali qualche volta sono onerose, ma come si dice alla fine vale la pena e il sacrificio, magari sacrificando qualcos’altra parte voluttuaria per immagazzinare e farsi accendere quella luce dentro di se.

  13. franco muzzioli scrive:

    Edis il mio non è pessimismo è realismo, guardo le statistiche ,ascolto e leggo quelli che ne sanno più di me…e tiro le somme. Essere speranzosi e vedere il bicchiere mezzo pieno è giusto, ma sempre con un occhio aperto sulla realtà ,quella dei numeri e delle statistiche che purtroppo (almeno in questo caso) sono veritiere ,questo ci da la possibilità di cercare nel nostro piccolo di cambiare le cose.

  14. lieta scrive:

    penso ke la scuola de la vita ci abbia dotati a ns venere età di maggior comprensione di accadimenti letture pensieri veraci nulla + vano se ascolto accade, lettura si fa e riflessione è dilatata nel tempo x necessità attività manuali x mera sopravvivenza, maestri pericolosi per me so quelli ke se propinan co dolcezze false, ed hanno egoismi e critike assurde al riparo de na solidità economica…………………

  15. edis.maria scrive:

    Franco Muzzioli , i 1050 abbonamenti si riferivano al primo giorno di distribuzione e alla sola città di Torino! Speriamo che ciò succeda in tutta Italia e cerchiamo di incentivare le speranze e non solo spandere pessimismo! Io conosco molti giovani volenterosi che si ” danno da fare”” nel silenzio e non fanno notizia sui giornali, perchè non creano dibattiti. Grazie Angelom dell’interessante articolo che mi ha appassionato molto!

  16. lucia1.tr scrive:

    Nei commenti precedenti è già stata ampiamente spiegata l’importanza della cultura, due giorni fa ho ascoltato Tullio De Mauro nella trasmissione radiofonica Fahrenheit che in un’intervista riportava in cifre il grado di scolarizzazione degli italiani. Oltre 2 milioni di adulti sono analfabeti completi, quasi 15 milioni sono semianalfabeti, altri 15 sono a rischio di ridiventarci e sono ai margini più bassi delle capacità di comprensione e di calcolo necessarie per orientarsi in una società che diventa ogni giorno più complessa. . Stabilire le responsabilità di questa situazione non è cosa facile, recenti indagini hanno stabilito che uno dei primi fattori del successo scolastico dei giovani, ancora prima della quantità di libri posseduti in famiglia e del titolo di studi dei genitori, è dei bravi insegnanti, che oltre a trasmettere nozioni, devono far nascere in loro la voglia di arricchirsi culturalmente ogni giorno. Molti piccoli centri sono ancora privi di scuole, la mancanza di stimoli culturali, di sedi idonee, di biblioteche, di attenzione da parte dei politici, mantiene basso il livello culturale del nostro Paese, che è sempre più arretrato anche di fronte a paesi in via di sviluppo.

  17. giulian.rm scrive:

    Scusate il ritardo diceva Massimo Troisi…ho letto con piacere il tuo articolo Angelo che condivido.
    La definizione di cultura secondo il senso più comune è:
    il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio ai fini di una speciale preparazione in uno o in più campi del sapere.
    A mio avviso la cultura non è solo il conoscere la storia di tutto ciò che ci è stato tramandato,ma soprattutto è il saperla analizzare ed interpretare con l’intento costante di migliorarla .
    Habermas, uno dei grandi filosofi del ‘900 notò il tramonto del pensiero e dell’intelletto in una società massmediatica, televisiva e internettiana.

    “Ascoltare o leggere senza riflettere è un’occupazione vana; riflettere senza libro né maestro è un’occupazione pericolosa.”

    Confucio

  18. ANGELOM scrive:

    Ho creduto opportuno scrivere questo mio modesto articolo sulla cultura per sollecitare e rianimare gli animi, ad occuparsi della vera cultura, della lettura e del sapere. Ringrazio Paola e tutti i commentatori che mi hanno onorato della loro attenzione.

  19. lieta scrive:

    sono un’utente tempo pieno biblioteca, poi libri alcuni leggo smodamamente altri li passo pagina per pagina ricerca pensieri avvincenti avvolgenti, mio salvavita la lettura libri biblio da sempre, sono anke i miei viaggi date certe impossibilità vario genere.
    cmq ultima volta, settimana scorsa ke stavo la’ in biblio, c’è stato avvicendamento classi scolastike elementari, e sentivo le bibliotecarie lamentarsi del fatto dover sfornare su 2 piedi 30 tessere per i ragazzini per iscriverli e attrarli in quel regno per me fonte di vita e fantasia………. ciao tutti

  20. franco muzzioli scrive:

    Bella l’immagine di speranza che Edis.maria ci propone …una fila di quattro ore per 1050 abbonamenti , ma percentualmente quanto valgono queste “centinaia di universitari in coda”?
    Gli studenti iscritti agli atenei in Italia superano i 300.000, come vedete le “cifre della speranza” sono ben lontane dal pensare ad una “cultura sociale” anche solo per gli studenti universitari.
    Sono certo che molti tendono a credere nella cultura…ma è quel “molti” che quantificato delude e fa capire che tante cose devono essere riviste , fatte e promozionate per arrivare almeno al grado di acculturazione degli altri maggiori paesi europei.

  21. sandra.vi scrive:

    Complimenti Angelom per il tuo articolo ,sappiamo purtroppo in Italia si legge poco e nn si fa molto,noi abbiamo avuto molto e sono ottimista cerchiammo nel nostro piccolo di fare qualcosa ,sono tanti cerchi che danno vita ad altri.Qui in Grecia dove mi trovo lo stato paga l’istruzione ai ragazzi dalle elementari fino alla maturita’ nn e’ cosa da poco no?

  22. edis.maria scrive:

    C’è sempre stato colui che ama aggiornarsi, imparare, essere anche autodidatta se le condizioni non gli permettono di studiare,; ci sono coloro che pur avendone la possibilità non le sanno sfruttare.Così sono i nostri giovani e così siamo stati anche noi ai nostri tempi. Che il tipo di cultura sia cambiato, con i nuovi mezzi ci comunicazione, è certo! Ne sanno qualcosa i professori che non fanno altro che giudicare ” testi” scopiazzati da internet. !!!! Biblioteche ce ne sono a iosa nelle città e anche nei piccoli comuni , tutte frequentabili gratuitamente i quasi. In Torino sono sempre affollate. Per spandere un po’ di speranza vi trasmetto un piccolo articolo apparso sulla Stampa la settimana scorsa.””Centinaia di universitari in coda
    vogliono l´abbonamento musei
    Grazie al Senato degli studenti 2.700 card a 10 euro. “Non è divertente restare in fila al freddo, ma è un´occasione unica per risparmiare”
    di TOMASO CLAVARINO

    Centinaia di universitari in coda fin dalle prime ore del mattino. In piedi, al freddo, e non per accaparrarsi un biglietto per un concerto di Vasco Rossi o dei Coldplay ma per riuscire ad acquistare un abbonamento «Musei Torino Piemonte» a prezzo agevolato. Dieci euro invece dei 30 abituali, 49 per gli over 26. Ecco spiegata la coda che per tutta la giornata di ieri si è vista in via Garibaldi davanti alle vetrine dell´InfoPiemonte. Lo sconto è stato possibile, come gli anni passati, grazie all´impegno finanziario del Senato degli Studenti che si è accollato parte dei costi.

    Immagini

    C´è chi ha aspettato anche quattro ore prima di uscire al sole di piazza Castello con uno dei 1.050 abbonamenti messi in vendita nel corso della giornata e andati esauriti ben prima delle 17, «ma ne è valsa la pena – afferma Giorgia Scavuzzo, studentessa di Giurisprudenza rimasta in piedi dalle 9 alle 13 – la cifra che si risparmia è significativa e in più l´offerta culturale piemontese è davvero valida. Stare in coda in mezzo ad altri ragazzi interessati all´arte e alla cultura è anche un modo per fare conoscenza». Dello stesso parere anche Elena Tasselli, fiorentina trapiantata a Torino iscritta a Psicologia: «È il terzo anno di fila che mi metto in coda per questo abbonamento.

  23. franco muzzioli scrive:

    La cultura è un termine onnicoprensivo che dovrebbe coinvolgere l’uomo nella sua sete di sapere e nella curiosità di conoscere le cose.
    Ma che cosa interessa all’uomo d’oggi….soprattutto il presente e l’apparire, scrive Eugenio Scalfari in un recente articolo su L’Espresso….” è sempre più difficile credere in un mondo che sogna l’eterna giovinezza.Dai videogame ai social network si è diffuso un modello di società a “responsabilità zero”…….se il modello è quello come si può conciliare con la voglia responsabile di acculturasi ?
    Chiaramente è anche colpa di una scuola deresponsabilizzata , mal finanziata e che sforna giovani ignoranti, poi se guardiamo certe statistiche ci rendiamo conto di quello che succede.
    Più del 60% degli Italiani non legge nè un libro nè un giornale …come diceva Angelo solo lo 0,8% è un abituale lettore!!!!!! Mentre l’utilizzo dei cellulari coinvolge oltre il 90% dei cittadini e gli unici mercati in crescita in questo momento di depressione …sono quelli delle palestre e dei cosmetici.
    Che devo dire…..diamo il buon esempio …compriamo e leggiamo
    libri e giornali …continuiamo col nostro piccolo “salottino culturale” , ma soprattutto quando regaliamo qualcosa ad un giovane invece di pensare a telefonini o profumi…regaliamo un libro.

  24. pino1.sa scrive:

    Complimenti ad Angelo e Paola, concordo pienamente, senza cultura non c’è sviluppo, purtroppo oggi si misura di una nazione il potere di spesa, il PIL, cioè se ne valuta solo la capacità economica, come se i grandi valori culturali, artistici nonché la capacità di un popolo di coltivare sentimenti di solidarietà che possano portare allo sviluppo di un economia solidale diversa e meno cannibale dalla attuale non contassero ad esprimere il benessere di un popolo . Ma i valori che accompagnano la nostra vita affondano le radici proprio nel bagaglio culturale che raccoglie le esperienze delle generazioni passate che i nostri padri hanno saputo conservare e tramandare alle generazioni successive, veicolandole attraverso i vari canali della divulgazione culturale. Ora occorrerebbe incentivare la divulgazione culturale rendendola appetibile ai giovani che, se non attratti dalla carta stampata ma dagli strumenti informatici, che noi stessi gli abbiamo messi tra le mani, attraverso questi stessi strumenti veicolare prodotti multimediali di qualità che esprimano la vera cultura che apre la mente ed il cuore della persona, cercando, per quanto possibile, di limitare la circolazione della pseudo cultura e dei messaggi spazzatura che si infiltrano ed affollano la rete..

  25. Titina scrive:

    Certo, Angelo, che leggere, tenersi informati e aggiornarsi per ampliare o quanto meno conservare il proprio patrimonio culturale, è derminante per se stessi e per la società in cui si vive, ma quello che mi preoccupa è l’atteggiamento delle giovani generazioni nei confronti della cultura! Noi della nostra età, abbiamo preso a piene mani da chi c’era prima di noi, ci è servito l’esempio, abbiamo osservato il loro modo di rapportarsi col mondo facendo tesoro dei loro comportamenti in ogni campo, primo fra tutti il tenersi al passo con la cultura intesa nel modo più ampio possibile. Non mi pare che le giovani leve (figli e nipoti), si diano tanto da fare per stare al passo coi tempi, o meglio non mettono a frutto come si dovrebbe tutti i mezzi e le opportunità che hanno. Forse sono troppo pessimista, ma se mi guardo intorno, vedo questo e mi viene un magone di tristezza! Complimenti, Angelo per il tuo scritto!

  26. Lorenzo.rm scrive:

    Bello questo tuo articolo sulla cultura, Angelo. Hai dimostrato inequivocabilmente quanto essa sia importante per un Paese e come rappresenti un sicuro elemento di successo, soprattutto per i giovani. Speriamo che ci sia una ripresa di interesse verso questo tema perché, in diverse situazioni, studiare, informarsi, leggere, “non portano pane”, come si diceva dalle mie parti. Sicché il riconoscimento a parole dell’importanza della cultura non porta di fatto alcun vantaggio a chi vi si dedica.

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