In Incontriamoci Franci scrive:
“È davvero immortale la nostra anima?
Cosa c’è oltre la vita?
Dove va l’anima quando si separa dal corpo?
Ma poi, cos’è l’anima?
È qualcosa di etereo o si può vedere?”
Segue un articolo molto interessante ed altrettanto stimolanti commenti.
Qualche mese fa, esattamente nel maggio 2012, Franco Muzzioli aveva proposto questo articolo
sull’anima, con un’impostazione diversa da quella di Franci, ma le domande sono simili, i dubbi ugualmente angosciati.
Con il consenso dell’autore e di Franci, vi ripropongo questo articolo, soprattutto per confrontare le due diverse prospettive ed i commenti ugualmente interessanti. A voi altri commenti se ne avete (pca)
L’anima, etimologicamente parlando, è il “soffio”… quello di Dio quando creò l’uomo.
Nelle religioni, almeno in molte, è la parte “eterna” di noi stessi, molti la identificano con il pensiero, col ragionamento, con i sentimenti … si dice infatti … ” ti voglio un bene dell’anima”.
Paola mi ha detto: “sei matto a voler parlare dell’anima …”
ma perché no?
Forse un dubbioso è il più adatto, perché è in mezzo al guado e può fare affermazioni e domande svincolato da convincimenti di fede.
Ormai la teoria evoluzionistica darwiniana è accettata anche dalla Chiesa, questa teoria dice che noi siamo una evoluzione dei primati (scimmie).
Quando Dio decise di infondere questo afflato eterno?
Lucy, la nostra progenitrice trovata in Africa ne era già in possesso?
Gli uomini di Neanderthal avevano un’anima, o dobbiamo arrivare all’Homo Sapiens?
È chiaro che non c’è stato un drastico momento di passaggio, ma un’evoluzione che è durata milioni di anni, quindi mi pare molto difficile stabilire quando Dio “fece questo soffio”.
L’anima è eterna per definizione… quando moriamo ci portiamo dietro i nostri ricordi?
Rincontriamo le anime delle persone che abbiamo amato?
Amore e affetto sono sentimenti legati alla corporeità … mi pare strano che possano essere eterni.
Ma il mio dubbio è un altro… sono un uomo fortunato nella mia esistenza ho avuto tanti affetti, la mia è stata una “vita buona”… quindi quando andrò dall’altra parte godrò per tutta l’eternità di questi ricordi piacevoli .
Un bambino africano (ne muore di fame uno ogni tre secondi) sofferente, martoriato, con genitori uccisi dalle violenze delle guerre, muore … e quando va “dall’altra parte” si porta solo ricordi di sofferenza e patimenti… non mi pare giusto!
Mi è stato detto che per lui ci sarà la gloria di Dio… si perderà nella luce di Dio.
Non è equo… se lui si perderà in Dio, anche io dovrò perdermi in… senza ricordi, senza consapevolezze, senza affetti ritrovati.
Se allora questa mia anima si annegherà inconscia nella Luce non ci sarà un dopo per me, sarò una scintilla d’eterno priva d’ogni riconoscimento personale .
Fin qui è la parola di un dubbioso che forse confonde i ragionamenti con l’anima, ma come novello Diogene, tiene accesa la lampada, non per trovare l’uomo, ma quello che dentro di lui dovrebbe esserci.
Nella “Repubblica” del 20 aprile un articolo di Elena Dusi fa eco a queste mie considerazioni sull’anima, parlando di Dio.
Da uno studio su 30 paesi, curato in Italia da Deborah De Luca dell’Università di Milano, scaturiscono dati impressionanti sulla fede.
Nel nostro paese il 64,1% dei giovani al di sotto dei 28 anni, dice di non credere in Dio e la situazione non è certo più incoraggiante anche nelle altre fasce d’età, bisogna arrivare agli over 68 per avere un ribaltamento della situazione con un 66,7% di credenti.
Le percentuali in Europa sono ancor più drastiche, in Francia, Germania e nei paesi del nord le percentuali degli under 28 che non credono in Dio superano il 90%.
La mia domanda è ovvia, fra due, tre generazioni che fine farà la Chiesa? Che quadro sociale avremo senza le remore di una religione e senza lo stimolo di una fede?
L’etica laica sarà sufficiente o migliore?
Vito Mancuso, uno dei maggiori teologi odierni, (ha scritto “io e Dio” edito da Garzanti), in questo articolo termina dicendo che se la Chiesa di Roma avesse veramente a cuore la fede di quello che un tempo si chiamava “popolo” di Dio, oggi destinato a diventare un circolo per pochi, dovrebbe guardare in faccia alla situazione e correre ai ripari cambiando drasticamente.
Anche io, dubbioso e laico, tremo nel pensare a quest’altra “fede” nella totale negazione, forse tutti dovremo cercare al di là di dogmi e sovrastrutture di verità rivelate, un corale sentire che riporti l’uomo ad un alba diversa.
Franco,hai scelto un argomento veramente molto tosto.Io leggo con molto interesse solo adesso. L’anima che cosa è?E’ noi stessi,è il nostro modo di vivere,il nostro pensare,i nostri dubbi,il nostro voler trovare una risposta a tutti costi,è un quesito matematico o una semplice domanda che poniamo x siamo dubbiosi?A tutto questo nn ho risposte.Ho una domanda io da fareil mondo si è creato da solo?Una vita nasce dal nulla con tutta la complessivita’ del corpo umano?Siamo una macchina troppo perfetta x possa essere ideota da uomini,la natura stessa è troppo complicata da spiegare,,un seme messo nella terra ,marcisce ,ma dopo viene fuore la vita.Cristo è morto ed è risorto,lo anno visto e nn è una fiaba è una verita’ di 2000 anni,nn x raccontata dai (preti)ma detta da testimoni,,lo scenziato Zichicchi,disse,noi nn inventiamo nulla semplicemente sopriamo quello che Dio ha creato,,,L’anima èentrata in noicon il soffio della vita,,,adesso noi mettiamo tanti paletti x siamo dubbiosi,ma Dio ci ha dato la liberta’ di figli,,,,,
ma quando si manifesta l’anima in un individuo? è già nell’embrione o si krea dopo?
Commenti abilitati
Anima… o anima mia, mi danno per capire se ci sei, se… tu mi possiedi? Se… Esisti? Se, sei parte del mio corpo.Dalla notte dei tempi se ne discute,dai Greci,alla Chiesa,alle varie revisioni storiche sulle donne senz’anima nel medioevo. Mistero infinito, solo la morte mi svelera questo arcano tanto agognato in vita.
FACENDO ZAPPING IN RETE con il copia/incolla. ————————————————————————————————–
DA WIKIPEDIA
Il termine “psicologia”[2] deriva dal greco psyché (????)[3] = spirito, anima e da logos (?????)[4] = discorso, studio. Letteralmente la psicologia è quindi lo studio dello spirito o dell’anima. Il significato del termine, introdotto durante il XVI secolo, rimase immutato fino al XVII secolo, quando assunse il significato di “scienza della mente”. Negli ultimi cento anni, il significato di tale termine è cambiato ulteriormente e in modo significativo, adeguandosi alle nuove prospettive ed alla moderna metodologia. È interessante segnalare che iconograficamente psyché (????) può essere interpretato come farfalla: molte decorazioni di antichi vasi greci raffigurano con l’immagine di una farfalla lo spirito (anima) che esala nell’istante della morte.
IN PSICOANALISI
“Anima” è il termine coniato da Carl Gustav Jung per identificare l’energia di natura femminile che è presente nell‘inconscio dell’uomo. Secondo la sua idea originale, il maggior numero di geni maschili o femminili, determina il sesso del nascituro, di conseguenza il numero minore di geni dell’altro sesso, contribuisce a formare caratteri del sesso opposto che, avendo minore potenza, restano a livello inconscio.
Ecco come Jung parla di “Anima”: “L’uomo ha sempre portato in se’ l’immagine della donna, non l’immagine di una determinata donna, ma di un determinato tipo di donna. Questa immagine è, in fondo, un insieme ereditario inconscio di origine molto remota, innestato nel sistema organico, un “archetipo”, sintesi di tutte le esperienze ancestrali intorno all’animo femminile…. ( “Seelen-probleme der Gegenwart” traduz. di Arrigo Vita – Giovanni Bollea-Il problema dell’inconscio nella psicologia moderna 3° ed. To 1959 pag.203 )
Jung fu un eccellente ricercatore di mitologie perse nel tempo, indagatore di quei possibili legami tra linguaggi primordiali e riflessi simbolici. Con lui si aprì alla cultura del tempo un altro arcano che fu l’alchimia, nella lettura di una filosofia integrale, “ermetica” appunto, che parlasse di anima e uomini, prima che di bronzo ed oro nella loro accezione materiale. Con Jung la psicologia si apre dunque alla ricerca, nel senso più nobile che questa possa concepire: “ebbene sì, un’impresa laboriosa e affascinante che riduce sempre più lo scarto tra ogni uomo e la verità”.TRALASCIANDO FREUD
LA MASSA DELL’ANIMA
Coloro che sostengono che il corpo umano divenga più leggero al momento della morte sono convinti che l’anima abbia una massa che, necessariamente, al momento del decesso, faccia diminuire il peso corporeo del defunto. I sostenitori di questa teoria riportano varie testimonianze di esperimenti effettuati tramite bilance elettroniche estremamente precise, che hanno evidenziato una effettiva diminuzione del peso corporeo dopo la morte clinica dei soggetti.
Il Dr Duncan MacDougall di Haverhill, in Massachussetts sostenne che l’anima fosse un’entità materiale, ed in quanto tale, dotata di una propria massa. Conseguentemente, avendo verificato con esperimenti “sul campo” una discrepanza nel peso del soggetto, con due successive rilevazioni, pre e post-mortem, il dottore spiegò questo fenomeno parlando di una massa invisibile che, al momento del decesso, si allontana dal corpo.
LA FEDE
Oltre la fede in ciò che sostiene la religione, non è possibile negare che tali esperimenti portino a supposizioni circa la possibilità di una nuova vitaa dopo la morte sulla terra; una vita, quindi, che non termina con il decesso del corpo, ma si trasforma, e continua in una nuova dimensione.
IN LETTERATURA
Johann Wolfgang von Goethe. ha lavorato al suo Faust per sessant’anni, dal 1772 al 1831, 16 versioni cinematografiche Così Mefistofele appare a Faust promettendogli di fargli vivere un attimo di piacere tale da fargli desiderare che quell’attimo non trascorra mai. In cambio avrebbe avuto la sua anima.Nell’immaginario colletivo come simbolo dell’anima moderna
AFORISMA DEL VATE
Com’è debole e misera l’anima nostra, senza difesa contro i risvegli e gli assalti di quanto men nobile e men puro dorme nella oscurità della nostra vita inconsciente, nell’abisso inesplorato ove i ciechi sogni nascono dalle cieche sensazioni! Un sogno può avvelenare un’anima; un sol pensiero involontario può corrompere una volontà. (Gabriele D’Annunzio)
NON DIMENTICHIAMOCI DI CIO CHE LA MUSICA E LA POESIA HANNO DATO SULL’ARGOMENTO.
Lo scrittore Piero Chiara, poco religioso, era molto amico dello scultore Francesco Messina, che era invece profondamente credente.
Quando Chiara era prossimo alla morte, Messina si recà al suo capezzale e, prendendogli la mano, gli chiese:
Dimmi, Piero, come stai a fede?
Chiara lo fisso con gli occhi dolenti e rispose:
Io mi fido di te.
E’ la preghiera più bella che possiamo rivolgere
a Dio. Io mi fido di te.
Da c’è qualcuno l’assù (edidrice elle DI CI)
Le mie considerazioni sull’argomento trattato le ho già esposte nella precedente stesura. Ora vi propongo una sfaccettatura diversa.
RIDATEMI L’ANIMA di Gatto Panceri
Dov’è?…l’anima dov’è?… la poesia dov’è?…
guardo ma non c’è … ridatemi l’anima che…
che non so dov’è … non so più se c’è …
non so più cos’è
ridatemi l’anima
dov’è?… l’anima dov’è? … la poesia dov’è?…
guardo ma non c’è … ridatemi l’anima che…
che non so dov’è… non so più se c’è … non so più cos’è
sto fissando … uno schermo … tutto fermo è
sto cliccando … digitando … un messaggio a me
dov’è?… l’anima dov’è? … la poesia dov’è?…
guardo ma non c’è … ridatemi l’anima che…
che non so dov’è … l’energia dov’è?… era dentro me
che sono stanco d’intonare cori … inneggianti a falsi valori
il pensiero comune è a dir poco improbabile
di quei messaggi subliminali … fatti da abili pubblicitari
che promettono a tutti una vita invidiabile
dov’è?… l’anima dov’è?… la poesia dov’è?… era dentro me
la voglio…indietro…adesso la felicità
è una…richiesta…d’amore che risposta non ha
dov’è………ridatemi l’anima
che non so dov’è…non so più se c’è
sto cercando…più schiettezza…che tristezza è
abdicare…fare inchini…a chi è più in alto di te
(dov’è?)… sono stanco di vedere fuori… (dov’è?)
sbandierare diversi colori
ideologicamente divento apolitico… (ridatemi l’anima che)
non mi fido di certi signori… (perché)
per accaparrarsi elettori…promettono a tutti un futuro magnifico
dov’è?…l’anima dov’è?…l’onesta dov’è?…
la dignità dov’è?…
(ridatemi l’anima)
la voglio…indietro…adesso la felicità
è una…richiesta…d’amore che risposta non ha
dov’è?…l’anima dov’è?…la poesia dov’è?…
guardo ma non c’è
ridatemi l’anima che…che non so dov’è…
non so più se c’è…la dignità dov’è…
ridatemi l’anima…ridatemi l’anima…
ridatemi l’anima…ridatemi l’anima,
ridatemi l’anima…ridatemi l’anima…
ridatemi l’anima…ridatemi l’anima
dov’è?…..ridatemi l’anima…… ridatemi l’anima
che non so dov’è…che non so più cos’è ridatemi l’anima
…” Beati coloro che credono senza aver veduto !”……
Gentili Signori, nella liberta’ e rispetto del credo di ognuno, come cattolico, copio dal Catechismo della Chiesa di papa G.P.II la definizione: L’uomo fu creato corpo ed anima come sola unita’( GS. 14/1). La dottrina della fede, (Di cui la Chiesa Catt.ne e’ la depositaria) afferma che l’anima e’ spirituale ed immortale ed e’ creata immediatamente da Dio. (Per chi e’ interessato veda il capitolo: Uomo per una piu’ ampia trattazione sull’anima come inizio di studio. Nel libero arbitrio della volonta’ cordiali saluti a tutti, Paul
L’anima si trova in tutte le membra del corpo; anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo. L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo; anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. Il corpo, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna, si accanisce con odio e muove guerra all’anima perché gli impedisce di godere dei piaceri sensuali; così anche il mondo odia i cristiani, pur non avendo ricevuto nessuna ingiuria da loro, solo perché si oppongono al male.
(dalla “Lettera a Diogneto” 5-6).
Ho riletto nuovamente i vari commenti. Come già detto a franci in incontriamoci, l’anima è impercettibile e non dimostrabile. Siamo noi umani che vogliamo tangibili segni di ciò che non è confutabile. Abbiamo tante testimonianze interessanti di persone morte e ritornate in vita. Ci sono sensitivi che percepiscono il mondo sottile, e non mi riferisco a ciarlatani qualsiasi che per soldi raccontano a degli sprovveduti ciò che vogliono sentire. E’ altrettanto inutile riempirsi il cervello di pensieri di teologi e filosofi. E’ molto più semplice: se siamo consapevoli di essere depositari del “Soffio Divino” sappiamo che la nostra vita terrena è una breve parentesi, è un’esperienza che abbiamo scelto di fare. Così come non ricordiamo nulla di ciò che eravamo prima della nascita,(il nostro spirito è eterno!) non ricorderemo nulla della vita terrena dopo la nostra morte. Certo ci ricongiungeremo ai nostri cari che ci hanno preceduto, e saremo UNI nell’amore divino. Solo questo conta, sta a noi proseguire il nostro cammino, senza farci troppe domande, ma avendo nel cuore la certezza di essere infinitamente amati. Dio non ci sta aspettando per premiarci o per punirci, ma per riaccoglierci a casa!
Franco, non avevi un argomento più …”leggero” . Mi viene di getto chiedere se esiste un Anima per le menti colti e un Anima per i meno colti, o ignoranti. Chi è in grado di dare risposte ?Nessuno ! Avevo uno zio sacerdote e, spesso , eravamo come Don Camillo e Peppone, uno scontro continuo dove gira e rigira, ci trovavamo ognuno sulle proprie posizioni.Credere, non credere, fede o non fede. Chi crede, ha una “visione” più celestiale dell’anima. Chi non crede,tutto finisce fra le radici dei cipressi.Poi,Ammesso che ci sia un Anima, ci penserà Qualcuno a custodirla.
La tua ripetitiva domanda ad Albert Eisntein ,può avere una risposta dalle sue parole……” non riesco ad immaginare un Dio che ricompensa oppure che punisce gli uomini……non posso nemmeno credere che una persona sopravviva alla morte del corpo ,benchè tali pensieri alberghino ,per paura o per egoismo, nelle anime fragili…..” allo stesso tempo diceva…..” la religione senza la scianza è cieca, la scienza senza religione è zoppa…”……..tira tu le somme …forse pur essendo Einstein ..era solo un dubbioso un pò incasinato.
Non sono certo in grado di confutare Eistein, non azzaderei neppure guardarlo negli occhi se lo avessi di fronte: troppo grande!-
Ma un cosa la farei: gli metterei di nascosto in tasca un foglietto con scritte queste domande:
Alberto caro,
certamente avrai anche ragione quando parli di energia,
potenza, velocita della luce……ecc.
Ma…… prima, al di la del “big-bang”,che c’era? Cosa e chi lo ha causato? Come si può concepire la nascita di un qualcosa dal nulla? Che cosa è il nulla? Dal nulla puà nascere qualcosa? A che serve e a chi serve avere IL NULLA? Da quanto tempo esisteva il nulla? Ed allora prima del nulla che c’era?Che ci può essere che possa essere sostituito dal nulla? E perche sostituirlo col nulla?
Abert!! mi risponderai?
Sarai in grado di farlo?
Sarò in grado ci capire?
Albert? tu credi in Dio?
Se credi perchè affannarsi tanto per capire?
Il rapporto tra materia ed energia è stato esposto nella teoria einsteiniana e si è appurato che dalla materia può nascere l’energia( es.fusione solare), ma anche dall’energia può nascere la materia. Nel Big Bang probabilmente, una primordiale ed eterna “energia creativa”(Dio!?!?)ha fatto nascere l’universo (o più universi !?!?), quindi la materia non esiste da sempre.
Sono d’accordo con Alfred ….l’uomo ,per vincere la paura della morte , per spiegarsi i fenomeni naturali che lo circondavano …si è immaginato “superiore” o “diverso” dal resto della natura…ed ha immaginato Dei ,che lo aiutassero a vincere le battaglie, che lo aiutassero nel cammino verso una più incisiva occupazione della Terra ed un più veloce dominio sul resto del creato. Dei da temere e da amare , ma soprattutto Dei che gli assicurassero …una eternità.
Forse … una energia positiva alaggia nell’universo…la chiamiamo amore, armonia, luce e la troviamo non solo nell’uomo ma in tutte le cose…è l’energia che riordina il caos ,che si oppone alla parte oscura, al male . Non sò perchè “Dio” è anche caos…cataclismi…immani esplosioni cosmiche..crudeltà….male…se è origine del tutto ..anche queste cose sono parte di Lui….o forse come dice la Bibbia ..Dio creò tutte le cose…prima creò gli angeli ,ma una parte di questi si sentirono superiori al loro padre creatore e si ribellarono …e da lì uscì il male (il male …era una creazione di Dio!?!?) .Sembra quasi che sia sfuggito qualcosa dalle mani del Creatore….e che l’uomo con l’amore e la luce…possano ristabilire questa iniziale armonia .(!?!?!?!?!?)
Il filosofo San Bonaventura disse che la materia non può esistere dall’eternità,perchè esistere dall’eternità vuol dire essere fuori del tempo, ma la materia dimostra di essere nel tempo invecchiando e modificandosi. Dunque, come una realtà può essere fuori del del tempo e nel tempo contemporaniamente?Fin qui la logica.Ma anche la scienza attesta che l’universo ha avuto un inizio.La teoria più accreditata è quella del cosidetto Big Bang,proprio perch+ è attestato che i corpi celesti tendono ad allontanarsi, il che vuol dire che questo movimento è l’esito di uno scoppio iniziale.Inoltrele cosidette radiazioni di fondo attestano l’esistenza di questa esplosione iniziale. Dunque, la scienza ci dice che la materia non esiste da sempre.
Perchè associare l’anima a Dio?
Sant’Agstino, San Paolo, i filosofi, gli studiosi di tutti i tempi si sono posti la stessa domanda che si sono posti gli uomini di tutti i tempi: cosa è quella forza che ci fa vivere?Da dove viene? Chi ce l’ha data? Dove andrà quando il corpo sarà finito?
La decomposizione dei corpi è visibile, indiscutibile.
Si potrà dire che rivivrà. Ma non qui. In un qualche “aldilà” vista l’impossibilità di dimostrarlo.
Questo potrà spiegare in parte e soddisfare il desiderio di eternità che cova in ognuno di noi.
Con la promessa della vita eterna ci si vende la vita terrena.
Coloro che ci promettono la vita eterna ci impongono anche le regole di vita dandoci le spiegazioni alle domande che tutti si sono posti ed alle quali nessuno, ne re, ne imperatori, scienziati, studiosi, uomini di cultura, veggenti o quant’altro non sono riusciti a dare.
A parte di queste domande, nel corso dei secoli, l’uomo, con i suoi studi, la sua intelligenza, la razionalità ha dato risposte, spesso scontrandosi con chi attribuiva il tutto ai poteri divini di questo o quel Dio, pagando anche con la vita.
Le domande che si poneva l’uomo primitivo sono le stesse che ci poniamo oggi: a molte di queste domande abbiamo risposto.
Alle domande alle quali non siamo ancora riusciti a rispondere e alle quale nessuno ancora sa rispondere hanno attribuito risposte forzate, obbligatorie: i “DOGMI”,mettendo coloro che (i dogmi) li hanno decisi nella posizione di superiorità, dando le risposte alle quali gli non sapevano rispondere.
L’uomo da sempre ha avuto la necessità ci capire cosa gli stava accadendo attorno e da sempre ha indagato, studiato, scoperto, sperimentato portandoci con le sue scoperte all’oggi.
L’ambizione dell’uomo, la sua presunzione di Essere superiore nella natura che lo circonda, lo porta a voler dare risposte su tutto.
Anche sulla composizione della materia.
Anche sulle origini dell’universo.
Anche sulla forza “misteriosa” che ci tiene in vita e che alla nostra fine nessuno sa “ancora dove andrà”.
Forse l’unica parola che può sciogliere i dubbi è quella di Rosmerie . Se “Dio” è Amore ….e se non importano le sovrastrutture dogmatiche e se non importa cosa sarà o cosa saremo dopo , ma conta solo questo afflato che può proseguire come una staffetta anche quando non ci saremo più , allora….allora…i dubbi potranno sparire e potremo essere tutt’uno con quello che di bello e positivo esiste nell’universo.
Argomento interessantissimo, ma “pesante”! Non amo scrivere commenti, ma questa volta vorrei con molta semplicità dire ciò che penso:
Da sempre l’umano ha avuto il bisogno di credere.Sono nate tantissime religioni, e ancora ne nascono, ed ognuna vuole essere quella “giusta” anche se quasi sempre è fonte di guerre e sopprusi. La nostra generazione è cresciuta con inculcamenti che non si dovevano contraddire o contrastare. Ma a un certo punto, dovremmo tutti chiederci, se è veramente ciò che Cristo ha voluto trasmetterci e insegnarci. Troppe cose sono cambiate, le sacre scritture stesse sono state tradotte ad uso e consumo di chi vuole solo esercitare il potere sulla gente, incutere timore. Su questa terra siamo tutti figlio di Dio, che è UNO, indipendentemente da dove si nasce e tutti abbiamo in noi il soffio divino. Sta a noi scoprirlo, cercando in noi una spiritualità e coltivarla senza per questo dover aderire ad una religione. In questa maniera saremo liberi di discernere il bene dal male, senza porci tanti dubbi, e avere la certezza che Dio è nient’altro che Amore.
Caro Guglielmo se togliersi i dubbi fosse così facile le garantisco non ne avrei neppure uno.
Avere una certezza non è un esercizio di volontà ,non tutti sono così fortunati da far coincidere il pensiero con una fede.
Ma non tema, sono un dubbioso sereno ….è che se uno i dubbi vuol tentare di chiarirli, deve pur esplicitare delle domande …sperando in risposte chiarificatrici…o “illuminanti”…..son queste ultime che non arrivano o almeno quelle che ho letto non mi convincono…Credo che siano comunque domande senza risposta …forse il mio è solo un esercizio letterario ..o forse è come ho sempre detto la ricerca di una verità che non sia solo rivelata….ma che convinca anche la mia parte razionale e pensante.
FRanco Muzzioli-Franco37 Faccio questo mio commento su sul scritto, il mio sarà uno scritto molto ma molto raso terra, sul suo dubbio. Leggendo questo suo scritto mi da la convizione che la mia scelat che ho fatto di fede è giusta, si ho i miei dubbi su la vita quotidiana ma cerco sempre di toglierli, ci cercare la verità, lei vive di dubbio ancora, a quanto mi fa capire il suo dubbio di fede, Franco Muzziole lei batte sempre li, se in lei ha questo dubbio solo lei dev trovare i mezzi per toglirselo, e per fare chiarezza nel suo io. Io le posso dire che vivere nel dubbio è un brutto vivere, me ne guardo bene di farle la morale, non mi per metterei mai, le dico solo di fare chiarezza della sua vita. Muzzioli mi creda leggere senmpre questa suo dubbio sempre me ne dispiace, lo vorrei meno dubbioso, guardi che non è poi tanto difficile togliersi di dosso i dubbi, solo lei lo può fare Muzzioli Franco-Franco37. Spero di leggere meno dubbio nei suoi prossimi scritti, le assicuro che lei si sentirà meglio. Grazie dell’ascolto e buona serata.
Nell’antichità greca si diffuse la concezione del corpo come ricettacolo dell’anima, la quale era pensata come intelligenza che muove la materia, di per sé immobile e incapace di organizzarsi nei modi in cui, già ai pensatori di quell’epoca, appariva meravigliosamente ordinata la natura osservabile.
Il problema era alla base della polemica fra coloro che si spiegavano il mondo in maniera prevalentemente materialistica, e coloro che lo facevano in maniera spiritualistica, richiamandosi al principio intelligente di origine aristotelica e di sviluppo platonico.
In forme diverse e peculiari, la contrapposizione fra questi due modi di intendere la realtà si è riproposta nei secoli, ed è presente ancora oggi.
Per alcune concezioni animistiche, ancora oggi, dell’anima sentiamo la presenza, anche se non possiamo provarla, giacché sentiamo di vivere, e la materia da sola non sente nulla. A ciò si può opporre che se l’anima esistesse, e fosse la “sovrintendente del corpo”, noi dovremmo avere coscienza non solo dei nostri processi mentali, ma anche di quelli fisici, come la riparazione dei tessuti, mentre così non è. Qui entra in gioco la classica “suddivisione dell’anima”, tipica di molte mistiche e di certi tipi di esoterismo, in vari livelli in parte lontani dalla nostra sfera cosciente,l’Io della psicologia occidentale.
Si dice che l’Io è cosciente solo dei processi mentali (neanche tutti), mentre l’anima lo è anche di quelli fisici da qui la possibilità, contemplata da alcune dottrine, di elevare il nostro grado di coscienza, di consapevolezza-.
Il problema di questa spiegazione è che si passa indebitamente dalla percezione del nostro corpo alla coscienza della stessa, in altre parole si dice che, visto che noi sentiamo di vivere, ci deve essere l’anima che ne ha coscienza.
Ma percepire qualcosa, magari indistintamente, non significa averne chiara coscienza, e ipotizzare che ci sia una realtà (l’anima) che ha coscienza di queste percezioni, affinché si possa spiegare che la sola materia non potrebbe averne, non appare necessario.
L’ipotesi dell’anima, volta a risolvere un problema ancora oggi aperto, quello del rapporto fra materiale e immateriale, resta perciò un’ipotesi che non può essere detta falsa ma che non ha alle spalle qualche prova credibile.
Ovviamente la scienza naturale non potrà mai trovare la prova dell’esistenza dell’anima, per il semplice fatto che essa non rientra fra i concetti di cui si serve, non fa parte del suo campo d’indagine.
Questa prova può essere trovata solo nell’esperienza interiore, spirituale, nei casi in cui essa raggiunge la profondità sufficiente. Sia, pure con linguaggi a volte diversi, i Maestri spirituali di tutte le religioni hanno da sempre affermato e testimoniato che l’anima esiste e può essere sperimentata.
Brevemente per rispondere al calo della vocazione e altro:
Credo che con il progresso della cultura, della tecnologia ecc. le persone tenderanno sempre maggiormente all’ateismo. però, potrebbe anche accadere che alla fine di questa religione, se ne vengano a creare altre sempre nuove e più elaborate.. l’uomo non smetterà mai definitivamente di cercare appoggio e sostegno in un qualcosa di soprannaturale.
Secondo il teologo Sergio Quinzio, morto nel 1996, il cristianesimo sarebbe condannato.
Se (l’imperatore) Giuliano mi avesse interpellato circa la possibilità della rifondazione della civiltà pagana, scriveva il teologo , avrei dato la stessa risposta negativa che darei oggi se il Papa mi interpellasse circa la possibilità della rifondazione della civiltà cristiana”. Non solo: “proprio lo sforzo di restaurazione compiuto dal giovane imperatore contribuì allora a far definitivamente precipitare il paganesimo. E la cosa mi sembra puntualmente ripetersi, per quel tanto che nella storia si danno puntuali ripetizioni”.
Il pensiero di Quinzio, che lo ricordo, era un teologo, lo potete trovare in questo sito http://www.filosofico.net/quinzio.htm
Buona domenica e auguri a tutte le mamme
Spitz
Fino a che l’uomo cercherà a tutti i costi delle risposte, non avrà pace!
Fino a che dubiterà che l’Amore Infinito di Dio è la sua Forza, non si sentirà libero.
La mia libertà non è sentimentalismo, la mia libertà è comprendere i miei limiti, comprendere che tutte le risposte ai miei dubbi non le potrò avere in questa vita.
La mia serenità è accettare questa mia condizione umana, con dignità, e considerare ogni uomo mio fratello, figlio di quel Creatore che io non conosco, ma che sento Presente nella mia vita e spesso mi dà una Forza che non si può descrivere a parole, spiegare, ma che sento e vivo.
E tutto questo quando mi comporto come figlia Sua!
Non posso dimenticare le parole di Madre Teresa di Calcutta e desidero, come disse lei, affidarmi a Lui come una matita nelle sue mani!
L’ ANIMA ? Per me è tutta la parte spirituale contenuta nel nostro corpo. Quindi corpo e anima sono inscindibili, fino a quando ? Quando il corpo finirà la propria vita , che succederà dello spirito? Non ce l’ hanno saputo trasmettere i nostri antenati che , fin dalle incisioni e pitture rupestri, ci indicavano che anche per loro era un indovinello, né i grandi filosofi che ne hanno dissertato per secoli e tuttora lo fanno. Quindi a questa domanda neanche noi di eldy riusciamo a rispondere se non rifacendoci alla religione , quindi, ad una fede provata nel tempo. Una fede integerrima è patrimonio di pochi,( intendo la fede che non ha mai ripensamenti), la maggioranza è dubbiosa. Speravo di trovare nei commenti più idee personali, fatte da lettori diversi, semplici, interessati ad un argomento vicino a tutti. Forse si lasciano intimidire da dissertazioni che a loro paiono difficili , ma che non lo sono. Tutti possiamo scrivere se siamo credenti, atei o dubbiosi . Ho notato però che coloro che posseggono una fede provata, l’hanno dichiarata chiaramente ed a loro va il mio plauso.
Solo per scusarmi con Angelo…non ti ho citato perchè il mio commento si è postato prima del tuo, conosco comunque la tua radicata fede che rispetto.
Mi ero dimenticato…….nessuno ha risposto o ha commentato il fatto che l’ateismo nei giovani occidentali rasenta la totalità.
Quando Dio pensò di parlare con l’uomo ,i popoli della terra avevano religioni che venivano professate da tutti, quindi “sbagliate” che fossero ,un rapporto con una Entità Superiore l’avevano……ora non sarebbe il momento opportuno per riprendere il colloquio con questo spaesato abitante della terra?
Sono onorato di far parte della piccola comunità di Eldy , difficilmente si leggono commenti a così alto livello. Anche se come Lucia, Paola, Franci, ma come le più romantiche Cecilia e Sandra , mi pongo con le mani protese verso l’ignoto dell’anima e di Dio, colgo tutta la colta fede di Pino e quella ,meno incantata, di Lorenzo.
Mi auguro che avremo tutti una “bella sorpresa”, in fondo qualcuno mi ha detto che non costa nulla sperare.
Ma nessuno ha risposto alle domande , neppure il teologo Mancuso nel suo dotto libro “io e Dio” ,citato da Lucia , che alla fine dice semplicemente di avere fede!!!
Ritorno a vestirmi da dubbioso ed agnostico e mi rifiuto di sposare una “speranza” solo perchè non comprendo l’eternità dell’uomo e mi rifiuto di pensare che Dio abbia lasciato l’uomo così solo da accettare l’uccisione di milioni di ebrei, di milioni di contadini russi, di milioni di soldati e civili ….solo per parlare degli ultimi cento anni ….non valeva la pena trovare un Mosè anche in quel tempo? O Dio non si ripete?
Le domande sono tante ,troppe, e la fede è come quella effimera farfalla che Paola ha messo a lato dell’articolo e che lo spesso cristallo della realtà e delle incongruenze delle religioni ,impediscono di afferrare.
L’argomento che Franco ha proposto è molto interessante e impegnativo per il sottoscritto, difficile da commentare , ho raccolto alcuni stralci per entrare nel tema. Non è soltanto la fede che è di valido aiuto alla ragione. A suo modo e con i suoi mezzi pur fragili anche la ragione può fare qualche cosa di importante per la fede e, in effetti, secondo S. Tommaso, la ragione può rende¬re alla fede un triplice servizio: “Dimostrare i preamboli della fede; spiegare mediante si¬militudini le verità di fede; respingere le obiezioni che si sollevano contro la fede”S. Tommaso sostiene che la fede cattolica non può essere assolutamente dimostrata, trat¬tandosi di misteri che ci sono noti soltanto grazie alla divina rivelazione, ma può essere difesa contro chi non l’accetta, dimostrando¬ne la perfetta coerenza con le premesse di ragione naturale che tutti ammettono “Poiché quanto procede dalla somma Verità non può essere falso, non può neppure esser impugnato ciò che falso non è. Come la nostra fede non può essere provata con argomenti cogenti (necessariis rationibus) dato che oltrepassa i poteri dell’umana ragione, similmente non può essere respinta con argomenti cogenti a causa della sua verità. Perciò, quello che il controversialista cristiano si deve proporre riguardo agli articoli della fede non è la di¬mostrazione, bensì la difesa della fede. S. Tommaso non è soltanto il grande teorico del¬la dottrina dell’armonia tra fede e ragione ma è an¬che il suo massimo realizzatore. Tutta la sua vastissima costruzione teologica è un magni¬fico spettacolo di armonia tra quanto viene offerto all’uomo dalla meravigliosa luce del¬la divina rivelazione e quanto l’uomo riesce a raggiungere col lume della sua ragione. Da una parte l’Angelico ascrive all’essere uma¬no una tale apertura verso Dio, grazie alla sua capacitas infiniti, da proporgli Dio stesso come fine ultimo della sua esistenza natura¬le, oggetto supremo della contemplazione e dell’amore; e parla di un desiderio naturale di conoscere pienamente la Verità prima e di una fede implicita nella divina rivelazio¬ne. Dall’altra parte S. Tommaso è veramente ardito nella sua insistente ricerca dei motivi di con¬venienza (spesso parla addirittura di necessi¬tas) in tutte le verità di fede e in tutti i grandi misteri che riguardano sia la SS.ma Trinità sia il Verbo incarnato. Alla fine delle sue pe¬netranti e lucide considerazioni si ha l’im¬pressione che scompaia completamente quell’abisso che separa la fede dalla ragione e che i misteri diventino necessari ed eviden¬ti, tanto è grande la loro razionalità.
Io da persona semplice quale sono,se dovessi ispondere perche’ credo non saprei dare una risposta .Alzndo gli occhi verso il cielo in una notte trapunta di stelle,guardando un tramonto infuocato assistento al nascere del sole dal profondo del cuore mi sale una preghiera verso il Creatore elo ringrazio per tutto quello che ci ha donato SIgnore io credo in te
Sono assai imbarazzato nel dire la mia essendo un “cattolico ritrovato”, come da 4-5 anni mi definisco. Sono stato dai tempi del liceo in poi un laico (mai anticlericale, peraltro) e solo dopo diversi colpi di sfortuna capitati ad amici, e da essi vissuti in modi che mi hanno fatto riflettere molto, ho sentito una “chiamata” forte ed intensa e mi sono riaccostato alla fede. Il rispetto nei confronti di tutti è d’obbligo, soprattutto verso coloro i quali, agnostici, laici, liberi pensatori, ecc., si addentrano in sentieri impervi cercando soluzioni, indicazioni, barlumi di verità. La loro costanza, testardaggine, curiosità, ecc., sono degne di ogni rispetto ma per definizione non possiamo trarne alcun aiuto. O c’è la fede o no. La fede dà risposte, appunto, di fede, che escludono ragionamenti successivi. Come l’approfondimento sul luogo, sulla natura e sui contenuti dell’anima, di qua e di là. Il concetto dell’anima che vola, ad esempio, non è consono ad una verità di fede. Dell’anima che conserva i suoi dati di questo mondo, dell’anima dei potenti e dell’anima dei miscredenti, dell’anima dei poveri e dei ricchi, dell’anima dei bambini e dei vecchi. Nella fede ci sono delle risposte, che peraltro leggo nei due interventi di Pino. Trovo francamente inutile applicare schemi diversi di ragionamento nel corpo di una fede che li esclude a priori. Come ad esempio la dottrina della reincarnazione. O la pretesa che le verità di fede scendano dal piedistallo loro proprio (ma non è un piedistallo) e si facciano capire dal profano (ma si fanno capire, pur senza voler convincere, adottando gli schemi stessi del profano). Comunque, stante la necessità di vivere tutti in pace in questo mondo, penso che la vera discriminante nel genere umano sia, da una parte, fra coloro che vivono in pace e rispettano tutti quelli che non la pensano allo stesso modo, e fra quelli che invece, credenti o non credenti, pensano di imporsi agli altri con violenza e mancanza di rispetto. Forse anche coloro che si definiscono irreligiosi troveranno nell’al di là un bella sorpresa. E quelli che se l’aspettano, magari non la troveranno ma avranno almeno vissuto una vita degna.
Se fede vuol dire sentirsi in sintonia con tutto il creato e nel profondo di noi stessi … beh, io credo.
Se un bimbo si sente bene con se stesso, quando si affida ai propri genitori, allora io voglio essere come un bimbo che sta bene e affidarmi al Padre dei Cieli, sia per le cose che comprendo sia per quelle che tuttora restano velate e misteriose in attesa della vita eterna.
Ho letto e riletto con attenzione l’articolo di Franco, i commenti di Pino, uomo di grande fede che ammiro e stimo moltissimo,ma non riesco a trovare le parole giuste per esprimere tutti i miei dubbi e perplessità su questo argomento. Confesso di aver provato a seguire il filosofo Vito Mancuso,ma non mi è servito molto, forse come molti di noi non ho avuto la grazia della fede,con calma tornerò sull’argomento.
Franco quando il Creatore, come dici te, ha donato quel soffio all’uomo, all’interno o meno di un processo evolutivo, gli regalava la capacità del discernimento delle cose ed in particolare la capacità di capire e valutare il bene ed il male delle cose e delle azioni che veniva a porre in essere. Questo Creatore che ha creato l’uomo libero di agire e muoversi in un modo od in un altro, ha sempre cercato di mantenere un rapporto con la propria creatura, nel desiderio che essa potesse,attraverso una libera scelta, condividere l’Amore infinito che l’Essenza divina esprimeva ed esprime in se stesso. Quindi ha impresso nell’intimo dell’uomo delle leggi che lo aiutassero e gli facessero capire l’agire migliore per vivere in pienezza la propria vita in armonia con se stesso, con la natura creata e con il Creatore. Nel tempo Dio accortosi che l’uomo nonostante avesse in se le leggi che lo potessero guidare andava in confusione diede a Mosè, le stesse leggi scritte su pietra cioè scritte all’esterno dell’uomo ma che poteva comunque riscontrare e sentire in se stesso. Nel tempo Dio ha parlato all’uomo attraverso i profeti ma infine si è presentato all’uomo faccia a faccia attraverso la persona di Gesù che non è venuto ad abolire la legge ma a darle compimento. Quindi gli uomini che son arrivati al mondo prima di Gesù o che venuti dopo Gesù non hanno avuto la fortuna di conoscerLo accederanno alla resurrezione di vità attraverso l’incontro di Gesù nell’altra realtà e saranno dallo stesso valutati per il loro agire della vita terrena per riscontrare la risposta dell’uomo alla proposta dell’Altissimo. Tutto ciò traspare dalle stesse parole di Gesù quando descrive la scena del giudizio
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.
La fede è un libero dono di Dio che regala all‘uomo occhi per vedere ed orecchie per sentire, l’uomo che accetta il dono entra in un rapporto nuovo con l’Essenza Divina attraverso la persona di Gesù, che racchiude nella Sua umanità tutta la Divinità, che è essenzialmente “Amore”. E’ come se vivesse una nuova vita in rapporto stretto e familiare con Dio quasi ad anticipare quello che sarà la vita nuova oltre la morte.
Tale dono, arrivato liberamente e senza alcun merito, non mortifica la ragione e vive indipendentemente dagli elementi della natura compresi quelli religiosi, ascetici, mistici che sono tutte cose che si svolgono sul piano della natura.
Comunque, l’approccio al rapporto nuovo è sempre un salto al buio, cioè non sboccia la fede attraverso la ragione o la razionalità altrimenti il filosofo e matematico sarebbe stato il primo ad arrivarci. Ma è comunque da evidenziare che nel corso di tale rapporto arrivano tutte le risposte che soddisfano pienamente la ragione.
Se veramente abbiamo un’anima, la vedo così:
L’anima è il “contenitore” di tutte le esperienze dell’Essere, siano esse luminose che no.
Nell’Anima è registrata l’immagine che abbiamo di noi stessi, il software che ci spinge a muoverci in un determinato modo, le cause che generano gli effetti di tutte le esperienze della nostra vita, che quindi sono “condizionate”.
Ho scritto se abbiamo un’anima, l’immaginazione, la fantasia e l’intuizione, può aiutare su un percorso spirituale alcuni, altri li lasciano con il dubbio, con il se…
A Pino vorrei dire che lo ammiro per il suo credo e gli faccio una domanda:
Secondo la dottrina della reincarnazione non è esatto che ci si attenda o la salvezza o l’inferno, il creato si suddivide invece in gradi di salvezza o coscienza in cui è possibile un’evoluzione costante e continua, una dannazione eterna non è concepibile dato che Dio è Amore.
Vero o falso?
Caro uomo dubbioso, tu sai che hai in me una “potente” alleata. Ho sempre sostenuto che l’unica mia certezza sono i dubbi, e anche nel contesto “anima” non mi smentisco. Ciò non perchè sia totalmente priva di riferimenti personali ma perchè non mi riesce di comprendere in assoluto il senso dell’immortalità dell’anima. Io ho solo tante domande ma risposte poche.
– Perchè io sono io?
– Perchè sono nata qua e non in sud-Africa?
– Cosa ho fatto io per meritarmi una vita tranquilla con salute tutelata mentre, quando io nascevo, insieme a me nasceva anche un bambino africano ed è finito a condurre una tragica vita intrisa di fame, sofferenze e violenze? Eppure eravano entrambi puri e innocenti.
– Perchè io si e lui no? Qualcuno mi potrà opporre: perchè tu no e lui si?
E i perchè continuano all’infinito, mai opposti, o fermati, da incrollabile fede entro la quale circoscriverli e abbandonarli. Bada bene, non sto operando una negazione ma non posso assolutamente evitarmi le domande. Anch’io sto in mezzo al guado.
Pino …come solito domando! ..Egli, Gesù , morì duemila dodici anni fa e risorse …dicendo “io sono la resurrezione e la vita chi crede in me ,anche se muore,vivrà”.
Chi è nato prima di quella data , chi almeno centomila anni prima Cristo non ha potuto conoscere questa verità così basilare ,chi non conoscendolo non ha potuto “credere” in Lui ….risorgerà alla fine dei tempi?
Scusa se faccio domande così banali …ma sono queste… che vorrebbero una risposta.
Le spiegazioni di Pino sono sempre molto precise e documentate e con lui, anche una laica come me, trova ogni volta argomenti per una discussione serena e nel pieno rispetto delle posizioni reciproche. Con grande semplicità.
Lo stimolo che mi, e forse ci, dai, Pino, è la curiosità di andare a rileggere il “Libro” e questo è sempre un bene, perché la conoscenza più circostanzata delle cose, permette un dialogo alla pari e nel rispetto delle posizioni reciproche.
Caro Pino l’esposizione sicura ,ferma, irremovibile di questo tuo uomo/anima ,che come pianta risorge alla fine dei tempi con i suoi ricordi , con una irripetibilità individuale che si perpetua nell’eterno e segue l’esempio del” primo tra i risorti” e una apologia alla fede.
Nulla di quello che hai scritto è provabile o provato , è frutto di un convincimento che va oltre il razionale, oltre il capibile.
Ma è proprio questo il confine che divide il credente dal dubbioso , questo dialogo dispari tra la verità rivelata ed il dubbio.
Quando una delle tue certezze scenderà dal piedistallo della sacralità per arrivare alla modestia del pensiero….allora…forse…il dubbio potrà sparire.
L’Anima termine latino, niente affatto filosofico, significa “vita umana” “individuo umano” che ha una corrispondenza nel termine greco psyché (che indica il complesso vitale, soprattutto fisico e sensitivo dell’essere umano.
Nei vangeli e negli scritti di San Paolo sembra assente il concetto che alla nostra morte il corpo solo muore e l’anima(non meglio identificata) resta in vita, sembra invece che l’uomo (natura limitata e peritura) tutto muore con la morte, ma quasi subito, o prima o poi, qualche cosa in concreto di lui comincia a ridestarsi, a rinascere a risorgere riprende a vivere fino alla pienezza della vita anche fisica nella risurrezione finale, con un corpo nuovo immune da esigenze meccaniche e biologiche ma con la conservazione, anche nella nuova realtà della propria individualità unica ed irripetibile, resa ancor più capace di accogliere le gioiose manifestazioni d’amore perfetto che la libera e sconfinata versatilità dell’Essenza divina potrà stimolare. Certamente conserveremo il ricordo della nostra vita attuale e ricorderemo che in un momento x della nostra storia abbiamo avuto a che fare con gli amici di Eldy, con Franco il dubbioso e con laica Paola.
Gesù, primogenito dei risorti, dopo la risurrezione si è fatto concretamente toccare e conservava perfettamente il ricordo dei suoi amici conosciuti in vita. Lui stesso ha promesso una risurrezione concreta per tutti quelli che credono in Lui: “Io sono la risurrezione e la vita chi crede in me anche se muore vivrà (Gv 1,25) ”.
p.s. nella stesura del commento ho assunto concetti dal testo: “lettere da Stibbio” di Alfredo Calvi ed. D’auria.
Sul tema delle esperienze personali del “buio dell’anima” e orizzonti della “fede”.
« “Le lettere” di Madre Teresa di Calcutta, rivelano la crisi spirituale della religiosa nell’ultimo cinquantennio della sua vita, durante il quale non avvertiva la presenza di Dio. Padre Brian Kolodiejchuk, editore e curatore del libro nonchè uno dei “giudici” che ha partecipato alla causa di Canonizzazione, scrive che “non sentiva la presenza di Dio né nel suo cuore né nell’eucaristia”. Ma in questo silenzio, in queste grandi difficoltà Madre Teresa è stata forte proprio nella stessa fede che in lei produceva tormento. »
Posso essere testimonio della stessa crisi spirituale, tuttavia anche una “forza”, che rientra nell’esclusiva natura umana, si sprigiona è stabilisce il primato dell’uomo per i valori supremi da portare con sè e, così, renderlo vittorioso sulla morte.
Questa è la mia convinzione di uomo comune, senza particolari carismi, perché anch’io ho dovuto avere a che fare col buio dell’anima sin da ragazzo. Le mie notti sono state tetre e molte volte da incubo.
Ancorché ero un timido fanciullo, ho fatto un singolare sogno che ha stigmatizzato il corso della mia vita.
I miei sogni, non hanno mai riguardato un mondo in cui compare la luce del giorno. È un’oscurità che definirei da inferno, in cui un rossastro tenebroso ha sempre dominato. Tutt’ora è ancora così.
Quel sogno da ragazzo, che ricordo indelebilmente ancora oggi, si delineò in quattro quadri.
Primo quadro:
Ero affisso ad una croce come Gesù, ma non mi sentivo disperatamente sofferente. Ricordo che mi chinavo per dire al carnefice come mettere il chiodo ai piedi… o forse doveva essere un indicazione da pare mia in croce che riguardava i piedi. Ho pensato che questo porta a preconizzare una vita extracorporea che comporta la visione dei sensi della profondità sul piano delle vita terrena.
Secondo quadro:
Sono un lattante e mi raffiguro in braccio ad una donna che mi sembra mia madre e nel contempo la Madonna. Guardando in basso mi rendo conto che la donna è immersa, fino alla sommità delle gambe, in un bidone pieno di escrementi. Ma nessun ribrezzo ci pervade.
Terzo quadro:
Questa esperienza onirica l’ho vissuta più di una volta. Ero in alto ma mi sentivo come un cadavere in via di putrefazione. Guardavo in basso me stesso e mi accorgevo di un altro al posto del cuore putrefatto. Mi guardava quasi con disperazione.
Quarto quadro:
Lo scenario è all’aperto, ma è sempre buio. Vedo una collina coperta da erba ed in cima si scorgono tre donne.
Ecco, questo per dire che sulla mia vita hanno pesato questi sogni che sono valsi come stigmate impresse nella mia carne.
Nelle mie notti non è mai sorta l’alba, ma anche di giorno sentivo in me un impercettibile veleno che non mi faceva partecipe della gioia che altri assaporavano. Ma sopperiva a questa sofferenza uno stato di timidezza e semplicità, quasi di stupidità e così una stilla di gioia altrui riusciva a trasmigrare in me sollevandomi dal mio stato triste.
Col tempo ho imparato a fronteggiare la sofferenza che era anche causa di mia incapacità a fronteggiare la vita limitandomi nell’apprendimento scolastico e in seguito impedendomi di brillare come io anelavo. Oggi mi sono reso conto che una forza in me deve aver preso vigore almeno per fronteggiare gli eventi assai ostili nei miei riguardi e famiglia per la salute e lo stato di quasi povertà. Vivo alla giornata e quasi so con certezza che domani ci sarà una di quelle stille di vita altrui che mi verrà in soccorso, non senza il mio concorso di paura e disposizione a chiedere l’aiuto in qualche modo esercitandomi nell’umiltà.
Ecco che anch’io ho scritto continuamente le mie “lettere” aiutato da quella benedetta forza del prodigio, ma non senza un assiduo esercizio della pazienza che ho sempre chiamato santa. Non v’è altra che la supera in santità e ha di meraviglioso che è frutto esclusivo dell’uomo, talché quasi sempre viene detta bestiale non a caso.
A tutt’oggi, non pochi eventi della mia vita sono stati anticipati dai soliti sogni notturni, sempre tenebrosi e assolutamente mai luminosi. Ricordo le visioni che ebbi allorché procedevo nell’avere dimestichezza con internet con il costante supporto dei miei figli assai esperti.
Siamo nei primi mesi del 2006 e non avevo ancora creato il sito, ma già molti scritti venivano pubblicati da siti amici, come “Visibilmente” http://www.visibilmente.com/04visioni/ sul quale comparvero i lavori sulla piramide di Cheope e altro, compreso il mio curriculum munito di foto. Ebbene il giorno prima o il precedente che apparì la foto sognai queste cose che ora racconto.
Vedevo un gran corteo di gente che si incamminavano come verso un santuario e nel procedere per questo luogo si rasentava un terreno recintato pieno di piantine che sembravano bambini appena nati (il mondo parallelo della sofferenza di esseri incoscienti vegetali, come quelli tanto amati da Madre Teresa di Calcutta).
Regnava un clima sereno seppur nell’assenza di luce diurna. Al culmine del giardino, come sotto una capanna mi vedevo (ma era il mio volto che dominava la scena) seduto, e accanto a me c’era una sorta di robusto carnefice con in mano una mannaia. Capii che subito dopo sarei stato decapitato, ma non soffrivo per niente.
Nessun trauma poiché immediatamente si passa ad un quadro nuovo.
Mi vedo accanto ad un grande schermo, una sorta di monitor gigante, e addito agli astanti della sala il volto che qui compare. È lo stesso precedente della capanna, ma sono anche io.
Illustro un decisivo piano di battaglia al comando di quel tale dello schermo (che sono io: che stranezze oniriche!).
Poi immediatamente dopo c’è uno scenario di un vasto piazzale con una gran confusione di molti cavalieri a cavallo e uomini, tutti armati e in procinto di partire. Però erano un po’ scalcinati quasi a sembrare l’armata Brancaleone del famoso film con Gassmann.
A questo punto non ricordo bene se all’indomani, o il giorno successivo di queste visioni, si verificasse un malaugurato guaio al computer, cosa che comportò la distruzione del disco fisso e quindi del piano di memoria.
Niente da fare, dovetti cominciare daccapo con un nuovo computer, cosa che poi coincise con l’apertura del sito, il 7 agosto 2006.
Ma nello stesso tempo accadde che anche l’amico Paolo, il conduttore di “Visibilmente” andò incontro a guai simili al mio in questione.
Sul tema a commento, ovvero su Madre Teresa di Calcutta rimando ad un breve saggio eseguito da poco e pubblicato dal blog amico “naviga su Tanogabo” a questo link: http://www.tanogabo.it/Inviati.....Africa.htm
Qui si parla proprio della “forza” in questione, peculiarmente di natura terrestre, che ho intravisto a mio modo singolare in seno alla Beata di Calcutta.
Gaetano Barbella