Io abito in un paese dove c’è un po’ di nebbia ogni tanto, soprattutto il mattino in inverno e gli alberi spogli, con i loro rami neri, fanno ricami, come di merletti, contro un cielo opaco e sfumato. Bello da vedere, mi piace.
La nebbia riesce a nascondere le cose che forse non amiamo troppo e lascia intravedere solo delle sagome, con i rumori attutiti, ovattati e fantastichiamo un po’…
Ne parlavo l’altro giorno con Sandra, che è cresciuta in Lombardia e la nebbia “il nebiun” lo conosce bene
Confrontavamo le nostre esperienze e ne è nata questa simpatica conversazione.(pcon)
Sandra racconta:
<Pensa Paola, sono in GRECIA dai miei ragazzi, ed è una splendida giornata di Gennaio con un sole caldo ed un cielo d’azzurro così intenso da sembrare quasi cristallino.
Di ritorno da una passeggiata in mezzo agli ulivi, appena entrata in casa, la televisione accesa. Mi colpisce la voce che annuncia nebbia fitta in Val Padana: si raccomanda la massima prudenza, di mantenere le distanze di sicurezza… È un tale contrasto col tempo che ho lasciato alle mie spalle, al di là della porta che ho appena chiusa…
La nebbia, la nebbia della mia Milano, chiudo gli occhi e sull’onda dei ricordi mi sembra ancora di sentirmi avvolgere, pur così impalpabile, rende tutto irreale, attutisce i suoni, cala di colpo e tu non sai più dove ti trovi, ti fa perdere la direzione, e di colpo, non sai più dove ti trovi.>
Hai ragione Sandra ho provato una volta questa sensazione, in effetti per chi non ci è abituato è terrificante ed al tempo stesso affascinante. Hai paura e curiosità, tutto insieme. Ti prende un po’ allo stomaco…
Sandra continua a raccontare:
<Una canzone Milanese diceva:
“ma la nebbia cha belessa, la va gio’ per i pulmun”. Eppure la mia mamma diceva che i bei nebbioni di una volta non c’erano più, quei bei nebbioni così fitti che si potevano tagliare con un coltello. Per me era un divertimento uscire, tuffarmi nella nebbia, perdermi e faticare a trovare la strada di casa. E, soprattutto, il suo odore così caratteristico. Ma quando cominciai a guidare, iniziai a vedere le cose con un’ottica diversa.>
“El nebiun” allora, una parete di umidità che avvolge tutto e come dici tu ha un odore speciale.
Sandra ma non hai mai avuto davvero paura? Io si una volta che mi sono trovata in autostrada… e non si vedeva nulla, nemmeno il davanti dell’auto…
Sandra dimmi…
<Sì infatti qualche anno dopo fu la causa di un viaggio da incubo che fortunatamente finì bene. Solitamente verso il 7\8 Dicembre, ad Ancona, prendevo il traghetto per la Grecia, per raggiungere i miei. Così decisi quell’anno, assicuratami delle condizioni del tempo, della strada, preparata la macchina, chiusa casa, partii.
Alle 10 entravo al casello dell’autostrada del Sole, c’era una leggera foschia, ma la cosa non mi preoccupò molto perché era mattino. La strada era libera, contai d’essere ad Ancona verso le 15. Pero più proseguivo, più la foschia s’infittiva ed era ancora molto chiaro. Ad un tratto dopo pochi km. dovetti rallentare c’era coda …………. si erano formate due file di macchine che avanzavamo lentamente, mentre la foschia si trasformava in nebbia, chiara fin che si vuole, ma era sempre quella che io temevo. Dopo pochi km la polizia ci fece uscire dall’autostrada per immetterci sulla provinciale per Piacenza: erano arrivate le 15, avevamo fatto circa 50 km fermi, su una strada di provincia senza nessuno che desse informazioni, in piena nebbia, una lunga doppia colonna di macchine.
Ero veramente disperata, chiusi le sicure della macchina e….. mi misi ad aspettare. Sentii bussare al finestrino ed abbassai, era una ragazza con un amica, veniva da Pavia, mi chiedeva se sapevo qualcosa, si sentiva confortata di poter parlare con una signora. Aveva la macchina due macchine avanti la mia, decidemmo di rimanere in contatto………
Furono ore quasi da incubo, la nebbia infittiva deformando tutto quello che ci circondava, si ignorava dove ci si trovava….. finalmente, lentamente, la colonna cominciò a muoversi e, verso le 19 fummo in vista di Piacenza. La Polizia segnalava o di tornare in autostrada o di proseguire per la città. Vidi una delle ragazze che mi faceva cenno di fermarmi, loro non continuavano, si fermavano.
Risposi che le seguivo, cercassero un albergo col garage, mi sarei fermata anch’io. Trovammo un albergo, misi la macchina in garage, chiesi una camera e chiamai mia cugina, cercando di spiegarle in poche parole il tutto, pregandola di avvertire tutti…. che stavo bene, di non telefonarmi per lasciarmi riposare…….
Infatti… ,messa la testa sul cuscino, il telefono………basta…….
Al mattino dopo come ripresi l’autostrada c’era un sole smagliante che mi accompagnò fino ad Ancona, dove un altro traghetto partiva per la Grecia…….. Il sole aveva fugato tutti gi incubi, però la nebbia oramai aveva cambiato volto, non potevo più ricordarla come la cara amica della mia fanciullezza.>
Che piacevole conversazione con Sandra, così ricca di ricordi.
E voi l’avete mai vissuta la nebbia, quella vera e terrificante? Ce lo raccontate anche voi?
Commenti abilitati io e la nebbia siamo cresciuti in sieme neglii anni 70 1 sera uscita dalavoro + tardi del solito correvo x andare a prendere l’utimo tram , la nebbia si ta gliava a fette e naturalmente andai letteralmete a sbattere contro 1 palo mamma che botta la sento ancora e naturalmente persi anche il tram . negli anni 80 lavoravo a monza , ero in motorino sempre di sera naturalmente ricordo che ogni tanto frenavo ,perchè vedevo 1 ombra –era la mia ombra proiettata nella nebbia dalla luce del mio piccolo faro questa era la nebbia.
quanti ricordi la nebbia,nel lontano 1970 per giorni e giorni.una coltre copriva tutto..e ti chiedevi ma il sole dove ..sta…quando finalmente bontà sua se ne andava che gioia rivedere l.azzurro del cielo,,
La nebbia..che “rottura”!!. L’avventura di Sandra mi ricorda una serata alquanto simile.. Avevo dei parenti, tornati dall’Australia, che dovevano ripartire. Volo prenotato per le 21.. Alle 14 si alza il nebbione. Loro stavano dai parenti, in campagna..Decidiamo di andarli a prendere, mio marito ed io, un pò più abituati alla nebbia..Ma quale nebbia? Quale nebbia? Quella sera era un muro!!Partiamo.. noi davanti (io con la testa fuori dal finestrino x vedere la riga) loro dietro. 5 ore x arrivare all’aeroporto Marco Polo, quando ci si arriva in mezz’oretta, in tempi normali. Arriviamo in tempo più che utile. ma…l’aereo non partiva.. volo cancellato causa nebbia! No comment!
Se quella sera era particolarmente fitta, però la nebbia da noi c’è spesso..mio cognato aveva legato una serie di stracci bianchi agli alberi che costeggiavano la sua stradina, così quando tornava dal lavoro..”almanco ì vedo!!”.. diceva lui..
Io sono una padana naturale e ricordo che anche a me, bambina a Milano, la nebbia sembrava più fitta. Diventata ragazza mi serviva per nascondermi furtivamente agli occhi dei miei genitori, sotto casa, e condividere di nascosto un abbraccio o un casto bacio. Allora desideravo quasi che la nebbia scendesse a riparmi da sguardi indiscreti con la sua grigia tenda.
bene Marc52, non sei fuori tema… la nebbia che ci annebbia il cervello
E grazie per gli “allargamenti”
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MI SCUSO PERCHE’ FUORI TEMA! Alba, ringrazio… io… te per averlo ricordato nel tuo commento. Lo ricordavo anch’io avevo già trovato l’URL, ma tu con il tuo commento mi hai dato l’imput per inserirlo. Ringrazio…Sandra, perché in modo silente(nel cuore) lo ricordava anch’essa. Non dimentichiamoci del grande Enzo Tortora mattatore del “Il Gambero”( 1967) Quiz al “contrario” con delle rubriche( sketch)comiche come quello con Paolo Stoppa e Rina Morelli, dove…il loro eloquire avveniva in modo epistolare e Stoppa si chiamava Leuterio. Da ragazzotto, ogni… Domenica mattino, mi attaccavo alla radio per seguire la trasmissione.
Potremmo ritornare in tema con la nebbia in modo metaforico, dicendo… che… molto spesso, la nebbia provocata dalla cattiveria, dagli interessi, dall’invidia, dal potere istituzionale deviato e deviante, fa scendere una coltre di nebbia che non ci permette di vedere/valutare, quello che veramente ci sta’ intorno, e cadendo, sul malcapitato (un galantuomo,) lo distrugge nella mente e nel fisico.
Anch’io Marc ti devo ringraziare per la tua segnalazione.Io ricordavo l’episodio del Turchino,ma non in modo cosi’ preciso come Alba.Mi ha fatto veramente piacere rivedere Enzo Tortora ,una persona speciale,un uomo onesto ucciso dalla cattiveria della gente.
grazie Marc rivedereuna persona speciale come Enzo Tortora dove noi tutti lo aspettavamo al venerdì è stato bello.
Un uomo onesto, dove la congiura del male lo ha ucciso
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Ricordo, avevo 10 anni, andai, con un amico a Milano in via Sambuco, allora, c’era il mercato della merce usata, vi era di tutto. Volevamo comprare dei giubbotti americani e delle borace, erano… residui dell’ultima guerra dei soldati americani. Interessati, perché a quell’età si giocava (ancora ) ai soldati. Arrivammo a mezzogiorno in un giorno di novembre trovai le luci accese ,e le, auto che circolavano con i fari accesi. Tutto sembrava buio, nero, fu un impatto visivo particolare ,il tutto mi diede un sensazione di opprimente, chiuso, freddo, inospitale, allora… la nebbia era mista a molto smog! Le fabbriche più inquinanti, per lo più erano tutte a Milano, o nel vicino hinterland .Oggi le cose sono un po’ diverse.
Ricordo anch’io l’episodio di Portobello menzionato da Alba ho trovato il filmato.
Eccolo: Una soluzione per la nebbia in Val Padana
http://youtu.be/ZtR7E63ul2s
————— Un po’ di… satira sulla nebbia:————–
Cochi e Renato cantano Nebbia in Val Padana.
http://youtu.be/Jc0L5-lisic
Non conosco la nebbia se non per sentito dire, Genova ci nasce il vento quello si, ma molto raramente si ha un fenomeno di nebbia che proviene dal mare, si guarda con meraviglia e ci ridiamo sopra, tanto dura poco il vento spazza via tutto.
Vi ricordate Portobello? Ebbene tra gli inventori c’è uno che è rimasto memorabile,voleva far sparire la nebbia in Val Padana ma come ?Tagliando un monte che si chiama Turchino il più alto degli Appenini per far passare il vento, portandosi via la nebbia.Tutto è ancora fermo e il suo progetto non è stato brevettato perchè utopia
In questa ubertosa valle padana ,abbiamo anche la nebbia ,non ci vogliamo far mancare nulla ..a Milano hanno al nèbìun..noi abbiamo la nèebia.
Dicono che nella bassa modenese e ferrarese ,ora anche terra di terremoti, c’è la “fabbrica della nebbia”…dove sale leggera dai fossi, dalle marcite, dai canali, dai fiumi …fino al Po.
Una volta la nebbia era veramente più tosta, mi ricordo ,parecchi anni fa, percorrevo la provinciale da San Martino in Rio a Modena, nella strada non c’era segnaletica orrizzontale e la coltre nebbiosa era tale che non riuscivo a percepire i lati della strada, ogni tanto mi trovavo davanti il fosso di sinistra,sterzavo ed ecco quello di destra, non potendo avanzare mi fermai disperato. Ad un tratto vidi un leggero ballugginio ,come una fiammella che avanzava ….era un ometto in bicicletta..”Si è bloccato eh !” Assentii disperato .”Mi venga dietro fino all’Osteriola, è a un chilometro da quì”. Avviai l’auto e seguii l’ometto fino al bar del quale si percepivano le vaghe e fumose luci dell’insegna.
Offrii il caffè all’ometto e dopo un ora ,col freddo ,essendo calata un poco la nebbia potei ritornare a Modena.
Questa sì che era nebbia!
Gli incontri con la nebbia c’erano quando facevamo i viaggi in macchina per la Sicilia e ritorno. Ed era una fatica somma con relativa paura, Paura di non farcela. Incontravo la nebbia anche quando facevo l’ufficiale di gara di pallacanestro nei paraggi di Roma ed ero solo in macchina. Mai piaciuta la nebbia. Mi ricordo che anche a Milano, Torino, Bologna, quando ci studiavo, la vedevo sempre con terrore. Ricordo che una volta, a Ferrara, avventurandomi a piedi, stavo perdendo il treno e solo per caso mi trovai alla fine alla stazione. No, non mi piace la nebbia, mi fa davvero paura.
indovinello? scrivete bimbi la maestra ordina