L’altro giorno, Sandra ed io ci siamo trovate a parlare del più e del meno, del tempo naturalmente e di quello che stavamo facendo.
Ad un certo punto Sandra mi dice: <Ti saluto, esco, devo andare a comprare del filo rosso, non ne ho più>
<È così urgente? Devi aggiustare qualcosa? Non sapevo che tu sapessi cucire>
< No, devo fare dei braccialetti, devo fare “marti” Devono essere pronti per domani 1° marzo> — <???>
Quando torna mi racconta che in Grecia, per il primo di marzo, è tradizione fare dei piccoli bracialetti di fili di cotone intrecciati, bianchi e rossi
Mi racconta…
<La leggenda del braccialetto è una tradizione antichissima che risale al dio SOLE.
Le mamme, per paura che il sole di marzo scottasse i loro bambini, intrecciavano dei fili bianchi e rossi e li legavano ai loro polsi per tutto il mese.
Il braccialetto detto in greco ‘MARTI’ veniva poi bruciato col primo agnellino allo spiedo.
Di secolo in secolo la tradizione è arrivata ai nostri giorni, ai primi di marzo ‘PROTO MARTIO’ tutti i ragazzi
si fanno fare la treccina bianca e rossa: “MARTI”, che tengono al polso fino alla fine di marzo, per essere protetti dal sole di marzo.
MARTI viene poi conservato e bruciato a Pasqua con l’agnellino che cuoce sullo spiedo.
C’è un’altra leggenda invece, che vuole che la treccina bianca e rossa, venga messa dalle ragazze sotto il cuscino la notte di San.TEODORO, che quest’anno si festeggia il 23 marzo.
È una festività che cade il sabato prima della domenica di quaresima, non ha mai una data fissa, segue la data della Pasqua.
Ecco che cosa è “MARTI’ una piccola curiosità>
< Sai il tuo racconto mi ha ricordato dei cari amici rumeni, che ogni anno ci regalavano dei braccialettini di fili di lana, bianchi e rossi; infatti hanno anche loro questa tradizione, è un po’ differente però…
Si chiama “Mărţişor” e fa parte delle feste di primavera e significa “piccolo marzo”.
Il mese tutto è dedicato alle donne, che vengono festeggiate e ricevono piccoli doni, già dai primi segni della primavera. I fili sono uno bianco che rappresenta la purezza e il rinnovo primaverile e uno rosso che ricorda l’inverno con il fuoco rosso dei camini. In tutta l’area della Romania, Moldavia e Bulgaria è molto sentita questa tradizione>
E, mentre parlavamo serenamente, Sandra ha finito di intrecciare i suoi braccialettini, per i familiari, che li indosseranno il primo Marzo, prima di uscire di casa.
Più tardi, incuriosita, sono andata a documentarmi su Internet ed ho ampliato le mie conoscenze, non sapevo che questa usanza fosse antichissima, infatti… “nei siti archeologici rumeni sono stati ritrovati Martisor dei Daci, antichi di 8000 anni, fatti di pietruzze colorate bianche e rosse”. Questa ancora oggi è una tradizione molto praticata e “si possono vedere Martisor ovunque: sulle porte delle case, sui recinti delle pecore, sulle corna degli animali, sugli attrezzi da lavoro, per augurare un raccolto fertile e un tempo soleggiato per un lungo periodo.”
grazie Marc
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1° di marzo per la meteorologia inizia la primavera (dal 1° marzo al 31 maggio)per il calendario il 21 di Marzo. Seguendo, l’approfondimento di Paola che ha portato l’esempio della Romania riguardo ai festeggiamenti descritti da Sandra&Paola, in Grecia. Incuriosito… ho voluto documentarmi: Cosi tanto per “cercare” e dare un apporto all’articolo. Cercando su internet: Ho” trovato” che… è una festa diffusa anche in altre nazioni balcaniche. In modo specifico, in Bulgaria dove è chiamata Marteniza dal Bulgaro: мартеница, (marteˈniʦə).Secondo la tradizione locale questo piccolo ornamento rosso e bianco, viene indossato durante il mese di Marzo. E’ il saluto dell’inverno e il benvenuto alla primavera. Il gesto di scambiarsi questo piccolo ornamento risale al IX secolo, essendo una delle più popolari e difuse usanze bulgare. Di diverso tipo questi filamenti possono esser semplici fili rossi e bianchi, nappe, bracciali o bambole di stoffa, lana o di cotone. Esso… è una sorta di talismano della salute. Il rosso per le guance rosse, il bianco per i capelli bianchi e la vecchiaia. Si usa indossarli come un bracciale sul lato sinistro dove c’è il cuore. Si indossano fino alle prime avvisaglie della primavera (una rondine, un fiore sbocciato,) non oltre il 1° di Aprile, dopo di che si appendono ad un albero o sotto una pietra, esprimendo… un desiderio. Le radici, di questa usanza sono da attribuire a Marte dio della primavera e della guerra. Sembra che in tempo di guerra (guada caso iniziavano spesso i primi di Marzo), le donne davano questi talismani per proteggere i loro uomini: Il rosso perché non venisse versato il loro sangue, il bianco per le gote delle mogli che aspettavano ansiose il loro ritorno. Donati anche per preservarli dagli umori di Babà Marta e fare in modo che il clima si mantenesse clemente. Tali oggettini hanno oggi anche il significato della neve (il bianco) che se ne va, il rosso del sole che arriva. Per finire la Maternizza è in Bulgaria una sorta di simbiosi con la natura in senso lato, rappresentando, la fertilità, la procreazione, la gioia, la salute, la felicita la vita.
Tradizioni che si perpetuano per millenni portano a pensare che veramente hanno qualcosa di misterioso che riesce a conservarle nel tempo e, allora, bisogna credere anche nei misteri.
Grazie a Paola e Sandra.
MI fa piacere,Lorenzo che questo semplice racconto ti sia piaciuto .In Brianza i fuochi invece un tempo li facevano la notte di s. Antonio.Grazie MARCO per avermi dedicato un pezzo del grande Dallas .Non si puo’ certo dimenticare ,vive ancora tra noi attraverso la sua musica .Il 4 marzo sarebbe il suo compleanno
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SCUSATE L’INTROMISSIONE:”DOMANI, 1° MARZO,RICORDIAMO… UN GRANDE POETA/MUSICISTA DELLA CANZONE, A UN ANNO DALLA SUA DIPARTITA.”
NATO IL 4 MARZO
http://youtu.be/nFui_6xwmrs Lucio Dalla- Le rondini (1990)
http://youtu.be/pGv2JbIpy24 lucio dalla 4 Marzo 1943 storia d’oggi
http://youtu.be/Xxk-j8YugkA Lucio Dalla – Itaca
PICCOLO OMAGGIO A SANDRA
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Poveri agnellini!!!! ☻☻☻
In Emilia Romagna abbiamo “i fuochi di primavera” ,che si accendono generalmente il 1° di marzo..e sono i cosiddetti “lòm a merz”(lumi di marzo),ricordati anche in Amarcord di Federico Fellini.
Erano classici nelle campagne e nelle colline per propiziarsi una annata fertile e per cacciare il freddo dell’inverno e questo rito si perde nella notte dei tempi.
Nella romagna la tradizione è ancora viva , si canta e si balla attorno al fuoco al suono di una fisarmonica. In Emilia “i fùgoun” (i grossi fuochi), hanno perso molto della tradizione e sporadicamente si fanno nell’area collinare e della montagna.
NON SO SE CI SONO USANZE SIMILI IN iTALIA, MA IL RACCONTO MI è PIACIUTO MOLTO E VI RINGRAZIO. DAVVERO DELIZIOSO.