Leggo la data sul calendario: 2 ottobre, l’estate si è conclusa definitivamente. Tanti anni fa, in questa data, tornavamo a scuola: ricominciavano le lezioni.
Franco Muzzioli ci ha dato un piccolo staccato della sua estate, io un altro e Armida, con molta malinconia, ricorda le sue di estati. Devo dire che avevamo tante cose in comune e quello che dice lo risento con suggestione e tenerezza, parola per parola.
Grazie Armida, ho voluto mettere la tua “prosa in poesia” anche qui, sarà gradita a tante persone che si ritroveranno in queste tue emozioni. (pca)
Com’è strano il cielo in questo giorno di settembre…
Nuvole grigie e rosa, in quest’alba si rincorrono,
si allargano, si riuniscono.
Il mio pensiero vola, con loro.
Frammenti di ricordi, pezzetti di carta soffiati dal vento,
spezzoni di film, brani di vecchie canzoni
si affacciano alla mia mente…
(Sapore di sale… le mille bolle blu… guarda che luna…)
Com’era bella, la nostra estate!
Il nostro essere così uniti,
bastavano poche cose, per renderci felici.
I nostri bimbi… le corse sul bagnasciuga, i castelli di sabbia,
la ricerca delle vongole e poi la festa di una bella spaghettata!
Com’era bella, la nostra estate!
I picnic con un mondo di amici, il mio goffo rincorrere il pallone,
il tuo prendermi in giro.-(“mamma è negata!”). e sorridevi…
Poche le tue parole: bastava un tuo gesto a renderle inutili,
eri il mio “Orso”, eri parte di me.
Com’era bella, la nostra estate.
La nostra gioventù, com’era bella…allora…
Ho letto con grande interesse, purtroppo in ritardo, la tua composizione, Armida. Mi è piaciuta molto e ti ringrazio. Non ho rimpianti per il bel tempo andato. Solo lo ricordo come un periodo bello. Da conservare gelosamente.
Dici bene Armida eravamo tutti poveri, chi più chi meno ma poveri, i nostri cercavano di farci contenti e le estati erano belle e molto lunghe, anche troppo, si tornava a scuola i primi di ottobre, dopo essere stati al mare col trenino quasi tutte le mattine e portandosi sempre il pranzo. Quando non andavamo al mare si giocava per la strada, non passavano macchine o in cortile o si andava ai giardini pubblici.
E vi ricordate la festa dei gelatini da 10 lire?
Le immagini che ha postato Paola sono molto appropriate, sembrano quelle di tutti noi.. chi non ha una foto-ricordo. simile? Il bello di quegli anni è che la vita era uguale un
pò per tutti, senza troppe differenze fra ricchi e poveri.
Poi la nostalgia stende un velo poetico anche sui ricordi più
semplici. Grazie Sandra. Grazie Edis.
Grazie Armida “sai che bello questo tuffo nel passato ” avevamo poco ,ma eravamo felici,Unpaio discarpe un abtino fatto in casa e.. il lusso di una bicicletta .Avevo tanto pregato il mio papa si era commosso e me l;aveva fatta lui comperando i pezzi alla Bianchi ,Una felicita’….arrivare fino al parco di Monza colle amiche per un pic-nic………….
Quanti bei ricordi affiorano alla mia mente pensando a quei periodi! Da pochi anni la guerra era finita, ma i disagi ancora rimanevano nel fisico degli adulti e dei ragazzi, si era disorientati dal grande cambiamento, ma la speranza della gioventù ci spronava. A scuola ci si impegnava, ma la sera le riunioni danzanti erano frequenti, dopo una guerra senza divertimenti e anche noi più ” piccoli” eravamo invitati! E allora dopo i compiti delle vacanze, via!!!!!!Musica! Scampagnate sotto il sole! Ritorni a casa, ricevendo rimproveri dai genitori per i ritardi!!! Che belle estati, anche se “poverelle” di soldini, bisognava accontentarsi,, magari con poco !Un solo paio di scarpe ” buone”, un solo vestitino cucito in casa??”’ e allora? Niente ci fermava !
Marc52: io aggiungerei ai cantanti che hai citato, anche Fidenco, Endrigo, Edoardo Vianello, Modugno. Ognuno di noi
ha le sue nostalgie, però le loro canzoni sono ancora attualissime! Grazie x il tuo intervento.
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Negli anni sessanta avevo 8 anni, seguivo al jukebox, alla tv, alla radio, queste belle canzoni che sotto propongo, per chi avesse qualche anno di più. Le cantavo con mia sorella minore di 2 anni seguendo il testo su “tv sorrisi e canzoni” l’unica rivista allora che ti dava le notizie, Si fa per dire… di gossip e le programmazioni televisive. Estati di giochi ma anche di piccole cotte estive. Andavo con i miei genitori a Paestum (costa salernitana): Volevo bruciare i tempi volevo diventare grande per poter essere più indipendente. Ero costretto a portare i pantaloncini corti io volevo quelli a gamba lunga. I primi turbamenti per le ragazzine con gli occhi azzurri. Anni 80, sposato 15 gg di mare: Santo Stefano al mare, ospedaletti, arma di Taggia. 15 anni di scogli di telo di maschera con boccaglio. Mare in modo spartano, di immersioni in apnea con mia moglie, di sole fino a alle 19 per godersi la spiaggia fino all’ultimo raggio di sole, per poi tornare in albergo senza cambiarci per cenare. Bellissimi ricordi, bel… mare. Allora pochissima spiaggia tanti sassi, mare, limpido. Ricordi imprigionati in modo tangibile da fotografie su carta, che riviste rinfrescano fanno rivivere le sensazioni, i ricordi, di piccoli/grandi, momenti che nessuno può più cancellare dalla tua anima. Piccola pecca Liguria carissima, liguri non il massimo dell’ospitalità.
Le estati anni 60 in musica, Mina, Celentano, Bongusto, Di Capri, Nino
http://youtu.be/tmwh6y9gmEE
Alba,la mia infanzia non è stata molto diversa dalla tua: anche la mia famiglia (numerosa) non ha mai potuto permettersi vacanze, soprattutto dopo la scomparsa di mio padre, molto giovane. Quante volte mi sono arrampicata sugli alberi! Quante mele acerbe ho mangiato, per paura di non trovarne più nel momento in cui fossero mature! I miei ricordi, qui, si riferiscono ai periodi delle ferie, quando avevo i bimbi piccoli e mio marito stava bene.. Grazie comunque del tuo commento..
Giulio.. hai compreso che il mio scritto è frutto di un momento di malinconia. La speranza e l’ottimismo però mi accompagnano sempre; ci sono momenti belli anche ora, magari fra qualche tempo li rimpiangerò!
non posso condividere la tua e quella degli altri gioventù,perchè a 11anni dopo la 5 elementare sono andata a lavorare in una fabbrica di calze per uomo, potete voi immaginare una bambina difronte a una macchina con tanti aghi che giravano in senso circolare per fare il tubolare.
Facevo i turni dalle 6 alle 2 dalle 2 alle 22, e nel tempo libero giocavo con le mie compagne, fortunatamente la città non era ancora tanto cementificata e noi si andava a prendere la frutta sugli alberi, (non rubare) ma il bello che un giorno il contadino correndomi dietro mi urlò “CHE VAI A CUCURE DELLE CALZE” io rido ancora adesso se ci penso lui non sapeva che avevo fatto 8 ore in un calzaturificio ed ero una bimba di 11anni
Armida poco importa se poesia o prosa, questo tuo ricordo è un poco il ricordo di tutti noi, grazie di avermi fatto ripensare agli anni della mia gioventù.
I ricordi legano la mente al cuore e si rivivono fotogrammi della nostra vita . In poche righe hai saputo unire gioie passate , altalene di sensazioni che inumidiscono gli occhi, ma il sorriso affiora prepotente. Grazie Armida di questo Film di …”Una rotonda sul mare”