Riprendiamo il discorso sugli antichi mestieri e sui ricordi di come eravamo.
Titina ci parla di un’arte preziosa, precisa, ci racconta di lavori che producono oggetti impalpabili, quasi usciti dalle mani delle fate.
Ci ha mandato tante foto ed un filmato fatto dalla sua nipotina adolescente.
Così, potremo ascoltare dalla viva voce di Titina, la spiegazione di questa arte antichissima e pregiata. ( ﬡ)
La lavorazione del merletto a tombolo è una forma di artigianato diffusa in varie parti d’Italia; anche se fondamentalmente la tecnica è uguale dappertutto, ogni località ha una sua prerogativa che la distingue dalle altre.
Qui ad Isernia la lavorazione del merletto a tombolo risale ai primi del 400 e la tradizione vuole che siano state le suore spagnole del convento benedettino di S. Maria delle Monache a diffondere tra le loro educande questa arte.
Da Isernia il tombolo si diffuse in tutto il circondario, tanto da diventare buona fonte di guadagno per molte donne, ragazze e anche bambine che producevano merletti su ordinazione del “pizzigliaro” che forniva loro i disegni e il filo. Una volta terminato il lavoro, il pizzigliaro assemblava i vari pezzi, realizzando bellissimi e costosi completi da letto, tovaglie da tavola, centri ecc. che vendeva e che andavano ad arricchire i famosi corredi fatti a mano delle spose di una volta.
Il tombolo isernino si distingue in tombolo classico e antico, la tecnica di intreccio dei fuselli è sempre la stessa, ma, a seconda del numero di fuselli usati, cambia anche il disegno che si vuole realizzare, certamente il tombolo antico, con tanti fuselli e reti particolari è più difficile di quello classico ed anche più costoso.
Mia madre era bravissima nella lavorazione del tombolo antico, tanto che lo ha insegnato per parecchi anni in una scuola professionale e tante ragazze sue alunne, hanno guadagnato bei soldini realizzando lavorazioni straordinariamente belle. Io che avrei potuto approfittare di avere l’insegnante a disposizione, purtroppo so fare solo il tombolo classico imparato all’età di 8 anni, comunque, da ragazza lo lavoravo per avere il mio gruzzoletto, oggi continuo a lavorarlo per la gioia di farne omaggio, soprattutto in occasione del Natale, alle amiche più care (vero Paola?). [grazie Titì]
L’attrezzatura che occorre per lavorare il tombolo è formata da un cuscino cilindrico di stoffa imbottito, uno scannetto di legno per sostenere il cuscino, disegno del merletto su cartoncino, fuselli, filo, spilli e uncinetto. L’utilizzo di questi strumenti ho cercato di spiegarlo meglio in un video realizzato da me e dalla mia nipotina Giulia, non è un granché, ci sono alcune imperfezioni e ripetizioni, ma penso che sia sufficientemente esplicativo.
Chissà se fra le signore di Eldy ce n’è qualcuna che lavora il tombolo della propria zona? Potremmo scambiarci informazioni e consigli, sarebbe bello ed interessante!
http://www.youtube.com/watch?v=86_G5IeDCJw&feature=youtu.be
PER VEDERE IL FILMATO CLIKK CLIKK SU YOU TUBE
a chi interessa : http://www.youtube.com/watch?v=1Agbx0PKBRY
Cara Titina ,sto ammirando i tuoi stupendi lavori ,mi piace
moltissimo il tombolo .So quanto lavoro comporti fare ogni disegno ,ma quanta soddisfazione quando lo vedi realizzato .Noi abbiamo Cantu’,ove esiste una antichissima tradizione del tombolo.Alcune maestre hanno aperto dei corsi per insegnare a fare il tombolo ,in tal modo nn si perde la tradizione .C’e’ il Museo con dei lavori veramente stupendi ,sembra impossibile che mani umani possano arrivare a fare cose cosi’ meravigliose,Parlavo con una maestra di CANTU’ mi diceva che loro usano manicotto nn molto grande riempito di crine e rivestito di tela verde (colore riposa vista) mentre i fuselli sono di due misure fatti di legno di carpino o bosso,adoperano tutti i fili mil migliore e’ sempre cotone
IL TUTTO SU YUTUBE -MERLETTI DI CANTU’
mani con un agilita’ sorprendente usando fuselli e filo possano uscire dei capolavori,Ma quanta e quale abilita’………………..
Tempi passati, ma ancora attuali, per le meraviglie che le ” mani” , l’intelligenza e la capacità hanno saputo creare e trasmettere alle future generazioni! Le nostre tradizioni vanno trasmesse e fatte apprezzare dai giovani! In questo blog si trasmette la STORIA , di piccole ” cose” che sono GRANDI!
Franco, uniamo l’utile al dilettevole, dialetto comasco con mereltti la poesia parla dei tempi andati di una mariet che lavorava tutto il giono per poche lire (molto bella la fotografia delle mani in bianco e nero).
Città di Cantù Merletti.wmv
http://youtu.be/1Agbx0PKBRY
Cara Titina, Molto bello il tuo video, molto brava, la tua nipotina, a farti da operatore alla macchina, mia cognata alla scuola d’arte di Cantù (Como). Anch’essa ha lavorato il merletto, con il tombolo, e i fuselli. Vedendo il video, mi domando come vi raccapezzate con tutti quei fuselli in mano? intrecciandoli facendoli passare a desta e a sinistra. Indubbiamente… un lavoro manuale molto difficile, che richiede attenzione e destrezza con le mani. Poi va spillato tutto. E’ un mestiere che ha ancora i suoi proseliti.Non è del tutto scomparso. oggi ci sono le cultrici di quest’arte del merletto! E sono anche molto cari economicamente, per chi vuole qualche cosa di non industriale, ma prettamente manuale. E’ un lavoro propriamente artistico. Brava! per non perdere la tradizione, insegnalo alla tua nipotina, potrebbe essere un’alternativa alla situazione economica. A mio parere sono mestieri che con il tempo si rivaluteranno. Vedi oggi le sartorie rinate come funghi.
Ti sei dimenticata di scrivere(per alcune/i), che per vedere il video di cliccare su “GUARDA SU YOU TUBE” sottolineato.
Museo Civico del Merletto al tombolo
Rapallo (GE) – Villa Tigullio – Parco Casale
Telefono: 0185.63305
Sito: http://www.provincia.genova.it/portal/page…
Orario: aperto martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 15 alle 18; giovedì dalle 10 alle 11.30; domenica su richiesta per gruppi. Ingresso a pagamento.
La sede del Museo è la storica Villa Tigullio, fatta costruire dalla famiglia Spinola come dimora e baluardo sul mare; è circondata dal Parco Casale ricco di rare specie di piante e di uccelli. Il Museo ha aperto al pubblico le tre sale situate al piano terra nel 1990 e nel 1997 le cinque sale situate al sottopiano; ai piani superiori è ubicata la Biblioteca Internazionale. Le collezioni si compongono di oltre 1.400 manufatti in merletto molto rari e preziosi, databili fra il XVI e il XX secolo, dai capi di abbigliamento, all’arredamento, a singoli merletti, di una decina di tomboli databili tra la seconda metà del Settecento a tutto l’Ottocento e di circa 5.000 fra disegni e cartoni utilizzati per la produzione del merletto. Trae origine da una donazione pervenuta al Comune di Rapallo negli anni ’70 dal Lions Club Rapallo a seguito della chiusura della celebre Manifattura Zennaro che, per oltre mezzo secolo attiva a Rapallo, ha prodotto merletti di una qualità tale da superare subito i confini liguri per approdare ai mercati nazionali e internazionali conseguendo prestigiosi premi in vari concorsi d’arte. In occasione dell’apertura delle nuove sale del Museo nel 1997 sono state donate altre rare collezioni. Da vedere il grande pannello in merletto realizzato negli anni Sessanta su disegno del grande scenografo e pittore Lele Luzzati: rappresenta la Commedia dell’Arte Italiana e riassume in buona misura le tecniche di lavorazione del merletto e del ricamo.
anni fa ho visitato questo museo e forse ignorante in materia non gli ho dato il valore che ha,ora sono felice che non tutto è aNDATO perduto
I Mestieri tradizionali ….come i dialetti…non lasciamoli morire …..parliamone e raccontiamoli.
Ho visto in Sicilia gli antichi lavori a tombolo e forse qualcuno ne è rimasto in famiglia. Qualche anno fa ne ho visti a Farfa, vicino all’antica Abbazia. Erano soprattutto giovinette che vi si dedicavano e la fatica, soprattutto degli occhi, era forte. Non credo che ci possa essere uno sviluppo, in particolare nelle giovani generazioni. Ma speriamo, naturalmente, speriamo.
E’ una meraviglia! è un uccidere le nostre tradizioni lasciare nel dimenticatoio tutti questi mestieri pregni di storia, di vita vissuta: penso che Titina riprendendo in mano quei fusilli ripercorra tutta la sua vita trascorsa e anche quella dei suoi avi riprovando emozione.Dovremmo esaltare tutte queste manualità che sono le nostre radici non gettarle nel dimenticatoio.