In Rete ho trovato una bellissima storia di:
***amicizia e fratellanza***
Una coccinella ed una lucciola, nonostante i loro popoli siano da sempre ostili, capiscono che la loro diversità è una ricchezza e non una minaccia; decidono di diventare amiche, ed un giorno la loro amicizia salverà i rispettivi popoli. L’invasione delle rane dovuta ad una forte pioggia, mette infatti in pericolo sia le Cocci che le Lucciole: per sfuggire alle rane, le prime non possono volare al buio mentre le seconde non hanno ali abbastanza forti per attraversare tutto il Prato. Così le due amiche riescono a convincere sorelline e fratellini a scegliere un compagno di volo, e ad attraversare il Prato volando abbracciati, sfruttando la luce delle lucciole e le forti ali delle coccinelle.
Mi è sembrata una buona maniera di chiudere il bell’articolo di Renato Sacchelli e la sessantina di commenti che gli sono stati fatti.
Le opinioni sono state varie, alcune in accordo con il brano proposto, altre decisamente contrarie, ma stimolanti e circostanziate.
Anche questa piccola storia di coccinelle e lucciole si presta alla riflessione.
Vorrei però aggiungere una postilla e ricordare, ancora una volta, a chi commenta, di attenersi all’argomento proposto dal post, di replicare sì anche ai commenti degli altri, ma di restare in tema e, soprattutto, di risolvere “privatamente” eventuali screzi personali, che nulla hanno a che fare con lo scritto proposto e che allontanano dagli obietivi di questo blog.
vero Marc io quando ho scritto il mio commento ho pensato anche a questo, in quante famiglie non esiste la fratellanza fra fratelli, non per mancanza di insegnamento da parte dei genitori, nella parola fratellanza è compreso la sensibilià, la genorosità di una persona, si nasce così o ce l’hai o non ce l’hai.Tu vedi che liti subentrano per una piccola eredità,si ammazano tra loro, solo Dio denaro esiste.
Perciò io sono sempre più convinta che le belle parole rimangono nel vocabolario e nessuno si prende la briga di andare a vedere il loro significato.
Noi qui stiamo facendo un questionario per vedere come la pensiamo ma siamo onesti con noi stessi non so quante volte abbiamo messo in pratica la fratellanza.
Commenti abilitati lorenzo….
.. la natura insegna sempre, siamo figli della natura.
Commenti abilitati un saluto ale
Bella questa conclusione all’articolo sulla fratellanza .Questa collaborazione la lucina della lucciola ,appolaiata sulla forti li della coccinella ,e cosi una dietro l’altra attraversano il prato ,la loro amicizia le ha salvate.
Partiti con la fratellanza(post precedente), i commenti, sono un po degenerati, sfociando nell’intolleranza.Fratellanza dove sei finita? Paola, ha voltato pagina(per fraternizzare senza intromissioni) e in sordina a riproposto(con una storiellina) amicizia e fratellanza. Edis, precedentemente ha accenato a Caino e Abele(fratelli biblici per eccelenza), fratelli di sangue. Mi chiedo, e vi chiedo… quanti, in famiglia fra fratelli e sorelle c’è o/e vi è stata intolleranza, gelosia, invidia, si sono fatti la “guerra” non parlandosi per anni.siamo qui che giustament parliamo di un sentimento alto, umanissimo,universale anche per la chiesa. Ma… quanti di noi hanno avuto la sfortuna di non assaporarlo, di non metterlo in atto. tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Delizioso finale sulla fratellanza. Che significa aiuto e collaborazione in vista di un pericolo. Quante volte gli animali insegnano agli uomini!
LA FRATELLANZA
Un certo amico mio conserva un callo
riposto in un astuccio de velluto
sotto una scatoletta de cristallo.
– E che robb’è? – je chiesi una matina. –
Dice: – È un ricordo! – Dico: – Ma te pare
che sia un affare da tenè’ in vetrina?
Se fusse robba mia
la frullerebbe via!… –
Lui me rispose subbito: – Ar contrario!
‘Sto callo rappresenta l’ideale
d’un programma sociale-umanitario
d’un omo che insegnò per cinquant’anni
la vera fratellanza universale!
Era un brav’omo, credi. Un vero specchio:
bono, sincero, onesto… Se chiamava
Pasquale Chissenè. Povero vecchio!
Passava l’ore e l’ore
davanti ar tavolino der caffè
pe’ fa’ la propaganda de l’amore…
Povero Chissenè!
Qual’era er sogno suo? Quello de vede’
l’ommini abbraccicati fra de loro
uniti ne la pace e ner lavoro,
immassimati ne la stessa fede…
Ma pe’ convince’ er popolo sovrano
de quello che diceva, ogni tantino
dava un cazzotto in mezzo ar tavolino…
finchè je venne er callo ne la mano.
Ecco perchè lo tengo! Ecco perchè
quanno sento parlà’ de fratellanza
ripenso ar callo e sento in lontananza
una voce che dice: Chissenè…
(TRILUSSA)
Importante è anche la postilla! Anzi molto importante.
Un giorno, in un bosco molto frequentato scoppiò un incendio. Tutti fuggirono, presi dal panico. Rimasero soltanto un cieco e uno zoppo. In preda alla paura, il cieco si stava dirigendo proprio verso il fronte dell’incendio.
Non di là! gridò lo zoppo. Finirai nel fuoco”.
Da che parte allora? chiese il cieco.
Io posso indicarti la strada rispose lo zoppo ma non posso correre.Se tu mi prendi sulle spalle, potremmo scappare tutti e due molto più in fretta e metterci al sicuro.
Il cieco segui il consiglio dello zoppo. E i due si salvarono insieme.
Se sapessimo mettere insieme le nostre esperienze, e le nostre delusioni, le nostre ferite e le nostre conquiste, ci potremmo molto facilmente salvare tutti.
(tratto da Piccole storie per l’anima) Editrice Elle Di Ci
Ossequi Giovanni
Vado fuori tema se alla parola amicizia e fratellanza ….metto anche la parola collaborazione…che nel sociale mi pare tanto più opportuna?
Buon giorno Paola,molto significativo questo tuo articolo sulla coccinella e la lucciola,Brava e io dico (a buon intenditore poche parole)la fratellanza è come la fede o c’è o non c’è.