Un ricordo, una sensazione, un pensiero, un ritorno nel passato o un riflettere sul presente, a voi la parola: qual è il vostro Primo Maggio?

 

 

 

Quanti “Primo Maggio” ricordi? i souvenirs di Paolacon
Il mughetto del primo maggio

Ricordo i “1° maggio” di quando ero ragazza, a Roma, in Piazza San Giovanni. Allora non c’erano i concerti, ma solo comizi, bandiere e tanta gente. Ci sentivamo molto uniti e coinvolti.
Ma non c’è solo il ricordo del “primo maggio” politico, c’è anche quello di un viaggio a Parigi, un viaggio cominciato la sera del 30 aprile, con il treno di notte e l’arrivo la mattina del 1°, molto presto, in una stazione fumosa e grigia, come quasi tutte le stazioni di Parigi, ma piena di fiori, di mughetti e inondata del loro profumo. Che stupore!  Mazzetti di questo piccolo fiore fragrante, candido e dalla forma delicata di campanella, da per tutto, in cesti di vimini, in banchetti, offerto per pochi spiccioli a tutti gli angoli.

Non conoscevo questo simpatico costume francese e dei paesi francofoni, di donare un ramo di mughetto, come simbolo di felicità che ritorna e come portafortuna.
Nel maggio del 1561, Carlo IX di Francia rese ufficiale l’uso d’offrire il mughetto come porta fortuna, rifacendosi ad una antica tradizione, del tutto pagana…
Viene celebrato l’arrivo della primavera donandone tre rametti alla persona della quale si è innamorati, agli amici ed alle donne come segno d’amicizia.
Il mughetto glorifica il rinnovo della vita e dà l’opportunità di fare le prime passeggiate dell’anno, nei boschi e fuori al sole, per cercare i suoi rametti più belli.

Mi hanno raccontato anche una antica leggenda greca che vuole che questo profumatissimo fiore sia stato creato da Apollo, dio del monte Parnaso, per tappezzarne il suolo, affinché le sue nove Muse non si sciupassero i piedi…
Buon Primo maggio a tutti.

Franz Xaver Winterhalter (1805–1873) 1° maggio 1851 Wellington offre in regalo dei mughetti alla Regina Vittoria


Quanti “Primo Maggio” ricordi? Alfred-Sandro

Non so, credo di ricordarli tutti anche se tanti.

Primo Maggio, festa dei lavoratori ma da sempre praticamente festa festaiola da passare fuori porta con la famiglia, con gli amici, colazione al sacco, plaid sull’erba, le frittate, i polpettoni, i bicchieri di plastica a soffietto e quelli di alluminio, enormi panini ed il termos del caffè, che era ancora appena tiepido, ma faceva schifo lo stesso.

Di tanti “Primi Maggio” uno in particolare mi è rimasto nella memoria: uno dei miei primi.
Ero molto piccolo, forse sei anni, forse meno, l’Anpi della nostra zona aveva organizzato un raduno nel bosco di  Pannesi, una località nell’entroterra di  Recco, proprio per celebrare la festività.
A quei tempi le auto erano ancora rare e prerogativa di pochi ricchi.
Si viaggiava in treno, in tram, in corriera, quelle corriere col muso lungo con due palle rosse che sporgevano dai parafanghi per delimitare il mezzo al conducente nei passaggi stretti e nelle manovre.
Eravamo tanti quel giorno, era finita la guerra da poco e tutti avevano voglia di festeggiare: avevano tutti voglia di una pace agognata per lunghissimi anni.
A Pannesi non arrivava né treno né corriere ed allora tutti sui camion.

Sui camion seduti sulle panche prese nelle sedi dell’Anpi, nelle sedi dei partiti, nelle sedi delle società di mutuo soccorso, prese a prestito dove era possibile prenderle, perché non tutti erano disposti a collaborare. Sì, perché in quegli anni e per molti anni ancora, festeggiare il Primo Maggio era da sovversivi, da comunisti.
Festeggiare il Primo Maggio era prerogativa dei comunisti, era condannato dalla chiesa, osteggiato dal governo, dalle autorità di allora.
Dal Governo Americano…
Dalla Chiesa…

[tratto da Wikipedia]

“L’avviso sacro del 1949”
In diverse parti d’Italia il decreto del Sant’Uffizio venne reso pubblico attraverso la stampa e l’affissione di manifesti, che presentavano i punti salienti della scomunica. Un esempio di questi manifesti è il seguente:
« Avviso Sacro
Fa peccato grave e non può essere assolto
1.Chi è iscritto al Partito Comunista.
2.Chi ne fa propaganda in qualsiasi modo.
3.Chi vota per esso e per i suoi candidati.
4.Chi scrive, legge e diffonde la stampa comunista.
5.Chi rimane nelle organizzazioni comuniste: Camera del Lavoro, Federterra, Fronte della Gioventù, CGIL, UDI, API, ecc…
È scomunicato e apostata
Chi, iscritto o no al Partito Comunista, ne accetta la dottrina atea e anticristiana; chi la difende e chi la diffonde. Queste sanzioni sono estese anche a quei partiti che fanno causa comune con il comunismo.
Decreto del Sant’Uffizio – 28 giugno 1949
N.B. Chi in confessione tace tali colpe fa sacrilegio: può invece essere assolto chi sinceramente pentito rinuncia alle sue false posizioni. »
Gli Eminentissimi e Reverendissimi Padri preposti alla tutela della fede e della morale, avuto il voto dei Consultori, nella riunione plenaria del 28 giugno 1949 …”

Una vicina di casa stava passando in quel momento e, vedendo mia madre sul camion, con me in braccio, le chiese scandalizzata:
<ma ti vai con tuo figlio con questa gente?>

Poi, per fortuna, le cose sono cambiate e del Primo Maggio se ne sono impadroniti un po’ tutti……..

Buon Primo Maggio a tutti.

 

13 Commenti a “Quanti “Primo Maggio” ricordi? REMINESCENZE … cominciano Alfred-Sandro e Paolacon a tutti voi il seguito con i vostri di ricordi”

  1. marc52 scrive:

    Cara Elisabetta, tu hai perfettamente ragione ! Abbiamo appurato tristemente che non possiamo aspettarci nulla dai nostri politici, anche se li votiamo avendo fiducia in loro! Poi loro deludono le nostre aspettative, rivelandosi dei mariuoli, dei disonesti.Hai ragione a dire che molti giovani non si adeguano a fare i lavori che gli capitano, vogliono l’automobile bella, i soldi in tasca, la bella ragazza(per fortuna non tutti). Ma… non vogliono sporcarsi le mani in lavori anche… umili. Per quanto riguarda noi, famiglie, noi adulti, dobbiamo ricostruire un’economia basata anche sul risparmio! Non si può continuamente comperare come una volta(società del consumismo), dobbiamo rinparare dai nostri genitori a comperare le cose esclusivamente indispensabili, tralasciando, il superfluo. Insegnarlo ai nostri figli, ai nostri nipoti.E’ finita la società del ben godi, dove tutto si può comperare, ci siamo impegolati con rateizzazioni che vanno dalle vacanze in paesi esotici, al televisore, all’automobile con 65 rate. Una rata di qui una rata di la, a fine mese non ci basta lo stipendio. una volta eravamo un popolo di risparmiatori. Certo per i disoccupati è un’altra storia, essi non hanno neanche i soldi per respirare.

  2. elisabetta8.mi scrive:

    Marco,tu dici bene, siomo in una situazione ,nn facile x nessuno,,ma una soluzione dove possiamo trovarla?Nn penso che si possa trovavre spalmando pessimismo,,,lo so che nn possiamo contare sui nostri politici in quanto anno 1 sola preoccupazione,,,la ptopia poltrona,,,e nn parliamo poi dei sindacati,nn è con le bandiere che si possano creare dei posti di lavoro o portare sempre la gente in piazza x protesta,,,io nn sono nessuno,,,ho sempre e solo lavorato ma credo piu’ tosto che bisognerebbe cambiare un pochino anche il nostro pensare sul mondo del lavoro,,,I giovani nn anno nessuna esperienza e nn potranno nemmeno farsela se nn accettano di entrare nel mondo lavorativo umilmente con qualsiasi manzione,la strada nn è facile x nessuno è tutto molto in salita,ma la salita piu’ pesante lo èx le persone di una certa eta’ che il lavoro lo anno perso e tante famiglie sono in grasse difficolta’,,mi auguro con tutto il cuore che questa situazione mondiale cosi’ anomala possa risolversi senza creare ulteriori danni,,,,,,,

  3. marc52 scrive:

    1 maggio, in Italia e in molti Paesi del mondo si celebra la festa dei lavoratori. Questa giornata nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori. “8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, condivisa da gran parte del movimento sindacale del primo Novecento. Nel 1866 la Prima Internazionale a Ginevra propose: “otto ore come limite legale dell’attività lavorativa”.Oggi 3 Maggio, colpo di coda per l’amaro 1° maggio di tre giorni fa. La festa è passata il “santo” è stato gabbato! I problemi rimangono gravi è stato scritto: festa dei disoccupati, dei casa integrati, degli sodati, dei giovani senza avvenire, dei morti sul lavoro, dei disoccupati suicidatisi, un primo maggio di lutto per alcune famiglie. Con il solito concertone voluto nel lontano 1990 dai sindacati allora unitario. Oggi con i problemi che ci assillano non abbiamo neanche voglia di ascoltarlo! Sembra… diventata una kermesse di musica per non fare pensare, per alleviare il dolore che ci affligge oggi, è che può diventare più doloroso domani. Si pubblicizzano di già, le elezioni delle europee del 25 Maggio. Andremo a votare per le solite facce, per i soliti parlamentari corrotti, disonesti, millantatori. sperando in un’Europa che ci faccia “rinascere” che ci tolga questa spada di Damocle sulla testa. mah………… Ci spero! Per i miei nipoti, ma… ho, ormai un’età che dopo averne viste tante non si ha più l’entusiasmo, l’ottimismo, dei mie tempi giovanili. Oggi in Italia si conta un tasso di occupazione pari al 55,2%. Secondo l’Istat a febbraio il numero di disoccupati era pari a 3milioni 307mila. in Italia più di 1 milione di famiglie è senza reddito da lavoro e nel Sud Italia sono 598mila le famiglie senza forza lavoro, al Nord 343mila, 198mila al Centro.

    Il primo maggio. http://youtu.be/20SB03BpxYk

  4. edis.maria scrive:

    Sottoscrivo e approvo il commento di Franco Muzzioli!

  5. marc52 scrive:

    Il mio ricordo non è prettamente personale, è indiretto, legato ad un film di Francesco Rosi che allora vinse un sacco di premi il film in questione è Salvatore Giuliano, è del 1962! Lo diedero in tv quasi 10 anni dopo,(avevo 20 anni) mi lasciò l’amaro in bocca! allora: Ero un attivista del PCI distribuivo l’Unità brevi mano a casa, agli iscritti e simpatizzanti, del partito. Il 1° Maggio 1947, ci fu la prima strage di stato.
    Sono passati 3 anni dalla fine della guerra e dalla caduta del fascismo. i Socialisti e comunisti di San Cippello, e San Giuseppe Jato avevano ricominciato a festeggiare la festa sei lavoratori(soppressa al tempo del fascismo). per la terza volta i contadini e i braccianti(erano terre di latifondo) di quelle terre arse e aride, si erano dati appuntamento. in fondo alla vallata dove una grossa roccia era diventata il podio per dei comizi. La gente la chiamava “il sasso di barbato” perche sin dal 1864 Nicola Barbato, medico socialista, fondatore dei primi fasci sin dal 1864 parlava alla sua gente. Quel giorno del 1° maggio del 47 era salito su quel sasso, un calzolaio un certo Giacomo Schirò segretario della sezione Socialista di San Giuseppe Jato. A prendere la parola sarebbe dovuto essere un prestigioso leader Comunista Gerolamo Li causi, ma… aveva fatto sapere il giorno prima che sarebbe stato impegnato in un’altra manifestazione. Allora, era stato chiamato al suo posto un sindacalista, Francesco renda. Ma proprio quel giorno al Renda si era rotta la moto. Cosi fu lui il povero calzolaio a trovarsi in messo a sangue, spari e morte. Quel giorno a Portella delle Ginestre morirono 11 persone due erano bambini altri 27 contadini rimasero feriti. Chi comando quella strage? cosa si nascondeva dietro infamia? Ancora oggi quella strage come altre tipicamente italiane è avvolta dal mistero. quando la notizia si diffuse vi era solo una certezza: era avvenuta all’indomani di una grande vittoria ottenuta dal blocco del popolo, una lista di Socialisti e comunisti, alla regionali. Dopo 4 mesi(autunno del 47), si venne a sapere che chi aveva sparato su quei poveri contadini. Fu Salvatore Giuliani(mafioso), con la sua banda. Cosa che invece venne a sapere subito(poche ore dopo) fu un alto funzionario di pubblica sicurezza,Ettore Messana,.lo stesso Mensana venne a conoscenza anche dei mandanti di quella strage! Ma… ne i ne le forze di polizia, ne i servizi segreti, ne tanto meno gli uomini politici a livello nazionale lo dissero mai. Anzi da quel giorno si fecero in quattro per depistare le indagini portando trame sempre più complesse che portarono altri lutti. Unico obbiettivo in modo subdolo era coprire la verità sulla strage di Portella delle Ginestre. In sintesi quello che ancora oggi fanno le alte sfere dello stato per “coprire”, depistare, i misteri, le stragi dell’Italia , rebubblicana

    Portella della Ginestra 1 Maggio 1947 F.Rosi -Salvatore Giuliano-Piana degli Albanesi
    http://youtu.be/zsct_uE5CNc

    http://mnemonia.altervista.org/antimafia/img/guttuso1.jpg

  6. franco muzzioli scrive:

    Bell’affresco da ricordare –

    Ma che cos’è ora il 1° Maggio ?
    La festa dei cassintegrati?
    Degli esodati ?
    Della maggioranza dei giovani che non hanno lavoro ?
    Dei lavoratori in nero?
    Degli immigrati sfruttati e sottopagati ?
    Dei lavoratori a termine, che alla fine del contratto saranno sotituiti con altri lavoratori a termine in una spirale che non ha fine solo per l’interesse del padrone?
    Dei disoccupati perchè le industrie spostano le attività all’estero perchè i lavoratori costano meno ?
    Delle piccole industrie affogate dall’usura o dai dinieghi delle banche ?
    Ma forse con un poco di buona volontà questo elenco lo potete allungare anche voi.

    Quando il 1° maggio ritornerà ad essere veramente la festa del lavoro !?!?!

  7. edis.maria scrive:

    Non ho ricordi di Primo Maggio personali, ma purtroppo , quando c’erano cortei, manifestazioni, anche al di fuori di questa occasione, ero sempre piuttosto preoccupata , perchè mia figlia , ancora studentessa, vi partecipava sempre con grande entusiasmo politico!!! Vi garantisco che l’avrei chiusa in casa,ma era un “tipino” difficile! Ahahhaahaah! Passando gli anni si è calmata! aahahaha!

  8. alba morsilli scrive:

    sono figlia di operai, persone con i calli nelle mani,persone solo per i tuoi familiari, ma per il padrone solo carne da macello finchè servi, con le lotte e la morte che è nato il 1 maggio, come la festa delle donne.
    Oggi il Presidente Napolitano nel suo discorso ha detto” allarme lavoro” se una volta si lottava per la riduzione del lavoro ora si lotta contro quello che non c’è.
    Non so quale dei due sia meglio.
    Ricordo da giovane attivista con quale intusiasmo partecipavo alle sfilate del 1maggio, ora penso che ho perso del tempo e basta perciò non voglio ricordarne nessuno

  9. armida.ve scrive:

    Paola.. mi hai dato u’emozione particolare raccontando dei mughetti. Sono sempre stati dei fiori che amavo. Il giorno del mio matrimonio, 45 anni fa, a maggio, volli il bouquet con poche roselline e tanti mughetti. La chiesa era impregnata del loro profumo. Non sapevo delle tradizioni francesi e greche: semplicemente ricordo un giorno indimenticabile.
    Non ho ricordi legati alla festa del lavoro, sindacati, ecc… mio marito era un turnista, ogni giorno era uguale agli altri, ma almeno il lavoro c’era!
    Auguri a tutti coloro che hanno bisogno di lavorare… coraggio!

  10. sandra .vi scrive:

    Primo maggio Greco ,una festa tutta particolare si intrecciano corone confiori di campo che vengono appeso fuori della porta di casa e bruciate coi falo’ di s. Giovanni .E’ una delle piu’ antiche tradizioni ,quando si celebrava la fine della brutta stagione ,con riti dionisiaci,intrecciando fasci di fiori di campo mornando ltari per invocare protezione per i raccolti ,pian piano i fasvci si ridussero alle attuali corone .

  11. elisabetta8.mi scrive:

    Io di festa del 1 maggio ne ricordo solo 2,,1è il giorno della mia prima s,comunione e il 2il giorno di una litigata sostenuta x lavoravo,,,mi avevano dato della crumira in quanto lavoravo in un giorno cosi’ importante ,,,avevo 14 anni,,,era festa dei lavoratori,,io nn potevo permettermi di far festa x avevo bisogno e con naturalezza sono andata al lavoro,,,come si puo’ capire nn è finita molto bene e quindi nn ho un buon ricordo,,,il vostri scritti mi son piaciuti x la semplicita’ e la naturalezza,,,Il prato di papaveri ha x me un ricordo triste e molto profondo nel mio cuore,,,il mazzetto di mughetto lo vedo come un gesto gentile e delicato,,grazie,,,,,

  12. lucia1.Tr scrive:

    Buon Primo Maggio,
    con un pensiero a chi il lavoro non l’ha o l’ha perduto e vive ai limiti della sopravvivenza, a chi e’ precario, a chi dorme per strada la notte come un cane randagio e ai giovani a cui e’ stato rubato il futuro e non potranno avere neanche il diritto di andare all’università.
    Un primo maggio prima delle elezioni europee, che spero diano un segnale che la politica, dell’austerity imposta dalla troika e dalla Germania, sta riducendo in miseria milioni di …persone, con un incremento spaventoso della disoccupazione.
    Un pensiero alla Grecia, culla della civiltà europea, con i cittadini disperati che sono privi di tutto, comprese le più elementari assistenze sanitarie. qualcuno di loro si e’ iniettato persino il virus dell’aids per ricevere un qualche sussidio!
    Un pensiero a chi, nelle generazioni passate ha combattuto per i diritti dei lavoratori, che stanno venendo sistematicamente smantellati in nome della flessibilità, una precarietà anche esistenziale e non solo lavorativa.
    Infine ai “pescecani”, come li chiama Gadda, che questa crisi l’hanno provocata e da essa si sono arricchiti, accumulando immense fortune. Uomini che ci hanno portato sull’orlo dell’abisso, governanti incapaci, banche, istituzioni internazionali..

  13. Lorenzo.rm scrive:

    Bellissima l’usanza del mughetto, Paola. E belli e puntigliosi i ricordi di Alfred Sandro. Ci sono andato anch’io tante volte alle feste dei lavoratori. Ma, man mano, l’interesse mi è andato scemando. Ai concerti, da quando ci sono, non sono mai andato. Quest’anno, poi, la festa ha un sapore amaro. La segretaria della CGIL Camusso ha detto che questo primo maggio è la festa della disoccupazione. Piuttosto, ricordo con gioia e rimpianto i Primi maggio della mia giovinezza, tradizionale giorno in cui facevo il primo bagno della stagione a Catania. Indimenticabile col brivido di freddo sulla pelle.

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