Elisabetta8.mi, ha espresso il desiderio di veder pubblicato uno scritto della sua amica Enrica.
Viene subito accontentata, ma prima lascio la parola alla stessa Elisabetta.
(è una storia talmente toccante di per sé, da non meritare altro che immagini di fiori)
Buona domenica a tutti, sono Elisabetta8.mi, faccio solo una premessa:
sono entrata in Eldy, perché mi sentivo sola, come tante persone più o meno della mia età, qui, ho trovato qualche amico virtuale, ma anche tanti argomenti diversificati a seconda delle stanze: c’è informazione, narrativa, poesie, arte.
Sono convinta che era questo l’intento di chi ha creato questo blog: riempire dei vuoti con cui le persone anziane, volenti o nolenti, si devono confrontare.
Poi sono stata assente per malattia, quando sono potuta rientrare però mancava qualcosa, non mi interessa sapere perché o per come, ho cercato di rintracciare qualcuno e tramite un’amica ho contattato Enrica, sono entrata nel suo blog, ma per me, che non sono brava col computer, è una fatica.
Poi ho trovato un suo scritto e le ho chiesto di pubblicarlo, c’è voluto un po’, ma poi mi ha autorizzato a farlo.
AMICO PERSO – AMICA TROVATA
Enrica raconta…
Ho ricevuto la notizia che un mio carissimo compagno di infanzia, malgrado stesse uscendo da un percorso di dipendenza dalla droga, è stato trovato morto nel bagno di casa, la moglie si era addormentata sul divano e non sa dare una spiegazione, una vicina di casa dice di aver visto qualcuno mettere un piccolo pacchetto sulla finestra del bagno.
Non si sa cosa dire a questa donna, magra, stanca, sfinita da una situazione che sembrava quasi risolta,
Volevo bene a questo amico, me ne sono resa conto nel momento in cui mi hanno detto con una telefonata….”Non c’è più”.
In un attimo mi è tornato alla mente tutto quel che da ragazzini facevamo insieme, le nostre scorrerie per i nostri prati, per la nostra voglia di ridere di tutto, per il nostro giocare a dama nei giorni di pioggia, di quando veniva a casa nostra a mangiare con noi tutti, è stata una delle prime persone che mi è venuta a trovare in ospedale dopo la nascita dei miei figli, era buono, troppo forse, non aveva il carattere per affrontare le debolezze, non aveva quella forza, per scegliere di cambiare vita, ma sono solo congetture, in realtà non si sa perchè non sia riuscito ad uscirne, e ha provato tante volte.
Forse quei vigliacchi che glielo hanno messo a portata di mano conoscevano quanto fosse debole….
Cosa dire a questa donna, cosa dire a quel ragazzo, niente, le parole non servono …
Lei piange tanto, mi guarda e mi dice: “tu sai quanto l’ho amato….”
Non trovo parole, la guardo e le lacrime mi scendono dagli occhi, mi dice se non mi capisci tu….
Io la capisco,….. mi dice: ” se non mi fossi addormentata”
la guardo e scuoto la testa, “non avresti potuto fare nulla, chi sei la Digos?
Entravi anche quando era in bagno, non lo lasciavi mai solo?…Sei indistruttibile?”
Sua sorella, perde la pazienza stizzita le dice:
“Smettila ti ha fatto solo tribolare, finiscila di piangere, per te dovrebbe essere una liberazione”.
Rigirando un fazzoletto nervosamente tra le mani risponde:
“Io gli volevo bene”.
Arrivano tutti i parenti di lui, quelli che come sempre, avevano accantonato il problema, che li hanno lasciati soli e la aggrediscono di domande, di come, di perchè e di come mai, le dicono perchè non hai fatto questo o quello, avresti dovuto fare così, lei persona dolce non ribatte, piange sempre di più, per fortuna la sorella e il figlio prendono in mano la situazione e con coraggio dicono loro di andarsene.
Faranno sapere quando ci sarà la camera ardente e il funerale…. li cacciano letteralmente di casa.
Un copione che si ripete, quando una dipendenza entra nelle famiglie, la colpa è sempre di chi vive con il dipendente, la rabbia mi prende e mi sembra di tornare indietro.
La guardo e mi sento impotente lei mi allunga una mano mi ringrazia.
Davvero non so cosa dire, cosa fare, mi appoggia la testa sulla spalla e piange disperata….
Maledette tutte le dipendenze, alcool, droga, gioco, maledetto chi le produce, maledetto chi le vende, maledetta la poca voglia di riuscire.
La sento tutti i giorni al telefono, passo quasi tutti i giorni a trovarla,mi dice che sta bene…
Un po di tempo è passato, il mio amico era lui, ma ora lei mi dice: sei più amica mia. La dolcezza di questa persona non mi appartiene, io non potrei vivere così, sono a volte dura forse troppo, ma mi sono resa conto che se non avessi avuto questo, non ce l’avrei fatta, mentre per lei, la dolcezza, è l’arma che le consente di continuare, come siamo diversi, uno dall’altro, ma dietro ad ogni volto, c’è comunque un mondo di emozioni che a volte non si vedono….
Ero convinta che sarebbe crollata, e invece ha una forza diversa, una forza pacata, è stato fatto il funerale, ha trovato anche un piccolo lavoro e con qualche aiuto sta pagando i debiti che lui aveva contratto….
Le dipendenze tolgono, tolgono e tolgono solamente, non danno niente se non sofferenza.
Sono tutte uguali nessuna è diversa, solo il modo di rapportarsi cambia da persona a persona.
Speriamo che tutto si risolva, e che, come dice il proverbio dopo il brutto tempo esca il sole ……
Aggiungo solo una riflessione, purtroppo chi questi problemi non li ha vissuti, o non li vive, non si rende minimamente conto e sa solo “giudicare”, aprire la bocca e darle fiato e fare del male gratutito.
Ma questi problemi ci sono, spesso si vivono in silenzio, si pensa di farcela da soli e non se ne parla. Invece anche un vicino di casa può dare una mano, un conoscente che ci è passato, qualcuno che conosce associazioni a cui rivolgersi.
Ecco, se qualcuno di voi Eldyani conosce indirizzi di associazioni serie, potrebbe condividerli?
Potrebbe scriverli nei commenti e chi esclude che non possano essere utili a qualcuno, forse troppo timido per chiedere?
Vi ringrazio.
Leggevo ora su Repubblica dello “sballo fai da te” , molti giovani attraverso Internet o la manipolazioni di farmaci fanno orrendi coktail con ketamine ,piperazine ,feniciclidine ,oppiodi, triptamine ,che si possono acquistare per pochi euro e vengono chiamati con nomi da fatine dei boschi : Molly, Key ,Zimmy.
Credo ,che come è stato detto abbondantemente , TUTTI GLI ECCESSI ,fanno male-
Fa male l’eccesso di fumo, di alcool , di cibo, di droghe leggere e pesanti (compresa caffeina e teina) di zucchero in eccesso fa venire il diabete , di grasso in eccesso è deleterio per l’accumolo di colesterolo.
Ma fanno male in eccesso anche cose che non si inghoiano, come il sesso ,il gioco, internet (il virtuale è estremanente dannoso!!!!!!).
Penso che è necessario predicare la moderazione e tutto ciò che da dipendenza.
E, SEMPRE IN TEMA DI DIPENDENZE, UN DISCORSO SU INTERNET, CHE POTREMMO ANCHE RICOLLEGARE AL PRECEDENTE ARTICOLO APPARSO SU QUESTO BLOG.
Da 10 anni esiste ormai la dipendenza da internet, una vera patologia curata ambulatorialmente a Roma all’Ospedale Gemelli.
Non trovate delle analogie con il post di Paolacon.rm (Her-Lei) scritto in precedenza?
Se il film parla di un possibile approccio amoroso, con un sistema operativo di nuova generazione, cosa accadrà fra altri 10 anni, andando di questo passo?
Non trovate che della persone in un modo un po’ feticista, si attacchino morbosamente ad una macchina tecnologica e che essa arrivi a condizionare in modo patologico la loro vita.
Vi mostro, se vi interessa saperne di più, un video di super quark su questo ultimo fenomeno.
Dipendenza da internet e wargames: servizio a SuperQuark
http://youtu.be/kCD9Enz8ynM
Certo… che oggi le dipendenze patologiche come la droga, il gioco in generale, l’alcool, lo shopping, sono diventate un flagello della nostra società.
Una società alla deriva.
E’ spaventoso come siamo diventati dipendenti! come troviamo dei palliativi a delle nostre frustrazioni, a dei nostri malesseri interiori, psicologici, a dei malesseri economici!
Con l’illusione di risolvere i nostri problemi ci attacchiamo alla bottiglia, alle droghe, al gioco, allo shopping… anche questa è diventata una vera patologia… quello del comperare !! Senza limiti. Ti senti vuoto? Ti manca qualche cosa? Ti senti ansioso? vai a fare shopping! Sono sorte delle cliniche per curare questo tipo di patologia leggevo che un giovane aveva acquistato 110 jeans in un anno. Poi magari non messi.
Senza contare le persone anziane che si perdono nei “gratta e vinci”, nel gioco del Lotto. Anziane signore che fanno fuori la pensione, con l’illusione spasmodica di vincere, per arrotondare la pensione o diventare benestanti.
Vi propongo di vedere questo video sulle dipendenze patologiche, dipendenze che richiedono cure in cliniche specializzate.
TGT LE NUOVE DIPENDENZE PATOLOGICHE
http://youtu.be/xLi8MA9epmo
Ringrazio Elisabetta per aver insistito per aver lo scritto di Enrica,conosco i suoi scritti e pur nella sua semplicita’ quanto calore umano mette nei suoi scritti ,nei quali riversa tutti i suoi sentimenti.
La droga e’ un vero terribile flagello e quando colpisce uno ,coinvolge tutta la famiglia ,I tentativi di ricuperano si alternano a periodi di cadute ,e alla fine o si ha un totale ricupero e se ne esce o si finisce in fondo al baratro ,un povero essere sempre piu’ abbruttito che puo’ arrivare a picchiare i suoi per pochi spiccioli per avere un po’ di quel veleno fino ad arrivare alla morte…………..
Un altra dipendenza puo’ distruggere una famiglia ….l’alcool.Dei signori nostri vicini una famigliola felice ,genitori e due ragazzini,la moglie che poco ,poco comincia a bere vino trascurando casa e figli.Come se ne rese conto a salvarla fu l’amore del marito aiutato da una carissima vicina e la possibilita’ di passare l’estate in Maremma dalla mamma di lei .Fu una lotta durissima e poco piacevole .Quando in una famiglia ,uno ndei componenenti cade vittima della droga,del alcool o del gioco e; tutta la famiglia che si sfascia.
Molto triste la storia di Enrica, proposta dalla sua amica Elisabetta. Ti riempie di rabbia per una vita rubata, distrutta,persa, agli affetti. Significa attraversare un tunnel dove la luce molto spesso non appare. Questo tipo di dipendenza (ma anche altre), ti fanno perdere tutto: Dignità, autostima, avvenire futuro, vuol dire cadere in un baratro dove alla tua disperazione si aggiunge a quella dei propri famigliari. non si è più se stessi si diventa bugiardi, ladri. Avere in casa una persona tossicodipendente o con altre dipendenze patologiche porta una famiglia allo sfascio, alla disperazione più nera,alla distruzione. Neanche l’amore dell’amica di Enrica ha potuto salvare suo marito.
Inserisco due link sulle tossicodipendenze, per cercare di capire, anche se oramai è un argomento trito e ritrito, che solo chi lo vive sulla sua pelle può veramente capire che disperazione vi si cela dietro.
Noi possiamo solo fermarci a riflettere e considerarli delle persone malate con tanto bisogno di affetto, e un buon centro riabilitativo .
http://youtu.be/BwFaGB0WCbI
3×11 – La droga rende fighi! O forse no. [Tossicodipendenza – Psicol
Rai News – Sportello sulle tossicodipendenze di Josephine Alessio http://youtu.be/1ZdqoNmD3Oo
Grazie a Eli e ad Enrica abbiamo appreso questa storia toccante, densa di significato e di sensibilità. Vi ringrazio, amiche care. Eccome se storie come queste sono utili a chi magari non ha provato dolori così grandi ma vuole e deve partecipare. Grazie ancora. Approfitto per salutare con affetto Riccardo.
Penso che ci si dovrebbe focalizzare non solo sul discorso droga, ma anche su tutte le dipendenze, che purtroppo sono tante e che rovinano la vita di chi è vicino ad una persona affetta da questo brutto male.
La dipendenza dall’alcool, dal gioco … quante purtroppo
Non so, non ho mai povato droghe. quando ero giovane non si trovavano. Esistevano certamente ma non erano conosciute.
Ma ne sono certo: se ne avessimo avuto l’opportunità le avremo provate anche noi ragazzi di allora.
Molti di noi ragazzi l’avremmo provata!
Si perchè nella vita di un adolescente ci sono quei vuoti da riempire. quei vuoti interiori che non sai come riempire.
Vuoti che sembrano incolmabili.
Sono quei vuoti che ti portano a fare cose sconsiderate.
Quei vuoti esistenziali che ti spingono rischiare, a cercare la scarica di adrenalina, alla sfida con la vita correndo, saltando, fumando nuotanto fino all’orrizzonte allo stremo delle forze, arrampicandoti sui muri o correndo come pazzi in moto.
A cercare di dimostrare a noi stessi ed agli altri di essere capaci di gestire da soli la nostra vita. Di dimostrare che non si ha bisogno di nessuno. Ma nonostante questo spesso sei solo, ti senti solo.
Non sei ancora un uomo ma non vuoi essere più un ragazzo.
Sai di non essere ancora in grado di affrontare la vita ma la vuoi affrontare da solo anche sbagliando ed allora se ti capita che qualcuno ti offra un ” AIUTO” lo prendi, lo provi.
E forse in quel momento l’aiuto ti arriva davvero. Tutto diventa più facile: non sei più tu ma “finalmente sei quello che vorresti essere”.
Poi finisce e… ti ritrovi da solo e la solitudine ti pesa ancora di più.
E allora ci riprovi, ci riprovi, ci riprovi………….ci……….. finche non ti accorgi che non sei più tu a dirigere il gioco……….
Questo racconto di Enrica di una famiglia distrutta per colpa di quella polvere bianca la droga, certamente tocca tutte le famiglie,e una piaga che si dilaga sempre piu’, sperando di avere la costanza e la forza per smettere,quanti pianti e quanta sofferenza avra’ vissuto questa donna accanto al suo uomo, senza potere fare nulla ma vivere nella speranza che un giorno terminasse di usarla, invece si è conclusa tragicamente la fine di una vita bruciata,questa donna lo amava, e sopportava tutto come moglie e madre viveva di “speranza” sappiamo che e l’ultima morire. ora rimane solo un dolore per piangere.
Conosco Enrica so quale è la sua sensibilità, sono più che d’accordo con Elisabetta che ha insistito nel far pubblicare i suoi scritti, perchè in ogni suo scritto noi impariamo cosa significa amare, donare, essere umani nel vero senso della parola, aiutare gli altri in silenzio senza lavarsi la bocca di averlo fatto. Questa è l’Enrica che io apprezzo,L’Enrica sempre pronta a una tel se sa che non stai bene, l’Enrica che apparentemente sembra che abbia una corazza di ferro per proteggersi, ma è solo illusione, a lei bastano la comprensione
la lealtà per sciogliersi come la neve al sole.
I suoi sentimenti li strasmette tramite lo scritto, dove si concentra tutto il suo ego fatto di semplicità, di rispetto,verso il prossimo senza la mania di grandezza.
Forse tutto deriva da una vita travagliata, ma non credo perchè cosi si nasce ed Enrica nei suoi scritti fatti con amore ci insegna l’umiltà cosa che oggi non sappiamo più cosa sia.
Questo è quello che io penso di lei e lo voluto scrivere perchè io ho trovato un’amica che da virtuale è diventata reale, Forza Enrica scrivi ancora !!!!!!!!!!!!!!
Sì vero, storia toccante, da cui trarre insegnamenti. Tutte le dipendenze sembra che siano sempre problematiche riguardanti gli altri, fino a quando non le si vivono sulla propria pelle, quando accadono ad un proprio congiunto. In questi casi, si sperimentano tutte le difficoltà e le sofferenze per riportare il tutto agli iniziali equilibri. Certo chi non vive il problema dovrebbe offrire partecipazione schietta più che esprimere giudizi e chi subisce l’isolamento che subito la società “cosìdetta perbene” impone alle persone coinvolte, avere il coraggio di aprirsi con i veri amici, o con club di condivisione ma a volte risulta più facile a dirsi che a farsi quando si vive nel disagio. Comunque, grazie ad Elisabetta, Enrica e Paola che han proposto l’argomento.
Commenti abilitati Quante verità ci racconta Enrica, vero Elisabetta?
Purtroppo le uniche risposte alle dipendenze sono tutte banali e futili, o ancora di più dettate da quel senso si superiorità insito ogni uno di noi che ci fa dire” si fosse trattato di un mio figlio vi avrei fatto vedere io”
Nelle mie giornate passate ad assistere i tossicodipendenti, ne ho visto di ogni genere, figli di buona famiglia, la risposta più banale era, Per forza ha tutto!, figli di povera gente senza una lira, per forza è la miseria la causa, Figli di famiglie separate, la colpa era dei genitori separati. oppure ragazzi che apparentemente non avrebbero dovuto avere motivo, eppure facevano uso anche loro.
Non esiste risposta Elisabetta e Enrica, lo abbiamo visto anche negli ultimi tempi al CAT, ci sono persone che possono bere un bicchiere di vino a pasto, senza avere problemi, come altre possono provare uno spinello, ma poi si fermano lì, altre persone no, perche una volta cadute nella dipendenza o ti allontani definitivamente da ogni forma di dipendenza, facendo terra bruciata, o al primo momento di debolezza, ci ricadi, e diventa più dura uscirne di nuovo.
l’ho fatta troppo lunga Eli conoscevo lo scritto, ti ringrazio di averlo fatto postare, serve se non altro, non ha far commentare gli eldyani, ma ha farli pensare.
un saluto a tutti da Riccardo.
Grazie Paola ,come sempre sei stata bravissima hai postato x me questo racconto donatomi genntilmente da Enrica,mi era piaciuto e le ho chiesto se poteva farmene donoe cosi’ è stato.Questo racconto penso e spero che possa essere di aiuto alle persone che si trovano in un momento di difficolta’ e di fragilita’ purtroppo le dipendenze sono una piaga della societa’,tutte le dipendenze portano alla disperazione delle famiglie in quanto si trovano disarmate e impotentidi fronte alla persona che nn puo’ e nn vuole ascoltare e il finale lo sappiamo bene come finisce x la maggior parte ,morte o pazzia x il dipendente e grande disperazione x le famiglie,,,Grazie ancora Paola,,,,,
e Grazi ad Enrica X questo dono fattomi,,,,,
brava elisabetta cosa dire questa povera donna che a perso il suo amore x questa maledeta droga chi colpisce famiglie x bene e non una sola cosa e certa che pultropo nessuno puo fermare questa piaga molte famiglie rovinate tu come madre ho moglie daresti la tua vitta x salvare lui ma ormai lui piu nessuno lo puo fermare a bisogno di questa maledeta droga che pultropo lo porta ala morte e x chi resta rimane solo il dolore di piangere