Lucia1.Tr ci ricorda che ieri è stato un anniversario importante: il centenario della scintilla che decretò l’inizio del primo conflitto mondiale che vide coinvolte nazioni europee, asiatiche, americane, in un lungo e sanguinoso conflitto.
Dalla copertina della Domenica del Corriere: L'attentato di Sarajevo
28 giugno 1914, Sarajevo. Giorno di San Vito, festa nazionale serba.
L’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia sono in visita ufficiale nella città bosniaca. Mentre la loro auto attraversa la città un’esplosione distrugge la vettura che segue l’arciduca, ma lo studente Gavrilo Princip, membro della Mlada Bosna (Giovane Bosnia), gruppo politico che mirava all’unificazione di tutti gli jugoslavi (slavi del sud), riesce successivamente a sparare alcuni colpi di pistola, ferendo a morte Francesco Ferdinando e Sofia.
Il gesto fu assunto dal governo di Vienna come il casus belli che diede formalmente inizio alla prima guerra mondiale. Infatti dopo solo un mese dall’uccisione della coppia, il 28 luglio, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia.
……..Il conflitto sarebbe stato senza precedenti nella storia: oltre settanta milioni di uomini mobilitati, con la perdita di oltre nove milioni di soldati e cinque milioni di civili. Fu una reale ecatombe, per cielo, per terra e per mare e in trincea.(informazioni dal web)
Riflessione:
Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace
(Costituzione Unesco, preambolo, 1945)
Anche Edis parla di ricordi di guerra conservati gelosamente dalle famiglie, dobbiamo tener presente che durante il periodo della Grande guerra, milioni di uomini e donne, che non erano abituati a scrivere, furono costretti a prendere una penna in mano. Anche i soldati al fronte, cercarono di scrivere a casa per dare prova della loro esistenza in vita e tener vivo il ricordo. Le madri, le giovani mogli, rimaste a casa, dovettero inviare ai soldati parole d’incoraggiamento e rassicurazioni sull’andamento dei lavori domestici.
Anche attraverso lo studio di questo “italiano popolare”, desunto dalla lettura delle cartoline, è stata redatta la prima autobiografia popolare collettiva de Paese. In internet ho trovato il testo di questa cartolina inviata, da un giovane soldato al fronte, alla propria madre, testimonianza preziosa perché ci da una visione diretta di quanto stava accadendo.
“Mamma carissima,
pochi minuti prima di andare all’assalto ti invio il mio pensiero affettuosissimo.
Un fuoco infernale di artiglieria e di bombarde sconvolge nel momento che
ti scrivo tutto il terreno intorno a noi… Non avevo mai visto tanta rovina.
È terribile,sembra che tutto debba essere inghiottito da un’immensa fornace.
Eppure, col tuo aiuto,coll’aiuto di Dio, da te fervidamente pregato, il mio animo è sereno.
Farò il mio dovere fino all’ultimo.”
Molti di noi, di una certa età. ha ricordi di nonni o bisnonni che raccontavano la terribile guerra in trincea,i terribili momenti passati, la partenza di giovanissimi che non tornavano più.Qualche medaglia al valore era conservata con orgoglio e mostrata ai nipoti,che ne erano attirati anche dalla Storia raccontata nei minimi particolari. Ora anche nelle scuole, la Grande Guerra è meno approfondita , perchè, purtroppo, ne è seguita un’altra! Speriamo sia l’ultima, almeno in Europa !
Grazie Lucia che ci hai ricordato questa commemorazione. La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. Un ricordo a tutti coloro che persoro la vita. R.I.P.
Papa Francesco all’Angelus di ieri parlando della guerra in Iraq così esortava: “la violenza genera altra violenza; il dialogo è l’unica via per la pace”. Infatti, qualsiasi guerra nasce per assenza di dialogo e scarsa volontà della ricerca di soluzioni diverse per dirimere conflitti, se poi si aggiungono gli interessi dei venditori di armi sempre pronti a soffiare sul fuoco per i loschi profitti, la miscela diventa veramente esplosiva.
La storia racconta che l’Arciduca Ferdinando non fosse molto gradito dai suoi connazionali, che durante i suoi funerali, nei salotti bene, si festeggiasse, la sua brutale dipartita.
l’Impero Austroungarico, prese il pretesto dell’attentato per dichiarare guerra, gli interessi di Francia e Belgio, da una parte, quelli della Germania dall’altra, Inghilterra e Russia, per contendere gli Oceani alla Germania fecero il resto.
Morale milioni di morti, sia tra gli eserciti, che tra il popolo inerme.
Anche noi abbiamo fatto la nostra parte, ma almeno è servita per toglierci dalla tirannia Austroungarica.
Ricordiamo questo centenario, pregando per i nostri antenati caduti.
Considero questa ricorrenza non solo degna ,ma doverosa d’essere ricordata .Pensiamo solo all’ecatombe di giovane vite immolate per difendere i confini della nostra Patria Sono passati cento anni ;ma qualche discendente puo’ancora pregare per chi nn e’ piu tornato,i Sacrari di ASIAGO ,REDIPUGLIA ,portano incisi migliaia di nomi ,ricordiamoli…………………
Quest’anno, per commemorare il centenario dell’inizio della Grande Guerra, i grandi d’Europa hanno scelto Ypres nelle Fiandre occidentali, dove si svolsero quattro grandi battaglie, dove i morti furono centinaia di migliaia, dove l’uomo perse la fiducia verso il futuro e il progresso. Queste le parole di Herman Van Rompuy, all’apertura del Consiglio Europeo: “Non si commemora la fine di una guerra, una battaglia, una vittoria. Si commemora il modo in cui una guerra può iniziare, l’inizio di un’insensata marcia verso l’abisso”.
Questa forse è la risposta alle parole di Alba che chiede il valore di questa commemorazione, pensare a ciò che è stato, alle trincee, alle frontiere, a tedeschi contro francesi e italiani contro austriaci, e vedere ciò che l’Europa ha saputo costruire, soltanto conoscendo il nostro passato potremmo capire ed evitare la strada che tanti anni fa portarono l’Europa verso la distruzione. Nelle nostre famiglie non ci sono più i nonni che hanno fatto la Grande guerra ma, in qualche cassetto saranno riposte le vecchie lettere a cartoline spedite dal fronte, anch’io conservo gelosamente le medaglie del nonno di Angelo e delle fotografie che lo ritraggono nell’uniforme prima di partire per la guerra e tante cartoline postali che davano notizie dal fronte. Sarebbe bello si potessero riportare quelle frasi dall’inchiostro sbiadito…
Un’altra grande guerra non si può escludere, ma la prospettiva di questo evento per il prossimo futuro non è alta come 100 anni fa.
Almeno lo speriamo tutti noi.
Tutte le guerre portano solo ,morte ,dolore e distruzione dei popoli, fame e disperazione,noi ci siamo passati e lo sappiamo bene,preghiamo tutti uniti x finiscano dove purtroppo sono in corso,,,,
Di fronte alle guerre, di qualsiasi tipo, mi viene spontaneo il grido che fu dei partigiani in Italia: “Mai più, mai più, mai più”. Grazie a Lucia che ci ha ricordato questo episodio così importante e cruciale.
Solo gli appasiobati di storia ricordano questo giorno, la prima guerra mondiale 15 /18
Sono già passati 69anni dal secondo conflitto mondiale
e rimaniamo in pochi a ricordare, perciò lascio pensare dopo 100 anni.
Forse l’unico giornoche veramente ricordano è il 4Novembre giorno festivo, giorno di vacnza.
Ma poi il vero senso di questa festività non interessa a nessuno.
Si a Roma fanno le sfilate delle forze armate ma la gente la guarda come vedere il carnevale.
La festa visti che viene vicino a tutti i Santi le persone guardano il calendario se è possibile fare un ponte festivo,
ma poi per il resto non sanno niente.Queste le persone comuni tra cui io.
Considero questa ricorrenza degna di essere ricordata, a cent’anni dalla Grande Guerra, cos’è rimasto di quel terribile conflitto? Un evento epocale che mise fine alla prosperità della Belle époque per inaugurare la società di massa del Novecento. Nel mondo si combattono ancora tante guerre ed è bene che l’attenzione sia sempre vigile.