Monet e la sua casa a Giverny 

 

 

 

 

Claude Monet, nella primavera del 1883 si trasferì con la sua famiglia a Giverny, un piccolo centro della Normandia, una delle regioni più ricche di fascino della Francia. Nel piccolo villaggio trovò una grande casa rosa, con le persiane verdi, un frutteto che era protetto da alti muri perimetrali, costeggiato da siepi di bosso, tassi e pini. Non era il genere di alberi che il pittore amava, tanto che li fece abbattere, solo i due tassi davanti alla casa furono salvati, grazie alle insistenze della moglie Alice.

Durante il suo soggiorno in Olanda, aveva molto ammirato le distese di tulipani e narcisi e giacinti; proprio per questo motivo e per creare un giardino da dipingere, molte delle piante vennero soppresse, vennero create aiuole strette e lunghe dove vennero piantati anemoni, gladioli, papaveri orientali, aster, tulipani, dalie, che, a seconda della fioritura nelle diverse stagioni, cambiavano creando giochi di colore.

Claude Monet giardino


I fiori, con colori, luci e trasparenze, le piante scelte per essere accostate in base ai loro colori e poi lasciate crescere spontaneamente intervenendo il minimo indispensabile, in modo da imitare il più possibile la semplicità della natura. Sul grande prato aveva disseminato fiordalisi, margherite e papaveri, fece piantare dei Prunus ornamentali, ciliegi e meli, amava le leggere fioriture primaverili, molto simili a nuvole.

Le rose rampicanti e le clematidi fanno scena ai bordi del grande viale, attorcigliate su degli archi di metallo mentre a terra le rose, le peonie, i gigli, e anche girasoli.

Molto bello è il tappeto di nasturzi di tutti i colori.

Camille Monet in giardino 1875


Dopo dieci anni dall’acquisto della casa, Monet acquistò un lotto di terreno confinante, dove scorreva un affluente del Reno, qui iniziò a costruire un giardino con ispirazione giapponese, fece costruire un ponte e un laghetto di ninfee. Il glicine, quando era in fiore, ricopriva il ponte, i salici piangenti, con bambù e azalee facevano da cornice a questo incanto. Considerato dai vicini di casa come un personaggio eccentrico, (sospettavano che potesse avvelenare le acque con i fiori che vi galleggiavano sopra) riuscì a vincere anche la loro diffidenza.

Questo delizioso giardino d’acqua, ricco di luci filtrate, trasparenze e immagini riflesse, ispirò gli oltre 200 quadri del ciclo delle Ninfee, oggi ospitati nel museo dell’Orangerie a Parigi.

Appassionandosi sempre di più alla botanica, Monet era in continua ricerca di nuove varietà, accostando con semplicità e maestria specie semplici (primule e non ti scordar di me) a specie molto più sofisticate, che acquistava senza badare a spese.

Leggeva libri di giardinaggio e scambiava con i propri amici semi e bulbi.

Orgoglioso di questa sua creatura, in parte copiata dalle stampe cinesi che collezionava, permetteva agli amici di visitarlo, l’unica regola da seguire era che: ” dovevano essere presenti prima delle cinque pomeridiane” ora in cui i fiori iniziano a chiudersi. In questo piccolo paradiso Monet trascorse quasi 40 anni della sua vita dipingendo questi fiori bianchi che scivolano sulla superficie dell’acqua, creando delle vere e proprie sensazioni.

Pochi luoghi furono studiati con tanta assiduità come lo stagno di Giverny.

Monet morì nel 1926, la figlia Blanche continuò ad avere cura di questo paradiso, ma alla sua dipartita, la casa subì parecchi anni di degrado.

La casa e i suoi giardini nel 1980, sono stati aperti al pubblico; dal 1° aprile al 1° novembre di ogni anno sono vistabili, fanno parte della fondazione Monet, che si è impegnata nel restauro, per ritornare all’immagine poetica di colore, che solo il pittore poteva creare.

12 Commenti a “Monet e la sua casa a Giverny presentato da Enrica”

  1. Enrica Bosello scrive:

    scusate, ma Riccardo ha usato il mio pc, ed era rimasta inserita la sua email grazie a tutti…
    Enrica

  2. paolacon scrive:


    questo è uno dei quadri più importanti che si trovano al museo Marmottan Monet (nel 16°, a Parigi)
    Claude Monet- Impressione: Levar del sole, 1872
    Impressione è il titolo del celebre dipinto che diede poi il nome all’ intero movimento impressionista

  3. Riccardo Avanzi scrive:

    Grazie a te Alba che lo hai voluto, grazie a chi lo ha letto e commentato grazie a Paola che ha consentito alla pubblicazione.
    Sono stata a Parigi qualche anno fa, ho visitato il museo d’Orsay, ero con mia sorella e due amiche che sono venute a prendermi per mano e mi hanno condotta fuori, non avrei voluto uscire, ero affascinata. Ma del museo Marmottan non ho mai sentito parlare, grazie anche a Rosanna 1 Pd per l’informazione

  4. giuseppe3.ca scrive:

    É sempre un piacere leggerti Enrica, se poi, alla lettura si aggiunge anche la visione di una galleria di opere d’arte, ne siamo ancora più felici. Unitamente a Paola, grazie.

  5. paolacon scrive:

    Vedremo quel che possiamo fare, Rosanna di Padova, il museo io non lo conosco personalmente, ma se ti piacciono gli Impressionisti, posso fare qualcosa per te. Un po’ di pazienza però. ciao

  6. Rosanna1.pd scrive:

    Grazie ad Enrica, ad Alba e Paola per avermi fatto “gustare” questo piccolo angolo di Paradiso. Qualche anno fa, ebbi il privilegio di vedere dal vero la casa di Monet a Giverny, un’emozione indescrivibile…….Ho visitato pure la mostra di Vicenza in primavera e concordo con Riccardo, quadri di indefinibile bellezza!!!!Un piccolo consiglio se mi permettete….Postate qualcosa sul Museo !Marmottan” a Parigi è un po’ fuori dai circuiti turistici ma, ha delle opere di Impressionisti ed altri che meritano una visitino!!!! Grazie di cuore!!!!

  7. sandra .vi scrive:

    Bello Enrica seguirti in questa tua precisa ,minuziosae precisa descrizione di un Monet pieno di un sottile fascino ,pieno di colori e fiori ,ricco di quel sottile fascino che tu sai mettere nei tuoi racconti ,sei veramente brava.Molto belli anche i due video un grazie a Paola .

  8. alba morsilli scrive:

    Grazie Enrica per il post e grazie anche a Paola che gentilmente lo ha postato per renderlo pubblico a tutte le persone, perchè merita davvero di essereletto e visto 9i bei quadri

  9. elisabetta8.mi scrive:

    Certo è Enrica che nn finisci mai di stupirmi,,questo piccolo angolo di paradiso con la tua descrizione sempre perfetta ha colorato la giornata e credo nn solo a me,,crazie con un caro abbraccio,,,,,,,,,,,

  10. Riccardo Avanzi scrive:

    Con Enrica abbiamo visitato nel mese di Aprile la mostra verso Monet, a Vicenza devo dire che le ninfee esposte erano di incredibile bellezza, come lo erano molti altri artisti li esposti, quei colori sono ancora nei miei occhi e nella mia mente, Alba avresti dovuto esserci, avresti gustato anche un ottimo baccalà alla Vicentina, che ti avrebbe fatto ricordare ancora di più la mostra nella città Bomboniera d’Italia.

  11. Enrica Bosello scrive:

    Devo solo fare una piccola precisazione,questo racconto è stato voluto da Alba Morsilli, ho chiesto a Paola, che è stata disponibile e lo ha pubblicato.
    Alba, volevi vedere fiori e colori, Paola ti ha accontentato con un’abbondanti immagini, spero tu sia contenta.
    un Monet diverso come dici tu, senza i miei amati quadri…
    Buona giornata a tutti

  12. Lorenzo.rm scrive:

    Una bellissima avventura, Enrica. Che dire se non : brava, ci hai dato un’altra prova della tua bravura? Grazie.

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