2025 automobile ciao
Leggevo su Lifegate.it una notizia degna di interesse, adesso che i giapponesi, nel 2015, produrranno e immetteranno sul mercato la prima automobile ad idrogeno, dal costo di 30.000 € e più.
Vediamo come si muove un paese degno di definirlo democratico e progressista !!!!
Un paese dove si sta facendo molto per l’ecosostenibilità, dove gli interessi della comunità prevalgono sugli interessi privati.
Dal 2025, a Helsinki, in Finlandia, nessuno avrà più l’auto.
A Helsinki non ci saranno più auto private dal 2025. L’amministrazione della città finlandese vuole ridurre il traffico delle ore di punta. In Finlandia è ben chiara la differenza tra possedere un’auto e guidarne una. L’amministrazione della sua capitale, Helsinki, ha deciso infatti di eliminare completamente le auto private, dalle strade della città, entro il 2025, pur dando a tutti la possibilità di guidare.
Lo scopo del progetto è ridurre il traffico nelle ore di punta.
Nei prossimi 10 anni saranno implementati i sistemi di mobilità sostenibile on demand, in modo tale che i cittadini non debbano di fatto avere più bisogno di un’auto di proprietà, ma possano contare sul trasporto pubblico o sui servizi di car sharing (auto in copartecipazione) o bike sharing (bicicletta in distribuzione) messi a disposizione dal Comune.
Il progetto si rivolge a una clientela altamente informatizzata. Tramite un’unica applicazione, gli abitanti di Helsinki potranno non solo visualizzare i percorsi più brevi da seguire, ma anche i mezzi più convenienti per i propri spostamenti, noleggiabili dietro pagamento di una quota. Sarà possibile scegliere il metodo di pagamento ed il mezzo, tra traghetti, bus, auto, biciclette.
Kutsuplus (mini bus), un sistema di car pooling (auto insieme) basato sulla condivisione di un minibus, dimostra che l’amministrazione sta già facendo grandi passi nella direzione della mobilità sostenibile. (Chiara Boracchi)
Ho vissuto qualche tempo a Milano e ho notato una cosa molto gradita, si prenotava per la sera il bus con un piccolo supplemento, faceva il giro dei premotati e così anche al ritorno, lo chiamavano il bus delle donne si perchè permetteva di uscire la sera senza spendere tanto e di non fare brutti incontri.
Era comodo a tutti e tutti condividevano volentieri,
é ora che liberano le città dal trafico e dall’inquinamento, poi camminare non ha mai fatto male a nessuno e va giù la pancetta.
Mi piace Franco per la sua sincerità, ultra comodo sette in famiglia sette macchine
Intanto… ringrazio Paola, della bella impaginazione! E per l’articolo di supporto, che fotografa la situazione italiana sulla condivisione dei beni. Caro Lorenzo, dobbiamo reinventarci una nuova economia. Possiamo farcela! Sul eco sostenibilità, sulle nuove tecnologie, che possono farci risparmiare, che possono, tenere il mondo più pulito dalla co2, ed altri inquinanti . Penso… che alla lunga siamo costretti a rivedere i nostri sfrenati consumi costruendo un’economia nuova fatta di nuovi interessi, di riconversioni industriali, che creeranno nuovi (diversi come concezione), posti di lavoro. Di nuove tecnologie che cambieranno il nostro mondo, la nostra economia, il nostro modo di porci nella società, nella vita di tutti i giorni. Pensando anche al risparmio come facevano i nostri padri (eravamo un popolo di risparmiatori).Caro Franco, lo dici stesso tu che è impensabile avere 7 auto per 7 persone! Dobbiamo… ridimensionarci, dobbiamo… diventare più parsimoniosi, dobbiamo modificare, rivedere, le nostre abitudini quotidiane. Qui ci può aiutare una buona politica dei trasporti statale ma…soprattutto comunale. Non penso di essere un ottimista, un visionario, penso… che ci arriveremo per una questione di forza maggiore. Saremo, costretti… visti i tempi che corrono (senza spiragli a breve termine), a cambiare! Se non mangiamo questa mi minestra ci dobbiamo buttare dalla finestra.
Articolo interessantissimo. Potrà valere per tutto il mondo cosiddetto civilizzato, e non tanto per limitare i danni della circolazione ma per aumentare le possibilità di socializzazione. Come fa intravedere anche il secondo articolo.D’altra parte, i costumi, cambiando, provocano ricadute sui sistemi produttivi e di consumo: in questo senso, sono particolarmente importanti per l’occupazione. Che dire? Per quanto mi riguarda, d’accordissimo con la condivisione (d’altra parte sono un vecchio socialista).
Nel 1962 quando mi sono sposato avevamo una 500 …ed era “brodo che colava”…poi mia moglia ha iniziato ad insegnare ed è stato necessario acquistare un’ altra macchina.
Ora nel mio nucleo famigliare (compresi figli e nipoti ) siamo in sette ed abbiamo sette macchine!!!!!!!!!
Quello che scrivi è interessante e forse giusto …ma siamo figli del consumismo e dobbiamo arrivare davanti al luogo di lavoro con la macchina, davanti al supermercato con la macchina ecc. ecc. ecc.
Mia moglie ed io …siamo in due e abbiamo due macchine…ora come pensionati potremmo averne solo una….ma poi se una si rompe! Come fa mia moglie ad andare dal parrucchiere? O dalle amiche?
Caro Mario siamo immersi nel superfluo , nelle comodità…forse questa crisi porterà tutti a rivedere le proprie necessità con un maggiore parsimonia e con un maggiore altruismo.
A me pare utopia, una grandissima utopia.
L’auto per gli Italiani e dicendo gli Italiani intendo la stragrande maggioranza degli Italiani.
Per gli Italiani l’auto è stata e sarà ancora per moltissimi anni uno “status simbol.
Lo dimostra il fatto che ci sono in circolazione sempre più vetture di grossa cilindrata sia berline che i cosiddetti SUV che poco non costano sia all’acquisto che al mantenimento.
Lo si nota anche dalla ormai cronica e sempre più drammatica carenza di parcheggi e dalle varie proposte di varianti autostradali, gronde quant’altro.
Senza considerare che le aziende di trasporti pubblici perennemene in crisi, ormai abitualmente tagliano i servizi specie a danno delle linee periferiche o collinari considerate improduttive.
Buona cosa sarebbe stata adeguare le metropolitane e le ferrovie locali ad una domamda di trasporto collettivo in aumento. specie dalle periferie.
È pure una grossa utopia pensare che l’industria automobilistica mondiale assista impassibile al suo declino come pure l’industria petrolifera non ne rimarrà indifferente.