Un breve corsivo su “La Repubblica” mi ha fatto pensare e credo sia interessante condividerlo con voi, specie dopo l’articolo di Ilvo Diamanti riportato in Incontriamoci qualche giorno fa.
È passato un po’ di tempo da quando è stato pubblicato uno scritto, qui in Parliamone, sulla “fuga dei cervelli”… diplomati e laureati che trovano difficilmente lavoro in Italia.
Inoltre, proprio oggi, prima di volare a New York, all’assemblea dell’ONU, il nostro capo del Governo, Matteo Renzi, si è recato in California e precisamente  a visitare la “Silicon Valley”*, incontrando professori,imprenditori e rappresentanti di più di  5000 italiani, che lavorano nelle aziende tecnologiche o nelle professioni accademiche e di ricerca nella regione.

*per chi non dovesse saperlo la “Silicon Valley” in California, dove Renzi fa visita, è la sede di Apple e Google, Facebook e Twitter, Intel, Oracle, Yahoo, Ebay e tanti altri colossi dell’economia digitale.

L’articolista lo definisce “Un polo affascinante e temibile: perché qui finiscono per mettere radici tanti italiani di talento, ricercatori e ingegneri, imprenditori e designer, che non tornano più indietro.”

E Federico Rampini, il giornalista inviato in USA, che ha scritto l’articolo odierno, continua:

“Renzi trova qui un pezzo d’Italia vitale, dinamica e innovativa: da una parte è la riprova che le nostre università continuano a sfornare competenze di primissimo livello; d’altra parte è la conferma che queste competenze fioriscono meglio altrove.”

Allora domandiamoci ancora una volta perché i ragazzi italiani che hanno studiato, che sono ricercati anche all’estero, non riescono a trovare un lavoro qualificato in Patria?

E domandiamoci anche come mai, nonostante i tentativi del governo italiano per farli tornare in patria, con programmi di incentivi, gli esiti siano stati deludenti? Non erano abbastanza convincenti?

Ecco l’articolo di cui vi ho parlato.

Il mercato del lavoro tedesco fa shopping in Puglia (articolo di Repubblica)

In programma due workshop il 30 settembre a Bari e il primo ottobre a Lecce con lo Zav, l’agenzia di collocamento internazionale della repubblica federale tedesca. Oltre agli incontri formativi anche una serie di colloqui

MILANO – Quando non trovano lavoratori in casa, li vanno a cercare all’estero, li formano, gli insegnano la lingua e offrono loro un periodo di prova di sei mesi. Sta forse anche in questo la differenza tra la Germania e l’Italia, tra un tasso di disoccupazione al 4,9% e uno al 12,9%. A occuparsene è lo Zav, l’agenzia di collocamento internazionale della repubblica federale tedesca, che la prossima settimana sarà in missione proprio in Italia, in Puglia dove Eures Lecce ed Eures Puglia hanno organizzato due giornate di incontri informativi aperte a tutti.

Una missione alla ricerca di quei lavoratori che l’Italia non è in grado di formare o a cui non è in grado di dare un impiego. Obiettivo degli incontri è quello di fornire agli interessati le informazioni sulle opportunità di lavoro e sulla ricerca attiva di un impiego in Germania. A supporto dello Zav ci sarà anche l’Istituto di cultura italo-tedesca di Lecce per chi volesse imparare il tedesco. Il primo workshop si svolgerà a Bari il 30 settembre, mentre il secondo sarà a Lecce, mercoledì 1° ottobre, alle 9,30, nella Sala conferenze della Provincia di Lecce, in via Botti.

Oltre agli incontro informativi, però, i funzionari dello Zav faranno dei colloqui di orientamento con potenziali candidati: in questo caso è necessario una discreta conoscenza del tedesco. Chi sarà ritenuto idoneo al termine dei colloqui, verrà preso in carico per un periodo di 6 mesi dall’ufficio tedesco di collocamento internazionale per valutare opportunità di lavoro in Germania.

I profili ricercati dai tedeschi vanno dal settore meccanico e automobilistico all’elettrotecnico; dalla tecnica di automazione (industria e artigianato) al montatore di impianti elettrici. Richiesti anche gli informatici. Per partecipare è necessario mandare una e-mail con allegato cv in italiano entro il 22 settembre, con oggetto ‘Partecipazione Lavorare in Germania’ a: eures@provincia.le.it per l’evento di Lecce (1 ottobre 2014) ed eures@regione.puglia.it per l’evento di Bari (30 settembre 2014). I candidati idonei a sostenere il colloquio saranno informati via e-mail e invitati a presentarsi con un cv redatto in lingua tedesca o, in sostituzione, in inglese.
(20 settembre 2014)

10 Commenti a “Vengono dall’estero per assumere i nostri laureati !!!”

  1. elisabetta8.mi scrive:

    Che i nostri ragazzi ,siano apprezzati all’estero,certamente è positivo x un certo verso,ma nn possiamo essere contenti x questo,sono ben preparati,abbiamo ottimi sistemi di studi,ma nn vi sono possibilita’di lavoro,questo x un paese è umiliante.Le politiche della ricerca,dove sono finite!!!le industrie che erano le nostre forze,,,svanite nel nulla,,,,gli speculatori ci marciano alla grande,,,,e i nostri politici,di che cosa vanno blaterando,,,nn si capisce propio un bel niente,,,,,,,,,

  2. alfred-sandro1.ge scrive:

    Quelli che Paul chiama ironicamente i PADRI e MADRI della Patria, sono quelli che hanno dato agli Italiani, nel 1948, una delle migliori Costituzioni esistenti allora ed ancora attualisima.
    Purtroppo c’è stato chi la Costituzione l’ha calpestata, e chi oggi la vorrebbe cambiare
    PRO DOMO SUA .
    E’ con quella Costituzione che l’Italia ha potuto rialzare la testa e diventare il Paese che
    è stato e che bene o male rimane ancora oggi!

  3. giuseppe3.ca scrive:

    Il problema della mancanza di lavoro in Italia per i ragazzi che pur conseguendo brillanti lauree in Italia sono costretti a trasferirsi all’estero per costruirsi un futuro lo sto vivendo sulla mia pelle, ovvero sui miei figli: una figlia con laurea 110 e lode in lingue e letteratura stranierea lavora ormai da due decenni in Germania come insegnante di lingua madre; un altro figlio con laurea master in informatica con tesi in inglese, sempre 110 e lode, è destinato ad emigrare pure lui. alla ricerca di un lavoro. Viviamo in una Italia che sa formare bene i propri figli ma poi non è attrezzata per tenerseli in casa e lascia che altri se li portino via. Per la figlia il rientro in Italia significherebbe dover subire anni di precariato prima di una occupazione stabile mentre per il figlio, che usufruice al momento di una borsa di studio come ricercatore al termine della quale però non ci sono prospettive, non rimane che l’emigrazione anche per lui.
    Ringrazio Paola per aver sollevato il problema che è attualissimo.

  4. paul candiago scrive:

    Gentili Signori e Signore: riassumendo:…vengono dall’estero…
    Una signora italiana mi scriveva giorni fa via tweeter:…vado in Germania a lavorare perche’ non gliela faccio piu’ a vivere…Per me questo e’ un altro libro di eroismo di una persona alle prese con l’ultima speranza che le(gli)rimane, per il suo tempo e spazio, a una vita dignitosa constatando, nella sua sofferenza silenziosa, che i “Padri e le Madri della Nazione” non si sono, da secoli, interessati del futuro dei “Figli” inclusa lei (lui). Cordiali saluti, Paul

  5. alba morsilli scrive:

    condivido pienamente con il discorso Di Matteo Renzi primo Ministro del nostro governo, e metto qualche pezzo molto saliente.

    Ai cervelli in fuga riuniti allo Silicon Valley ” Non vi chiedo di tornare a casa, ma di andare avantie di cambiare il mondo con le vostre idee. Noi cercheremo di cambiare l’Italia,
    l’impegno del governo è per un paese”più semplice ” con un mercato del lavoro diverso, con una classe politica dimagrita e di cui non vergognarsi.
    Basta piangersi adosso!
    Il viaggio nel centro della tecnologia mondiale arriva proprio mentre il premier è impegnato nella riforma del mercato del lavoro, osteggiata da sindacati e minoranza Pd, e il Capo del governo guarda alla Silicon Valley come esempio da seguire per il nostro Paese. “San Francisco è per molti di voi e noi la capitale del futuro – ha affermato il Premier – Il rischio dell’Italia è di città straordinariamente belle ma città del passato. La sfida è trasformare noi stessi gelosi del passato e innamorati del futuro”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. Non evita una frecciatina agli oppositori del Jobs act: “Facendo arrabbiare qualcuno, facciamo andare avanti tutti”, anche a costo di scontentare “i sindacati o la minoranza di un partito”.
    penso che ogni mia parola era veramente inutile perchè la penso come lui in tutti i sensi

  6. lorenzo.rm scrive:

    Paola e Franco, scusate, mi è scappata senza pensarci. Naturalmente avete ragione voi.

  7. paolacon scrive:

    Me lo auguro anche io

  8. francomuzzioli scrive:

    Lorenzo ….Forza Italia…intesa come avanti Italia …….mi auguro!

  9. lorenzo.rm scrive:

    Grazie, Paola. A me viene da pensare che è logico, in situazioni di crisi, che chi ha più possibilità e voglia di fare, attinga nel mercato del lavoro di tutto il mondo e, quindi, anche nel nostro Paese. Assai severo il giudizio di Franco: la nostra industria è allo sfascio, così come la nostra classe politica. Sono portato a condividere il suo parere. Speriamo che nasca il Salvatore perché così non si va avanti. Comunque, ora e sempre, Forza Italia!

  10. francomuzzioli scrive:

    Il bell’articolo di Paola a me fa pensare a tre cose: abbiamo giovani meravigliosi – abbiamo scuole che nonostante tutto, formano – abbiamo industriali e politici che fanno pena.
    Si salvano alcune industrie di elitè nell’abbigliamento e nell’arredamento (ceramiche comprese).
    La Fiat è calata di oltre il 20%, l’Alfa Romeo di oltre il 27%, la Maserati e la Ferrari hanno cali vertiginosi che hanno toccato in qualche anno anche il -70% .
    Le industrie manifatturiere sono allo sfacelo…fallite …indagate….corrotte.
    Spero nelle nuove generazioni …..via i vecchi profittatori e spculatori.

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