Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città:
si sdrai al sole sul marciapiede,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.
( Gianni Rodari)
Conosco un bambino così povero
che non ha mai veduto il mare:
a Ferragosto lo vado a prendere
in treno a Ostia lo voglio portare.
“Ecco, guarda, gli dirò
questo è il mare, pigliane un po’!”
Col suo secchiello, fra tanta gente,
potrà rubarne poco o niente:
ma con gli occhi che sbarrerà
il mare intero si prenderà.
(Gianni Rodari )
Buon Ferragosto a tutti!
Vi auguro sereno Ferragosto con una poesia di Tagore e con una frase, sferzante, di Pier Paolo Pasolini. Tagore con la sua poesia ci fa scoprire un po’ da vicino cosa si muove nel cuore dei poeti.
Mentre passavano le stagioni
e le api frequentavano i giardini estivi,
la luna sorrideva nella notte ai gigli,
i lampi dardeggiavano ardenti baci
alle nuvole e ridendo sparivano…
Il poeta se ne stava in un angolo,
quasi una cosa sola con gli alberi e le nuvole.
Tenne il cuore in silenzio come un fiore,
vegliò nei sogni come fa la luna crescente…
E se ne andò vagando come la brezza estiva,
senza meta alcuna.
Buon Ferragosto con una poesia di Tagore e un pensiero di Pier Paolo Pasolini
L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: “contaminazioni” tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di “raptus”: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.
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Purtroppo co amara constatazione ,la storia si ripete ,ferragosto baldoria ad ogni costo,domani e’ un altro giorno…………………..
Ferragosto
Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città:
si sdrai al sole sul marciapiede,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.
( Gianni Rodari)
Ferragosto
Conosco un bambino così povero
che non ha mai veduto il mare:
a Ferragosto lo vado a prendere
in treno a Ostia lo voglio portare.
“Ecco, guarda, gli dirò
questo è il mare, pigliane un po’!”
Col suo secchiello, fra tanta gente,
potrà rubarne poco o niente:
ma con gli occhi che sbarrerà
il mare intero si prenderà.
(Gianni Rodari )
Buon Ferragosto a tutti!
Vi auguro sereno Ferragosto con una poesia di Tagore e con una frase, sferzante, di Pier Paolo Pasolini. Tagore con la sua poesia ci fa scoprire un po’ da vicino cosa si muove nel cuore dei poeti.
Mentre passavano le stagioni
e le api frequentavano i giardini estivi,
la luna sorrideva nella notte ai gigli,
i lampi dardeggiavano ardenti baci
alle nuvole e ridendo sparivano…
Il poeta se ne stava in un angolo,
quasi una cosa sola con gli alberi e le nuvole.
Tenne il cuore in silenzio come un fiore,
vegliò nei sogni come fa la luna crescente…
E se ne andò vagando come la brezza estiva,
senza meta alcuna.
Buon Ferragosto con una poesia di Tagore e un pensiero di Pier Paolo Pasolini
L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: “contaminazioni” tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di “raptus”: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.