Hopper foto e autoritratti
Non potevo esimermi dal visitare la Mostra di Hopper a Bologna , perché considero questo pittore uno dei maggiori artisti americani .
Nighthawks-1942
(i nottambuli) Il suo quadro più famoso si trova a Chicago.
Nasce in una cittadina vicino all’Hudson nel 1882 e comincia la sua attività artistica come illustratore , sente poi il fascino degli impressionisti e va a Parigi dove inizia la sua vera carriera di pittore.
Non si lascia coinvolgere dalle mode del tempo , il futurismo, l’astrattismo e il cubismo sono lontani dalla sua visione fotografica delle cose, predilige i tagli di luce in una sorta di realismo o iperrealismo statico.
Nei ruggenti anni venti del novecento , dipinge le solitudini , ghiaccia paesaggi e personaggi in una sorta di teca di vetro dove lo spettatore può cogliere in quell’attimo cristallizzato tutto il patos del momento , la difficoltà di esistere in una staticità introversa e fuori dal tempo.
Suggerisce tagli e scorci cinematografici ai registi maggiori della filmografia di quell’epoca come Hitchcock , Wenders, Shirley ed altri ,che copiano queste atmosfere di ambienti silenziosi dove l’incomunicabilità si fa arte .
Hopper personaggio schivo ed introverso sposa Josephin (Jo), caratterialmente diversa. Sarà la sua musa e il suo mentore e vivrà accanto a lui fino alla morte avvenuta nel 1967.
Due commedianti
Il suo ultimo quadro si intitola “due attori ” , vero e proprio testamento artistico. Il quadro rappresenta un palcoscenico dove sotto una intensa luce di riflettori i protagonisti (Hopper e Jo) si inchinano davanti agli spettatoti, manca solo la scritta finale….. THE END.
INFORMAZIONI PRATICHE – La mostra è a Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni
Via Manzoni, 2
40121 Bologna
Aperta dal Lun – dom 10.00 – 20.00 Fino al 24 luglio 2016
Nuotare…lo faccio bene, sono un pesce nel acqua….ho preso mio tempo…..ma adesso, seguo l’idee e “tuffo” nella pittura, dato che anch’io mi sento male di contare solo 3 commenti in Parliamone…per accogliere un articolo parlando d’Arte pittorica.
Per una persone, che apprezza molto l’impressionismo, le linee del signor Hopper, mancano di fantasia, ma, non posso dire, tuttavia che gli quadri proposti mancano di colori, ma se l’ambiante riflette i talenti di un architetto, o di fotografo, come lo dice bene, Mario, la malinconia, del pittore, “respira” troppo nelle “tele” per fascinarmi e provocare, la gioia serena che aspetto, quando guardo un opera d’Arte. Purtroppo, gusto il talento di “Hopper” a giocare con cieli luminosi, ombre curiose, personnaggi strani e donne pensive..E..Mi piacerebbe, girare a Bologna….per una visita non virtuale. Ciao amici.
SENZA PAROLE!!!!!!
La cultura rende liberi
Sabrina Di Lella 15/03/2013
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 11 del 23/03/2013
Salgo sull’autobus, insperabilmente semivuoto, e quella punta di sadismo che le questioni di principio accendono in me, mi porta diretta verso due ragazzini, un maschio e una femmina (se restiamo alla mera classificazione di genere e specie), comodamente seduti l’una di fronte all’altro, scartando un posto, e con le gambe serenamente stese sul sedile a ciascuno speculare.
– Posso? – chiedo indicando il posto vicino al finestrino occupato dalle di lei scarpe da ginnastica.
La domanda fa scattare in entrambi quell’intimo senso di perplessità mista a vergogna che li porta a tirar via le gambe dai sedili. Mi accomodo e, visto il diffuso odore di come dopo l’ora di ginnastica (cit.), chiedo se per loro è un fastidio ch’io apra il finestrino.
– Si ce riesce… – lui.
– Ehm! Mi sa che è bloccato – corregge lei.
Mi alzo, ci provo, e dopo alcuni momenti incerti, ci riesco: aria, finalmente (me la sono cercata, ma se avessi fallito avrei dovuto abbozzare e optare per l’apnea).
Lei: – Ah! Lo vedi? Levate, faccio io che so’ grosso… La signorina te c’ha dato lo smacco!
Sorrido e mi risiedo e, quando sto per tirar fuori le cuffie e il lettore mp3, intercetto un’altra loro conversazione.
Lei: – Ma alla fine l’hai lasciata scola? Io pure, al primo ho lasciato, ma almeno la terza media me la so’ presa, che te costa, pija la terza media almeno…
Lui: – Nun me va, tanto a che me serve anna’ a scola…
– No, ragazzi! – mi intrometto – scusate, eh! Ma a scuola ci dovete andare e dovete pure studiare. La conoscenza rende liberi: se sapete come funzionano le cose, nessuno e niente vi potrà mai manipolare…
Lui: – E che non sono libero io?
– No! – replico – Volevi la libertà del finestrino aperto, ma hai dovuto soccombere e subirlo chiuso.
– E che l’ha aperto perché ha studiato? – lui.
Io: – A dirla tutta sì. Considerando che il calore dilata i corpi e che le guarnizioni di gomma fra le quali scorre il vetro esercitano un attrito maggiore del solito perché si sono surriscaldate e applicando una forza pari al quadrato dell’accelerazione dell’autobus e tenuto conto dei 9,8 newton dell’accelerazione di gravità verso il basso…beh! Ho aperto il finestrino…
– Anvedi! Figooo! – dice lui.
Io: – Anvedi che? Se tu studiassi un po’ di più mi diresti, al massimo, “anvedi questa che fregnacce che sta a di’.” Vi ho intortato: vi ho dato una spiegazione che, limitata al puro suono delle parole, poteva dare l’idea di essere una teoria scientifica e vi ho fatto credere, per qualche minuto, che quello che in realtà era frutto semplicemente della mia testardaggine (riuscire ad aprire il finestrino a costo della vita), fosse il risultato di un calcolo vero e certo. Scusate, ma alla prossima devo scendere… E studiate, perché non me la sento di garantirvi che la prossima persona che vi esporrà una teoria che “suona bene” ma che non corrisponde al vero, lo farà a fin di bene… Tornate a scuola, tutti e due…
Li lascio che si osservano reciprocamente, con le loro espressioni fra il basito e il divertito e mi avvicino alle porte pronta a scendere, ma mi sento chiamare da una signora seduta lì vicino:
– Se mi promette che domani a quest’ora la ritrovo sull’autobus, le porto mio nipote di 15 anni… – mi dice ridendo.
Le sorrido, saluto. Lei strizza l’occhio.
* attivista, femminista
La cultura … Non è acqua!!!! Ma… dispiaciuto, vedo che… Qui, nessuno sa nuotare.
Forse… si preferisce la montagna? Magari la scalata del “Monte Rosa”
Hopper, grande pittore americano. Mancato fotografo, mancato scenografo. Il pittore della staticità “interiore” della solitudine…Psicologica. Un pittore con un vissuto non traumatico direi … “Borghese”, attaccato… quindi alla realtà, realista. Dipingeva, s,i con l’anima interpretativa, ma… Con gli occhi oggettivi Aveva, si, il suo stile… il suo particolare, il suo personale , modo di vedere le cose , ma… In un contesto realistico/figurativo. Un artista “essenziale,” quasi … Spartano. I suoi quadri ispiratori di scenografie per il teatro e per grandi registi del cinema, come:: Alfred Hitchcock in… Psycho. Leggo: “I quadri di Hopper si possono considerare da molte angolature. C’è il suo modo modesto, discreto, quasi impersonale, di costruire la pittura; il suo uso di forme angolari o cubiche (non inventate, ma esistenti in natura); le sue composizioni semplici, apparentemente non studiate; la sua fuga da ogni artificio dinamico allo scopo di inscrivere l’opera in un rettangolo”. Dico… Guardando i suoi quadri: Mi sembra di vedere rappresentazioni di “quadretti famigliari” di vita famigliare. Immortalati, quasi..Per un bisogno di fermare il tempo, di… Fissarlo nella mente. ,Di ..renderlo infinito, universale. Partito, prima, da un parto interiore, personale profondo. Per poi, trasportarlo con la sua visione, ad una staticità sensitiva interiore che coinvolge ,rende partecipe l’osservatore, i fruitore, lo… Spettatore. Pittore del silenzio. Questo silenzio, che… Come è stato sottolineato efficacemente, possiede una “dimensione di ascolto”, che… E’ evidente nei quadri, in cui compare l’uomo, ma… Anche, in quelli in cui ci sono solo architetture.
Premesso che nn conosco assolutamente questo pittore ,nn mi intendo d’arte .Mi piace molto visitare mostro e se mi fosse stato possibile avrei visitato volontieri questa ,perche’di Hopper ho sempre letto e visto suoi lavori su riviste ,dal vero mai.Mi sono fatta l’idea ,anche vedendo questi postati;pur vendo quela luce siano tropo statici ,senza movimento ,delle belle fotografie, un saluto