PAUL KLEE
Münchenbuchsee (Svizzera) 1879 – Muralto (Ticino) 1940
“Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore”. Paul Klee
Di padre tedesco e di madre svizzera ebbe la nazionalità tedesca pur essendo nato in Svizzera, Paul Klee fu poeta, musicista, pittore.
Per lungo tempo la musica contese alla pittura il primo posto nel suo cuore.
Paul Klee era un ottimo violinista, ereditò infatti, dal padre, l’amore per la musica. Cominciò presto gli studi di pittura a Monaco di Baviera, poi passò diversi mesi viaggiando in Italia, sentendo il fascino dell’architettura e pittura rinascimentali.
Approfondì gli studi di pittura per diversi anni e nell’inverno 1911 si avvicina al gruppo del Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro), dopo aver conosciuto Van Gogh e Cézanne e divenendo amico di Kandinsky. Un viaggio a Tunisi sarà motivo di approfondire l’uso del colore ed è proprio dopo questo viaggio che si afferma il suo stile inconfondibile.
Nel 1931 Klee fu professore all’Accademia di Düsseldorf, ma con l’avvento del nazismo, fu costretto a rifugiarsi in Svizzera, infatti la sua produzione fu giudicata “arte degenerata”, nella primavera del 1933 e lui stesso fu accusato di “bolscevismo culturale” e destituito.
Purtroppo già nel 1935 si palesarono i primi sintomi di una maligna affezione della pelle che lo condusse alla morte il 29 giugno 1940.
Sulla sua lapide sono incise le seguenti parole:
“Non appartengo solo a questa vita. Vivo bene con la morte, come con coloro che non sono mai nati. Più vicini di altri al cuore della Creazione”.
Artista atipico del XXsecolo ha il suo posto tra i fondatori dell’arte moderna. Si espresse in molteplici forme: quadri, acquarelli, grafica, pittura su vetro, fino alle marionette.
Le sue composizioni utilizzano sia elementi figurativi che colori astratti e la sua produzione ricchissima ci permette di apprezzare tutte le sfaccettature della sua fertile immaginazione, della sua poesia e del suo umorismo. Nelle sue opere si sente il grande amore che Paul Klee aveva per la musica. Spesso i suoi quadri fanno pensare ad un pentagramma.
Infine c’è da dire che l’importanza che Paul Klee ha per l’arte del novecento e per quanto l’ha influenzata, è pari a quella che ha avuto Leonardo da Vinci nel 1400.
Giustissimo Alfred …come dice Blaise Pascal …”E’ molto più bello saper fare qualcosa di tutto che tutto di qualcosa ” e aggiugo un altra frase di Fernando Pessoa …” Coltura non è leggere molto , nè sapere molto : è conoscere molto !” Aggiungo io che non si deve mai smettere di imparare ,che è importante essere curiosi e comunicare la propria curiosità agli altri ed assimilare quella che ancora non ti appartiene.
acculturarsi e anche sapersi sporcare le mani q uando e necessario.
acculturarsi e anche saper tenere un martello in mano
acculturarsi e anche conoscere ironia e sarcasmo e saperli usare nei luoghi e momenti idonei,
acculturarsi non e ortodossia prestabilita e dimostrata da un pe zzo di carta, vivere acculturandosi non deve essere una meta per dimostrare di essere arrivati da qualche parte, acculturarsi e vivere la vita con interesse senza dimostrare niente a nessuno.
Non è facile di esprimere, il proprio pensiero, in termini chiari, davanti ad un opera artistica. La proposta di Paolacon è sottile, lei spinge ad esporsi come il gioco precedente. Ma, la nostra educazione, non ci ha abituati ad esporre le nostre impressioni culturali, fuori dei nostri intimi. Eldy scioglie le lingue e lascia le matite…Non so, se hanno ragione le persone che preferiscono conoscere il nome del pittore e la sua epoca, per potere orientare le loro riflessioni. Sapere chi ha creato un’opera, per apprezzarne, il valore. Non è importante per me, prima di giudicarla. Non è il mio parere, perché, avere del piacere a guardare una cosa, può essere creata da x o y, senza che ciò turba la mia gioia, dirò mi piace, mi spiace, e non ho bisogno di cinque minute. Getto un largo sguardo e l’emozione mi prende, o provo solamente una bella indifferenza. L’opera mi parla oppure si tace. Klee mi parla, dolcemente, con la gamma dei suoi colori, dei tratti delicati. La sua pittura è moderna, ma non mi provoca. Je l’aime.
Cara Sandra alla prima mostra degli impressionisti a Parigi nel 1874 ,la critica di allora gridò allo scandalo definendo i quadri esposti delle volgari porcherie, ora tu consideri questi pittori giustamente tra i più grandi di quest’arte.
Vent’anni fa anche per me Klee era privo di qualsiasi interesse ,poi ho pensato che se altri consideravano questi pittori dei grandi artisti ci doveva essere una ragione e ho cominciato a frequentare mostre e a sciogliere pian piano la diffidenza che mi limitava.
Con il tempo ho colto l’essenzialità dei loro gesti pittorici ,capendo anche il pregio di un’opera rispetto ad altre, come si fa normalmente con i piottori figurativi.
Ti faccio un esmpio musicale…personalmente amo tutta la musica dalla popolare alla lirica e alla classica.Un tempo mi fermavo alla lirica ,ora azzardo con una certa fatica l’ascolto della sinfonica e ti garantisco che più ne ascolti e più riesci ad afferrare la piacevolezza di queste melodie.
Credo che questo succeda per tutte le cose, non fermarti alla prima impressione , vai avanti , quello della conoscenza delle arti è sempre e comunque un cammino piacevole.
Franco ,premetto che io nn ho nessuna preparazione ,tutti gli impressionisti mi piaccioni e ho visitato quando mi e’ stato possibile le loro mostre Monet ,Manet,Degas.Corot.Avevo UN’amica olandese e ho visto museo VAN GOGH ad AMSTERDAM,ma permetti arte moderna no cubismo astrattismo nn li capisco nn mi sicono niente,ho provato .Ho girato l’UMBRIA la Toscana ho gli occhi pieni di troppi capolavori ,per me quelli sono solo dei segni colorati ,grazie un caro saluto
Nei suoi lavori vedo figure stilizzate,tanto colore e forse,come dicono i critici d’arte,il suo “umorismo malizioso”!
Sandra non ha tutti i torti , non si può approdare di colpo alla pittura “moderna” con Klee, che ne è certo uno dei massimi esponenti , se non il maggiore, a mio parere bisognerebbe cominciare con quei pittori come Turner e seguirene tutto il loro percorso artistico, dall’inzio leggibilissimo, all’astrazione degli ultimi quadri (vorrei far presente che in quel periodo c’era David- pittore francese ,col quale necessita fare un paragone).Poi abborderei Monet , sempre con le stesso criterio cronologico , arrivando alle splendide ninfee…(assolutamente astratte).Così si fa un “percorso” ,che può con maggiore facilità portare al “godimento” di un opera. Penso sia un “percorso” che ognuno deve fare da se col meraviglioso mezzo che è internet. Nell’ambito del blog si può buttare un “esca” …ed è già tantissimo.
ho cercato di capire ,ma nn riesco assolutamente tutte quei segni non mi dicono niente ,li fa anche mio nipote ,ed e’ bravissimo,Lo possoaccettare come musicista .Un quadro mi deve dire qualcosa ,uno segno ,un colore .
Colori, musica, pittura! Ecco la bellezza che si intuisce DOPO aver osservato i suoi capolavori! L’INSIEME costituisce ciò che tu puoi cogliere ed ammirare. Adesso posso dire di aver compreso cio che ha voluto ” regalarci” Klee Paul.
Arte moderna,cubismo,astrattismo non mi hanno mai attirato non la capisco per mia ignoranza certamente.Sono andato a cercare qualcosa su questo pittore,poeta e musicista,non ho trovato NESSUNO che la pensasse come me!
Chapeau.
Barilli, 2002:
Ai suoi inizi è fortemente influenzato dal grafismo di Beardsley, però spogliato dalla tendenza al sublime.Klee rimane ben ancorato alla terra, dorato di ironia e con tendenze alla desacralizzazione.
Pirani, 1990:
Nel 1901 compì il classico viaggio di istruzione artistica in Italia, ma rimase abbastanza freddo nei confronti dell’arte classica.
Scriverà di una “dolorosa presa di coscienza della distanza ormai invalicabile dall’ideale classico”.
Enciclopedia.it
Uno degli aspetti più caratteristici di Klee è la sua intensa produzione grafica.
Treccani:
grafismo s. m. [dal fr. graphisme, der. di graphic «grafico»]. Il modo personale di tracciare i segni della scrittura: un g. incerto, disordinato, o preciso, ecc.
Nel libro:Il Quaderno degli schizzi pedagocici è un estratto dei contributi alla teoria della forma che l’artista aveva elaborato durante l’attività pedagogica esercitata al Bauhaus di Weimar tra il 1921 e il 1922, nell’ambito dell'”insegnamento elementare”.
Mi riprometto di leggerlo per capire,se ci riesco,i suoi disegni.
Intanto ho letto che era un bravo musicista!
Ho cercato di essere il più sintetica possibile, ci sarebbe tanto da dire
A voi di ampliare se volete
Grazie Paola …questo è acculturarsi !