E ancora una volta Alfred-Sandro ci racconta una sua storia di vita con la consueta grazia ed un pizzico di umore indulgente.
Sebbene non ci sia una morale evidente, ci dà diversi spunti di riflessione e occasioni di ragionamento, per instaurare un dialogo costruttivo. Buona lettura.
La moneta
– Ma s’immagini ! Non mi costa niente, e poi Lei, col bastone, corre il rischio di cadere.
– La ringrazio signora, tra l’altro mica è caduta a me quella moneta, l’ho vista in terra e mi ha chiesto di raccoglierla.
– Hahaha, la moneta Le ha chiesto di raccoglierla?
– Sì, appena mi ha visto arrivare mi ha detto sottovoce: raccoglimi ed io ti porterò fortuna!
-Allora caro signore, se la raccolgo io, la fortuna arriverà a me?
– No! no, perché sono io che l’ho vista e la moneta lo ha detto a me e non a Lei.
– Allora la posso raccogliere, dargliela ma sarò sicura che la fortuna arriverà a Lei?
– Certamente, anche se sarà leggermente minore per il fatto che è stata Lei a raccoglierla. Ma non mi importa più di tanto, la mia fortuna l’ho già: sono ancora vivo!!!
– Ma che dice? Lei è arzillo come un giovanotto!!!
– Eh! cara signora, vede? quando qualcuno ti dice così è perché sei vecchio. A venti anni mica ti dicevano che sei bello arzillo.
– Mannaggia, ha ragione. Ho fatto una brutta gaffe, mi scusi!
– Ma no, si figuri, e poi sa, ci sono abituato. Me lo ripetono da qualche anno.
Sa che faccio? questa moneta da cinquanta centesimi la conservo. La metto nella tasca interna della giacca così sono sicuro di non spenderla e mi ricorderà sempre di Lei.
– Grazie, è un pensiero veramente gentile, La saluto e arrivederci!
– Grazie a Lei, signora e arrivederci.
L’ufficio postale non era lontano ed Alfonso ci si stava recando adagio, senza fretta, col suo bastone, a causa dei dolori alle gambe dovuti all’artrosi, che non lo lasciava neppure la notte. Infatti la sua andatura un po’ claudicante e strascicata lo facevano sembrare più anziano di quello che in effetti non era.
Voleva ritirare un po’ di soldi dal suo conto, sì perché aveva il conto in posta e non in banca.
Sua madre gli aveva detto costantemente che le banche possono fallire, mentre la posta non fallirà mai e lui le aveva dato sempre retta, dato che la riteneva molto saggia. D’altronde aveva saputo allevare quattro figli maschi senza far loro mancare mai niente di essenziale.
Purtroppo il papà era morto giovane e lei aveva dovuto tirarsi su le maniche e darsi da fare da sola.
Sì, aveva parenti che un po’ l’avevano aiutata, ma i tempi erano duri e i suoi due fratelli avevano figli piccoli pure loro.
Alfonso aveva imparato fin da bambino a dare il giusto valore al lavoro e al denaro ecco perché si era chinato malgrado i dolori a raccogliere la moneta a terra.
Voleva ritirare dei soldi alla posta. Non che avesse molto, ma aveva raggiunto una discreta sommetta.
Prima, da giovane, risparmiava per ogni evenienza, per quando sarebbe diventato vecchio, poi da vecchio pensava ai figli ed ora era il momento della nipote che si sposava.
Lei aveva ventisei anni e col fidanzato si conoscevano già da almeno tre, quattro anni ed a quanto pare era arrivato il momento di sposarsi, per cui doveva fare il regalo. Ecco perché andava in posta.
Avrebbe dovuto fare un bel regalo. Lei era la prima di tre nipotini e lui non aveva mai fatto imparzialità tra loro. Perciò stabilita la cifra di cui avrebbe potuto disporre ne prelevò un terzo esatto e quella fu il dono di nozze.
Paola, sarebbe opportuno esserlo sempre gentili e gioviali
e non farlo solo nell’attesa e nella speranza che qualcuno se ne ricordi.
Direi che c’è un punto nel tuo racconto, Alfred-Sandro, che vale la pena considerare: il ritorno della gentilezza. Mi spiego la signora per la strada è naturalmente garbata e quando incontra al matrimonio l’anziano signore, viene riconosciuta. Ecco perché è così importante essere sempre e comunque amabili, perché si può sempre rincontrare la persona a cui si è fatta una cortesia.
Mi è veramente piaciuta questa tua storia ALFRED,non è certo l’importo i 50 centesimi ,quello che importa,ma quel gesto simbolico ,come se il nonno con quel gesto unisse ancor più i due ragazzi,mettendo nelle loro mani unite l’augurio di una vita felicemente fortunata ,unito a tutto il suo amore.
Alfred il tuo scritto si presenta in un modo inconsueto come racconto diverso dai tuoi soliti spunti un po’ ricercati nella forma.Mi piace perchè hai voluto provare un altro modo di esprimere le tue capacità e raccontare una vera ” storia di vita” che coinvolge giovani e meno giovani.I 50 centesimi presentano un’importanza maggiore proprio perchè sono una piccolissima cifra!Mi è piaciuta!
Innanzi tutto sono contento di vedere uno scritto di Alfred che vedrei più volentieri nei blog tematici che combattere con certe maleducazioni della chat, poi il racconto lo leggo come una metafora della vita , questa moneta che rappresenta gli ideali da trasmettere alle generazioni future.
AlFRED BELLO INTERESSANTE QUESTO POST. , “LA MONETA SCRITTA DA ALFRED-SANDRO PURTROPPO QUESTI 50 CENTESIMI ORA VALGONO POCO. MA TORNANDO INDIETRO NEL TEMPO ERA UNA CIFRA IMPORTANTE!UN SALUTO E GRAZIE.
Questi 50 centesimi: quanta importanza evocativa hanno, non certo per l’importo ma per il significato. La moneta che, in questa storia, funge da simbolo, non di accaparramento ma d’amore. Ecco i due ragazzi radiosi. Ecco tutti a far loro da corona. Ecco la vita che si dipana con una speranza. Ci andremo, lassù? Speriamo, Signore. Per questo Ti preghiamo. Grazie, Alfred. E “ad maiora”.