LE MUSE (varia umanità, cultura)

Osservazioni sulla chat

Costantemente le discussioni si susseguono in Eldy si discute, si discute… sarebbe meglio parlare, pacatamente e confrontarsi senza astio; ma alle volte sembra impossibile.
In una delle ultime “discussioni” si sono scambiati molti pareri e uno di questi mi ha particolarmente colpito. Fa un’analisi piuttosto precisa della chat ed io vorrei riportarlo qui, non per alimentare una nuova discussione, me lo auguro, ma per rifletterci sopra e poi parlarne.
Io mi ci sono riconosciuta in questa osservazione del comportamento in chat ed ho chiesto all’autore il permesso di pubblicarla qui.

Spesso mi è capitato di leggere frasi, da parte di molti, con nostalgici riferimenti agli inizi della propria avventura in Eldy. E’ facilmente comprensibile il motivo: si entra per la prima volta in una comunità virtuale in cui si ha molto da dire e altrettanto da apprendere. Si viene a contatto con persone fino ad allora del tutto estranee, ma che mostrano da subito una buona predisposizione ad accoglierti, perché porti con te il pregio della novità. Si inizia un percorso con destinazioni che possono essere diverse per ciascuno. Ciò che rimane un’incognita è il tempo che si ha a disposizione per completarlo. Ma in quel momento, in cui tutto sembra scorrere armoniosamente, lo si ritiene un particolare trascurabile, anzi sulle ali dell’entusiasmo iniziale si è disposti a firmare per una presenza costante da qui all’eternità. Invece il tempo di presenza nella chat è un fattore decisivo, da calcolare con precisione perché, purtroppo, è molto più stretto di quanto si pensi, e sbagliare a dosarlo, quasi sempre compromette il piacere di frequentare la chat.
Occorre distribuire con saggezza i tempi di presenza al video, perché una volta esaurita la propria storia personale, è necessario far confluire nel mondo virtuale, giorno dopo giorno, almeno qualche traccia della vita quotidiana per offrire il proprio contributo ai discorsi che altrimenti ristagnerebbero. Ovviamente il prerequisito per realizzare quanto sopra è saper evadere dalla chat medesima, staccare qualche volta gli occhi dal monitor per raccogliere notizie della vita reale da proporre. Qualunque sia l’obiettivo che ciascuno persegue è indispensabile creare comunque i presupposti per nuovi argomenti, non importa di quale spessore, anche facendo ricorso a un pizzico di fantasia, altrimenti il personaggio che si interpreta rischia di recitare un cliché che lo caratterizza oltre misura finendo per annoiare ed annoiarsi. E’ sbagliato considerare la presenza dentro la chat un punto di arrivo fine a sé stesso, perché quel punto è tremendamente vicino, e una volta raggiunto senza possedere uno scopo, le scelte diventano obbligate:
1) Andare via per sempre perché si ritiene esaurita ogni motivazione (e questo succede a troppi) –
2) Limitare la presenza a sporadici episodi intervallati da assenze molto lunghe (comportamento configurabile come una verifica se qualcosa nel frattempo sia cambiata) –
3) Oppure abbandonarsi inconsciamente alle lusinghe della chat fino a permetterle di sostituire in buona parte la vita reale. Quest’ultima è la scelta più drammatica perché genera un’ossessione nella persona costantemente presente, che si rende conto di non poter offrire nulla più di quanto non abbia offerto il giorno precedente, e di non ricevere più di quanto non abbia già raccolto durante le lunghe ore di presenza. Questo gli toglie la possibilità di inserirsi fattivamente nelle discussioni, anche nelle più aperte, non perché viene respinto, ma perché lui stesso sa di non aver nulla dire.
Tuttavia è portato a non addossarsi le responsabilità e scarica il suo disagio su coloro che “chattano” nella normalità, pur non trovando lui stesso una minima motivazione per la presunta discriminazione che lamenta di subire. Immaginate quanto sia pretestuoso considerare come un’offesa personale imperdonabile, denunciate con stigmatizzazioni esageratamente plateali, una banale distrazione che non consente la risposta tempestiva al suo saluto. Delle successive degenerazioni di questo stato non ne voglio parlare: è sotto gli occhi di tutti!
Le modalità di presenza in chat è un problema molto sentito anche dagli Amministratori di Eldy, e sono significativi gli sforzi organizzativi che compiono per favorire incontri tra i suoi utenti nel mondo reale, perché ritengono abbia una sua valenza approfondire e consolidare amicizie attraverso la garanzia di una vera conoscenza, anche limitata a un contatto breve. Da ciò si evince che, anche loro, fautori della chat, considerino la medesima uno strumento per creare un’opportunità che avvicini le persone, che promuova una corretta evoluzione dei rapporti anche in chat, improntate alla massima schiettezza e lealtà, Quichotteindipendentemente dal fine che uno si prefigge. Darsi appuntamento in un gruppo di amici, anche per una singola volta, in Piazza Duomo, scattare foto, entrare in un Bar a prendere un caffè e poi salutarsi col proprio nick, rende molto più suggestivo ritrovarsi la sera nella chat di Eldy, In “Piazza” o al “Bar”, a raccontarsi le sensazioni e le emozioni provate. E ciò non deve essere causa di stupide gelosie da parte di chi, forse inconsapevolmente, si ritrova a interpretare la chat in modo distorto.
munny.mi    31/05/ 2010

15 Commenti a “Osservazioni sulla chat scritto da Munny”

  1. popof scrive:

    ….in ogni caso ritengo che la conoscenza diretta di tanta gente, oltre a consentire il dialogo e l’espressione delle idee, sia una gran bella cosa.
    I pericoli di una chat sono identici a quelli del bar della stazione o della piazza del borgo. In più c’è la distanza di sicurezza, che facilità l’espressione del pensiero. E gli incontri, voluti e organizzati, altro non sono che un colmare il vuoto. In tanti ci conosciamo oltre le parole scritte qui.

    P.S.: ho iniziato con dei puntini perchè condivido largamente parecchi dei commenti così come l’articolo.

  2. antonino5.PA scrive:

    Caro Franco Muzzioli, forse non sono stato molto chiaro, il mio commento era riferito alla chat in generale, non ai commenti quì espressi.

  3. franco muzzioli scrive:

    Carissimo Antonino ,questi commenti sono stati scritti nel segno della più sentita libertà di pensiero. Mi pare che nessuno abbia posto dei dictat o abbia cercato di imporre dei pareri. Democraticamente ognuno ha detto la sua ,anche tu! Per fortuna non la pensiamo tutti nello stesso modo , dico per fortuna ,perchè se verrà il giorno nel quale tutti i pensieri coincideranno ,allora saranno tempi bui.

  4. antonino5.PA scrive:

    Ho avuto modo di constatare che nel coro di voci che popolano questo sito capita con una certa frequenza di trovarne una stonata. Non è positivo che ci sia qualcuno che pretenda di dovere decidere per gli altri, di potere criticare qualsiasi idea o scritto che non rientri nel suo gradimento, innalzandosi al di sopra di tutto e di tutti, portando se stesso come esempio di chissà quali effimere virtù.
    Credo che chiunque abbia il diritto di esprimere, nelle forme dovute, le proprie idee, trascrivere i propri pensieri o trasmettere le proprie emozioni senza dovere essere sottoposto ad un’ingiusta gogna, una critica solo fine a sè stessa e che non ha ragione di esistere.
    Viva la libertà di pensiero!!!

  5. alfred scrive:

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    Chi nella propria vita ha avuto esperienze di fabbrica, di grandi complessi avrà certamente avuto occasione di assistere a grandi riunioni con numerosi partecipanti dove oratori di mestiere tenevano banco per quasi tutto il tempo che era possibile dedicare alla riunione stessa per poi invitare alla fine i lavoratori ad esprimere i loro consensi o i loro dissensi. Chi appunto ha partecipato a queste riunioni ricorderà come a questi inviti erano sempe gli stessi a recarsi al microfono col loro bigliettino preparato e prendere la parola per parteggiare per l’uno o per l’altro.
    Erano sempre loro, sempre gli stessi.
    E non che gli altri non avessero niente da dire: solo che prendere la parola in pubblico non è cosa da tutti.
    Non è facile parlare a decine di persone che ti puntano gli occhi addoso.
    Eppoi gli oratori hanno usato paroloni, metafore. Loro sono preparati.
    Infatti la riunione si scioglie e la gente si avvia all’uscita. Ecco che allora succede qualcosa di strano: tutti ora hanno qualcosa da dire, a favore , contro , non importa , tutti devono e hanno da dire la loro.
    Si formano cappanelli, gruppetti più o meno numerosi. Li ci si sente uguali agli altri, non si è sotto i riflettori.
    Non ci sono gl oratori che ti possono contestare con la loro dialettica, con la loro sicumera , con il loro sarcasmo e la loro ironia.
    Li gli altri ti conoscono . Ti conoscono per le altre cose che fai, per le altre cose che dici, per come ti rapporti con i colleghi, per la tua correttezza e educazione. Li sai che se anche sbagli una parola, un verbo, un congiuntivo nessuno ci farà caso:li sei tu! Sei tu in mezzo ad altri tu, come te. Li non devi sostenere nessun esame.
    Questo per quanto riguarda la parola: quando poi si parla di scritto la cosa si complica molto di più.
    Se il tuo pensiero , la tua opinione , ti viene chiesto di metterla per iscritto per molti diventa tutto tremendamente più difficile.
    Capitava a scuola quando ti si chiedeva di fare un tema. Capita ancor più ora che gli anni stanno lasciando il loro segno.
    Le parole ti svolazzano in testa, sai benissimo quello che vorresti dire ma non ti riesce di farle uscire con la sequenza che vorresti.
    Ti impunti, ti blocchi, non riesci a mettere insieme un periodo. Ti pare di non avere un numero sufficiente di parole per poter esprimere quello che vorresti. Allora rinunci . Rinunci tu a dire ciò che vorresti e costringi tuo malgrado gli altri a non conoscere tutto cio che di bello avresti voluto e potuto dire.

  6. carlotta.an scrive:

    Condivido appieno quanto hanno esposto Marc e Silvana.
    Tuttavia Marc, le problematiche rischiano di divenire prolisse là dove non non vengono risolte “a monte”…e quindi si ripetono quasi con una cadenza regolare. Moltissimi di noi si auspicherebbero che questo “giochino” fosse come tu lo hai descritto ed è proprio per questo che ritengo sia giusto portare a conoscenza di tutti fatti e circostanze di chi invece, ci “rema contro” con operosa dovizia.
    A tale proposito, vorrei aggiungere il pensiero che un “amico” mi ha inviato, giusto ieri. Non me ne vorrà…
    “Chi nell’arena sta dall’altra parte dello steccato pensa che la corrida sia un divertimento da godere o da deplorare. In ogni caso nessuno considera le sofferenze dei combattenti. Il pubblico è diviso: chi parteggia per il toro, chi per il torero e chi si eleva al di sopra delle parti sputando sentenze se il gesto tecnico a suo giudizio non è soddisfacente, e tutto questo, sempre, senza mai considerare il prezzo in dolore che si scambiano i due contendenti. Questa metafora vale per tutti gli spettatori di Eldy. Per quanto riguarda gli attori, be’ non sono né tori né toreri. I combattenti, quelli vincenti, perchè vinceranno sempre, combattono per sconfiggere le negatività che gli vengono contrapposte, colpendo dall’alto di una dignità intoccabile.”

  7. marc52 scrive:

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    La chattata… schiattata

    Periodicamente nel blog non si fa altro che parlare di chat (chiacchere) si analizza si rianalizza, si cerca la quinta essenza! Che ci porta ad un labirinto che si perde nei meandri della nostra mente. Qui si è come in un ospedale dove i pazienti non parlano altro che delle loro problematiche legate alle loro patologie, o in un pensionato dove i degenti parlano ininterrottamente delle loro problematiche legate all’età. Tutto ciò rende omogeneo e ghettizzante. Va beh le chiacchere delle stanze le conosciamo! Ma i blog? I blog dove si potrebbe fare “divertendosi” della stimolante cultura, certamente… consona alle conoscenze personali. chiacchere Ma sempre informazione! Curiosità, cultura,che stimola la conoscenza, il dibattito la mente che non fossilizza e rende sterili. Non ripieghiamoci su noi stessi ! La cultura, l’informazione ci danno conoscenza, libertà, ci permettono di guardare anche al di là del muro, del proprio naso, ci aprono un mondo di interessi. La rete ci permette di attingere facilmente a notizie, curiosità che una volta erano insperate è negate tecnologicamente. Non stiamo a guardare il numero di commenti se pur importanti perché sinonimo di interesse all’articolo, non siamo in tv dove conta l’audience. Molte persone leggono anche se non commentano. Ma diamo la possibilità nel nostro piccolo di informare di incuriosire di divertire. Non disquisiamo sempre sulle stesse tematiche a volte anche prolisse, diamo la possibilità di conoscere, di potersi confrontare a tutti! senza presunta saccenza e falsi protagonismi . Gli inserzionisti non si facciano prendere da finte modestie facendo i falsi perbenisti educandi, credendo di essere dei “bravi, degli importanti ,aspettandosi riscontri e gratificazioni (che poi non avvengono) entrando nelle stanze della chat. Siamo delle persone ormai attempate e pensionate, sole e annoiate con un sacco di tempo a disposizione, che dovrebbero condividere la loro solitudine il loro tempo libero con questo giochino che cambiata la forma mantiene la sostanza. La sostanza?.. I sentimenti gli interessi il divertimento (a costo quasi zero) i rapporti interpersonali, la conoscenza, l’intelligenza la curiosità. Cose a mio parere stimolanti che fanno parte dell’essenza del genere umano…

  8. silvana1.ge scrive:

    Co
    mmenti abilitati
    La frequentazione di una chat va considerata come una esperienza densa di incognite. Essa può essere considerata come uno strumento che consente di esprimersi liberamente, nel rispetto di tutti, e condividere esperienze di vita o emozioni.
    Occorre tuttavia cautela, equilibrio, ma soprattutto la consapevolezza che non si può e non si deve “darsi in pasto” a chiunque, solo perchè protetti dall’anonimato.
    E’ bene rapportarsi agli altri utenti sempre con dignità e spiccata AUTOCRITICA, tenendo sempre presente il fatto che ci si muove in una dimensione in cui non vi sono elementi di certezza che consentano una valutazione oggettiva delle situazioni che via via si creano.
    Sì alla chat come fonte di arrricchimento e scambio di tipo culturale, ma serve vigilare che essa non diventi fattore di dipendeza psicologica, o strumento con cui si tenta inutilmente di mitigare problemi personali non risolti.
    Cerchiamo piuttosto di vivere al meglio la realtà quotidiana e non consentiamo alla realtà virtuale di sovrapporsi ad essa.
    PS: ho letto con ritardo e posso aver espresso concetti in parte già sviluppati da altri. Me ne scuso. Mi ha comunque fatto piacere riferire la mia personale opinione.

  9. lucy.tr scrive:

    L’articolo di Munny è arrivato al momento opportuno.Ha messo in evidenza i continui battibecchi e scontri che avvengo spesso tra gli eldyani,dando un brutto spettacolo…Spesso,non nascondiamo, che la chat è il segno della fuga dal mondo, dalle responsabilità, dal dolore e soprattutto dagli altri.Molto utili quindi i consigli elargiti,sui quali ognuno di noi farebbe bene a riflettere!!

  10. franco muzzioli scrive:

    Come solito ..bravo Giulio hai colto nel segno! Tu sei un maledetto toscano ,ma con il cuore in mano, io sono un aspro emiliano spesso polemico e graffiante…Forse insieme (con tanti altri) diamo il contributo da te auspicato. Devo dire che tante verità sono state dette anche da Carlotta ,soprattutto l’ultima parte delicata e compromettente del sentimaneto portato in chat. Rimaniamo lievi e discreti a pigiare sui tasti, dimentichiamo per un attimo di poter essere coinvolti in qualche cosa ,limitiamoci a leggere e rispondere e se potrà essererci una simpatia di testa ,come ad esempio io ho per Giulio…lasciamola scorrere nelle parole ….e basta!

  11. lieta scrive:

    le fantastiche pennellate che rendono un po’ arcobaleno la realta’ a volte disagevole ciao bravi tutti delle esposizioni varie e chiare ciao

  12. Giulio Salvatori scrive:

    Munny, Carlotta, Franco Muzzioli. Ho letto con attenzione l’intervento di Munny e lo condivido in pieno,come del resto le altre valutazioni di Carlotta e Franco. Non è tanto che sono in Eldy e, forse anche in virtù dei mie primavere che agiscono nel mio -io-, credo di essere riusito a darmi un certo equilibrio su questo palcoscenico virtuale. Non nascondo che, attraverso i miei scritti, a volte autobiografici, ho dato una fotografia del mio modo di essere . Questo però, senza nessuna ombra di protagonismo.E’ ovvio però, che dall’altra parte,questo messaggio può essere recepito diversamente e si dia l’impressione di voler salire in cattedra.Ho sempre gridato, che non condivido neanche questi nik, che contribuiscono a “coprire” le identità altrui.Rimango del parere , condivisibile o meno, che :- se ognuno di noi dona ai lettori sprazzi di vita vissuta, o conoscenze culturali…, questa grande -tavola rotonda-può aprire un profondo scrigno del sapere. Difficile approfondire ancor di più il tema esposto da Munny, però con una attenta Regia , ne potrebbe uscire un film reale. Dipende da noi. Io sono pronto a dare il mio contributo. Voglio concludere, anche se avrei molte cose ancora da dire, riportando integralmente quanto scritto da Franco :-La vita vera è fuori dal monitor e da Eldy- Però, aggiungo, possiamo dare una pennellata di colore. Grazie Munny, dal solito -Maledetto toscano-

  13. carlotta.an scrive:

    Riporto un articolo della Dr. G. Proietti di Ancona Responsabile Scientifico Psicolinea
    auspicandomi che sia utile a noi tutti per un sano e costruttivo confronto :

    INTERNET E COMUNITA’ VIRTUALI
    Le persone che si sono conosciute in chat spesso si conoscono già molto bene, ancor prima di conoscersi nella realtà: davanti al computer molti riescono ad essere veramente sé stessi, a parlare di sé in modo approfondito, senza il bisogno di voler a tutti i costi apparire migliori di ciò che si è. Ciò vale soprattutto per le persone timide, o quelle che soffrono di ansia sociale. Su Internet non esistono rossori, sudori, attacchi di panico, impappinamenti vari: sentendosi meno vulnerabile, una persona può trovare il coraggio di dire ciò che nella vita reale non confiderebbe mai a nessuno. Inoltre, in questo modo di incontrarsi sono favorite le persone che non hanno un aspetto fisico particolarmente avvenente: nella vita reale infatti sono sicuramente più facilitate le persone più appariscenti, sia per motivi estetici che per modi di fare. Internet, su questo, è invece estremamente democratico: tutti sono allo stesso livello, almeno in partenza. Un altro punto a favore è che, su Internet, si può selezionare prima ancora di conoscere. Quando due persone si incontrano casualmente infatti, devono cercare di scoprire se hanno interessi o passioni in comune: molti studi sull’argomento ci dicono che le persone si attraggono se si sentono simili, se hanno interessi, valori, obiettivi in comune. In rete dunque la persona cercherà di non fare degli incontri casuali, ma di frequentare quei siti o quelle chat dove si trattano argomenti considerati interessanti: ad esempio la musica, la letteratura, la filosofia, il fitness, ecc.
    A mio parere il rischio più grande è che si può sapere tutto, veramente tutto di una persona conosciuta on line, illudendosi di aver trovato il vero amore, per poi incontrarla e rimanere molto, molto delusi. Poniamo che, dopo un anno di chat quotidiana, ci si incontri davvero, si vada al Ristorante insieme e ci si guardi, nella certezza di trovare negli occhi dell’altro/a quella interiorità che ci si è immaginati nelle lunghe serate trascorse davanti al proprio PC. E se ci si accorge invece che questa persona, sebbene simile a come l’avevamo immaginata, contrariamente a quanto faceva on line, non dice una parola per tutta la serata, sbadiglia a bocca aperta, o indulge in antipatici epiteti ‘erotici’ già al primo bacio? Insomma, il rischio è di scoprire una persona completamente diversa da come ce la si era immaginata… Come fare, a questo punto, per liberarsene definitivamente, dopo che le si sono confidate in rete tutte le cose più intime e segrete della propria vita?

  14. franco muzzioli scrive:

    Colta ed inoppugnabile la lunga disquisizione di Munny.Quanto è varia e complessa la partecipazione ad una chat,c’è chi tiene costantemente il monitor acceso ,anche senza partecipare, perchè ritiene sia l’unica finestra per guardare oltre la sua solitudine. C’è chi infila tutto se stesso per compensare frustrazioni ,protetto dall’incognita mascherina della nik.Chi finalmente può esercitare tutto il suo protagonismo ,senza peraltro “metterci la faccia”. Ho anche molte perplessità sulla definizione di “amici” di queste chats, che escono nel mondo per entrare nel privato.Mi sembra contradditorio il fatto che si dica che la chat non deve sostituire la vita reale , e di questo sono pienamente d’accordo , poi si auspica che chat e vita reale coincidano.Personalmente entro in chat solo con la voglia di ascoltare il parere degli altri su specifici argomenti ed esprimere eventualmente i miei, ma ovviamente non faccio testo.Penso però che è necessario dire che la chat deve essere una “esperienza” da consumare con leggerezza e non dargli l’importanza di traccia di vita o di svolgimento di giornata, solo così si eviteranno le le” sensazioni di offese personali, le “gelosie” e le dichiarazioni di “lealtà” . Come ho avuto tante volte occasione di dire ,la vita è fuori dal monitor, ed Eldy non me ne voglia…..la vita, quella vera, è anche fuori da Eldy.

  15. munny.mi scrive:

    Commenti abilitati
    Sono grato a Paola che ha ritenuto il mio post meritevole di ulteriori approfondimenti. Per una corretta comprensione del testo e per tentare di fugare i timori paventati da Paola, ritengo opportuna una precisazione che eviti interpretazioni che si differiscono dal mio reale intendimento, come è già accaduto nell’edizione presente nell’altro Blog. Vorrei rassicurare che il terzo punto che ha causato controversie accese, non contiene nessun “j’accuse”, ma vuole essere un contributo di testimonianza e una trasposizione di una mia esperienza diretta (non personale) vissuta in passato. Quindi come massima ambizione, almeno nelle intenzioni, la mia osservazione vuole essere solo un avvertimento per chi frequenta le chat.

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