AGORÀ (attualità, politica, società)

22 giugno 2010 Popof
“Papà, cos’è un evasore?”

La domanda mi lasciò un po’ perplesso. Come spiegare ad un bambino di sette, otto anni cos’è un evasore, che ne sa un bambino di IVA-IRPEF-ILOR-IRAP-TOSAP………?
Però quando i bambini domandano, noi grandi una risposta dobbiamo dargliela.
Non ricordo le parole che usai, son passati vent’anni, ma l’esempio fu: “Lo vedi il parco in cui giochi? Per poterlo costruire ci son voluti tanti soldi, quasi tutti i papà hanno dato qualcosa. Qualcuno però ha fatto il furbo, non ha dato niente e ora manda il figlio a giocare al parchetto. Ecco quel papà è un evasore”.
Rivedo gli occhi increduli che mi dicevano “No papà, quello è un ladro”
Come fanno in fretta a sintetizzare un concetto i bambini, in effetti l’evasore è un ladro perché ruba la buonafede altrui, fruisce degli stessi servizi senza versare una parte del suo tempo*.
Mi è tornato in mente l’episodio leggendo un articolo su “La Stampa”**, in cui il giornalista, in considerazione del fatto che “….un ceto di evasori fiscali, parziali o totali, continuerà ad eleggere un ceto politico che poi ne preserverà il privilegio d’immunità…” propone di togliergli il diritto di voto, precisando “prima bisogna scovarli”.
Ecco il voto è un diritto, a cui ci si è disaffezionati progressivamente negli anni. L’astensionismo è diventata una forma di protesta su cui secondo me, chi ha interesse alla perpetuazione delle sperequazioni, punta.
Mi chiedevo prima delle elezioni regionali dell’aprile 2010 “che interesse ha un partito (per di più di governo) a presentare in ritardo delle liste, e a fare tanto can can? Un simile comportamento non serve a delegittimare delle elezioni?”
A posteriori la mia sensazione non era errata, aveva lo scopo di allontanare dal voto chi stufo dell’andazzo avrebbe votato contro.
Ecco, anziché togliere il voto all’evasore (o ladro come diceva mio figlio), le persone sensibilmente democratiche, dopo aver pagato il dovuto e aver inghiottito il condono fiscale, di cui hanno beneficiato i soliti “furbi”, sconfortate, hanno rinunciato al loro diritto di voto.

*Uso volutamente il termine tempo perché ritengo che la Costituzione dicendo, all’art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”, esprima il concetto che ognuno dia una parte del suo tempo monetizzato per contribuire alla realizzazione delle varie opere: se guadagno 100 dò 30 se guadagno mille dò 300, cambia la quantità ma il tempo per guadagnare 30 o 300 è il medesimo.

** L’articolo è reperibile a questo indirizzo: http://www.selpressmm.com/aiba/immagini/180510A/2010051829580.pdf
basta un clich e ci si collega.
Popof     21 giugno 2010

3 Commenti a “Papà, cos’è un evasore?”

  1. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    l’evasore fiscale chi è? Cittadino che non paga le tasse in ragione del suo reddito. Che danneggia lo stato che con quelle entrate tributarie dovrebbe migliorare e dare servizi pubblici ai cittadini, che fa il furbo e si comporta in modo sleale nei confronti del cittadini che le tasse le pagano. Esempio di illegalità che dovrebbe essere da codice penale. L’evasore che ruba denaro alla comunità è un fuorilegge come potrebbe esserlo un rapinatore di banche. In Italia si va avanti, a condoni (tu mi paghi io ti perdono) questo perché i fuori legge sono tantissimi e il governo non vuole seriamente combatterli. Ci tiene a difendere questi cittadini disonesti primo per una questione di voti, secondo perché difende l’essenza stesso dei parlamentari disonesti che compongono il governo. Quindi non applicando delle leggi o dei controlli semplici ed incisivi che certi governi europei o nord americani applicano. Però non dimenticando una certa cultura/mentalità dell’italiano alla furbizia ed alla disonestà.

    Da: Giornalismo partecipativo,Vincenzo Visco
    Sull’evasione fiscale in Italia si sa praticamente tutto: si conosce il suo ammontare (circa 120 miliardi); la sua distribuzione territoriale a livello sia delle regioni che delle province (l’evasione complessiva è più alta al Nord che al Sud, ma l’evasione delle imprese e dei lavoratori indipendenti è più alta al Sud). Così come si conosce l’incidenza rispetto alle diverse tipologie di reddito: è molto ridotta per i redditi da lavoro dipendente (3-4 per cento); inesistente per le pensioni (ma presente presso i pensionati che hanno un’altra fonte di reddito, spesso in nero); ridotta nell’industria in senso stretto (5-7 per cento), ma molto elevata nel settore delle costruzioni e ancora più in quello dei servizi. Tra i lavoratori indipendenti, i professionisti evadono di meno (33-35 per cento) e gli imprenditori di più (50-60 per cento). Evadono più i giovani degli anziani, più gli uomini delle donne, molto più le imprese piccole, non strutturate a stretto controllo familiare, che non le grandi, che peraltro eludono quello che possono.
    Esistono infatti problemi tecnici che rendono impossibile in una economia capitalistica basata sull’iniziativa privata eliminare completamente l’evasione; e probabilmente non sarebbe neppure conveniente da un punto di vista strutturalmente economico. Ma esistono soprattutto problemi politici che ostacolano il contrasto all’evasione derivanti dal fatto che riguarda categorie numerose e spesso influenti di contribuenti che possono essere elettoralmente decisivi soprattutto in una contesa bipolare o bipartitica. Inoltre, molto spesso, l’influenza politica di questi contribuenti è ben maggiore del loro peso numerico. In ogni caso gli evasori e l’evasione presentano origini e caratteristiche molto simili in Italia e all’estero, con la differenza che in Italia l’evasione risulta il doppio o il triplo di quella degli atri paesi Ocse.
    In ogni caso, il problema di fondo consiste nel fatto che vi sono redditi (lavoro dipendente, pensioni, alcuni redditi da professione, redditi da capitale) che sono completamente “tracciabili” e “tracciati”, e altri redditi che non lo sono e quindi il fisco non li conosce in maniera automatica e diretta. Stando così le cose, in assenza di poderosi (costosi) investimenti amministrativi, e con un numero di “indipendenti” particolarmente elevato, il mondo dei contribuenti tende inevitabilmente a dividersi tra “evasori e tartassati”.

  2. Giulio Salvatori scrive:

    Popof,che dirti ? Sai come la penso…Più volte espresso il mio parere , Grazie.

  3. Lorenzo.rm scrive:

    E’ un vero godimento leggerti. E non da oggi.

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