Voglio dedicare questa pagina ad un gesto di amore estremo della mamma Nera che ha cercato di proteggere, fino all’ultimo respiro, il suo piccolo Mattia, con una stretta difensiva e rassicurante che è andata al di là della vita stessa.
Questa tragedia è successa a Massa, ma in un abbraccio circolare e simbolico includo tutte le regioni del nord, colpite dall’attuale catastrofe naturale, che molto probabilmente sarebbe potuta essere evitata, se ci fosse una prevenzione seria in questo paese e non si pensasse ad opere faraoniche, che poi molto difficilmente verranno portate a termine.
La morte della mamma e del suo bambino travolti dalla furia delle acque ci lascia addolorati e sgomenti e ci induce ad una riflessione. Sicuramente la gestione inadeguata del territorio, come ha ampiamente segnalato Giulio, è una delle cause primarie di questa tragedia. Prima di costruire dovrebbero mettere in sicurezza il territorio e questo non avviene. Da anni gli abitanti denunciano la pericolosità di queste zone, dove ogni volta che piove con una certa intensità si allaga tutto con la paura delle frane come è già successo altre volte. Le nostre istituzioni non dovrebbero forse porre più attenzione a questi problemi sempre più frequenti ed evidenti e cercarli di risolverli?
Ho sognato per anni per varie notti che mi madre veniva portata via da una fiumara in piena.
Anni fa ho scoperto che quand’ero piccolo, mezzo secolo fa, una giovane madre fu effettivamente trascinata via dalla fiumara ed ho capito che il mio sogno ricorrente era legato a quell’evento che ci portò l’acqua in casa e lasciò un orfano alla porta accanto.
Oggi, civilissimo ed evoluto 2010, frane e piene portano via giovani vite: chissà se lasceranno un segno nei sogni o il brivido passerà con il silenzio di fondo di una voce che commenta l’evento in tivvù.
Forse un minor bisogno di benessere ci farebbe apprezzare povere cose, come un muretto di sassi a lato di una mulattiera da tenere con cura.
Volevo ancora aggiungere che:- dico queste cose con la consapevolezza e la conoscenza del problema.Io sono nato e cresciuto ai piedi di Montecavallo, fra selve di castagni ultracentenari.Vedo quei luoghi ch’erano “giardini” trasformarsi in boschi infestati di rovi.Mi fermo quì Paola, potrei continuare all’infinito , tanti sono i problemi .Se non ci sarà un occhio attento verso la montagna, continueremo a piangere
Paola, sai bene che abito a pochi km da Massa e l’eco della disgrazia è arrivata in Versilia come una frustata:Già nel ’96 questo fazzoleto di terra contò diversi morti -Molti ricorderanno l’alluvione che distrusse il paese del Cardoso nel Comune di Stazzema…E’ vero che vi sono stati molteplici interventi di ampliamento dei fiumi e canali.Un ingegnere mi disse che:- per 200 anni non si verificheranno mai più straripamenti, almeno lungo il fiume Versilia.Queste affermazioni nascono dalla NON conoscenza del territorio, della sua morfologia etc. NON sanno questi “esperti” che , il territorio montano e collinare, ormai è in continuo smottamento.Non vi è più la mano dell’uomo che ;-puliva, deviava i piccoli rigagnoli, faceva i muretti di sostegno a secco, riordinava i poggi , ripuliva il sottobosco dalle sterpaie e…lungo sarebbe l’elenco . Oggi , i boschi, sono a b b a n d o n a t i.Sapete cosa vuol dire? Ve lo dico con un vecchio saggio:- Il peso non dorme-Quando la collina è gonfia d’acqua perchè il ruscello ha abbandonato l’antico percorso, avviene l’irreparabile .Non occorre essere ingegneri per capire certe cose.Pertanto, il pericolo è a monte, è lì che si deve intervenire .
Paola,ennesima tragedia annunziata, non mi prolungo nel commeto, il dolore fa da scrittura.