Per completare il discorso sui giovani questa precisa e pertinente osservazione di Lucia


Con l’uscita del film “La bellezza del somaro” di Sergio Castellito e del libro “Le luci nelle case degli altri” di Chiara Gamberale, che parlano del ruolo del padre nella famiglia d’oggi, mi è sembrato giusto evidenziare che i nostri giovani cercano ciò che la generazione che li precede non offre; la mediazione di un padre. I padri di oggi spesso risultano periferici, assenti, ma è da loro che i figli devono ricevere il futuro e quindi il presente. La posizione del padre nella famiglia odierna è marginale, a lui viene richiesto molto poco, spesso i figli sono proprietà affettiva della mamma. Penso sia necessario ristabilire i ruoli, i confini, dove finisce il padre e inizia il figlio. C’è bisogno di autorità per una sana crescita, con dei ruoli ben distinti, non si è riusciti a trovare un equilibrio tra padre autoritario e padre permissivo. L’amore è fatto di tanti “no” sofferti da parte dei genitori, c’è bisogno di autorità per una sana crescita, occorre dialogo e curiosità. Molto importante spiegare ai figli che la vita non funziona sempre come si vorrebbe. C’è bisogno di padri che facciamo più strada di quella che i figli fanno per raggiungerli. Padri tornate, i vostri figli non smetteranno di cercarvi e darsi da fare per iniziare un nuovo cammino.

Lucia.tr 13 gennaio 2011

21 Commenti a “PADRI CERCANSI scritto da Lucia.tr”

  1. Paternità Oggi (Federico) scrive:

    Leggo con aumentato piacere che ci sono ancora “isole felici” come questa in cui si può discutere e soprattutto ascoltare pensieri saggi.
    Le regole di Franco mi sembrano sacrosante (nel senso laico del termine perché anch’io non ne faccio un discorso religioso) e valide ed applicabili ancora oggi. In che modo? Intanto riappropriandoci di certi concetti come il rispetto dell’altro e prima ancora di se stessi. Forse è proprio dall’insegnamento del rispetto per se stessi che potremo trasmettere ancora qualcosa di positivo. Più mi interrogo sul mio ruolo di padre e più arrivo a questa conclusione. Dove rispetto per se stessi non significa egoismo ed edonismo, ma rispettare se stessi e l’altro che non è nient’altro che una parte “allargata” di se stessi.
    Inevitabilmente però non posso non rendermi conto che anche molti rappresentanti della Chiesa Cattolica Romana (così come altre Fedi) fanno discorsi del genere e allora non farei barricate di divisione tra Stato laico e Religione, ma mi impegnerei nella diffusione di semplici e facili (sono facili, basta diffonderle e condividerle) regole come quelle proposte da Franco.
    Per quanto riguarda la famiglia, nel senso tradizionale del termine che fino ad oggi ha assunto, non tutto è irrimediabile nonostante i nudi e crudi dati dell’Istat. Anche qui basterebbe che tornassimo a considerare i giovani che incontriamo come figli nostri. Utopia? Forse… Dipende sempre dai numeri e da quanto è diffuso il messaggio. E allora, che due genitori siano sposati con rito religioso, civile o che semplicemente convivano, sempre genitori devono sentirsi ed essere riconosciuti come tali dalla società civile e religiosa.
    Io non ho ancora 40 anni e quindi negli anni ’70 quando ero piccolo, mi ricordo che ogni adulto (genitore dei miei amici) che incontravo, erano persone con “licenza di redarguimento”.
    Di sicuro i padri di oggi devono tornare a fare i padri come ieri, al netto degli autoritarismi che sono inutili se non dannosi, ma riappropriandoci dell’autorità che un genitore deve assumere nei confronti dei pripri figli e in quelli degli altri.
    Mi viene in mente “l’isola” di Haldous Huxley dove i ragazzi venivano educati da tutti e non solo dai genitori.

  2. lucia1.tr scrive:

    La cosa più deprimente di questi giorni, è leggere di madri, padri e fratelli che si compiacciano di figlie e sorelle che si prostituiscono . Forse saranno una minoranza, ma la maggioranza, seppure indignata, mi pare quanto meno silenziosa….. Saremo mai un Paese normale?

  3. Franco Muzzioli scrive:

    La sacra famiglia
    per completare l’argomento sui padri ed il ruolo della famiglia
    Leggendo statistiche ISTAT ho scorso alcune cifre, che immaginavo, ma che nella effettiva crudezza mi hanno lasciato sgomento.
    In Italia i matrimoni annui sono circa 250.000 (156.000 religiosi e 94.000 civili), ma il dato tragico è, che sempre annualmente, le separazioni sono circa 100.000 ed i divorzi circa 60.000. Quindi più del 60% delle coppie sposate tendono a separarsi o a divorziare, non ho trovato numeri sulle coppie di fatto, che ormai superano abbondantemente i matrimoni.
    Scrivo tutto questo non per evidenziare statistiche a mio parere impressionanti, ma per porvi alcune domande:
    Come sarà il futuro senza la famiglia intesa nel senso classico?
    Saremo una marea di persone sole con pseudofamiglie allargate, dove i figli non avranno più punti di riferimento?
    E’ questo il risultato di una società edonistica dove si fa fatica ad accettare “l’altro” anche in un progetto d’amore?
    Dove le caratterialità, gli istinti, la volontà di vivere tutto e subito, ci portano lontano dal creare il nucleo fondamentale di una società, che è a mio parere la famiglia?
    Io non sono un cattolico praticante, quindi i quesiti posti non vengono da concetti santifici del matrimonio, ma dalla considerazione che un domani potremo essere una società di donne e uomini soli con i nostri egoismi e le nostre pulsioni.

  4. ANGELOM scrive:

    Paola mi ha preceduto nel mio pensiero, ma ormai lo avevo scritto e lo mando cmq. Le regole sacrosante che Franco ha evidenziato, sono regole che noi tutti di una certa età, rispettiamo e onoriamo, e abbiamo cercato di inculcare ai nostri figli, ma purtroppo oggi non è più così, un genitore non può più imporre nulla, per lo meno i giovani non seguono più i consigli che gli vengono impartiti, fanno finta di averli assimilati, hanno troppa libertà e la pretendono. L’unica strada è che dobbiamo perderci tempo e dialogare di più con loro e fargli capire certi principi, magari imponendo delle ristrettezze nei loro confronti, diminuendogli la paghetta, così oggi tanto di moda. Non si può fare una vera analisi della situazione, fra padri e figli, i casi sono così variegati che non si può dare un giudizio veritiero.

  5. franco muzzioli scrive:

    Cara Paola, non vorrei apparire come un vecchio genitore un pò ottuso ed autoritario.
    E’ chiaro che alla base di un rapporto familiare deve esserci l’amore, l’affetto, la comprensione ed il dialogo, ma poi, come esistono le leggi di uno Stato ,che non sempre sono ben accette ma necessarie, devono esserci delle regole nella famiglia, anche qui non sempre ben accette , ma necessarie ,perchè un fanciullo possa diventare consapevolmente uomo.

  6. paolacon.rm scrive:

    io credo, caro Franco che le tue “semplici regole” siano valide, almeno lo sono sempre state in casa mia, quando abitavo con i miei e lo sono state poi nella famiglia che ho formato io; ma una cosa non hai detto, che secondo me è importante per un genitore: saper ascoltare i figli essere disponibile ad ascoltare, serenamente, le loro ragioni e discutere insieme con responsabilità da ambo le parti. Degli scapaccioni non ce n’è mai stato bisogno ci si capiva e basta.

  7. Franco Muzzioli scrive:

    Caro Giuseppe, la società è cambiata e fare lo sterile esercizio a chi dare la colpa non porta a niente.
    Basterebbe ,con fermezza, ripristinare alcuni canoni:
    Che si mangia tutti alla stessa ora ,almeno per cena.
    Che come principio, si rispettano le persone anziane.
    Che sono bandite dalle chiacchiere quotidiane di famiglia ,parole gergali ed offensive.
    Che si possono anche ricevere dei no…senza che crolli la casa.
    Che si possono prendere degli scapaccioni senza ricorrere al telefono azzurro.
    Che la madre ed il padre che danno buon esempio sono degni del massimo rispetto.
    Che è assolutamente ininfluente quello che fanno gli altri (almeno fino a che uno rimane nella casa dei genitori).
    Che si possono spendere 10 euro in meno di quello che è disponibile.
    Che se vuoi essere rispettato devi rispettare gli altri.
    Che studiare è un dovere ,come è un dovere lavorare per mantenere la famiglia.
    Se i padri scoprissero d’avere i giusti attributi e imponessero queste poche e semplici regole penso che certi problemi sarebbero risolti e la società ne guadagnerebe.

  8. giuseppe3.ca scrive:

    L’argomento è scottante e non è facile entrare nel merito imboccando la strada giusta che poi possono esserci più di una strada come dimostrano i commenti sin qui espressi. Ma il pensiero corre a mio padre che ora non c’è più: uomo di poca cultura e pochissime parole per cui quelle poche che diceva non andavano mai sprecate perchè sapevano colpire sempre nel giusto segno. Ma più che dalle parole sebbene importantissime, ho appreso molto dal suo esempio di vita di grande onestà, integrità morale, grande forza d’animo anche nei momenti di difficoltà e soprattutto di completa dedizione alla famiglia.
    A questo punto sorge spontaneo un dubbio e mi pongo questa domanda: “Nell’educare i miei figli sono all’altezza di mio padre?” Forse no perchè nel parlare con loro devo fare ricorso, spesso, citando episodi di vita di mio padre che sono stati di grande esempio per me e non solo.
    La vita di oggi ha dei ritmi frenetici, i genitori lavorano entrambi e spesso hanno orari di lavoro diversi, le occasioni di ritrovarsi riuniti al desco familiare si riducono a poche occasioni mentre quand’ero ragazzo vigeva l’obbligo che sia a pranzo che a cena si doveva partecipare tutti alla stessa ora e se mancava qualcuno, si aspettava l’arrivo del mancante.
    Allora i molti sbandamenti dei ragazzi di oggi è colpa dei genitori, anch’essi vittime, o della società che è cambiata? Ai posteri l’ardua sentenza.

  9. pino1.sa scrive:

    Il tema proposto è di difficile svolgimento, non tanto per la difficoltà di indicare il modello ideale di Padre, quanto di evidienzare l’evoluzione che la paternità ha avuto nel tempo ed i fattori che nè hanno influenzato il cambiamento. Non penso che l’autore dell’articolo auspichi una ricerca di Padri autoritari come quelli del passato, che comunque nel tempo storico nel quale si sono affermati erano necessari ed indispensabili, infatti, si era nel dopoguera dove urgeva ricostruire case, cose e regole in una società sfasciata e martoriata dalla guerra. Successivamente la spinta al consumismo e la velocizzazione e contrazione dei tempi riservati alle relazioni intrafamiliari, ha trasformato i genitori in erogatori di beni materiali a danno della capacità naturale di erogare per i figli, anche attraverso gli esempi comportamentali, i valori morali che sono alla base del vivere civile. Ecco io non direi che i padri non ci sono più, ci sono ma occorre che essi diventino più visibili, rallentino i ritmi che la società gli impone ed aumentino i tempi di relazione con i propri figli, imponendo dei tempi di incontro dove attraverso dialoghi o se volete anche discussioni sanguigne, si affrontino le problematiche e le possibili soluzioni che possano risultare utili a ciascun componente della famiglia.

  10. lucia1.tr scrive:

    Leggo con piacere i vari commenti all’articolo da me proposto. Tutti interessanti e diversi, ognuno ha riportato la sua esperienza personale facendone una lettura diversa. Ringrazio Federico, che ha voluto arricchire l’articolo segnalando un sito dove sono dibattuti questi temi. Quando parliamo di PADRI, non dobbiamo pensare solo a quelli biologici, ma a tutti quelli che hanno compiti educativi: insegnanti,politici, istituzioni, religiosi, ecc…

  11. lieta scrive:

    il lavoro mancante cassaintegrati lo sfruttamento esagerato dello stesso ke tocca anke troppi italiani non solo immigrati e qui ritorno ai cialtroni sfruttatori ke non san mettersi alla pari orizzontale kapi’ prblm ma fan i verticisti incompetenti e cafoni se non a volte addirittura criminali ke influenza ruolo paterno responsabile anke………. ciao skusate le mie dissertazioni vissute

  12. paolacon scrive:

    Non è un’intrusione Federico, grazie di arricchire

  13. ANGELOM scrive:

    Oggi esistono differenze sostanziali fra i padri di oggi e quelli ieri, infatti nelle generazioni passate l’educazione dei figli era affidata principalmente alla donna. Il padre rappresentava il tutore delle norme e delle regole sociali, era un’autorità, prendeva decisioni importanti, era lui che pensava al sostentamento della famiglia, mentre la madre guardava solo l’aspetto affettivo delle relazione con i figli. Con l’evoluzione della società e la parificazione dei sessi, con l’entrata delle donne nel mondo del lavoro, ha influenzato anche la struttura della famiglia, in modo di educare i figli e il ruolo svolto da madre e padre all’interno del sistema famigliare. Con questo cambiamento di ruoli, ha fatto in modo che i padri potessero occuparsi maggiormente hai loro figli, volgendo funzioni che prima erano esclusivamente delle donne, tutto questo probabilmente ha generato anche una certa insicurezza su ciò che un padre e una madre pensano di poter fare per assumere un ruolo definito nei confronti dei loro figli. Inoltre, le incertezze di un padre, oggi, nelle relazioni con i figli, possono manifestarsi in situazioni nuove rispetto al passato come quelle di separazioni, divorzi, famiglie ricostituite, integrazione di una famiglia immigrata in un nuovo contesto socio-culturale.

  14. Paternità Oggi (Federico) scrive:

    Ciao Lucia!
    E’ bello leggere che ci sono persone come te che le idee ce le hanno chiare e “pretendono” pure delle risposte.
    Secondo me ci sono già parecchi padri che hanno trovato un giusto equilibrio tra l’autoritarismo di una volta (che nessuno può ormai riproporre o auspicare) e una certa arrendevolezza su cui i genitori degli ultimi decenni si sono adagiati. I papà hanno abdicato al loro ruolo di guida ed insegnamento delle regole, è vero, e le cause sono molteplici.
    Oggi però credo si possa riniziare a parlare di regole senza essere tacciati di essere autoritari o maschilisti. Fino a qualche anno fa era più difficile.
    Bisogna riniziare a parlare di paternità (auspicio non disinteressato ovviamente) e bisogna farlo in modo tale che diventi un discorso da bar, senza tirare in ballo gli studi sociologici, quelli psicologici etc.
    In fondo, noi tutti, se guardiamo e ascoltiamo i nostri nonni o ce lo facciamo raccontare dai nostri genitori, non faremo fatica a prendere ciò che c’era di buono in quei papà e in quelle famiglie e riadattarlo ai giorni nostri.
    Vi invito tutti a visitare il sito http://www.paternitaoggi.it (mi scuso fin da ora con gli amministratori di “Parliamone” per l’intrusione, ma penso che questo possa essere un arricchimento per tutti).
    Grazie, a presto!

    http://www.paternitaoggi.it (Federico)

  15. Giulio Salvatori scrive:

    Se leggiamo anche fra le righe del commento di Alba Morsilli, si capisce che scuola di vita c’era in quella casa.Altri tempi, qualcuno dirà, ma mica tanto lontani.E’ che in quella casa, non vi erano tante storie:-ognuno svolgeva il suo compito perchè avevano capito che, quella era la via da seguire.L’esempio, il sacrificio della madre.Inutile secondo me, girare intorno alla colonnina , oggi, almeno dalle mie parti, a 30 anni dicono:-il mio bimbo;magari sposato e con figli.E’ la mentalità che è diversa.Vuoi perchè ci bersagliano di pubblicità etc.etc.Mancano le -REGOLE- E’ ovvio che non si può fare di ogni erba un fascio, ci mancherebbe, ma non si può fare gli eterni giovincelli.Sull’articolo di Lucia si potrebbero riempire pagine e pagine , difficile trovare quella giusta .La via giusta, spesso, è dettata dal sacrificio , dalla responsabilità, dalle sacrosante -REGOLE.

  16. edis.maria scrive:

    La responsabilità dei figli deve ricadere su entrambi i coniugi , senza distinzione di sesso. Ormai gli uomini svolgono , quasi tutti se in famiglia c’è amore e comprensione, lo stesso ruolo della madre. Non è per questo che abbiamo lottato, noi femministe , per la parità? I padri non devono essere più autoritari , ma concordare con la moglie i criteri di educazione. Non mi pare, chiaramente ,dove l’accordo sentimentale fra coniugi è reale, che questo sia disatteso. Noto , però, che nelle discussioni ultime nel blog, , si tenga sempre a condannare famiglie e scuola per i comportamenti condannabili dei figli. Certo parlo di figli adolescenti e non di bambini. Adesso gli adolescenti sono irrefrenabili, ribelli e imprevedibili. I ragazzi comprendono benissimo ciò che è bene e ciò che è male, e quindi non sempre la colpa sta in famiglia, ma spesso nella società e negli esempi. Naturalmente ci sono genitori che disattendono ai loro doveri, ma non sono la maggioranza! Ogni tanto richiamiamo anche sui nostri figli o nipoti, una certa responsabilità , visto che diciamo sempre che loro “ sono più svegli di quello che eravamo noi!” Ce lo dimostrino!

  17. alba morsilli scrive:

    lucia ti voglio parlare della mia esperienza di madre e padre.
    io sono rimasta vedova in giovane età con tre figli adolescenti etu sai più di me che è l’eta più ingrata che ci sia.
    per forza maggiore sono stata madre lavoratrice( nessuno portava il pane a casa)Per essere vicina ai miei figli durante il giorno ho scelto di fare assistenze notturne.(dormendo a mala pena 4ore9 la mia scelta è stata di responsabilizare i ragazzi renderli partecipi al bisogno della casa,senza mai nascondere la verità anche amara,ho visto che questo metodo mi ha dato i suoi frutti, sono cresciuti sapendo che il pane bisogna guadagnarselo niente non viene per niente.
    forse nel dolore si ci unisce e si crese meglio. so che le sono mancate tante cose ma mai loro si sono presi la briga di dirmelo.io che dovevo fare da padre e da madre è stato difficile ma il tempo mi ha dato ragione ed ora da anziana raccolgo i frutti sono uomini edonne meravigliosi

  18. lieta scrive:

    nella mia esperienza il padre era l’affettivo ke viziava di + gestendo il reddito, i doveri l’aiuto a mamma superimpegnata da parte sua era sempre delegato al futuro così ke si sfascian le famiglie e le madri vanno in tilt molto + di una volta perkè oberate da mansioni diverse na volta inesistenti le mamme tappabuco ke devono strafà nella famiglia assiste tutti da porta secchio de cemento assiste madre problematika fa miracoli pe la spesa comprando pure ai figli i loro agognati firmati co le briciole ke gli si passava pe la spesa, uomini po’ aguzzini ke non san compendià vita comune o uomini sciocchi ma tutta la sua famiglia sciocca anke se alcuni rivati cariche vergognose e assolte male………… il bene quando uno lo dà primi beneficiarne so quelli vicini………………………..

  19. giulian.rm scrive:

    I padri giocano un ruolo importante nello sviluppo della vita dei figli.
    I bambini che hanno padri, PRESENTI, nella loro vita hanno una maggiore stima di sé, mostrano un minor numero di segni di noia e percepiscono i loro padri come un sostegno.
    Difficile fare il padre oggi. La famiglia intesa come “istituzione”, quella tradizionale insomma, traballa: coppie in crisi, uno dei due assenti, il troppo lavoro che allontana dai valori “veri”, i figli che fanno richieste economicamente sempre più esose, non più il conflitto sano tra genitori e figli ma piuttosto l’estraneità. Faticoso trasmettere il senso delle cose che contano: la televisione la fa da padrona, e i modelli che propone trovano terreno fertile in famiglie che sono sempre più lasciate sole dalla società.
    Oggi si è passati dalla famiglia con un “ruolo normativo” in cui si trasmettevano principi morali e norme sociali, alla famiglia “affettiva” orientata a negoziare tutto e a soddisfare i bisogni individuali dei figli, a evitargli sofferenze e frustrazioni. Stiamo sicuramente assistendo a un’educazione in cui lo stile affettivo tende a predominare su quello normativo al punto di metterlo in secondo piano.
    Sarebbe esagerato e anacronistico rimpiangere la figura genitoriale autoritaria che impartiva divieti e obblighi, (a letto senza cena, o l’atto di sfilarsi la cinghia dei pantaloni) così come sarebbe eccessivo da parte della famiglia considerare come primario l’aspetto affettivo e delegare alla scuola il compito di insegnare le regole.

  20. Lorenzo.rm scrive:

    Bello l’articolo di Lucia, molto ideale. Il suo contenuto, basato sull’allarme, è assai valido per dare una “scossa” all’ambiente familiare. Ma la prognosi si deve basare sulla realtà effettuale. E qui concordo del tutto con Franco.

  21. franco muzzioli scrive:

    Cara Lucia ,queste tue parole dovrebbero essere incise nel marmo ed attaccate in ogni casa.
    Ma in un mondo di famiglie sfasciate ,frettolose, consumiste,che ruolo possono avere i padri?
    Padri a mezzo servizio ? Padri assenti per lavoro o senza lavoro ? Padri stanchi e sfiduciati ? Padri immaturi ?
    Prima di tutto dovremmo fare un lungo discorso sulle famiglie e sulla società odierna, poi potremmo vedere se i padri, come li abbiamo sempre pensati noi ,esistono ancora.

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